La cosa bella di essere a casa da sola è che non devo rendere conto di niente a nessuno.
La cosa brutta è che devo occuparmi io di tutto.
Olly e Ian sono partiti per Madrid, poiché per il suo compleanno i suoi amici gli hanno regalato un biglietto per qualche giorno, e lui ha voluto portarci la sua nuova conquista.
Sono contenta per loro, anche se Olly mi manca già.
La casa sembra inspiegabilmente più vuota senza la compagnia della riccia spagnola.
Le chiacchiere sono calate, così come i vestiti da lavare. Solitamente Olly si cambia dalle due alle quattro volte al giorno, in base a chi deve vedere. Non è fissata con l'igiene, però ci tiene ad essere sempre a posto.
Oggi è giornata di bucato.
Prelevo gli abiti sporchi nella cesta del bucato e li caccio in lavatrice.
E' deprimente fare le cose completamente da soli.
Decido di prendere il telefono e chiamare zia Lucy.
Al secondo squillo, la voce energica e frizzante di mia zia risponde alla cornetta.
« Ciao zia Lucy!»
« Trottolina! Come stai?»
In sottofondo percepisco distintamente dei versi di animali che fatico a distinguere, ma che lasciano intendere si trovino all'aperto.
« Sei allo zoo?»
« Macché zoo!» sento mia zia ridacchiare.
« Sto montando uno stallone niente male...» il suo tono di voce malizioso mi porta a fraintendere, e credo stia parlando di qualche uomo.
« Zia! Per favore, i dettagli della tua vita amorosa tienili per te.»
Una sonora risata riempie le mie orecchie.
« Ma che hai capito, trottolina? Sono in sella ad un cavallo!»
Ah.
Un cavallo. E io che pensavo stesse "cavalcando" qualche bel maschione.
« Jason ha un ranch qui a Lakeville... devi assolutamente venirci!»
Mia zia sembra stranamente di buon umore, e la cosa rallegra anche me.
« Volentieri, mi piacerebbe!»
« Jason!» la sento urlare nella cornetta così forte da spaccarmi i timpani.
« Come si ferma questo "coso"? Non riesco a sentire mia nipote!»
Alzo gli occhi al cielo, ridendo.
Questo Jason dev'essere un vero santo.
In lontananza, sento un vociare confuso e dalla voce bassa presumo debba provenire dall'uomo che si trova al fianco di mia zia.
Speriamo riesca a domare anche lei, oltre al cavallo.
Dalla cornetta proviene qualche rumore indistinto, come se il telefono strisciasse da qualche parte. Poi silenzio.
« Zia, ci sei ancora?»
Prontamente arriva la risposta.
« Oh mio dio, sì, scusa trottolina, è che Jason stava... ehm, ecco, lui stava controllando che fossi seduta correttamente sulla sella.»
Anche se non l'ho mai vista farlo, immagino sia arrossita in questo momento.
« Uhm, certo, e immagino che il bacio sia servito per rassicurarti, giusto?»
« Cosa? No, ma quale bacio...» è visibilmente in imbarazzo.
« Non preoccuparti, zia.» chiudo l'oblò della lavatrice, e faccio partire il programma per la biancheria ed i vestiti chiari.
« Io sono contenta se hai finalmente trovato qualcuno.»
Mia zia ignora la mia affermazione.
« Ascolta, Nesta, ci terrei davvero che venissi a trovarmi prima o poi. Mi manchi tanto, trottolina.»
« Anche tu, zia.»
« E se non vuoi venire da sola, porta qualcuno dei tuoi poliziotti ad accompagnarti.»
Questa volta è il mio turno di arrossire.
« Ehm sì certo, cioè no, zia, vengo volentieri da sola.»
« E' entrato ancora nel tuo letto quel sexy maschione?»
Mi porto una mano sulla fronte, e anche se mia zia non mi può vedere, sono certa che riesca a percepire molto bene il mio stato di imbarazzo.
« Nella doccia, zia. E' entrato nella doccia, ed è stata solamente una volta e in casi estremi.»
« Come? Vuoi dirmi che non c'è stato niente tra di voi?»
Prima che possa risponderle, mentre un'infinità di ricordi di tutto quello che c'è stato tra me e Trey si riproduce nella mia testa, mia zia caccia un urlo.
« Jason! Questo cavolo di cavallo dev'essere difettoso! Ogni due metri di camminata si ferma a brucare l'erba!»
Scoppio in una risata.
Povero Jason. E' davvero impossibile annoiarsi con mia zia, ma quell'uomo dev'essere dotato di una pazienza infinita.
« Trottolina?»
« Mmh?»
« Non hai risposto alla mia domanda.»
Non le sfugge nulla.
Decido di confessare restando sul vago.
« Beh, proprio nulla nulla no, noi ci siamo...» mi blocco di colpo, puntando gli occhi sulla lavatrice.
Non capisco se ho le allucinazioni, ma in mezzo alla massa di vestiti bianchi inzuppati d'acqua, mi sembra di scorgere una cosa nera.
Eppure, sono convinta di averli divisi tutti.
Ma è quando vedo due occhi verdi che mi fissano dall'oblò della lavatrice che vado nel panico più totale.
Il gatto di Trey!
Bisturi è finito nel mio bucato! E' chiuso dentro la lavatrice, e sta girando a testa in giù, tenendo le zampette premute sull'oblò.
« Oh mio dio, zia!» urlo in preda all'ansia, come se lei potesse essere qui e venire ad aiutarmi.
« C'è il gatto del mio vicino in lavatrice!»
Mia zia soffoca una risatina, credendo che io stia scherzando.
« Scommetto che stavolta è un'altra scusa per chiamare l'idraulico...»
« No, zia, sono seria! Che diavolo faccio?»
Vado ancora più nel panico quando realizzo che quello all'interno dell'oblò è il gatto di Trey Weston, e che morirà per colpa mia, e lui non mi rivolgerà mai più la parola.
« Ferma subito il lavaggio e tiralo fuori!»
« Ma zia, io ho il terrore dei gatti!»
« NON VORRAI LASCIARLO MORIRE?!»
Presa dal senso di panico, misto al senso di colpa, faccio un rapido balzo verso il macchinario, e riesco a fermarlo, aprendo l'oblò e facendo uscire una cascata di acqua e vestiti su tutto il pavimento.
« Oh mio dio, Bisturi...» mormoro rivolta verso l'animale, con le lacrime agli occhi.
« Non penserai di operarlo in casa da sola?!» mia zia sbuca di nuovo dalla cornetta.
« No, Bisturi è il suo nome.» spiego, tirando su con il naso alla vista del povero animale fradicio, che per colpa del bagno nel detersivo non solo profuma di bucato, ma è ridotto anche la metà della sua normale stazza.
Il gattino si muove appena, così prendo coraggio e tento di tirarmelo in grembo, ma appena lo faccio una cascata di croccantini e detersivo esce dalla sua bocca.
« Oh signore, mi ha vomitato addosso!»
« Non essere schizzinosa!» mia zia è ancora partecipe della vicenda.
« Respira almeno?»
Controllo il gatto sulle mie gambe, che, anche se non si muove, però sembra respirare.
Grazie al cielo, Bisturi!
« Sì, zia, respira.» mi asciugo le lacrime con il dorso della mano.
Mi sarei sentita una pazza omicida se avessi ucciso un gatto in lavatrice.
« Bene, adesso chiama il veterinario e portalo a far curare quanto prima.»
« D'accordo.»
Le mie gambe tremano, così come la mia voce, ma mi tranquillizzo di un poco, vedendo che comunque il gatto sembra rimasto vivo.
« Non preoccuparti, trottolina. I gatti hanno sette vite. Metti che quest'esperienza gliene abbia fatto perdere tre... ne ha sempre quattro!»
Quattro vite invece di sette... credo che gliene chiederò una in prestito, perché dallo spavento ne ho persa una anch'io!
***
Chiamo Olly in preda al panico, che spiffera tutto ad Ian, che ovviamente riferisce tutto a suo fratello.
Spetterà a lui portare Bisturi dal veterinario, primo perché io sono senza macchina, secondo perché il proprietario dell'animale è lui.
Trey Weston entra come un tornado dalla porta, dai suoi occhi riesco a scorgere fulmini e saette, e penso che se potesse mi seppellirebbe viva.
« Che diavolo hai combinato?!» mi attacca subito, dirigendosi verso la sua bestiola che ho avuto modo di avvolgere in una coperta asciutta poco fa.
Buongiorno anche a te.
« Io?! Senti, non è colpa mia se il tuo gatto è un pazzo suicida che si ficca nelle lavatrici in casa d'altri. Io stavo solo facendo il bucato.»
Lui mi fulmina con un'occhiata e dal suo sguardo capisco che mi sta intimando di stare zitta.
Okay, non parlo.
Ma possibile che il mio destino sia così crudele? L'unica persona che non volevo vedere adesso è quella con cui sono costretta a passare i prossimi minuti.
Trey si avvicina al suo gatto, accarezzandolo e sussurrandogli qualche dolce parolina e se non fosse che sono incazzata con lui mi farebbe anche tenerezza.
Prende il trasportino e con delicatezza sistema l'animale all'interno.
Io mi sento mortificata, così senza dire niente apro la porta, mormorando un «mi dispiace».
Trey punta gli occhi nei miei facendomi rabbrividire.
« Non crederai di rimanertene qui seduta comoda e lasciarmi rimediare a questo pasticcio da solo?»
Schiudo le labbra, colta alla sprovvista.
« Cosa... beh, ma io pensavo... insomma, il gatto è tuo.» balbetto impacciata.
« Sei tu che hai tentato di ucciderlo.»
Gonfio le guance, sbuffando rumorosamente.
« Te l'ho detto, è stato un errore!»
Trey però sembra irremovibile, e si piazza davanti a me, sovrastandomi con la sua stazza.
Okay, è incazzato, ma non è colpa mia se ha un gatto sonnambulo!
« Errore o no, tu adesso vieni con me.»
Soffio l'aria fuori dal naso, perché sono stufa di sbuffare.
« D'accordo.» spero che dalla mia voce senta il risentimento che ho nei suoi confronti.
Sei tu che hai tentato di ucciderlo... manipolatore. Fa leva sui miei sensi di colpa.
Ma prima o poi te le restituirò tutte, Trey Weston.
« Sbruffone.» mi lascio sfuggire sottovoce, in un modo non percettibile dall'orecchio umano.
« Che cos'hai detto?» ringhia il mio accompagnatore.
« Niente, che faremo meglio a sbrigarci.» mento, girando la chiave della serratura della porta di casa e cercando di arrampicarmi sul suo pick up.
Chiudo la portiera dell'auto, e poco prima di partire mi accorgo di avere gli occhi dell'agente incollati addosso.
« Ti ho sentita.»
Tutankhamon, proteggimi tu.
Ehm... ops.
Direi che guai e Nesta vanno ormai a braccetto... ma credete che sia finita qui?
Vi attendo nel prossimo capitolo per scoprire come procede!
Bacioni.