Born to be yours

By _shawnmendess__

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Cris è una ragazza a cui non piace dare a vedere tutto quello che prova: preferisce nascondersi dietro un fas... More

Capitolo 1
Capitolo 2
Capitolo 3
Capitolo 4
Capitolo 5
Capitolo 6
Capitolo 7
Capitolo 8
Capitolo 9
Capitolo 10
Capitolo 11
Capitolo 12
Capitolo 13
Capitolo 14
Capitolo 15
Capitolo 16
Capitolo 17
Capitolo 18
Capitolo 19
Capitolo 20
Capitolo 21
Capitolo 22
Capitolo 23
Capitolo 24
Capitolo 25
Capitolo 26
Capitolo 27
Capitolo 28
Capitolo 29
Capitolo 30 - Andrew
Capitolo 31
Capitolo 32
Capitolo 33
Capitolo 34
Capitolo 35
Capitolo 37
Capitolo 38
Capitolo 39
Capitolo 40
Capitolo 41
Capitolo 42
Capitolo 43
Capitolo 44
Capitolo 45
Capitolo 46
Capitolo 47
Capitolo 48
Capitolo 49
Informazione importante
Capitolo 50
Capitolo 51
Epilogo
Curiosità
Sono tornata!!

Capitolo 36

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By _shawnmendess__

Passeggiavo nella mia stanza, guardandomi intorno quasi accigliata. Non la sentivo più tanto mia, forse perché ormai consideravo la mia vera stanza quella che avevo al college. Le pareti, cosparse da diverse fotografie e polaroid, raccontavano storie che a me sembravano così distanti da quello che ero ora.

Nostra madre sarebbe tornata il giorno seguente, così pensai che forse un ritocco alla stanza era proprio quello che serviva. Avrei messo tutto apposto e si, avrei pitturato di nuovo le pareti, con un colore che magari ora sentivo più mio. Quel lilla sembrava non appartenermi più.

Così, dopo essermi diretta in centro ed aver comprato un nuovo barattolo di vernice, indossai una vecchia salopette e mi preparai al mio duro lavoro. Iniziai con lo svuotare tutti i cassetti della scrivania per ripulirli dalle cose ormai futili, tipo appunti di scuola o vecchi quaderni.

Qualcosa, però, in fondo al cassetto, attirò la mia attenzione. Ricordavo alla perfezione cosa fosse, però mi ricordai di averlo solo quando lo afferrai tra le mani. Era un vecchio diario, lo avevo comprato quando avevo quindici anni e per tre anni circa era stata la mia unica salvezza. Scrivevo e disegnavo qualsiasi cosa mi passasse per la testa.

"Cosa fai?" Qualcuno chiese alle mie spalle, facendomi sobbalzare. Mi voltai sopraffatta dai miei pensieri, lasciandomi andare in un sorriso quando riconobbi la scura chioma di Andrew.

"Metto a posto." Chiarii, facendo un passo verso di lui. Andrew incastrò le dita nei passanti della mia salopette e si chinò leggermente per lasciarmi un bacio sulle labbra. "Non mi piace più questa stanza."

"Ci passerai meno di tre mesi." Disse invece lui, al che io scrollai le spalle.

"Ho intenzione di verniciare." Mi voltai di spalle, poggiando la schiena sul suo petto e permettendogli di avvolgermi la vita con le sue grosse braccia. Strinsi istintivamente di più il diario che avevo tra le mani, stringendolo al petto, mentre Andrew sembrò notarlo solo allora.

"Cos'hai lì?" Mi chiese, io lanciai una rapida occhiata al diario e non riuscii a fare a meno di sorridere.

"Un vecchio diario. Avevo dimenticato di averlo."

Andrew mi accarezzò un fianco e poggiò il mento sulla mia testa. Senza pensare a cosa avessi potuto davvero aver scritto, lo aprii ed iniziai a sfogliarlo. Le pagine erano macchiate di tempere, pastelli, colori vari. Ogni tanto compariva qualche scritta, forse qualche mio pensiero o citazione; ma a padroneggiare quelle pagine erano di sicuro i disegni. Nella mia tenera età adoravo dipingere, qualsiasi cosa mi passasse per la testa la immortalavo su quei fogli ormai ingialliti dal tempo.

"Cavolo. Sei davvero brava, Cris." Andrew mormorò sulla mia testa. Sorrisi ed istintivamente mi strinsi di più a lui.

"Avevo dimenticato anche questo." Sospirai, poggiando la testa nell'incavo del suo collo. "Con tutto quello che mi è successo, ho completamente smesso di disegnare."

La presa di Andrew si saldò sui miei fianchi, prima che mi voltasse verso di lui e mi accarezzasse il viso. "Potresti ricominciare ora."

Scrollai le spalle, sbuffando una risata. "Ricordo a malapena come si fa."

"Eri così brava che dubito tu non sappia più farlo." Poi si guardò intorno, e sorrise genuinamente. "Guarda quanta tela hai a disposizione."

Lanciai uno sguardo alle pareti, e non riuscii a fare a meno di sorridere. "Forse hai ragione." Mi sollevai sulle punte e gli lasciai un bacio sulle labbra, che lo fece sorridere.

"Sono proprio curioso di vedere quel che farai."

"Innanzitutto dovresti aiutarmi." Gli dissi, guadagnandomi una sua occhiata torva.

"Non so neanche come si tiene un pennello." La sua risposta mi fece ridacchiare, e mi allontanai da lui per dirigermi al centro della stanza.

"Intendevo che dovresti aiutarmi a spostare i mobili." Chiarii. Andrew si lasciò andare ad un mezzo sorriso, prima di venire in mio soccorso. Raggruppammo tutti i mobili al centro della stanza e poi li coprimmo con un telo trasparente per evitare che si sporcassero. Alla fine dell'opera, vidi Andrew stiracchiarsi teatralmente la schiena, quasi dolorante. "Non ho più l'età." Sbuffò, ed io gli lanciai contro un cuscino.

"Farò solo questa parete." Pensai ad alta voce, indicando la parete opposta alla finestra, ossia quella dove poggiava la testiera del letto. "Le altre andranno bene a tinta unita."

"Vuoi che ti aiuti?" Andrew chiese. "Ovviamente con le altre tre pareti." La sua risposta mi fece ridacchiare, ma afferrai il barattolo di vernice e glielo porsi. "È tutta tua."

Dal suo viso capii che preferiva che rifiutassi il suo aiuto, ma la realtà era che da sola non ce l'avrei mai fatta in una giornata. Così lasciai a lui il compito più facile, mentre io iniziai a pensare a cosa poter disegnare su quella parete immensa.

Poi, quasi colta da un'improvvisa ispirazione, mi sembrò quasi che il pennello iniziasse a percorrere da solo la superficie della parete, come se io lo stessi solo aiutando a tenersi su. Le tempere iniziarono a macchiare il verde acqua, quasi marino, che avevo scelto per le pareti, ed io lasciai semplicemente che tutta la mia ispirazione affluisse nella mia mano, permettendo al fresco e pungente odore delle tempere di rinfrescare la mia memoria. E persi il controllo, mi dimenticai completamente di Andrew presente nella stanza con me.

Quando finii la parete, mi resi conto di quanto davvero mi fosse mancato dipingere. Osservai i fiori, che avevo fatto partire dal basso, arrampicarsi lungo tutta la parete e colorarla, renderla piena di gioia. Una gioia che per troppo tempo non avevo avuto e che mi era mancata terribilmente tanto. Quasi sentii gli occhi pizzicarmi a causa delle lacrime.

Sentii le mani di Andrew poggiarsi sui miei fianchi, percepii le sue labbra lasciarmi un bacio nei capelli annodati sulla testa. "È magnifico." Disse solo, perdendo lo sguardo sulla mia opera. E i suoi occhi sembravano davvero sorpresi, stupefatti da quello che avevo fatto. E un po' il mio ego sembrò ingigantirsi.

Mi voltai verso di lui e mi sollevai sulle punte, avvolgendo le braccia attorno il suo collo. "Sono stata brava quindi?"

"Brava?" Chiese lui, storcendo le labbra. "È fenomenale." Lanciò ancora una volta una lunga occhiata alla parete. "Manca solo qualcosa." Disse poi.

Lo vidi spingermi dolcemente via, mentre si allontanò e prese il rullo con cui si apprestava a dipingere l'ultima parete rimasta. Prima che me ne potessi rendere conto, me lo passò lungo tutto il viso, facendomi rimanere di stucco. Spalancai le palpebre quando lo percepii allontanarsi, e lo fulminai con lo sguardo.

"Solo perché ora sei il mio ragazzo non vuol dire che non possa farti sentire una feccia, Evans." Ringhiai, e poi mi lanciai contro di lui. Saltai sulle sue spalle, per fortuna lui mi afferrò per le cosce giusto in tempo. Strofinai il mio volto tra i suoi capelli, macchiandoli della vernice verde acqua, lui mi maledì immediatamente. «Ops, i capelli erano il suo punto debole»

Scoppiai a ridere quando vidi la sua faccia, lui iniziò ad inveire contro di me e le mie risate crebbero. Fin quando non afferrai il suo mento con due dita e lo spinsi a voltarsi verso di me. Ero a un soffio dalle sue labbra, quando non riuscii a trattenere un sorrisetto. "Hai mai pensato di farti le mesh verdi?" Scoppiai a ridere, lui mi guardò di nuovo serrando le labbra. "Che c'è? Ti donano." A quel punto un sorriso non riuscì a trattenerlo neanche lui. E fu allora che sentimmo il suono di un paio di flash. Andrew voltò entrambi verso la porta, io ancora comodamente appollaiato sulle sue spalle.

Carter si rivelò essere il colpevole, con il telefono tra le mani e Cher al suo fianco, con una mano a coprirsi le labbra per trattenere il sorriso.

"Ti improvvisi fotografo, d'un tratto?" Chiesi a mio fratello, scendendo dalla schiena di Andrew.

"Colpa mia." Cher disse, sollevando la mano. "Eravate troppo carini, ed io ho la batteria del telefono a terra. Dovevo farlo."

Carter mi porse il suo telefono, ed io lo afferrai velocemente. La foto che ci aveva scattato era così bella che per un momento ebbi un tuffo al cuore. Era così spontanea che, ancora una volta, erano i nostri sguardi a parlare. E ancora una volta non c'era bisogno di riempire quel silenzio con nessun ti amo, perché era palese quanto amassi quel biondino. Ed era palese anche il contrario.

"Prossimamente sul profilo Instagram di Cristina Green." Carter urlò, fiero, riprendendosi il telefono tra le sue mani. Sentii il tintinnio del mio quindi dedussi me l'avesse inoltrata. "Hashtag spontanei, hashtag scatti rubati, hashtag amore della mia vita ti prego non lasciaaaarmi." Continuò ad urlare, lungo tutto il corridoio della casa, mentre Cher lo guardò quasi allibita.

"Forse ha iniziato a farsi." Disse lei, inclinando il capo di lato. "È l'unica spiegazione logica."

Scossi la testa ridendo, e mentre la nostra amica raggiunse il suo ragazzo, io mi voltai verso il mio, afferrandogli la mano. "Forse hai bisogno di una doccia."

"Mi aiuti?" Chiese allora lui, con sguardo angelico, ma intenzioni chiaramente tutt'altro che pure.

"Hai imparato a farlo a cinque anni, sei un esperto ora. Puoi farlo da solo." Gli dissi, spingendolo verso la porta della mia stanza ed invitandolo ad andarsene.

"E così dopo che ti ho verniciato praticamente tutta la stanza, mi cacci senza neanche un premio?" Tirò fuori il classico labbruccio che metteva su quando cercava di convincermi a fare qualcosa. Ma stavolta non attaccava, ero stravolta e dovevo mettere tutto in ordine, dopo che la vernice si sarebbe asciugata.

"Magari domani." Gli dissi solo, con un sorrisetto furbo. Andrew a quel punto mi afferrò da sotto le natiche e mi spinse di nuovo sul suo bacino, tenendomi stretta a lui con le braccia sigillate dietro la mia schiena.

"Così mi farai impazzire." Mormorò, mordicchiandomi il labbro inferiore. Sorrisi, passando le mie mani tra i suoi capelli del tutto arruffati. Avrei potuto iniziare a farlo come anti-stress.

"Dicono che l'attesa del piacere è essa stessa il piacere." Quasi scoppiai a ridere per la mia stessa citazione, mentre Andrew mi riservò in risposta una sonora pernacchia. Serrai le labbra tra loro, ma un sorriso proprio non riuscii a trattenerlo, mentre lui iniziò a baciarmi ripetutamente le labbra.

"Sei brava a dipingere, ma a parlare con le citazioni fai abbastanza schifo." Disse, al che io lo colpii al petto indignata.

"Bene, allora. Puoi anche uscire da questa casa." Borbottai, con finta offesa. Andrew mi strinse di più i fianchi e poggiò con prepotenza le sue labbra sulle mie. Non riuscii a resistere e ricambiai il suo bacio con foga, così tanta che improvvisamente mi dimenticai del perché volevo che se ne andasse. Poi mi ricordai di dover lavarmi e mettere a posto tutto, e premetti le mie piccole mani sul suo petto per allontanarlo.

"Vai, ora." Scesi dal suo bacino, lui mi lasciò a malincuore, con l'aggiunta di un sonoro sbuffo.

"Guastafeste." Sorrisi e gli diedi un bacio a stampo, spingendolo sempre di più verso la porta, fino al piano di sotto. Sull'uscio di casa, mi diede un altro bacio prima di allontanarsi definitivamente.

"Ci vediamo dopo, no?" Mi chiese ed io annuii, con un sorriso. Quando mi chiusi la porta alle spalle, dovetti abbandonarmi contro di essa per permettere al mio cuore di calmarsi e decelerare. Potevo aver dato milioni e milioni di baci ad Andrew, ma l'effetto era sempre lo stesso. E mi sentivo così piena di gioia, che quasi non riuscivo a credere che quella fosse davvero la mia vita, ora.

Tuttavia, in un meandro della mia mente, c'era una piccola sensazione che mi spingeva a credere di dovermi godere questi momenti, perché non sarebbero durati a lungo. E per quanto sperai fosse solo una sensazione, non riuscii a fare a meno di non pensarci.

4,23K, sto piangendo🥺 crescete ogni giorno sempre di più, non riesco ancora a capacitarmene! Non mi era mai successo prima 😭 ho sempre raggiunto questo numero solo a libro completo, mai durante la stesura! Vi giuro, sono felicissima! E per questo, aggiornamento speciale!🥰🥰

Che dite, credete che il presentimento di Cris sia solo una sensazione oppure accadrà davvero qualcosa? Nel caso della seconda, cosa vi aspettate?😜 fatemelo sapere!

Un bacio, siete la mia vitaa🤍🤍🤍

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