•Capitolo 8•

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Trascorsero diversi giorni dall'ultima volta che avevo parlato con Roy e Andrew. Entrambi continuavano ad evitarmi come se avessi la peste bubbonica. Avevo lasciato un sacco di messaggi a Roy, non ricevendo mai alcuna risposta. Mi ero preoccupata moltissimo e avevo chiesto a Jason di lui, venendo poi a sapere che stava bene e che non era esattamente di buon umore. Non voleva vedermi. Jason non me lo aveva detto apertamente, era troppo gentile per farlo. Ma tutto mi era sembrato piuttosto chiaro quando avevo chiesto di passarmelo al telefono non appena fosse stato con lui e Jase mi aveva spiegato che non era un buon momento per lui. Mi dispiaceva molto, ma lo capivo. Probabilmente aveva bisogno di prendersi del tempo e anch'io. Jason, però mi aveva spiegato che Andrew non ne sapeva niente e che sarebbe stato meglio che io non gliene parlassi. Non che avrei potuto, visto che ogni volta che ci eravamo incrociati ultimamente distoglieva lo sguardo dal mio e proseguiva per la sua strada a passo sicuro come sempre. Mi stava ignorando. E se per Roy ero dispiaciuta, invece ero arrabbiatissima con Andrew. Non c'era gesto peggiore dell'essere ignorati. Ma quantomeno Roy aveva un motivo, Andrew no. L'unica con il diritto di farlo ero io, visto il modo in cui si era comportato nei miei confronti. le sue parole continuavano a torturarmi. Nemmeno durante la notte dormivo particolarmente bene. Non mi era mai successo prima di avere così tanti incubi consecutivamente.

Era venerdì e io stavo uscendo di casa con le braccia strette al petto a causa dell'aria fredda che sembrava persistere. Le temperature in pochi giorni si erano abbassate notevolmente, per questo avevo già iniziato ad indossare un piumino e la sciarpa. Oggi avevo dovuto mangiare da sola a pranzo. Mamma e papà erano al lavoro, mentre Maddy all'asilo fino al pomeriggio. L'idea di cucinare non mi entusiasmava, mai, ma d'altronde ancora meno l'idea di non farlo affatto. Tra un pensiero e l'altro, il pomeriggio precedente mi ero messa d'accordo con Savannah e Raegan per andare insieme a comprare un vestito per il ballo. Era stata Savannah a proporlo, sostenendo che dovevo smetterla di deprimermi e leggere. Quindi, avevo pensato che invitare anche Raegan sarebbe stata un'ottima idea.
Percorsi a passo veloce la strada fino al centro, guardandomi costantemente intorno con la strana e inquietante sensazione di essere osservata. Accelerai il passo quando mi ritrovai in una strada poco illuminata e isolata, i muri scrostati colmi di graffiti. Mi voltai, il cuore che mi batteva furiosamente contro il petto quando avvertii dei passi alle mie spalle. Deglutii. No, non c'era nessuno. Un lampione che emetteva una debole luce soffusa era tutto ciò che c'era come illuminazione. A parte due bidoni dell'immondizia sul lato destro del vicolo, non c'era altro.
Istintivamente strinsi il cellulare che tenevo in tasca, ma continuai a camminare ripetendo a me stessa che era soltanto una stupida sensazione. In quel vicolo non c'era nessuno e io ero molto stressata. Nient'altro.
Dopo un tempo che mi parve infinito, finalmente entrai nel negozio in cui ci eravamo date appuntamento. Solo allora mi resi conto di avere trattenuto il respiro. Inspirai a fondo, alleggerendo la presa sul mio cellulare infilato nella tasca del giubbotto che indossavo. Mi pulii le scarpe sul tappeto all'ingresso e salutai la ragazza dietro la cassa.
Le pareti del negozio erano celesti e regnava il silenzio. A parte per la voce che usciva dalla radio e per qualche mormorio sommesso. Seguendo le uniche voci nel negozio, individuai Savannah e Raegan di fronte a una serie di abiti meravigliosi e luccicanti, ordinati per gradazione di colori. Questo negozio rappresentava il paradiso per qualunque donna adorasse i vestiti da principessa. Lentamente il mio cuore rallentò i suoi battiti e il sollievo mi travolse nel vederle. Quando le sentii ridere, compresi che dovevano avere già fatto amicizia. Sorrisi e mi avvicinai mentre con una mano mi toglievo la sciarpa di lana.

"Sono arrivata." Canticchiai portandole a voltarsi subito nella mia direzione."Scusate il ritardo."

Decisi di non parlare della strana sensazione di essere seguita perché dovevo essermi immaginata tutto e Raegan probabilmente sarebbe andata fuori di testa se lo avesse saputo con tutto quello che aveva passato. Farla preoccupare inutilmente era l'ultima cosa che volevo.

The bad boy's loveWhere stories live. Discover now