MR. POLICEMAN

By nicatroublemaker

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Lei, una semplice ragazza con la propensione a finire nei guai. Lui, un agente di polizia affascinante e fred... More

Introduzione
Dedica
Signor agente
In nome del gelato
Preferirei farmi arrestare
Tutti tranne lui
Cose da poliziotti
TREY WESTON
Colpa del caldo
Amante degli animali
Non male
Stress da lavoro
Mai una gioia
Un debole per lui
Una magra consolazione
L'abito non fa il monaco
Maledetta zip
Calma e sangue freddo
Siamo rovinate
Mr. Policeman
Non distrarmi
Mi farai impazzire
Gli occhi non mentono
Investigatrici private
Scappo ai Caraibi
Mi piaci ma ti odio
TREY WESTON
Sette vite
Sono allergica alle rose
Non mordo mica
Ricominciamo da zero
Auguri un corno
Lasciati amare
Conosce i miei gusti
Buon sangue non mente
Bella divisa
Incantevole e diabolico
Terapia d'urto
Dei bravi ragazzi
Ho perso la chiave
Ora è tutto chiaro
Resta
Ne è valsa la pena
A gonfie vele
Cosa sono io per te
TREY WESTON
Uomini di ghiaccio
La Balboa Race
Senza speranze
TREY WESTON
Fragole, panna e champagne
Epilogo
✨RINGRAZIAMENTI✨

Tutti da curare

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By nicatroublemaker

« Oh, sì, così!»

« Dai, bellezza, vieni!»

« Ci sono quasi!»

« Ti piace così?»

« Più veloce!»

Sono sudata, ho le gambe che tremano e il respiro affannato.

No, non ho appena raggiunto un orgasmo.

Magari.

Semplicemente sono reduce da una giornata di lavoro al Ruby's.

Non ho idea di che diamine abbia la gente oggi, ma sembrano tutti tremendamente assetati.

E proprio oggi mi ritrovo a dover servire ed accontentare tutti quanti da sola.

Blair ha la sua giornata libera, e Ruby è troppo presa a "parlare di affari" con qualche riccone chiuso nel suo ufficio.

Che poi, non so come si accordino qui a Newport, ma passando poco fa giurerei di aver sentito dei gemiti provenienti dalla fatidica stanza.

Ho comunque preferito non approfondire. Non si sa mai.

La mia testa è già abbastanza piena di complessi e paranoie, immaginate se dovessi anche aggiungere l'imbarazzante scoperta della mia titolare di lavoro distesa sulla scrivania del suo ufficio con un suo probabile cliente.

Ma sì, meglio restare confinati qui, dietro al bancone, nel regno dell'alcol.

Alla radio parte improvvisamente una canzone allegra, ed il mio umore viene contagiato in una frazione di secondo.

Dopo essermi accertata che i clienti siano tutti occupati a farsi gli affari loro, decido di lasciarmi guidare dalla musica, ed improvviso un balletto sul retro del bancone del bar.

Le note della canzone mi avvolgono, entrano in ogni mia cellula vitale, e costringono il mio corpo a seguire la melodia a ritmo.

Beh, sono davvero brava, non c'è che dire.

Avrei dovuto fare la stripper invece che la barista.

Mi lascio prendere un po' troppo dall'entusiasmo, e afferro una bottiglia di tequila, sculettando e facendola roteare tra le mani.

Sono talmente immersa nella mia esibizione, che mi convinco del fatto che le mie doti da ballerina siano nettamente superiori alle mie capacità da barista; così, con un colpo deciso, faccio volare la bottiglia in aria con la certezza di riuscire a riprenderla... ma una voce alle mie spalle mi fa mancare il bersaglio. La bottiglia finisce per schiantarsi a terra con un tonfo rumoroso e mille cocci di vetro si sparpagliano sul pavimento.
Dannazione, credevo di aver calcolato tutto!

« Però! Se non ti considerassi come mia sorella, ci avrei già provato con te!»

Mi volto in preda all'ansia, in un misto tra imbarazzo e preoccupazione per il danno che ho combinato, ma quando i miei occhi incontrano quelli di Chris, il battito del mio cuore si placa subito.

« Parker, che razza di spavento!»

Lui mi si avvicina sghignazzando.

« Perché? Avresti dovuto mettere in preventivo di poter essere visibile a qualcuno, se improvvisi un balletto da stripper nel bel mezzo di un luogo pubblico.»

Getta uno sguardo alla montagna di vetri per terra e trattiene una risata.

« Certo, mi dispiace un po' per il finale...»

« Stendiamo un velo pietoso.» concludo la sua scenetta.

Mi fiondo a recuperare scopa, paletta, mocio e tutto il necessario per rimediare al pasticcio della tequila, mentre tento di intrattenere una conversazione con il mio migliore amico.

« Che posso fare per te?»

Il biondo mi rivolge un'espressione furba.

« Oltre ad una replica del balletto da spogliarellista?»

Lo fulmino con un'occhiataccia.

« Non se ne parla.»

Sorride spontaneamente, e per un attimo realizzo che era da un po' che non vedevo Chris davvero così allegro.

E credo ci sia un valido motivo per il suo buonumore.

« Tu non me la racconti giusta.» lo scruto con un'attitudine da detective.

« D'accordo, Roberts, devo ammettere che mi conosci piuttosto bene.»

Annuisco compiaciuta, sollevata anche dal fatto di essere riuscita a recuperare tutti i pezzi di vetro e pulire il pavimento da quello schifo di tequila.

« Sputa il rospo!» intimo il mio amico.

E lui non se lo fa ripetere due volte.

« Ecco, so che zia Lucy si sposa, e la cosa mi fa un immenso piacere. Non per niente ha invitato anche me.»

Gli tiro un pugno amichevole sul braccio.

« E certo, sei di famiglia anche tu ormai!»
Chris sorride, poi inizia a sbocconcellare qualche patatina che trova sul bancone.

« Beh, mi stavo chiedendo... mi piacerebbe portarci anche Blair, sempre se lei è d'accordo-»

« Frena, frena, frena, Parker.» lo interrompo.

« Blair?! Non vorrai dirmi che dopo la batosta della volta scorsa hai intenzione di riprovarci?»

Chris abbassa lo sguardo sul pavimento del locale, evitando i miei occhi severi.

Ecco, sapevo che l'ha combinata grossa anche stavolta.

« E' già successo.» confessa, come un bambino che ammette di aver rubato delle caramelle.

Come non detto.

« Chris Parker...» comincio con il tono duro, intenzionata a sgridarlo.

Poi, però, realizzo che io e lui siamo compagni di sfighe in amore, e che io dovrei proprio essere l'ultima persona a fargli la predica riguardo a questo. E poi, per me, l'importante è che lui sia felice.

«...se tu fossi qualcun altro ti avrei già staccato la testa. Ma dato che io non sono messa tanto meglio, fingerò di esserne entusiasta a riguardo.»

Il mio amico sfoggia un sorriso al pari di quello dello Stregatto di Alice in Wonderland, e si sporge per arruffarmi i capelli.

« Non credo di voler sapere proprio cosa è successo... ma almeno il quando?» lo sprono a rendermi partecipe della sua soap opera.

« A dire il vero ieri, ed è stata una cosa piuttosto immediata. Non solo perché sono durato poco, sì, insomma anche quello, ma...»

« Oh mio dio, Chris!» mi batto una mano sulla fronte.

« Cosa di "non voglio sapere cosa è successo" non ti è chiaro?»

« Ah già. Scusa, piccola Nes.» si ficca un'altra patatina in bocca, e dal suo sguardo furbo intuisco che è andato a parare sull'argomento a posta.

« Comunque ci siamo visti ieri e, sai... credo proprio che tutta la storia della divisa e del finto poliziotto abbiano funzionato.» afferma orgoglioso.

Nello stesso istante un uomo sulla sessantina prende posto al bancone poco distante da Chris, e ordina un amaro, che mi affretto a servirgli.

« Bravo, ragazzo, devi essere convincente con le donne!» fa intendere di aver seguito il nostro discorso dal principio.

« Anch'io, quand'ero giovane, sono riuscito a conquistare la mia bella fingendo di essere un ranchero del Texas... e ha funzionato!»

Il mio amico e il vecchietto si battono un cinque, complici nelle loro tattiche da rimorchio, mentre io li fisso entrambi allibita.

« Voi siete tutti da curare.»

Il signore seduto al bancone sembra essere d'accordo, così, senza dire nulla, fa spallucce e poi butta giù il liquido tutto d'un sorso, mentre Chris si sta trattenendo per non scoppiare a ridere.

Davvero, tutti da curare.

Ad interrompere le mie considerazioni sulla stirpe umana è la suoneria di un telefono, che trilla senza tregua ad un volume assordante, nonostante sembra provenire da uno dei cassetti nascosti sotto al bancone del bar.

Faccio un cenno a Chris di scusarmi, e mi fiondo alla ricerca dell'apparecchio squillante, prima che mi faccia venire un esaurimento.

Riesco a scoprire dov'è nascosto appena prima che la suoneria s'interrompa da sé, e quando lo afferro tra le mani riconosco che è il cellulare di Ruby.

Molto strano, Ruby non abbandona mai il suo cellulare.

Forse, troppo presa dal suo cliente riccone, stavolta se n'è dimenticata.

Decido di compiere un'opera di bene, e recarmi nel suo ufficio per restituirglielo, chiedendo a Chris se può fare da sentinella per un breve tempo.

Magari qualcuno di importante la stava cercando, o aveva qualche urgenza...

Prima che possa arrivare davanti alla sua porta, lo schermo del telefono s'illumina di nuovo, stavolta ad evidenziare la notifica di un messaggio.

Nonostante non sia mia intenzione sbirciare, getto un'occhiata sul display, giusto per accertarmi di non aver premuto per errore qualche tasto e avere combinato guai come mio solito.

E sì, anche perché non so proprio farmi gli affari miei.

Alla faccia della discrezione.

Se fossi una persona saggia, mi converrebbe lasciar perdere.

Ma è quando riconosco quella faccia dall'immagine del profilo, che nella mia mente si accende un campanellino di allarme, e mi convinco a leggere la notifica del messaggio che è appena arrivato: è da parte di quel tizio che stavano cercando gli agenti. Lo stesso che ho scorto parlare insieme a Rick alla festa sulla barca.

Sono sicura che sia lui, potrei giurarlo sul sarcofago di Tutankhamon.

Nonostante ciò, il suo messaggio mi crea solo più confusione.

"Ho diversi clienti interessati al tuo caffè speciale, mi servono altri pacchi. Mando qualcuno stasera a ritirarli, chiamami per le dritte."

Leggo con accortezza, mentre i criceti nel mio cervello stanno girando all'impazzata per riuscire a comprendere il significato di quel messaggio. Che accidenti può avere di così speciale il caffè di Ruby?

Boh, lascia stare, Nesta. Non è roba che ti riguarda.

Niente guai, ricordi?

In seguito al mio ammonimento mentale, busso all'ufficio di Ruby, attendendo che sia lei a dirmi di entrare, e quando arriva la sua conferma faccio la mia comparsa per restituirle il suo oggetto perduto.

« Scusa, Ruby, ti suonava questo prima. Credevo ne avessi bisogno.»

« Grazie.» mi lancia una strana occhiata, afferrando il cellulare con foga e senza aggiungere altro.

Per non disturbare, mi dirigo fuori dalla porta, cercando di dimenticare la questione del caffé speciale e del ricercato.

Hai detto che volevi fare l'archeologa, non l'investigatrice.

E poi è vero, qui al Ruby abbiamo un caffè davvero buono e–

« Nesta!» la voce della mia titolare rimbomba nelle mie orecchie forte e chiara.

Torno indietro in velocità, affacciandomi dalla porta.

« Sì?»

« Entro questa sera dovrebbero arrivare delle consegne di caffè... lascia stare i pacchi, li smisto io.»

« Okay.» annuisco, senza chiedere spiegazioni.

« Mi raccomando, non aprirlo, okay?»

« Certo, ricevuto, Ruby.» la tranquillizzo, richiudendo la porta alle mie spalle e tornando a svolgere i miei incarichi.

Davvero insolito.

Ruby non mi hai mai chiesto di rinunciare al mio lavoro.

Raggiungo il bancone con la testa tra le nuvole, e ragiono intensamente.

Criceti, collaborate!

Tutto ciò è davvero inspiegabile.

Quel messaggio, il tizio ricercato, il fatto che Ruby mi abbia vietato di sistemare i pacchi di caffè.

Come se le premesse che nessuno venga al corrente di quello che contengono.

O come se volesse nascondere ciò che c'è dentro.

E questo potrebbe voler indicare soltanto una cosa: stasera dentro quei pacchi verrà consegnato tutto fuorché il caffè.

***

Andare in moto mi aiuta a non pensare.

O meglio, penso lo stesso, ma la carica e l'adrenalina che sento circolare nelle vene mi forniscono un valido motivo per stare su di giri.

Ho deciso che voglio chiedere consiglio a Trey riguardo alla situazione del caffé, primo per non rischiare di prendere un abbaglio, e secondo per non immischiarmi in cose più grandi di me.

E poi, a dire il vero, ho un maledetto bisogno di vederlo.

Sto percorrendo un tratto di strada isolata con tutta la contentezza possibile, scalando le marce e immaginandomi come prossima vincitrice della Balboa Race -sì, il mio lato competitivo è parecchio insistente-, quando alle mie spalle scorgo due bagliori che illuminano il tratto di strada davanti a me, mentre un'auto mi si avvicina.

Prima che possa rendermi conto di quello che sta accadendo, delle luci rosse e blu si alternano ad intermittenza riflettendosi sull'asfalto e sulla carrozzeria lucida della mia moto, e uno squillo della sirena mi fa sobbalzare sulla sella, costringendomi a rallentare e ad accostare in una piazzola sul ciglio della strada, poco distante dalla spiaggia.

Eh no, eh.

Io le sfighe me le cerco con il lanternino proprio.

Con il cuore che batte a mille nel petto, spengo la moto, e alzo la visiera del casco, voltandomi verso la pantera della polizia parcheggiata alle mie spalle.

Non appena la portiera si spalanca, il mio cuore sembra venire catapultato in uno strapiombo.

La figura di Trey compare davanti ai miei occhi come una visione celestiale, e avanza verso di me con il fisico sportivo e l'espressione seria.

La mia mente si offusca alla vista di tanta bellezza, mentre riesco a percepire il sangue che ribolle nel mio corpo fino alle orecchie.

Come diamine è possibile che mi faccia ogni singola volta questo effetto?

Mi raggiunge con una camminata sicura e, quando i miei occhi incontrano i suoi intensi, un brivido di eccitazione corre lungo la mia schiena.

Vacci piano, Nesta. E' pur sempre un poliziot... ehm, agente.

Mannaggia, non imparerò mai.

Nonostante gli occhi seri, non posso fare a meno di notare che sta cercando di sforzarsi per non sorridere.

« Patente e libretto.» enuncia con un timbro di voce basso, e un'attitudine professionale.

Okay, Nesta, cerca di calmarti. E respirare, soprattutto.

Sarebbe un po' tragico schiattare di apnea davanti all'agente Weston.

Con le mani tremanti, riesco a recuperare i miei documenti, tra cui la mia splendida patente nuova di zecca, e glieli porgo orgogliosa.

Mentre lui lancia una rapida occhiata alle carte che tiene tra le mani, io ne approfitto per rifarmi gli occhi per l'ennesima volta.

Chi l'avrebbe mai detto che venire fermata dalla polizia sarebbe diventata la mia attività preferita?

Ora capisco quella Michelle, l'amica di Blair che tenta in ogni modo di avere un qualsiasi contatto con le forze dell'ordine di Newport.

Il moro intrigante sposta lo sguardo su di me, inchiodandomi con i suoi occhi intensi.

« Tutto in regola. Le serve una scorta?»

Sono quasi convinta che, dalla scintilla diabolica che ha appena attraversato le sue pupille, la sua proposta nasconda un tranello.

Ciò nonostante, declino la sua offerta.

« No, grazie, me la cavo.»

L'agente sembra incassare il colpo, ma solo in apparenza, perché avanza di un passo verso il mio corpo, accorciando la distanza che ci separa.

« D'accordo, allora non le dispiacerà se continuo i controlli.»

Sbaglio o il modo in cui l'ha detto ha aumentato la sua percentuale di sensualità, già alta di per sé?

« Che controlli?» provo a chiedere, iniziando a percepire una certa mancanza di aria all'interno del casco.

La sua presenza è destabilizzante, la sua bellezza è sconvolgente, e sento mancare il terreno sotto i piedi quando appoggia entrambe le mani sul mio casco, slacciando le cinghiette e aiutandomi a toglierlo, per poi sferrare la frase finale.

« Devo perquisirti.»

Alla sua affermazione, percepisco il cuore pompare più velocemente, fino ad arrivare ad irrorare ogni parte di me, bruciante dal desiderio che ho per lui.

Maledizione.

Perché "perquisirti" sembra tutto d'un tratto la parola più bella inventata in questo mondo?

Vorrei riuscire a ribattere, ma la vicinanza con la sua figura così virile cancella ogni possibile risposta dentro la mia testa.

Tento comunque di aggrapparmi a qualche cosa da dire, che non mi faccia passare per la ragazzina alle prese con la sua prima cotta.

Neanche al concerto di Justin Bieber ero così impacciata.

Un momento, io non sono mai stata al concerto di Justin Bieber.

Ecco l'effetto che mi fai, Trey Weston.

« P-perché perquisirmi? Avevi detto che era tutto a posto.» balbetto, ringraziando mentalmente il fatto che lui non possa leggere i pensieri che si stanno formando nel mio cervello in questo preciso istante.

Solleva un sopracciglio scuro, facendo scorrere le dita lungo una ciocca dei miei capelli castani, e rigirandola dietro al mio orecchio.

Non appena i suoi polpastrelli sfiorano la mia pelle incandescente, uno sfarfallio all'altezza dello stomaco mi aiuta a distogliere l'attenzione dall'incessante desiderio di appropriarmi delle sue labbra carnose a solo qualche centimetro dal mio viso.

« Avevo detto che era tutto in regola, non tutto a posto. E, sai, dei motociclisti è sempre meglio non fidarsi...»
Giocherella per un attimo con la cerniera della mia tuta, indugiando con gli occhi sul tratto di pelle lasciato scoperto all'altezza del collo, e abbassandoli fino al seno.

«...soprattutto quando si tratta di giovani ragazze la cui bellezza rischia di distrarre chi è alla guida.»

Tutankhamon, fermami subito o va a finire che gli salto addosso.

Nonostante le mie preghiere al faraone non vengano ascoltate, riesco a mantenere una certa calma che mi permette di tenere a bada, anche se per poco, i miei ormoni impazziti.

« Signorina Roberts, metta le mani contro l'auto, e divarichi leggermente le gambe

No, vabbé, così è scorretto.

E' estremamente scorretto, è diabolico, sta abusando del suo potere, non accetterò una situazione...

« Okay.» come al mio solito, la mia bocca ragiona per conto suo quando mi trovo in presenza dell'agente Trey.

Lo ammetto, sono io quella da curare.

Mi aggiungo alla lista.

Obbedisco agli ordini che mi ha rivolto, dirigendomi verso la vettura e posizionandomi come mi ha chiesto di fare, mentre i suoi occhi s'incatenano ad ogni mio singolo movimento e il suo sguardo brucia su ogni curva del mio corpo.

Il rumore delle sue scarpe che cozzano sul ghiaino, avvicinandosi a me come un predatore fa con la sua preda, fanno accelerare i battiti del mio cuore in men che non si dica.

« Ha qualcosa da dichiarare?» la sua voce tuona alle mie spalle, facendomi percepire la minima distanza tra il mio corpo ed il suo.

« Non le sembra di approfittare del suo ruolo?» decido di giocare col fuoco, stuzzicandolo un po'.

Ma lui pare pronto a tutto.

Cogliendomi alla sprovvista, appoggia le mani sui miei fianchi, e, anche se la mia pelle è coperta dal tessuto della tuta, riesco a percepire il suo tocco rovente sotto i vestiti.

Senza degnarmi di una risposta, comincia a scendere con lentezza, percorrendo la curva della mia schiena, e mantenendo una presa salda ma delicata al tempo stesso.

Mi mordo il labbro inferiore alla sensazione del suo tocco sconvolgente ed afrodisiaco, che obbliga il mio corpo a rispondere ad ogni suo stimolo con un fremito, come se appartenesse più a lui che a me.

« Non mi sembra le dispiaccia.» continua la sua presa in giro, rispondendomi a tono ed arrivando fino in fondo ai miei polpacci, cerchiando le mie caviglie con le dita.

No, in effetti non mi dispiace affatto.

Ma non lo ammetterei mai.

Il respiro mi si mozza nel petto, nell'istante in cui le sue dita risalgono l'interno coscia, e la sua stretta aumenta di poco quando arriva a trovarsi nel punto d'incontro delle mie gambe.

Riesco a percepire il suo fiato caldo che marchia la mia carne, nonostante i vestiti che indosso.

Sarei tentata di girarmi e mandare tutto a monte, perché sono arrivata al limite della resistenza fisica, ma la sua voce bassa e graffiante mi precede qualche secondo prima che trasformi i miei pensieri in azioni.

« La tua sensualità è qualcosa di indescrivibile.»

Sospiro con forza, ricaricandomi dell'aria che sentivo mancare, e ringraziando nella mia testa l'agente per aver deciso di porre fine a quella tortura fin troppo piacevole ed essersi rialzato appena in tempo.

Rimane ancorato a me, al mio corpo totalmente appagato dal suo tocco ma ancora incompleto, e in un gesto istintivo mi giro del tutto.

Approfittando della mia mossa, Trey m'incastra contro la sua macchina e i suoi occhi magnetici intrappolano i miei.

« Mi sta facendo un complimento, agente?» boccheggio, sperando di riacquisire un briciolo di lucidità e cercando di volgere la situazione in mio vantaggio.

Lui scuote appena la testa, rivelando un lieve sorriso.

« Sto solo facendo il mio lavoro.»

Mi sollevo sulle punte, decisa ad avventarmi sulle sue labbra e assaporare ogni sfumatura di quello sguardo malizioso, quando la suoneria del suo telefono mi impedisce di portare a termine il mio piano.

Questa è la volta buona che gli faccio fare un volo giù da qualche scogliera di Newport.

Al cellulare, non all'agente.

Con un'espressione mortificata in volto, Trey si affretta a rispondere.

« Agente Weston, qui è l'agente Clark.» la voce di Nora arriva decisa dall'altra parte della cornetta, e tento di reprimere quel senso di gelosia che mi attorciglia lo stomaco a pensare a quanto condividono i due nelle loro giornate.

« Ti aspetto davanti al Ruby's per il solito controllo.»

Non appena nomina il locale in cui lavoro, il mio cervello sembra accendersi tutto d'un colpo.
Cavoli, è vero! Il caffé! Il ricercato!

Come diamine ho fatto a dimenticarmi di tutto?!

Perché sono con Trey Weston, ecco perché.

« D'accordo, tieniti pronta e aspettami lì, arrivo tra poco.»

Trey cambia completamente espressione, e dai suoi occhi mi rendo conto di come la sua attenzione si sia spostata sullo svolgimento del suo incarico.

Infila il cellulare in tasca, rivolgendomi uno sguardo mortificato e mormorando un «devo andare».

Lo lascio passare, ma quando afferra la maniglia della porta dell'auto per entrare, mi viene istintivo bloccarlo.

« Trey.»

Si volta di scatto, i suoi occhi incontrano i miei.

« Forse posso aiutarvi.»



Ciauuuuu!

Scusate, ma la scena della perquisizione dovevo proprio inserirla in qualche capitolo, perché era diventata una fissazione. E ringraziate il fatto che il cellulare di Trey abbia squillato in tempo, altrimenti non mi sarei fermata! Ahahaha.

Okay, torniamo seri.

Sembra proprio che la nostra Nesta ci stia prendendo gusto nel risolvere queste situazioni... ma come andrà ad incidere sul suo rapporto con Trey?

Vi lascio al prossimo capitolo per scoprirlo!

Grazie per le letture e il supporto. Siete i miei combinaguai preferiti.

Love you.

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