•Capitolo 9•

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Sognavo questo giorno da secoli. Non molto tempo prima immaginavo me e Bryan insieme in un possibile futuro, magari con dei figli e un cagnolino che gironzolavano per casa nostra. La sola idea fino a qualche settimana prima mi avrebbe fatto fare i salti di gioia. Adesso, invece che ero sul punto di uscire con lui per un vero e proprio appuntamento prima del ballo, non mi sentivo poi così entusiasta. E purtroppo conoscevo fin troppo bene il motivo per il quale mi sentivo in questo modo. Era a causa di un paio di occhi azzurri quanto il cristallo, occhi che portavano un nome. Il nome di Andrew Sullivan. Non mi era ancora passata, ce l'avevo ancora con lui, ma sentivo anche la sua mancanza. E questo mi faceva imbestialire. In fondo, lui mi stava ignorando.

Decisi di lasciare perdere i pensieri riguardanti Andrew per oggi e mi concentrai sulla mia figura di fronte allo specchio. Ero pronta. Mi passai una mano sul tessuto morbido, all'altezza dello stomaco. Il vestito che avevo preso insieme a Sav e Reagan era magnifico. Indossavo un cielo notturno, o almeno era quella l'impressione che avrebbe dato a chiunque avesse puntato gli occhi su di me stasera. Avevo acquistato quindici centimetri di altezza grazie alle scarpe che la sorella di Andrew mi aveva costretta a prendere. Non ero mai stata quel genere di ragazza alla quale piace mettersi in mostra. Diciamo pure che quando entravo al cinema, speravo che le luci fossero già spente. Stasera, al contrario ero luminosa come un faro. Più mi osservavo allo specchio, più mi sentivo a disagio. Non era il genere di vestito che avrei indossato, ma era decisamente incantevole. Mamma era accorsa in mio soccorso per quanto riguardava capelli e trucco. Lunghe ciocche bionde fino ai gomiti mi ricadevano sulla schiena completamente nuda in morbide onde. Con un prodotto che teneva nascosto in un cassetto, era riuscita a far brillare persino quelli. Sembravano una cascata d'oro lucente, in cui incastonato c'era un piccolo cerchietto di sole gocce di cristallo. Correttore, fondotinta e fard avevano fatto il resto. I miei zigomi avevano preso forma, le imperfezioni della pelle scomparse e l'ombretto blu notte cosparso di brillantini e il mascara facevano sembrare i miei occhi nocciola molto più grandi. Avevo un semplice glosse sulle labbra, ma anche questo definiva l'intero make-up. Avevo chiesto a mamma di lasciarmi un momento da sola, forse per farmi coraggio. Mi sentivo inquieta e non capivo il perché. La faccenda di Camille e Charlie, la confessione di Roy, le parole di Andrew, il tizio inquietante che avevo visto il giorno prima fuori dal negozio continuavano a tormentarmi. Di chi si trattava? Era stato solo frutto della mia immaginazione? Non sapevo proprio più cosa pensare. Per non parlare di Laurel che sembrava di colpo essere scomparsa. Ero preoccupata per lei, nonostante sembrasse un tipo sveglio. Per quale ragione non aveva più risposto ai miei messaggi? Ero più che certa che ci fossero un sacco di cose che stava nascondendo.
Avevo appuntato tutti gli ultimi avvenimenti su un diario, nemmeno io sapevo bene per quale ragione lo avessi fatto. Forse perché era l'unico modo che avevo per confessare le mie preoccupazioni senza coinvolgere terze persone. Non lo sapevo.

La vibrazione del mio cellulare sulla mia scrivania, mi fece piombare nella realtà. Quando lessi che si trattava di Bryan, sospirai. Stava arrivando. Non sapevo come mi sentissi, ma sapevo soltanto che non dovevo permettere agli ultimi avvenimenti di rovinarmi la serata. Dovevo spegnere il cervello e concentrarmi sulla serata con Bryan. Me lo ripetei fino a quando non afferrai la mia borsetta abbinata al vestito, presi una giacca e salutai mamma con un rapido bacio sulla guancia.

"Quindi niente foto?" Fece un ulteriore tentativo in tono supplichevole, mentre mi teneva la porta spalancata. Era la terza volta che me lo chiedeva. La verità era che per qualche ragione scattare una foto con Bryan sarebbe stato un po' come tradire quelle scattate con Andrew. Che pensiero stupido, Kimberly.

"Certo che ci vuole una fotografia!" Mi voltai di scatto, proprio quando Bryan, bellissimo nel suo smoking blu notte, metteva piede nell'ultimo scalino.

Mi aveva chiesto di che colore sarebbe stato il vestito, in modo da averlo abbinato al mio.

Quando mi fu di fianco, mi rivolse un ampio sorriso e poi si presentò alla mamma, che forzò un sorriso. Lo trovai strano e immaginai che ormai si fosse abituata a Andrew. Ma, cara mamma, Andrew aveva commesso diversi sbagli ultimamente. Trattenni a stento uno sbuffo.

The bad boy's loveWhere stories live. Discover now