•Capitolo 25•

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"Andrew, devo farti una domanda." Iniziai, a disagio."Però devi promettermi che non mi prenderai in giro."

"So già che sei vergine, quindi puoi chiedermi tutto quello che vuoi." Si mise a sghignazzare, mentre io scandalizzata per la sua uscita improvvisa lo tempestavo di schiaffi sul petto sotto le sue risate. Ovviamente con una mano evitavo che mi si aprisse l'accappatoio. Questo sì che sarebbe stato imbarazzante.

"La vuoi smettere di dire certe cose?" Gli rifilai un'occhiataccia."E poi, cosa te lo fa pensare, scusa? Potrei benissimo non esserlo."

Andrew mi rivolse un sorrisetto storto."Intuito maschile."Mi picchiettò il naso con l'indice, quindi gli diedi uno schiaffetto sulla mano.

"E se non lo fossi?"

"Riderai quando accadrà tra noi." Abbassò il tono della voce, avvicinando il proprio viso al mio. I suoi occhi caddero sulle mie labbra dischiuse. Deglutii."Perché non potresti fare a meno di confrontare le esperienze passate con questa."

Paonazza sussurrai:"Quanto sei egocentrico?"

Sghignazzò, poi mi scompigliò i capelli."Sono solo sincero, Kimmy." Si mise steso, le braccia incrociate dietro la nuca."Ma è normale, non puoi capire finché non provi in fin dei conti."

"Stai forse cercando di corrompermi?" Mi misi seduta, le braccia conserte."No, perché sembra quasi che tu voglia convincermi a farlo."

"A fare cosa?" Chiese innocentemente, un ghigno sulle labbra.

"Lo sai benissimo."Borbottai, esasperata.

"Io sto solo dando utili consigli per permetterti di godere fino in fondo di ogni privilegio nello stare con me." Si strinse nelle spalle, l'espressione di chi la sapeva lunga.

Divertita ed esasperata mi alzai dandogli le spalle."Non ne dubito." Mi diressi verso il bagno. Dovevo asciugarmi i capelli.

"Ho gli addominali." Mi gridò dietro facendomi ridere.

Sulla soglia della porta gli rivolsi uno sguardo da dietro la spalla."Lo so." Sorrisi alla sua espressione disperata.

"Ho anche un'ottima resistenza fisica." Aggiunse velocemente.

"Sto entrando, Andrew." Canticchiai e una volta dentro, chiusi la porta. O quasi.

Andrew me lo impedì, mettendoci un piede nel mezzo. Me lo ritrovai di fronte, che cercava di entrare."Ho fatto il gentiluomo fino a questo momento, posso.."

"No." Stavo trattenendo a stento le risate."E non sei un gentiluomo se lo sottolinei." Riuscii a togliere il suo piede gigantesco, avvolto negli anfibi neri.

"Non ho mai detto di esserlo."Infilò il braccio, prima che potessi chiudere la porta. Subentrò nella piccola stanza e con un piede chiuse la porta alle sue spalle, che produsse un tonfo sordo.

Lo fissai sconvolta e divertita."Andrew, esci." Indietreggiai quando lui avanzò, gli occhi da predatore, carichi di desiderio che mi scivolavano addosso scaldandomi come fuoco. Oddio.

Lui scosse lentamente il capo. Inclinò il viso da un lato come se mi stesse studiando da più angolazioni pensando alla sua prossima mossa.

The bad boy's loveWhere stories live. Discover now