Il Fiore e l'Artiglio + Versi...

De CactusdiFuoco

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[STORIA COMPLETA] Mark McWoodland è un giovane contadino che per sbarcare il lunario aiuta l'impresario di po... Mai multe

Prologo: 1968
PARTE PRIMA
1. 1980 - Città
2. 1980 - Campagna
3. Parlando di cani
4. La maledizione dell'ultimogenito
5. Passi di topo
6. Il mangiacalzini
7. Per noia
8. "Vendrá a ver al hombre muerto"
9. Con i morti e con i tuoi pensieri
10. L'inizio della guerra
12. Te ne sei accorto, ragazzo?
13. Il rospo equivoco
14. Scambio epistolare (parte prima)
15. Scambio epistolare (parte seconda)
16. Summer Spring
17. Burubullone
18. La forza di una sanguisuga
PARTE SECONDA
19. Scambio epistolare (parte terza)
20. Una lettera mai spedita
21. Il ritorno
22. Che razza di sogni, bambina mia
23. Denti
24. Una piccola rivelazione
25. Istruzioni per contrabbandare droga
26. La scoperta del boss
27. Le aquile
28. Guardare in faccia i problemi
29. Al lavoro in fattoria!
30. Un pericoloso ospite inatteso
31. Mark contro tutti
32. Catturato
33. La tortura
34. Salvataggio
35. Un solo bacio
36. La telefonata
37. Giocare al gioco
38. La notte e l'Italia
39. Le parole dei poliziotti
40. Andrà tutto bene
41. Un accordo oscuro
PARTE TERZA
42. Golden killer
43. Odori
44. Scambio epistolare (parte terza)
45. Lingua ruvida
46. L'ultima lettera
47. Ultimi attimi prima della libertà
48. Belle sorprese
Epilogo
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11. Con la testa in mano al boss

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De CactusdiFuoco

Maverick, mostrando un leggero nervosismo nel modo in cui si mordicchiava il labbro inferiore, tirò fuori dalla tasca un portafoglio da cui spuntavano due sigarette un po' sgualcite, lo aprì e iniziò a frugare fra le carte di identità false con attenzione, per evitare di presentarsi con un terzo nome ancora diverso. Alla fine trovò il documento che cercava e lo porse al signor McWoodland, che non si spostò per venirgli incontro e lo costrinse ad avvicinarsi.

«Ecco, ecco, la mia carta di identità».

Brody prese il documento, lo estrasse dalla sua protezione di plastica trasparente e lo esaminò accuratamente. Non si trattava di un falso e l'uomo se ne accorse: sul suo volto si disegnò un sorriso leggerissimo che incurvò appena gli angoli delle labbra sottili.

Riconsegnò la carta d'identità al suo proprietario

«Non capirò mai gli scherzi di voi giovani» disse «Perché mai presentarsi con un altro nome?»

«Lovegood è il suo soprannome» intervenne Sara «Glielo hanno dato al college. È scherzoso, del tipo che... prendeva in giro la sua fede. In modo bonario. Sai zio, per quella cosa di "ama il prossimo tuo" e "sii buono"»

«Comprendo» il sorriso di Brody non si allargò di un solo millimetro «Hai trent'anni, giusto?»

«Si, ne ho trenta» confermò l'uomo

«E Sara ne ha diciotto»

«Si, ma noi ci amiamo».

Brody non sembrava particolarmente impressionato dal loro "amore", ma annuì e controllò l'ora sul suo orologio da polso

«Si pranza fra mezz'ora. Preparatevi e lavatevi le mani».

A tavola, nessuno dei fratelli McWoodland parve avere la minima intenzione di rivolgere la parola a Richard. Mark non pensava fosse consigliato discutere di un qualunque argomento con gli ospiti mentre suo padre lo supervisionava, altrimenti sarebbe stato sgridato o redarguito a ogni frase. Timothy e Oliver, invece, conoscevano di fama i legami fra Richard Maverick e la criminalità organizzata e, nel dubbio che fosse tutto vero, non si azzardavano a fiatare in sua presenza.

«Che pranzo silenzioso» Commentò Sara, cercando di rompere il ghiaccio, ma tutto quello che ottenne fu di sentire lo zio Brody darle ragione e ammettere che era meglio quando i suoi figli stavano zitti.

Dopo pranzo, Richard si fiondò fuori a fumare come se ne andasse della sua vita, lasciando i fratelli McWoodland dentro a lavare i piatti.

«Ma che diamine, è un convento» Commentò, quando vide Sara raggiungerlo «Si mangia in silenzio e non si guardano in faccia le persone? Ma io non lo so...» sputò una nuvola di fumo, poi aspirò con forza, riempiendosi i polmoni «Come hai fatto a non essere morta di noia, con questa gente?».

Sara rimase un istante in silenzio, a guardare i grigi fili di fumo uscire dalla narici di Richard, poi sospirò

«Sono morta di noia e ora stai parlando con il mio fantasma. Secondo te perché non ci volevo venire?»

«Hai ragione, piccola, ma come vedi è stata una precauzione necessaria. Se avessero visto anche te, ora starebbero dando la caccia alla tua famiglia»

«Non credo. Io ti avrei impedito di litigare con loro»

«Ah si? E come fai ad esserne così sicura?»

«Tu sei...» lei cercò la parola giusta, ascoltando l'eco delle lettere nella sua testa «... Focoso. Ecco. Troppo focoso, hai bisogno di qualcuno che... smorzi quel carattere. Avrai sicuramente litigato con quelli del Precio de Sangre perché ti avranno detto qualcosa di offensivo senza neanche volerlo e tu gli hai risposto. Una cosa tira l'altra e...»

«Ah sì» la faccia lui divenne completamente neutra «Ho litigato con loro? E per questo hanno ammazzato mio padre?»

«Non sto dicendo che è colpa tua. Sto dicendo che se fossi stata lì avrei potuto aiutarti»

«Però non hai insistito molto. Alla fine sei venuta qui»

«Avevo paura per mamma e papà. Mi hai detto che gli uomini di Ugalde sono animali che ammazzano la gente a caso e io non volevo che lo facessero ai miei. Puoi biasimarmi?»

«No» Richard gettò a terra la sigaretta che aveva consumato quasi completamente e la schiacciò con il tacco della scarpa prima di accendersene un'altra «Non posso»

«Infatti. Hai bisogno di qualcuno che stia sempre al tuo fianco e che ti aiuti»

«Infatti te l'ho chiesto»

«Com'era quella cosa sull'artiglio? Mi hai chiesto se voglio essere il tuo "artiglio"»

«Già» lui soffiò in alto un'altra boccata di fumo, poi sorrise leggermente «È una vecchia tradizione della nostra famiglia. Il capofamiglia sceglie un suo braccio destro fisso, che non può cambiare finché non muore, e che viene considerato a tutti gli effetti, da tutti gli uomini della nostra congrega, parte della famiglia. Il capo e il suo braccio destro viaggiano insieme e fanno affari insieme. Noi chiamiamo questa persona "l'artiglio", perché è come... come un'estensione del corpo del capo. Il suo artiglio, capisci?»

«Già».

A Sara la parola "artiglio" piaceva senza dubbio, quello che invece le dava fastidio era l'idea di dover essere l'estensione del corpo di qualcuno. Il valore della sua indipendenza, della sua libertà, era immenso per lei e non c'era nulla di abbastanza prezioso con cui scambiarla, neppure l'amore. Neppure tutte le macchine sportive del mondo.

«Facciamo che sei tu l'artiglio e io il capo?» Propose, seria, ma Richard la scambiò per una delle sue battute e rise prima di darle un bacio sulla fronte.

Lei lo allontanò con una spinta e girò sui tacchi per tornare dentro, quando vide uscire da casa l'inconfondibile, imponente figura di Mark vestito con una lacera felpa blu e pantaloni da mandriano.

«Guarda chi c'è» Sussurrò Richard, diabolico «Voglio parlare con il ragazzo dei morti...».

Il giovane McWoodland stava tranquillamente camminando verso le stalle, ma non appena notò Sara e il suo compagno parve ripensarci, iniziando a indietreggiare.

«Hey!» Gli urlò Richard «Hey! Ragazzo! Fermo, dove vai?».

Mark si bloccò con una mano premuta sulla porta di casa, come una lepre vicina alla sua tana e pronta a rituffarsi dentro. Ci aveva pensato bene e adesso sapeva di non voler niente a che fare con quell'uomo: persino le formiche lo rifuggivano, anche se forse era solo per l'odore di tabacco e nicotina che spandeva come un profumatore per ambienti guasto.

Richard buttò a terra il mozzicone della seconda sigaretta, lo schiacciò con il tacco e se ne accese una terza. Mark guardò il rimasuglio leggermente fumante fra l'erba del prato e un improvviso odio lo pervase.

Richard Maverick era con tutta probabilità un criminale, visto il modo in cui era morto suo padre, e passi questo. Gli aveva dato del maleducato a sproposito, mentre lui era stato un irreprensibile gentiluomo, e passi anche questo. Lo aveva trattato come se fosse un ragazzino, e andava bene così. Ma i mozziconi di sigaretta gettati con tanta noncuranza sul suo prato, no, questi no: erano la goccia che aveva fatto traboccare il vaso della tolleranza di Mark.

«Cosa vuoi?» Domandò il giovane McWoodland, mantenendo un controllo tale da rendere impossibile a chiunque di scorgere l'odio dietro quella voce

«Hai dei bei capelli, lo sai? È un peccato che li porti così»

«Non ho intenzione di tagliarli»

«Non è quello che ho detto» Richard si avvicinò e lo afferrò per un polso «Ti voglio insegnare una cosa»

«Cosa?»

«Siediti».

Mark si spostò di un passo fino alla vecchia sedia a dondolo di suo padre, che era lì sotto il piccolo portico da così tanto tempo da aver iniziato a muffire, e si lasciò cadere su di essa. Il legno scricchiolò pericolosamente. Le formiche fuggirono.

«Vuoi baciarlo?» Domandò Sara, avvicinandosi «In effetti è alto, è giusto che lo fai sedere»

«No. Voglio intrecciargli i capelli».

Mark immediatamente provò ad alzarsi e scappare via, ma Richard gli premette una mano su petto e lo spinse delicatamente.

«Ti prometto, ragazzo, che non ti farò soffrire. Per ora»

«Ma perché?» si lamentò Mark, flebilmente «Non è necessario che ti scomodi...»

«Nessun disturbo. Non mi piacciono i capelli che non sono valorizzati, tutto qui».

Mark gli lanciò un'occhiata. Maverick aveva un taglio che lui non aveva mai visto su un adulto, con capelli ordinatamente pettinati all'indietro, più corti ai lati senza essere rasati, e brillanti come se fossero cosparsi di lucido per scarpe. Mark indovinò che quell'acconciatura sembrasse soltanto semplice, ma che bastava qualche disparità di lunghezza, qualche giorno senza cura, perché il risultato fosse molto diverso. Inoltre, anche se suo padre era morto da poco, Richard non portava la barba sfatta in segno di lutto, sfoggiando invece la più perfetta, soffice rasatura immaginabile, unita ad una pelle abbronzata e ben idratata. Quell'uomo passava probabilmente ore davanti a uno specchio.

Richard tirò fuori un pettinino dall'interno della giacca.

«Richie è un fissato» Rivelò Sara, aggirando la sedia a dondolo per dare una pacca sul braccio di Mark «Se mi tagliassi i capelli troppo corti, o mi tingessi solo una ciocca o facessi un'altra cosa punk del genere, probabilmente mi mollerebbe seduta stante»

«Almeno sai come lasciarlo, se ti secca» brontolò Mark, mentre Richard rideva

«Sono troppo sexy perché lei voglia lasciarmi» intervenne il gangster «E poi ho i soldi. Sesso e soldi sono tutto ciò che una ragazza possa desiderare, non credi?».

Mark immaginò vividamente due cose: la prima fu che non avrebbe mai trovato una ragazza, invecchiando solo e misero in mezzo a cadaveri e sventure, e la seconda fu di tirare un pugno così forte in faccia al signor Maverick da lasciarlo svenuto per terra. Si vergognò di entrambi i pensieri e arrossì.

Richard iniziò a intrecciargli i capelli, spiegandogli passo passo cosa stava facendo, improvvisamente molto professionale. Gli disse che stava realizzando una treccia a spiga, non la più semplice delle trecce, ma anche la sua preferita.

«Non è vero» Intervenne Sara «Ti piace quella cosa che fai la treccia in cima alla testa e poi la treccia olandese che poi cambia e diventa a tre ciocche»

«Intendi la treccia a scheletro?» domandò noncurante Richard, mentre Mark si chiedeva che diavolo stesse facendo alla sua testa quel criminale e perché mai dovesse strattonarlo così

«Quella lì. E poi ti piace anche quella a coroncina»

«Quelle mi piacciono sulle donne. Questo qui è un uomo, certe cose non gliele posso fare»

«Credevo che gli uomini ti piacessero con i capelli così corti che si vede la pelle»

«Solo perché non se li sanno lavare e li riempiono di doppie punte. È disgustoso, nessuno può rispettarti se porti in testa un nido di uccello».

Quando ebbe finito, Richard si infilò di nuovo il pettine dentro la giacca e ammirò il suo lavoro.

«Ecco, ora gli mancano solo un paio di occhiali da sole e un completo gessato per diventare una guardia del corpo come si deve».

Mark si alzò in piedi. Gli faceva male la testa e la voglia di mettere al tappeto quell'uomo diventava sempre più violenta.

«Posso andarmene, adesso?» Domandò

«E non si ringrazia, ragazzo?» replicò Richard, mettendosi una mano su un fianco «E poi non ti sei neanche visto allo specchio. Che mi dici?»

«Ho visto nudo tuo padre, oggi».

Sara dovette stringere i denti e serrare le labbra per non ridere, lasciandosi sfuggire comunque un piccolo grugnito. Mark scappò via prima che Richard potesse decidere cosa rispondergli o in che modo punire la sua sfrontatezza, lasciandolo irrigidito dalla sorpresa e dallo sgomento.

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