•Capitolo 46•

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-"Takeaway", The Chainsmokers.

Sembrava proprio che stesse aspettando qualcuno e a giudicare dal fatto che Wade avesse ragione e mi stesse guardando, potevo solo pregare di non essere io. Non sapevo proprio come avrei potuto prendere la notizia. Rigida come una corda di violino, mi voltai verso Sav. "Se passassimo dalla palestra?" Le proposi, mentre lei fissava quel punto con avversione.

"Oh, no." Mi prese a braccetto, il tono deciso."Voglio proprio vedere cosa vuole fare."

Non potevo nascondermi da Jebediah. Prima o poi avrei dovuto affrontarlo. Alla fine, mi ritrovai ad annuire.

Salutammo Wade, che mi strinse in un rapido abbraccio."Buona fortuna, allora." Si mise le mani in tasca, osservandomi qualche istante in silenzio."Vedrai che si risolverà tutto, ma per qualunque cosa sai che io sono qui."

Lo ringraziai e ci incamminammo in quella direzione, mentre Sav insultava Jebediah. Potevo scommettere che lui non sapesse di suo zio e mia madre. A quanto pareva le brutte notizie erano destinate soltanto a me. Albert aveva baciato mia madre..

Scrollai il capo, allucinata. Intercettai Jeb in lontananza venirci incontro. Aveva alcuni tagli sul viso definito. Dovevano essere quelli che gli aveva procurato Andrew. Avrei proprio voluto sentire quello che aveva da dire. O forse no.

Quando ci si fermò di fronte, notai subito la sua aria tesa e pentita.

"Ciao." Cominciò a dire, passando il peso da un piede all'altro, chiaramente a disagio. I capelli biondi gli sfioravano la mascella volitiva."Come stai?" Aveva le mani in tasca.

"Come sto?" Ripetei, ridendo amaramente."Ti importa qualcosa?"

"Non penso." Mi fece eco Sav, allontanando il braccio dal mio per incrociarle al petto. Adesso sembrava la mia guardia del corpo, peccato che in quel momento non ne avessi affatto bisogno. A breve sapevo che sarei esplosa.

Jebediah si passò una mano tra i capelli biondi, sospirando rumorosamente."Kimberly, mi dispiace molto per quello che è successo.."

"Non ti sembra un po' tardi per le scuse?" Sollevai un sopracciglio, quando lui spalancò gli occhi azzurri. Mi chiedeva scusa, però in quel momento non aveva pensato affatto alla situazione nella quale mi avrebbe messa. Aveva pensato a sé stesso. Per quale ragione, poi lo aveva fatto?

"Kimberly..." Si fermò per qualche istante, forse per pensare a cosa dire."So di avere sbagliato nei tuoi confronti, ma non mi sarei mai aspettato che tu avessi una storia con il ragazzo che mi aveva deriso per anni alle medie. Era stato un vero incubo per me e..." Inspirò bruscamente, scrollando la testa più volte. Sembrava davvero pentito."Il punto è che vorrei che tu mi perdonassi, sono disposto persino a parlare con lui."

Allora era questo. Sapevo dei problemi di Jebediah con il bullismo, ma com'era possibile che fosse proprio Andrew uno di loro? All'improvviso la mia rabbia si smussò come un'unghia che veniva limata. Quell'ultima parte, che non mi sarei mai aspettata di sentire uscire dalla sua bocca, mi lasciò perplessa per diversi, interminabili istanti. Ma poi mi resi conto che permettergli di parlare con Andrew sarebbe stato rischioso, soprattutto perché non avevo idea di come lui avrebbe potuto prenderla. Non era proprio il caso. Rimasi a guardarlo, in balia della confusione più totale e rividi il mio amico Jeb qualche anno prima. Quindi era per questo che aveva reagito in quel modo? Gli episodi di cui mi aveva parlato tempo prima mi tornarono alla mente, mi ricordai delle minacce e del fatto che spesso fosse finito in ospedale perché da piccolo si rifiutava di mangiare a causa loro. Lo perseguitavano. E Andrew era uno di loro? Cavoli, ne era passato di tempo, ma non potevo neanche immaginare come potesse essersi sentito in quel momento. Forse si era sentito tradito, o qualcosa del genere. Io ero la sua migliore amica e lui aveva appena realizzato che stavo con uno dei ragazzini che lo deridevano quando era più piccolo. Mi immaginai un bambino biondo con grandi occhioni azzurri spaventati e mi si strinse il cuore. Abbassai le spalle. Certo, ne era passato di tempo, però..
Jebediah aveva sbagliato, ma anch'io. Avrei dovuto dirlo a Andrew sin da subito, quindi ripromisi a me stessa che la prossima volta lo avrei fatto. Sbagliare era umano, ma non avrei ripetuto quell'errore. In quel momento mi si accese una lampadina. Non potevo tenere per me quello che avevo visto il giorno prima. Andrew non me lo avrebbe mai perdonato.. Una nuova consapevolezza si fece strada dentro di me come una macchina che usciva da un tunnel. Ne avrei parlato prima con Roy, poi con Raegan. Questa era la cosa giusta da fare. Avrebbe sofferto, ma lei era una persona razionale, quindi avrebbe tenuto conto di ogni pro e ogni contro. Siccome aveva un brutto rapporto con il padre da quello che Drew mi aveva raccontato, forse non ne avrebbe sofferto. Non quanto Andrew. Mio Dio, era questa la decisione giusta da prendere?
La vera domanda era: io cosa avrei voluto?
Io avrei voluto che me lo dicessero...

The bad boy's loveWhere stories live. Discover now