•Capitolo 32•

34.1K 1.6K 592
                                    

Il giorno seguente, a scuola ero un fascio di nervi. Jeb, alla fine aveva fatto come aveva detto. La mattina seguente, quando mi ero svegliata, non ce n'era più traccia, proprio come se non fosse mai stato lì. E inizialmente avevo persino creduto di essermelo sognato. Ma no, era accaduto veramente. Soprattutto perché mi aveva lasciato un messaggio sul cellulare verso le cinque del mattino in cui mi diceva che aveva segnato nella mia rubrica il suo numero di cellulare. E chiaramente lui si era segnato il mio. Adesso, nei corridoi della scuola e alla luce del sole, cominciavo a provare forti sensi di colpa per la sera precedente. Sapevo di non avere fatto niente di male, io e Jeb eravamo soltanto amici e di questo ne avevo la certezza. Io amavo Andrew. Ma se Maya avesse dormito a casa sua, nel suo stesso letto, io come l'avrei presa? Molto male, era questa la verità. Mentre svoltavo l'angolo per entrare nell'aula di biologia, mi portai entrambe le mani sul viso e mi stropicciai gli occhi. Sbadigliai. Ero stanchissima. Talmente stanca che avevo pensato persino di saltare la scuola questa mattina, ma sapevo che Andrew si sarebbe preoccupato a morte, quindi gli avevo inviato un messaggio per dirgli che sarei entrata con un'ora di ritardo e che non c'era alcun bisogno che mi passasse a prendere. Dovevo assolutamente dirgli di Jeb. Dirgli tutto. Sapevo molto bene come prima o poi i nodi tornassero al pettine.

Tra i miei pensieri c'era anche Roy. Gli avevo inviato un messaggio la sera precedente, visto che nel pomeriggio se ne era andato. Ma non mi aveva mai risposto. Gli avevo telefonato, ma anche in questo caso non avevo più avuto sue notizie. Laurel era scomparsa di nuovo senza lasciare tracce. Non avevo nemmeno avuto il tempo di ringraziarla per avermi salvata insieme a Andrew. Non avevo più ricevuto minacce e non avevo più visto tizi inquietanti che mi fissavano. Forse si trattava di Charlie. Chi poteva saperlo? Non io di certo. Andrew era sottopressione quasi quanto me. Mi aveva riempita di messaggi, anche durante la notte. Ulteriore motivo per sentirmi tremendamente in colpa. Avevo come la netta sensazione che la mia vita mi stesse sfuggendo di mano. Sembrava che niente andasse per il verso giusto e che il mondo intero fosse contro di me. Stavo nascondendo segreti su segreti, mi sentivo in colpa per questo, ma non volevo che niente venisse fuori prima del dovuto.

Quando qualcuno mi toccò la spalla e sobbalzai, voltandomi di scatto e reagendo tirando un pugno a vuoto, compresi che stavo uscendo di testa. Ma l'istinto aveva vinto sulla ragione. Non importava che fossi in un luogo pubblico e innocuo. Non per il mio cervello ormai costantemente in allerta.

La persona di fronte a me reagì, difendendosi dal mio colpo con una mossa fulminea. In pochi istanti mi ritrovai a roteare su me stessa, la schiena premuta contro un petto muscoloso con il fiato corto, gli occhi sgranati e i capelli sparsi sul mio viso. Le mie braccia erano incrociate sul mio petto, tenute ferme da qualcuno.

"Avresti bisogno di qualche esercizio." La voce pacata di Jase alle mie spalle mi lasciò perplessa. Avevo completamente dimenticato come quel giorno avesse tenuto testa a Charlie. Un motivo in più per adorarlo.

"Come ci riesci?" Sbottai senza parole. Lui, intanto mi lasciò andare.

"Tutta questione di allenamento." I suoi occhi verdi mi sorridevano dall'alto. Ma scorsi una vena di preoccupazione."Non é bello che tu abbia reagito così."

Arrossii violentemente."Lo so, mi dispiace." Sospirai, sistemandomi i capelli."È solo che ultimamente sono.."

"Ma no, cos'hai capito." Jase stava scuotendo il capo, per niente contento."Parlo del fatto che sei costantemente in allerta, ansiosa e questo non è positivo. Hai paura, non è vero?"

Da come mi guardava, conosceva già la risposta. E questo era piuttosto inquietante. Insomma, come diavolo faceva a capirmi così bene ogni volta? Inghiottii il groppo che avevo in gola. Nelle ultime ore mi stavo sforzando di non pensare a Charlie e a quello che avrebbe potuto farmi se Laurel e Andrew non fossero intervenuti.

The bad boy's loveWhere stories live. Discover now