THE WEM

By Moon0354

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Iris sognava una vita normale, eppure dopo un tragico evento, si ritrova catapultata in un mondo del tutto di... More

Premessa
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By Moon0354

TAEHYUNG

Cazzo, Cazzo, Cazzo.

Mi guardavo attorno preso dal nervosismo.

Lara era sparita, persa in questo club con solo dio sa chi.

Quando l'avrei trovata, gli avrei spaccato tutti i denti che si ritrovava.

<T rallena!> sentii Evan gridare alle mie spalle.

Respirai profondamente dal naso, per evitare di girarmi e spaccare il suo di naso.

Avevo sentito quello che le due bamboline si erano dette in aereo.

E non sapevo se spaccare la faccia a quel meccanico di merda per aver baciato mia sorella, oppure con Evan per la quale aveva una cotta.

Puntai più al primo, in quanto il secondo, non mi dava a vedere di essere intessato in qualche modo a mia sorella, ma era meglio non abbassare a guardia.

La pista da ballo era completamente vuota, non c'era traccia, in nessun angolino, di mia sorella, e a quando detto dai miei uomini, nessun tipo della Wem aveva lasciato il club.

L'unica soluzione, anche quella che mi faceva salire il sangue al cervello, era che lei fosse in qalche stanza privata del club stesso.

Spero da sola, sia per lei, sia per l'incolumità di un suo possibbile accompagnatore.

Salii i gradini a tre a tre, mentre tentavo di raggiungere il più velocemente possibile il piano delle camere private.

Una volta arrivato mi fermai all'inizio del corridoio, lasciando che i due ragazzi dietro di me mi raggiungessero.

<Dividiamoci, Evan va al piano di sopra, se la trovi chiamami immediatamente> dissi al ragazzo che non perse tempo e corse l'altra rampa di scale.

Voltai il capo di lato, giusto per captare la sagoma di Axel alle mie spalle, pronto al combattimento.

Questo ragazzo era una macchina da guerra.

<Io vado a destra, tu a sinistra> ordinai, e senza attendere oltre, mi precipitai ad aprire tutte le porte di quelle fottute stanze.

Una , due, dieci, dodici, erano quasi finite, e la mia ansia aumentava a dismisura trovandole completamente vuote.

<Cazzo!> imprecai dando un calcio all'ennesima stanza vuota.

Mi voltai verso Axel, nella speranza che l'avesse trovata, ma scosse la testa, con un espressione turbata.

Mi passai una mano tra i capelli, tentando di connettere il fottuto cervello.

<Andiamo da Evan> dissi semplicemente, facendo segno al ragazzo di seguirmi.

Salii l'ennessima rampa di scale, e arrivai all'altro corridoio, scorgendo la figura di Evan, infondo ad esso.

<Evan!> gridai, correndogli incontro.

Il ragazzo si voltò, laciando la prta aperta, per farmi vedere le lenzuola intatte.

<Non è qui> disse.

Mi appoggiai al muro prendemdomi la testa fra le mani.

Ma dove diamine si era cacciata.

E se l'avessero rapita?

Scacciai quel pensiero, non volendo imaginare cosa si sarebbe scatenato che mai fosse davero questa l'opzione.

Alzai di scatto la testa, quando sentii un rumore provenir da una porta lì accanto.

<Avete sentito?> domandò Evan.

Axel annuii, ed io lo seguii.

Rimanemmo in silenzio, per tentare di risentire di nuovo quella specie di lamento.

E così fu.

Spianammo le pistole verso la porta chiusa.

Axel, il più vicino, si piazzò davanti, mentre io ed Evan rimenevamo dietro di lui.

Alzò tre dita, per poi abbassarne uno, e poi un altro, dando un calcio alla maniglia della porta, che si ruppe subito.

Axel aveva molta froza, ma anche la manutenzione poteva essere una buona idea per questo club.

Entrammo di corsa, mentre si udiva un grido femminile, un grido che conoscevo bene.

La figura di Lara era rannicchiata nell'angolino del bagno, sotto il lavandino, con le mani completamente insanguinate strette al petto.

Abbassammo le pistole, e osservai gli occhi pieni di lacrime di Lara che mi osservavano impauriti.

<T> sussurrò, ed io mi mossi subito.

Corsi verso di lei, ignorando il corpo morto a terra.

La sollevai e la strinsi tra le mie braccia, mentre lei si accasciava addosso a me, piangendo initerrottamente.

Le accarezzai la testa, tentando di calmarla.

<Va tutto bene, ti ho trovata, sei al sicuro> sussurrai, ma forse queste parole, servivano più a me che a lei.

<Non l'ho fatto...apposta...lui..lui> ansimò tra i singhiozzi, allontanandosi d me, quanto bastava, per vedere un profondo taglio sul suo braccio.

<Cazzo!> imprecai, osservando il sangue che ne sgorgava.

Mi allontanai da lei, per prendere della carta igienica dal bagno, e avvolgere gliela sul braccio, per tentare di frenare la fuoriuscita di sangue.

Trenenni le lacrime quanto sentii un verso di dolore provenire dalle sue labbra.

La strinsi di nuovo tra le mie braccia, guidando la sua testa verso il mio petto, nascondendole la vista di quel corpo immerso in una pozza di sangue.

Per fotuna avevamo lasciato Leo, di là con le ragazze, altrimenti avremmo avuto un grande porblema.

Ormai sapevamo tutti che era facilmente impressionabile all vista del sangue, per questo gli affidavamo la maggior parte delle volte, la parte tecnica dell'ufficio.

Osservai come Axel si abbassò al livello dell'uomo, per identificarlo.

Sgranò gli occhi, e ci guardò preoccupato.

<É Robert> annunciò.

Chiusi gli occhi, imprecando nella mia mente, mentre Evan lo faceva ad alta voce.

Strinsi Lara ancora più forte, sentendo i suoi continui 'scusa'.

Avevamo una missione ben precisa qui a las vegas.

Catturare Robert, e portarlo con noi per captare informazioni riguardo tutta la storia di Iris, certo l'avremmo anche ucciso dopo, se fosse stato necessario.

Ma non prima.

Era molto probabile che fosse stata Lara a farlo, ma ora era meglio non chidere nulla, doveva prima calmarsi.

<Portala fuori, ci pensiamo noi qui> disse Axel facendo segno con la testa verso la porta.

Annuii, e iniziai a trascinare Lara fuori con me, tentando in tutti i modi di non farle calpestare l'uomo, oppure farglielo vedere.

Il cuore mi si spezzava a ogni singhiozzo che la faceva sobbalzare fra le me braccia.

<Andate in Hotel, e chiedete subito del medico Chen, e digli di visitarla, insieme ad Iris>disse Axel, mentre raggirava il corpo dell'uomo.

Annuii ancora una volta, e uscii da quel fottuto bagno.

Notando la grande difficoltà di Lara nel camminare, la presi tra le mie braccia, e corsi di nuovo verso la pista da ballo.

<Mi dispiace tanto> sussurrò ormai sfinita.

<Shh, non è successo niente> la rassciurai, stringendola ancora di più a me.

Ecco perchè ero sempre contrario a farla partecipare in queste cose.

Lara era fragile, un piccolo fiore che doveva essere annaffiato ogni giorno, ed io avevo tentato i tutti modi di tenerlo sotto la ma campana di vetro, ma erano riuscito comunque a calpestarlo.

Ma non avri permesso che si abbattesse così.

<Oddio Lara!> sentii la voce di Leo che gridava, appena ci vide rientrare.

Gettai un occhio a Diamante, che corse verso di me preoccupata.

Si levò la giacca e la avvolse attorno al copro scoperto di Lara.

La ringraziai con lo sguardo, e lei mi sorrise flebilmente,prima di tornare al divanetto, dove iris, era mezza svenuta.

Presi un respiro profondo, mentre tentavo di non dare di matto.

Queste due erano una più stupida dell'altra.

<Andiamo, non dobbiamo perdere altro tempo> dissi, avviandomi verso l'uscita, seguito da Leo, che sosteneva quel mezzo corpo senza sensi di Iris.

<Evan, ed Axel?> chiese Leo, mentre facevo segno agli uomini di aprire la portiera dell'auto.

<Ci raggiungeranno> replicai in tutta fretta, sdraiando Lara sui sedili,e poi prendendo posto accanto a Lei.

Leo fece la stessa cosa con Iris nei sedili posteriori, prima di prendere posto accanto a lei.

Diamante invece prese posto davanti a me, mentre io tenevo la testa di Lara sulle mie gambe.

Partimmo a tutta forza.

Non tolsi nemmeno per un secondo lo sguardo su Lara, e ogni volta che tentava di chiudere gli occhi, la scuotevo.

Lei mi strigeva le mani, piangendo e chiedendo scusa per non so che cosa, ed io la rassicuravo, controllando che la ferita non peggiorasse.

Spostai la giacca per controllare quest'ultima, e feci una smorfia quando vidi la carta completamente imbevuta di sangue.

<Fazzoletti, presto!> dissi a Diamante, che si mobilitò per trovare nella sua borsa i suddetti fazzoletti.

Me ne porse quattro o cinque, e li premetti subito sulla ferita di Lara, facendola sussultare.

<Fa male> susssurrò a denti stretti.

La baciai sulla fronte, trattenendo in tutti i modi le lacrime.

La vidi di nuovo chiudere gli occhi, e feci pressione sulla ferita, facendola riprenere mugolando al dolore.

<Quanto cazzo manca?!> gridai contro l'autista.

<Pochi minuti> rispose terrorizzato.

<Come va la dietro?> sentii Diamante domandare.

<Tutto bene, è solo in hangover> rispose Leo.

La macchina si fermò, e Diamante si precipitò al di fuori.

Sollevai Lara di nuovo tra le mie braccia, facendo il più piano possibile, e corsi verso l'entrata dell'Hotel.

I clienti mi guardarono intimoriti, ma io me ne fregai altamente, mentre correvo verso la reception.

Il dipendente mi riconobbe, e mi diede immediatamente le chiavi della camera.

<Chiama il dottor Chen, subito!> ordinai, mentre l'uomo correva a gambe levate.

Presi l'ascensore, scansando chiunque mi si parasse davanti.

Schiacciai, cercando di non far cadere Lara, il numero del piano, osservando Diamante e Leo dall'altra parte, verso l'altro ascensore.

Mi mossi nervosamente, pregando che quell'ascensore arrivasse il prima possibile, gettando di tanto in tanto un occhio a Lara.

Aveva la faccia contorta dal dolore, mormorando parole che non riuscivo a capire.

Il 'ding' dell'ascensore mi avvisò di essere arrivato a destinazione, e mi avvicinai a passo svelto alla porta della stanza, scansionai la carta e vi entrai, lasciando la porta aperta agli altri due.

Poggiai Lara sul letto, per poi toglierle la giacca, e tutto quell'ammasso di fazzoletti sul braccio.

Mi diressi in bagno, e afferrai dal mobile delle garze, facendo cadere tutto.

Ero troppo nervoso, e teso.

Ritornai in stanza, dove il medico era appena entraro, dirigendosi a passo svelto vero mia sorella.

<Chen!> gridai.

Il dottore mi vide, e si mise subito all'opera per curare mia sorella.

<Non è molto profondo, ma se non lo curiamo, potrebbe infettarsi> disse, mentre prendeva l'occorente dalla sua borsa.

Nel frattempo Leo, e Diamante entrarono in stanza, adagiando Iris, sul divanetto là vicino.

Il dottore la vide e mi rivolse uno sguardo sconcertato.

<Cosa avete combinato?> domandò, per poi tornare al braccio di mia sorella.

Rimasi fermo accanto a quel letto, osservando ogni minima azione che il dottore faceva su mia sorella.

Quest'ultima aveva perso i sensi, e ciò non faceva che aumentare la mia preoccupazione.

Qualche minuto dopo, anche Evan ed Axel irruppero della stanza.

Il primo corse verso sua sorella, e l'abbracciò per un istante, prima di gettarmi uno sguardo, che però non ricambiai, per non perdere la conentrazione su Lara.

<Axel> chiamò il medico senza voltarsi.

Il ragazzo rispose.

<Ti occupi tu dell'altra?> domandò il medico, riferendosi ad Iris.

<Si, questa ha solo bisogno di vomitare> disse, mentre prendeva in braccio la ragazza, che si dimenava molto debolmente, mormorando frasi sconnesse.

Il medico stava fasciando il i braccio di Lara con delle garze sterelizzate, o così le chiamava Axel.

Una volta concluso si rialzò, e iniziò a mettere tutto a posto.

Il suo silenzio cominciava a darmi sui nervi, così tentai di toglierli le parole di bocca.

<Allora?> domandai cercando di essere il più gentile possibile.

Il medico mi gettò uno sguardo, continuando a raccattare la sua roba.

<Cambiatele la garza, tre volte al giorno, per almeno due giorni, se sente dolore, basterà un semplice antidolorifico> spiegò.

Gettai uno sguardo a mia sorella cpmpletamente inerme e sanguinanate su quel letto.

Mi sentii il cuore in gola a tale scena.

<Perchè non si sveglia?> domandai mentre venivo affiancato dagli altri tre rimasti in sala.

<Sarà svenuta per lo shock, si sveglierà in poche ore. Se avverte giramenti di testa o nausee potete contattarmi> concluse, sistemandosi la giacca.

Sarà svenuta?

Io questo lo ammazzo.

Mi avventai su di lui, ma prima che potessi inferirgli alcun tipo di dolore, due mani mi afferrarono per le braccia, impedendomelo.

<Grazie dottore, per il resto può parlare con Axel> disse Evan, facendogli un inchino.

Il medico mi gettò uno sguardo di sufficienza, ed io ricambiaibcon uno furioso.

Mi dimenai, volendo fare quattro semplici chiacchiere con quel medico del cazzo.

<Certamene, io sono sotto il suo servizio> rispose con fare saccente.

<Ma come cazzo parli?> domandai visibilmente stranito dal modo in cui si atteggiava.

Mi sentii strattonare all'indietro ancora una volta.

<Arrivederci> lo salutò Evan sorridendo.

Anche gli altri rimanendi fecero un leggero inchino.

Tranne io, ovviamente.

Il medico annuì per successivamente dileguarsi e chiudere la porta alle sue spalle.

Una volta soli, mi divincolai malamente dalle mani di i Evan che mi tenevno stretto come un cane pronto ad abbaiare.

Mi avvicinai a Lara, accarezzandole la testa, osservando il suo viso corrucciato in una smorfia di sofferenza.

D'improvviso, Axel ritornò dal bagno, tenendo fra le sue braccia il corpicino di Iris, ormai bella che andata.

La poggiò con delicatezza sul divano, molto diverso dal suo modo di fare.

Si leggeva lontano un miglio che provava qualcosa per quella ragazza, ed oggi ne avevo avuto la prova.

Una volta entrati nel club, c'eravamo accomodati sui divanetti, ed io avevo captato subito il suo sguardo, fisso come un lupo affamato sulla sua preda.

Nel suo caso Iris.

La bella era stata trascinata in pista da mia sorella, e si scatenavano come se fossero le sole su quella pista da ballo.

Guadagnandosi talvolta lo sguardo innervosito della gente, che però non faceva niente contro di loro.

D'altronde, le minacciose guardie attorno a loro non glielo avrebbero permesso.

Lara era stata irremovibile sul fattore tatuaggio, e ha sempre rifiutato 'di marchiarsi a vita', come disse lei.

Quindi doveva arrendersi dall'essere seguita da guardie del corpo.

Mi sfuggì una risata al ricordo del suo tono così stizzito.

Avevamo parlato a lungo del piano su come prendere quella specie di americano da quattro soldi, preparato nei minimi dettagli, che però è andato completamente in fumo.

Chiusi gli occhi al ricordo

<Non è male come ragazza> gli dissi una volta individuato quella specie di aguilla che sguciava da una parte all'altra del club.

Iris e mia sorella si tracannavano liquidi di Alcool, ma le lasciai fare, perchè volevo davvero che si divertissero, che vivessero una vita spensierata e felice.

Ero sempre stato molto facile con le donne.

Una piccola fetta era dovuta al mio fascino, mentre il resto era tutto merito dei miei modi di fare.

Non mi definivo donnaiolo o puttaniere, ma semplicemente libero.

Se mi piaceva una ragazza, ci provavo.

Ovviamente prima mi assicuravo fosse libera e cosenziente, non avevo nè tempo nè voglia di fare a botte con i fidanzati gelosi.

Non potevo di certo rovinare la mia bellissima faccia.

Anche se forse mi avrebbe dato più un'immagine da cattivo ragazzo, avrei fatto più colpo.

Mi accarezzai la faccia istintivamente.

Già mi immaginavo la mia bella donzella che domandava preoccupata come mi fossi fatto quella cicatrice.

Ed io fiero e sconsolato rispondevo 'combattendo contro dieci uomini' mentre con la mia bocca i gustavo quei suoi seni pieni e-

<A cosa stai pensando? Hai una faccia così appagata?> mi distolsi dai miei pensieri per porre attenzione a Leo.

Sorseggiava il suo drink ridacchiando.

Ghignai a come stavo per progettare la mia serata.

<Stavo pensando a quella donna avrà la fortuna di entrare nel mio letto stasera> replicai, gettando uno sguardo alla pista da ballo.

<Come sei principesco> esclamò.

Risi, trovandomi in totale accordo.

<Perchè di solito sei più..sporco?> mi voltai verso la ragazza seduta sulle gambe di Evan.

L'avevo già addocchiata, ma avevo visto come Evan se ne era appropriato, e di certo non avevo voglia di fare la fine di Leo.

Se capite che intendo.

Nonostante ciò, non resistetti a conversare con lei.

<Diciamo, di solito utilizzo altri termini> replicai guardadola da sotto gli occhi, bevendo il liquido del mio bicchiere, senza smetterla di guardarla negli occhi.

Tecnica infallibile.

Difatti i suoi occhi si illminarono.

<Del tipo?> domandò ancora lei come una gattina incuriosita.

La osservai per bene, di nuovo, ripensandoci se potesse essere la prima delle mie conquiste.

Oppure se mi piaceva abbastanza, poteva essere anche l'unica.

<Del tipo, scopare, chiavare, fottere, trive-> la lunga lista venne interrotta dalla voce di un altra gattina, questa volta infastidita.

<Va bene, basta, sto per vomitare> disse Diamante, facendo una faccia disgustata.

Io e lei avevamo un rapporto solo sesso, e andava bene così.

A volte faceva la gelosa, ma penso lo facesse solo per dare quel tocco di brio e tensione al nostro rapporto.

O almeno speravo.

Ma infondo Diamante era una ragazza sveglia, di certo non andava dietro ad un tipo come me.

La ragazza sulle gambe di Evan, sembrò sempre più ammaliata dai modi di fare.

Ma per conquistarla del tutto dovevo prima calmare la gattina ingelosita.

Mi sporsi verso Diamente, e le poggiai una mano sulla coscia, mentre avvicinavo il mio naso al suo collo, sfiorandolo.

Non riuscii a trattenere un sorriso compiaciuto nel sentire la sua belle d'oca.

Lo scoccai un bacio bagnato, sperando che non si bagnasse solo quello.

<Mi ecciti quando fai così> le sussurrai, stringendole la coscia per enfatizzare la mia eccitazione.

Mi allontanai godendomi la faccia molto più rilassata di Diamante.

Quest'ultima si voltò verso di me, facendoci essere naso a naso.

<Questa sera te lo concedo, ma dopo in hotel, sei mio!> sussurrò di rimando, calcando le ultime parlole.

Le rivolsi un ghigno, mentre lei mi scoccava un bacio sulla guancia, che con quel suo rossetto rosso, sicuro avrebbe lasciato il segno.

Una volta risolta la situazione, si alzò, e dopo aver afferrato il suo drink dal tavolo, si dileguò.

La fissai ancora, o meglio, fissavo quei suoi fianchi ondeggiare, per poi portare l'attenzione sulla ragazza, ancora sulle gambe di Evan.

Quest'ultimo, respirava nervosamente, ed io non facevo che divertirmi a farlo arrabbiare, facendo il carino con sua sorella.

Anche se adesso capivo cosa provava.

Deglutii, scacciando il brutto ricordo di quella conversazione in aereo.

Allargai le braccia e mi sistemai meglio su quella poltrona, per indicare alla ragazza che aveva campo libero con il mio corpo.

Mi guardò a lungo, prima di guardare Evan, che nel frattempo aveva iniziato a conversare con Leo.

Alzai un dito, facendo segno alla ragazza di avvicinarsi e sedersi sulle mie gambe.

Esitò, per poi accocolarsi più ad Evan, e scuotere la testa.

Risi impercettibilemennte, facendole l'occhiolino

Va bene bambolina, rispetto la tua scelta.

Spostai lo sguardo altrove, captando la figura di Axel, in totale silenzio, e con quei suoi occhioni a mandorla che fissava la pista da ballo.

Non seguii il suo sguardo, ben sapendo chi stava guardando.

Questa sera dovevo sbollire i miei nervi, e perchè non farlo divertendosi un pò con il mio amicone.

Insisteva tanto col dire che la mezza giapponesina non lo attizzava miniamente, ma anche un cieco se ne sarebbe accorto.

Insomma, chi è che scappa durante una sparatoia, per correre dalla sua amata.

Oltretutto con un proiettile conficcato nella spalla.

<Hey, Axel> lo chiamai, andandomi a sedere vicino a lui.

Mi guardò di striscio, giocando con il suo bicchiere.

<Hai visto? La bambolina sta cacciando la testa fuori dal sacco> scherzai indicando Iris, che ballava in maniera, vorrei dire quasi sensuale ma non lo farò, sulla pista.

Axel non mi rispose, e mi preoccupai se mi stava sentendo o meno.

Ma quando bevve un grande sorso del suo drink, capii che aveva le orecchie belle tese.

<Una bimba già mi ha rifiutato, forse potrei osare e andare verso un'altra bimba> proposi imbronciato, facendo cenno verso Iris.

Osservai attentamente la reazione di Axel.

Le sue dita si strisero attorno a quel bicchiere.

<Dove vuoi andare a parare T?> domandò.

Usa ancora il mio nomignolo, un buon segno direi.

<Ho trovato la mia preda di stasera> annunciai, sorridendo vittorioso verso le due sulla pista.

<Iris non è una semplice preda> rispose sulla difensiva.

Ghignai, nascondendomi dietro il mio bicchiere.

<E chi stava parlando di Iris?> replicai.

Axel finalmente mi guardò, alzando un sopracciglio.

Gli sorrisi innocente, mentre lui guardò il fondo del suo bicchiere.

<Allora di chi stavi parlando?> domandò abbassando le spalle, prive di tensione.

<Di Iris> replicai, sorridendo innocentemente.

Axel ruotò gli occhi, e fece un respiro profondo, bevendo un altro sorso del suo drink.

<Cosa vuoi da me T?> domandò esasperato.

Sorrisi ancora.

<Il tuo permesso per provarci con la bambolina> dissi.

Si voltò confuso verso di me.

<A cosa ti serve il mio permesso? Va> disse distogliendo lo sguardo.

<Davvero non ti importa?> domandai ancora, giusto per rigirare il coltello nella piaga.

<No> rispose deciso, guardando davanti a se.

Bevve un altro grande sorso, tracannando mezzo bicchiere.

Oh Axel, se non ti conoscessi ti crederei.

<Bene allora, io vado a catturare la mia preda> lo stuzzicai.

Mi alzai in piedi, e mi incamminai verso la pista da ballo.

Facendomi spazio tra la folla, arrivai vicino alla bambolina, per mia fortuna lasciata sola dalla mia sorellina.

Guardai intorno, per localizzare quest'ultima, e quando la vidi vicino al bar, fui sollevato.

Non persi altro tempo, e passai subito all'azione, poggiando le mani sui suoi fianchi.

Lei sussultò a malpena spaventata, ma una volta capito chi fossi, mi sorrise già ubriaca.

La sovrastai con il mio corpo, costringendola ad aggrapparsi a me.

<Che fai?> mi domandò.

<Nulla> risposi innocente.

Per ora.

Tentai di corteggiarla, facendole il complimenti che realmente pensavo.

<Hai un buon odore piccolina> dissi, quando il mio naso venne invaso da un forte profumo.

<É vaniglia> rispsoe contenta.

Sorrisi contro la sua pelle.

<Mh vaniglia> mormorai mentre mi govevo sempre più la sua essenza.

Di colpo si irrigidì, ed io la guardai preoccupato.

Il suo sguardo era perso verso l'alto.

Sorrisi capendo chi stesse guardrando, difatti una volta alzato lo sguardo, osservai la figura di Axel, che ci fissava dall'alto stile avvoltoio, poggiato alla balaustra.

Attesi pazientemnete che il loro lungo contatto visivo finisse.

E così fu.

Axel si voltò di spalle, portando Iris a risvegliarsi dal suo trans.

Le chiesi se stesse bene, e tutto mi aspettavo tranne che una risposta del genere.

Quando le sue labbra si posarono sulle mie, era forse stato uno dei shock più potenti della mia vita.

Tuttavia, quale dio del sesso che sono, non mi tirai indietro, assecondandola, e godendomi quella piccolina che si avvinghiava a me.

Dal modo in cui mi tirava i capelli dietro la nuca, percepivo tutte le sue forti emozioni, che però non facevano altro che risvegliare il mio amico la sotto.

Il mio cervello si spense una volta che saltò fra le mie braccia, facendo scontare i nostri bacini.

La piccolina emise un leggero sospiro.

Strinsi le sue cosce, quando prese a muovere il bacino, così lentamente e timidamente che mi faceva eccitare ancora di più.

Ficcai le unghie nelle sue cosce, frenando la tenazione di sbatterla sul pavimento e scoparla.

La mia serata di puro sesso, venne purtroppo spenta da degli spari.

Anche il mio amichetto si afflosciò.

Ritornai con la testa al presente, notando come eravamo rimasti io, Lara, Axel e la svenuta sul divano.

<Axel> lo chiamai.

Il ragazzo si voltò, dopo aver asciugato il viso di Iris.

Menomale che non gli importa niente.

<Non voglio mettere in dubbio il tuo medico ma...se sicuro che sia solo svenuta?> domandai preoccupato.

Vidi lo sguardo duro di Axel addolcirsi, prima di annuire.

<Si sarà spaventata molto> ammise, sparendo in bagno.

<Già> mormorai, sentendo una fitta a cuore alla vista di mia sorella.

Sembrava così stremata e triste, e distrutta, che mi faceva una gran pena.

Le accarezzai una mano.

Sentii rumoreggiare, segno che Axel si stava muovendo per la stanza.

<Appena si sveglia, dobbiamo chiederle cosa è successo> disse, accasciandosi sfinito sulla poltrona, accanto alla bimba.

Annuii, facendo un grande respiro.

Sapevo che era una cosa da fare, ma da una parte volevo che si dimenticasse di questa serata ed evitare che io mi rovini la mia uccidendo qualcuno.

Avevo anche preso in considerazione l'opzione che al suo risveglio l'avrei convinta che fosse stato tutto un sogno.

Ma la fascia sul suo braccio di certo era reale.

Mi alzai dalla mia posizione, non potendo fare molto, se non aspettare che la mi sorellina si fosse svegliata.

Mi tolsi la giacca, e estrassi da essa un pacchetto di sigarette, ne presi una per poi lanciare la stessa giacca da qualche parte nella stanza, con completa non curanza.

Voltai il pacco verso Axel, intento a fissare la ragazza accanto a lui.

<Vuoi?> domandai.

Lui si voltò, e abbassò lo sguardo verso il pacchetto annuendo.

Mi avvicinai, e lui sfilò una sigaretta.

Richiusi il pacchetto, riponendolo al sicuro in tasca.

Afferrai l'accendino, e avvicinai la fiamma alla sigaretta per accederla, ed aspirare, per poi passarlo ad Axel, che mimò le mie azioni.

La stanza si rimpì del fumo della siragetta, mentre io ed Axel fumavamo.

Rimasi in piedi poggiato allo stipite della porta del bagno, con Axel che si ea allontanato per aprire la finestra.

Di certo non voleva che la sua piccolina si rovinasse i polmoni con tutto quello smog.

Il vizio del fumo mi accompagnava da quando avevo ormai quindici anni, ma sono fiero di dire, che non sono un totale dipendente.

Sento l'esigenza solo nei casi gravi, come questo.

Axel invece fumava raramene, avendo molto più autocontrollo, anche se io sapevo che nella sua stanza, aveva  posaceneri pieni di mozziconi.

Disolsi lo sguardo perso dalla figura di Iris, riversata sul divano con il vestito completamente sgualcito, per puntare gli occhi in quelli di Axel, che mi osservavano dalla sua postazione sotto la finestra, cauti.

Alzai un sopracciglio, e lui fece lo stesso.

<Che c'è?> domandai.

Lui scrollò le spalle, prima di buttare fuori una grossa nube di fumo.

<Non la guardare> rispose serio.

Ghignai.

<Ora ti importa se la guardo?> domandai aspirando dalle labbra.

Il ragazzo non rispose, continuando a fumare la sua sigaretta.

<Prima non ti importava se me la stavo per scopare> replicai con un sorrisino strafottente sul volto.

A dirla tutta, non ero partito con l'idea di portarmela a letto, ero andato da lei per far svegliare quel coglione del mio amico, ma quando la bimba mi ha baciato ho resettato tutto.

Non mi piace in quel senso, sia chiaro, sapevo che fin dal primo istante in cui si sono conosciti e con i loro battibecchi, quei due erano destinati.

Nonostante ciò, se Axel davvero non voleva averci niente a che fare, e lei fosse stata cosenziente, non mi sarei tirato indietro.

Ora è tutto diverso.

Axel dopo questa sera aveva finalmente tolto la benda, e forse avrebbe iniziato fare passi avanti per avvicinarsi a lei, ed istaurare un rapporto che forse andava oltre il semplice 'amici'.

Non volevo esser scaramantico, ma avevo già in mente il mio vestito da testimone.

<Quindi te la volevi scopare?> domandò acido, mentre la sua sigaretta faceva avanti e indietro tra le sue labbra.

La mia invece era bella che finita, bruciata sotto la suola delle mie scarpe.

Forse avrei dovuto spegnerla da qualche altra parte.

Pensai osservando la cenere sul pavimento, per fortuna non moquet, di quella stanza d'hotel.

Rialzai lo sguardo vero Axel, che mi guardava con uno sguardo rimproveratorio scuotendo la testa.

Gli sorrisi innocente.

<Allora? Te la volevi scopare?> domandò ancora, buttando fuori una grossa montagna di fumo.

<No, mi stavo strusciando su di lei perché sentivo freddo> replicai ironico, gudagnandomi una suo occhiataccia.

<Non sono in vena delle tue battute. Te la volevi portare a letto si o no?> lanciò la sigaretta lontano, per poi avvicinarsi minaccioso.

Rimasi fermo attaccato a quelo stipite, tranquillo.

Di certo non avrei fatto a pugni con lui.

<Te lo avevo chiesto nel club, e tu hai risposo che avevo campo libero> spiegai.

Il ragazzo rimase in silenzio, mentre portava lo sguardo tra me e Iris.

Sospirai.

<No, Axel, non l'avrei scopata, ma adesso devi mettere la cazzo di testa sulle spalle e affrontare di petto ciò che provi per lei> dissi.

Il ragazzo mi sguardò con occhi misti da consapevolezza, paura, e anche affetto.

<Cosa..provo..> mormorò forse più a se stesso.

Mi avvicinai, poggiandogli una mano sulla spalla, costringendolo a guardarmi.

<Fai così con me, pensa se ci fosse stato uno sconosciuto, avresti ucciso mezzo club> replicai, ridendo alla scena di un Axel offuscato dalla gelosia.

Il ragazzo continuò a rimanere in silenzio, ma tra quelle sue pupille, potevo già vedere le rotelle del suo cervello che giravano e giravano.

<Axel, cosa ti sei sentito quando mi sono stusciato su di lei? Quando le ho toccato le cosce? Quando lei sospirava per me, sulla mia bocca?> senti la sua vena sul collo ingrossarsi, e mentirei se dicessi che non mi stavo cagando addosso.

Tuttavia avevo un obiettivo questa sera, e l'avrei portato a termine.

La mascella di Axel si indurì alle immagini che le mie parole gli suscitavano.

<Ti avrei squartato> replicò letale.

Rabbrividii.

Mi aspettavo qualcosa di meno macrabo ma non si può avere tutto nella vita.

<Cosa hai provato quella notte che sei corso da lei?> domandai facendo riferimento alla scorsa serata, dalla quale si è beccato una bella cicatrice.

<Mi sentivo soffocare, come se fossi sott'acqua e..> lasciò la frase in sospeso, che conclusi io.

<Hai repirato solo quando l'hai vista> conclusi.

Lui annuì, mentre il suo sguardo diventava sempre più spaventato.

<Solo sentendo la sua voce> replicò in un sussurro.

La stanza cadde nel silenzio, e rimanemmo noi due, l'uno davanti all'altro.

Axel mi guardò finalmente negli occhi.

<Chiedimi cosa provo> ordinò raddrizzando le spalle.

Corruciai la fronte, togliendo la mano dalle sue spalle, e facendola cadere al mio fianco.

<Cosa provi?> domandai.

Axel chiusi gli occhi, e prese un respiro profondo, per poi riaprirli, e puntarli nei miei sicuro e sfacciato.

<Credo di amarla> ammise.

Ghignai contento, contagiando anche lui.

Dopo di che gli saltai addosso, grattando una mano sui suoi capelli in maniera dispettosa.

Risi solamente mentre ascoltavo le sue lamentele.

<Finalmente ti sei svegliato, coglione> lo scherzai lasciandolo andare.

<Va bene, va bene, basta ora. Ti ringrazio T, ma che sia l'ultima vola che ti venga in mente di fare un cazzata del genere, avrei seriamente potuto farti male questa sera> mi minacciò serio, sistmandosi i capelli.

Gli sorrisi anche se dentro sapevo che aveva ragione, avrei potuto farmi male sta sera.

Ma lo rifarei altre mille volte, pur di vedere questi due insieme.

Sentii dei mugolii, e mi voltai verso il letto, dove Lara si agitava.

Con due falcate la raggiunsi, prendendo la sua mano.

Gli occhi di Lara si aprirono, e si guardarono intorno, ancora stordita.

Quando il suo sguardo cadde su di me, mi regalò un flebile sorriso, che ricambiai subito.

<Hey, come ti senti?> domandai.

Il sorriso di Lara si spense quando si accorse della benda sul braccio.

<L'ho ucciso io> rispose completamente dal nulla.

Rimasi in silenzio, per poi gettare un fugace sguardo verso Axel che si era avvicinato e posizionato sulle porte scorrevoli della camera.

Alzò un sopracciglio della mia direazione, rimanendo però in silezio.

Mi voltai di nuovo verso Lara, che ora guarava fuori dalla finestra.

Le presi il volto fra le mani, costingendola a guardarmi.

<Racconta> mormorai.

I suoi occhi si riepirono di lacrime, e il mio cuore si spezzò.

Fece un respiro profondo.

<Voleva informazioni su Iris, sembrava minaccioso, era miaccioso e continuava ad allungare le sue mani su di me> si fermò quando sentì la mia mano stringere la sua.

Le chiesi scusa e allentai la presa.

Per fortuna era morto, altrimenti non so cosa gli avrei fatto.

<Mi...mi aveva bloccata al muro...ed io gridavo di lasciarmi andare...e poi..> deglutì trovando molta fatica del continuare la frase.

<E poi cosa?> domandai accarezzandole la testa per rilassarla.

<Gli ho sfilato la pistola dai pantaloni e gli ho sparato> disse d'un fiato.

<Scusami T, ho rovinato tutto...io..perdonami> scoppiò in lacrime, ed io la raccolsi fra le mie braccia, cullandola per farla calmare.

Axel distolse lo sguardo, ma vidi una scintilla di tristezza nei suoi occhi.

Per lui era come una sorella minore.

<Hai fatto più che bene, non hai rovinato nulla, ora calmati e cerca di riposarti sei ancora debole> la rassicurai.

La sentii protestare ma bastò un solo mio sguardo, e annuii affranta.

<Axel, puoi andare a prenderle dei vestiti? E porta qui Diamante> domandai e ordinai allo stesso tempo ad Axel.

Il ragazzo annuii prima di fare ciò che gli era stato chiesto.

<Ora ti cambi, e ti riposi, domani dobbiamo tornare a casa> le dissi mentre l'abbracciavo.

Poco dopo Axel e Diamante entrarono nella stanza, portando tra le mani dei vestiti puliti.

Guardai Diamante, facendo segno con gli occhi verso Lara, ed ella capì cosa volevo che facesse.

Si avvicinò, e tese una mano verso la ragazza.

Mia sorella mi guardò incerta, ed io annuii, spingendola delicatamente verso di Diamante.

Quest'ultima la guidò verso il bagno e sparirono.

Mi passai una mano tra i capelli sbuffando.

<E ora che si fa?> domandò Axel.

Scossi la testa, non avendo la minima idea.

<Vedremo cosa dirà mio padre> dissi immaginando già la sua faccia quando verrà a sapere quello che è successo.

E non oso immaginare a quale casa appiccherà fuoco.

Rimanemmo in silenzio ancora una volta, fino a quando le due non rinvenirono dal bagno.

Lara, pulita e profumata, si sdraiò di nuovo a letto, e i suoi occhi si stavano già chiudendo.

La coprii con la coperta, chiedendo a Diamante se potesse chiudere la finestra.

Con quest'aria fredda si sarebbero ammalate tutte e due le donzelle.

<E quella?> domandò Diamante indicando Iris.

Axel si voltò accigliato verso di lei.

<Vattene, a lei ci penso io> rispose acido.

Diamante lo guardò innervosita, ma non osò aprire bocca.

Mi fece un cenno con la testa per salutarmi e s'incamminò verso la porta.

Gettai uno sguardo fugace a Lara e nel vederla addormentata, balzai in piedi, correndo vero Diamante, intenta a uscire dalla porta.

<Diamante> la chiamai.

La ragazza si voltò perplessa, e attese che parlassi.

<Grazie, so che tu e Lara non vi state molto simpatiche> la ringraziai.

La ragazza mi rivolse un grande sorriso, ed io mi persi nel guardarlo.

Non c'era dubbio che Diamante fosse una splendida donna, capace di abindolare qualsiasi uomo voglia.

<Tranquillo, si aiuta sempre la famiglia nel momento del bisogno> rispose.

Io annuii, ricambiando il sorriso.

<Mi dispiace che questa sera non possa stare con te...> dissi, voltandomi a guardare mia sorella distesa su quel letto.

<Lei ha più bisogno di te adesso> rispose, accarezzandomi una guancia.

Le presi la mano, e la baciai, causando l'arrossamento delle sue gote.

Mi sfuggì un ghigno.

Diamante si alzò di poco sulle punte, senza tacchi mi arrivava a malapena alla spalla, e mi lasciò un lungo bacio sulle labbra.

<Buonanotte> disse, per poi allontanarsi e chiudere la porta alle sue spalle.

Mi accasciai contro di essa, chiudendo gli occhi, e facendo un respiro profondo.

<Che serata di merda!> esclamai.

<Puoi dirlo forte!> rispose Axel.


















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