THE WEM

By Moon0354

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Iris sognava una vita normale, eppure dopo un tragico evento, si ritrova catapultata in un mondo del tutto di... More

Premessa
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By Moon0354

Le macchie sul soffitto assunsero la forma di un orso.

Sbattei le palpebre e una volta riacquistata la vista le medesime macchine si erano trasformate in una nuvola.

Quella stanza d'ospedale era diventata surreale tanto il tempo trascorso.

I giorni passavano e nessuno dei miei coetanei entrava nella stanza gridando frasi del tipo 'prendi le tue cose, si torna a casa'.

Ero sfinita del passare le mie giornate a rigirarmi tra quelle lenzuola, senza fare nulla di speciale.

Calato il buio, la situazione depressiva migliorava grazie alla compagnia di Axel, dopo quella fantastica notte, i suoi comportamenti sembravano cambiati, ma talvolta rimaneva lo stesso scorbutico di sempre.

Martin era certo che all'interno di quest'ospedale sarei stata al sicuro, ma evidentemente non fu così.

Una nuova settimana era cominciata ed io dopo aver fatto la mia solita routine, vidi le infermiere entrare nella stanza per occuparsi di me, come ogni giorno.

Scambiai qualche parola con loro, per la maggior parte riguardanti il mio stato fisico.

Sibilai sentendo un leggero fastidio al braccio.

Mi volta verso di esso, e osservai l'infermiere che stringeva un punto del braccio, tenendo in mano l'ago appena tolto della flebo.

<Mi scusi, non l'ho fatto apposta> si scusò mentre osservavo la macchiolina rossa che si stava espandendo sul braccio.

La flebo mi veniva cambiata quasi ogni ora, a causa del mio stomaco che ancora faticava a smaltire la droga assunta.

L'altra infermiera, notando l'incidente, con la fronte aggrottata fece il giro del letto, raggiungendo l'uomo.

Scosse la testa, e ordinò di farle spazio.

L'infermiere obbedì e fece passi indietro, tra le sue mani ancora quell'ago.

<Vado a prendere del disinfettante. Tu rimani qui, e cerca di non fare altri danni> disse l'infermiera puntando un dito verso l'altro infermiere.

Quest'ultimo annuì, visibilmente preoccupato del danno commesso.

Una volta uscita l'infermiera, il ragazzo appena sgridato fece un profondo sospiro, rilassando le spalle affranto.

<Non ti preoccupare, non é niente> tentai di rassicurarlo, gettando un occhio a quella ferita dove il sangue stava sgorgando sempre di più.

Rivolsi lo sguardo di nuovo verso l'infermiere aspettandomi un sorriso di gratitudine, ma quello che ebbi in cambio fu uno sguardo del tutto diverso.

L'infermiere lasciò cadere l'ago dalle sue mani, che finì a terra emettendo un leggero 'din', ed iniziò ad avanzare verso di me.

Ora che ci penso, non avevo mai visto quell'infermiere prima d'ora, e ciò non fece che aumentare la mia preoccupazione.

Strinsi nella mano le coperte, impaurita dalle possibili azioni di quell'uomo, che non promettevano nulla di buono.

I suoi occhi erano seri, cupi, accompagnati da un sinistro sorriso.

<Quanto siete ingenua, 'erede'> sussultai quando pronunciò queste parole.

Feci due più due nella mia testa e arrivai alla conclusione che davanti a me, sola nella medesima stanza, vi era uno dei componenti delle WEM.

Ora bisognava capire a quale famiglia apparteneva, e se, sperando, non nutriva antipatia bei miei confronti.

Alternai lo sguardo tra la porta e lui, continuando ad elaborare, o almeno tentare di elaborare, un piano di fuga.

<Chi sei?> Sussurrai.

L'infermiere, o chiunque esso sia, rise, per poi sbattere le mani ai lati delle mie gambe sul materasso.

Allargò le spalle sovrastandomi, provocando in me un forte timore.

Rimasi immobile, con gli occhi puntati sull'uomo, troppo spaventata ora per distogliere lo sguardo, e rimasi in attesa di qualche sua mossa per farmi del male.

Le rotelline nella mia testolina continuavano a girare per trovare una soluzione e chiamare aiuto.

Ero al corrente che Luz aveva ordinato a Martin di mettere delle guardie per tutto il corridodio.

Non direttamente davanti alla mia porta, per non farmi accorgere di nulla e per non destare sospetti all'interno dell'ospedale.

Non avrei potuto cliccare il bottone di emergenza, in quanto nessun infermiere avrebbe fatto in tempo ad arrivare.

L'unica soluzione era quella di gridare a sguarciagola, e pregare che qualcuno di tali guardie venisse in mio aiuto.

<Ora che ti ho tra le mani, sola e così indifesa, posso mettere fine a tutto... tutto> nel mentre che pronunciava queste parole, le sue mani risalivano per tutta la lunghezza delle mie gambe.

Presi a dimenarmi sentendo il disgusto da quel tocco così rude e maligno.

Non persi altro tempo, quando le sue mani arrivarono all'altezza delle pancia, e comincia a gridare a perdi fiato.

L'infermiere imprecò e tento di zittirmi tappandomi la bocca.

Continuai a dimenarmi e gridare aiuto, smozzati dalle mani di quell'uomo, mentre i miei movimenti venivano man mano bloccati dalle braccia di quest'ultimo.

Tirai un sospiro di sollievo quando sentii la porta aprirsi con un tonfo.

Pochi attimi più tardi l'uomo che aveva tentato di farmi male, fu messo all'angolo da altri due uomini.

Un altro infermiere e un uomo delle pulizie, le guardie travestite, avevano bloccato l'uomo, e trascinato fuori dalla stanza, intimandomi di stare tranquilla e che presto sarebbe arrivato qualcuno.

Rimasi ferma su quel letto, tentando di calmare il mio battito accelerato.

Presi respiri profondi, spezzati da un leggero tremolio interiore, dovuto a tutta la scena appena vista.

Mi misi sugli attenti quando sentii la porta, prima socchiusa, riaprirsi di nuovo.

La mia testa scatto verso di essa, e non mi trattenni dal gettare fuori un profondo sospirp di sollievo nel vedere Lara lì in piedi.

Corse verso di me, avvolgendomi con un braccio, per calmarmi.

Mi apppoggiai alla sua spalla, togliendo via il sudore accumulatosi sulla mia fronte.

<Va tutto bene, é tutto passato> mi rassicurò, accarezzandomi piano il braccio.

Mi staccai da lei, appena riuscii a calmarmi, ma a dire la verità, mi ero sentuata al sicuro solo nell'averla vista.

<Quell'uomo....lui..ha tentato..> cercai di spiegare l'accaduto ma le parole mi morivano in gola.

<Non ti preoccupare, ce ne occupiamo noi. Perché non ti riposi ancora un po'?> Fece cenno di stenermi.

Gettai un occhio alla sveglia, rendendomi conto che effettivamente era ancora molto presto.

I controlli sanitari venivano fatti all'alba quasi.

Annuii, e molto lentamente e tremante, mi Rimisi della posizione assunta prima dell'attacco.

Lara mi rimbocco le coperte, ed io la ringraziai imbarazzata, lei in risposta sorrise, prima di posizionare la sedia accanto al letto.

<Resto qui con te, va bene?> Annuii, sentendomi grata nei suoi confronti per aver capito come mi stessi sentendo in quel momento.

Non volevo stare sola, per paura di un altro atto del genere, nonostante la presenza di Lara, feci fatica ad addormentarmi, avvolta dalla profonda paura.

Più andavo avanti, più risultava difficile fare i conti con questa realtà.

Era un pericolo continuo, ed essendo l'erede, la situazione era ancora più ricca di intrighi.

Mi facevo forza per arrivare al mio unico obiettivo: vendicare la morte dei miei due fratellini.

Eppure ciò mi risultava ancora così lontano.

Il mio piano era quello di entrare in questo mondo, vendicarmi, e levare le tende, tornando a vivere la mia vita come se nulla fosse successo.

Il destino, però, aveva avuto altri piani.

Aveva rovesciato la mia vita a 360 gradi, ed io non avevo resistito a quel vortice, pagando le pene ancora adesso.

Volevo semplicemente sfiorare la WEM, e invece me ne sono trovata a capo.

Potevo abdicare al trono?

Non sono una reale, ma non sapevo come altri porre la domanda.

La domanda alla quale non avrò mai risposta.

Lasciare il mio posto voleva dire voltare le spalle a tutti i componenti, e di conseguenza tradimento, e ancora, morte.

Dovevo reggere il gioco, almeno per un po', dovevo essere la perfetta reginetta delle azioni criminali, e una volta raggiunto il mio obiettivo, avrei calato il sipario.

Tuttavia, giorno dopo giorno, venivano trascinava ancora più in basso, migliaia di radici si intrecciavano attorno a me, impripgionanaodmi.

Tutte queste persone attorno a me, la mia così detta, nuova famiglia, erano queste radici.

Mi avevano aiutato, protetto, ed io in cambio cosa avrei fatto, se non gettare altro sangue?

Questo attaccamento che mam mano si insisidava nel mio cuore, metteva a dura prova la mia sete di vendetta.

Avrei trovato i colpevoli, ma dopo cosa sarebbe successo?

Sarei stata davvero in grando di premere un grilletto, o infilare una lama nella carne umana?

I miei incubi non accennavano a diminuire per una semplice minaccia nei miei confronti.

Con un omicidio, concluso dalla sottoscritta, non avrei potuto immaginare come mi avrebbe perseguitato per tutta la mia vita.

Conflitta e affranta, Chiusi gli occhi per rilassare la mente, e attenuare il mal di testa alla tempia.

Aprii gli scatto gli occhi quando percepii un movimento dalla sedia dove Lara vi era seduta.

La osservai mentre era in procinto ad alzarsi, e lei mi guardava come un cerbiatto di notte su una strada.

<Scusami, dovevo solo andare al bagno. Torno subito> si alzò di fretta, senza aspettare una mia risposta, spari all'interno del bagno.

Sospirai, appoggiandomi al cuscino, e ritornando con lo sguardo su quelle benedette macchioline.

Il mio sguardo venne distolto dalla luce del telefono che lampeggiava, segno che era arrivato un messaggio sul mio telefono.

Me lo avevano portato, e potevo messaggiare o telefonare solo uno dei loro sei.

In quei giorni, avevano recuperato la mia borsa, e dovetti subite una bella ramanzina sul famoso coltellino che vi era all'interno.

Sbloccai la schermata, e pigiai sull'icona dei messaggi, trovando un messaggio da un numero sconosciuto.

Aprii il messaggio e lessi ciò che vi era scritto.

"Buona visione :)"

Guardai confusa il video allegando al di sotto.

Controllai la porta del bagno ancora chiusa, e tentennai nell'aprire o meno quel messaggio da sola.

Avevo paura che non avrei retto le immagini, almeno non da sola, ma se ci fosse stata Lara, mi avrebbe impedito di vederlo.

Se era qualche indizio su Luis e Coco, dovevo esserne a conoscenza a tutti i costi.

Un ultima occhiata a quella porta chiusa, dopo si che, presi un respiro profondo e feci partire il video.

L'audio non c'era, e osservai col fiato sospeso la figura di Luis, che si faceva strada nel giardinetto della casa dove tuttto era iniziato.

Trattenni le lacrime nel vedere la scena di Luis che si abbassava sul corpo, coperto dal lenzuolo, di Coco.

Abbasso la testa, stringendo il lenzuolo e provocando un suo movimento, che mise a scoperto la fronte di Coco.

Luis rimasi li immobile a piangere per ben dieci minuti, ed io, dietro quello schermo con lui.

Mi asciugai le lacrime, e di tanto in tanto, gettai uno sguardo furtivo alla porta, bella paura che Lara ne potesse uscire da un momento all'altro.

D'un tratto nel video apparve un altra figura, alle spalle di Luis, dalla stanza dove tutti noi stavamo dormendo.

Aggrottai la fronte, e assottigliai gli occhi per riuscire a captare chi fosse quellq persona, ma purtroppo era nascosto dal buio della notte.

Vidi le due labbra muoversi impercettibile, e Luis si voltò di scatto, mettendosi sull'attenti.

Il video andò avanti, con i due che si fronteggiavano, e le loro bocche che si muovevano ma purtroppo non potrò ascoltare la loro conversazione.

Deglutii quando vidi la persona avanzate verso Luis, che però rimaneva fisso sul suo posto, gettandomi sguardi di fuoco.

Era in tensione, lo potevo notare dalla sua posturq eretta e dai pugni serrati, mentre il ragazzo davanti a lui, procevana tranquillo con le mani nelle tasche.

La figura divenne man mano più nitida grazie alla fioca luce del lampione posto al lato del giardino.

Ingrandii il video per riuscire a vedere quella determinata persona, e una volta visto il suo volto, non trattenni un violento sussulto.

Spalancai gli occhi, portandomi alla bocca tremante, una mano.

Quel ragazzo, quel volto, quel colore di capelli, quell'atteggiamento....era lui, ne ero certa.

Non mi feci prendere dal panico, e rimasi col fiato sospeso, mentre continuavo a guardare il procedersi del video.

I due parlavano, talvolta la discussione si accendeva, e i due facevano passi limacciosi l'uno verso l'altro.

Fino a quando il ragazzo misterioso caccio dalla sua fondina, una pistola.

La punto verso Luis, che nel frattempo si era imbolizzito.

Il ragazzo con in mano la pistola sembrava minacciate Luis, agitando l'arma.

Il mio fratellino impaurito alzava le mani e indietreggiava, cercando di non colpire il corpicino del più piccolo.

Singhiozzai il più silenziosa possibile, per non farmi scoprire da Lara.

Non riuscivo a pensare come lui potesse fare una cattiveria del genere a Luis...a me.

Preghai mentalmente affinché ci fosse euna scena in cui lui abbassava la dannata pistola e se ne anfava, lasciando libero Luis.

Purtroppo lo scopo del video, e della persona che me lo ha mandato era tutt'altro.

Chiusi gli occhi, quando il ragazzo premette il grilletto, facendo partire un colpo, che atterro Luis all'istante.

Spensi il video, non volendo vedere altro di quella orrenda scena.

Mi presi la testa fra le mani, e presi a piangere forte, ormai non importandomi più di Lara.

Come ha potuto?

Perché lo ha fatto?

Luis, fratello mio, chissà come hai sofferto, li, tutto solo nella notte.

Non riuscivo a trovare una spiegazione, un connesso, una giustificazione, nulla di nulla.

Provavo solo dolore, rabbia, confusione.

Sentii lo scarico del bagno e presi ad asciugarmi le lacrime in fretta, mentre ossevavo Lara uscire la bagno, con in mano un fazzoletto, intenta ad asciugarsi le mani.

Mi guardò sorridendo, ma questo si spense una volta addocchuati i miei occhi rossi e colmi di lacrime.

<Iris, cosa c'è?> Venne verso di me, ma io lo scostai, non volendo stare un attimo in piu vicino ad una delle possibili complici.

Mi guardò confusa, rimanendo con eo mani a mezz'aria.

<Iris....cosa...> Cerco di domandare in un soffio.

Io scossi la testa, allontanandomi sempre di più, quasi cadendo giù dal letto.

Era in procinto di tentare di nuovo in approccio ma la porta si aprì.

<Ragazze, tutto bene?> Chiese il ragazzo appena entrato.

Io lo guardavo con tutto l'odio che si potesse avere dentro, mentre Lara non distoglieva lo sguardo, preoccupato, da me.

<Lara? Iris?> Ci chiamò per nome, ed io presi a respirare affannosamente.

<Iris, cosa ti succede?> Lara tentò di avvicinarsi, ma io mi precipitai fuori dal letto, allarmando i due.

<Attenta!> Bloccai il ragazzo con la mano.

Non Volevo che l'assassino di Luis mi stesse vicino.

Lui non mi ascoltò, e mi raggiunse con solo due falcate, e mi prese per le spalle.

<Cosa ti succede?> Domandò, mentre mi teneva stretta, per non lasciarmi scappare.

Puntai gli occhi nei suoi, mostrandogli tutto il risentimento, la tristezza, le emozioni che stava facendo a botte dentro di me.

<Tu...sei un assassino>.

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