9. Fiume Han [R]

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Mi ero intorpidita, seduta su quella sedia, e sotto lo sguardo serio e minaccioso di mia madre. Sembrava che la sua dolcezza fosse sparita nell'esatto momento in cui ero venuta a conoscenza delle mie vere origini. E mi faceva male pensare che stesse cercando di allontanarmi in modo netto, senza darmi il tempo di metabolizzare. 

"Sento il crepitare delle scariche elettriche da qui" sibilò  "a quanto pare il processo non ti farà attendere molto"

Ferita, strinsi le mani a pugno. Cosa aveva detto il Protettore? Mantenere la calma? Ma allora perché non ci riuscivo?

"È quasi ora di cena, dovresti startene buona ancora un po', d'accordo?" si addolcì poi, forse realizzando che quella metodologia di distacco con me non avrebbe funzionato. Specialmente in fase di transizione. Rischiavo di perdere il controllo se avesse  messo a dura prova la mia rabbia.

Ben presto ci spostammo a tavola per mangiare. In religioso silenzio, meditavo sull'assenza di papà, che a causa dei turni doppi in ospedale, mi impedivano di poter passare i miei ultimi momenti con lui. Sedici anni in una famiglia, per poi scoprire che non è quella a cui appartieni davvero, mi ripetei con rammarico.

 "Domani passo a prenderti prima da scuola, ho bisogno di farti vedere una cosa. Mi assicurerò che tu sia pronta, prima di lasciarti andare."


Isabelle stava scribacchiando motivi immaginari  sulla mia pelle lattea, come se la cosa riuscisse a tranquillizzarla in attesa dei responsi del compito.  L'idea di perdere in quel modo la mia unica amica mi rammaricava; lei, ch'era sempre stata la mia compagna di avventure, non avrebbe potuto seguirmi in questa. Un avventura assurda, in cui me la sarei dovuta cavare da sola, andando incontro al mio destino. 

"Oggi ti va di studiare insieme?" domandò distrattamente, continuando a giochicchiare con la mia mano. Il mio cuore sprofondò, mentre cercavo un modo per declinare l'invito senza che Isabelle si accorgesse che ci fosse qualcosa che non andava. "Non posso, Isa..mi dispiace"
Il suo viso si rabbuiò, ma non disse niente. Scrollò le spalle e lasciò cadere la mia mano.

Quando mia madre mi venne a prendere, non mi disse dove mi avrebbe portata. Mi afferrò per la mano come una mamma iperprotettiva, guardando accuratamente la strada prima di attraversare. "Stiamo raggiungendo il fiume?" borbottai quando mi resi conto che si, eravamo piuttosto vicini al fiume Han.

"È quella l'entrata dell'Olimpo. Se riuscirai a vedere oltre la distesa d'acqua, vorrà dire che sei pronta."

𝐓𝐨𝐰𝐞𝐫 𝐎𝐟 𝐆𝐨𝐝 [𝐒𝐭𝐫𝐚𝐲 𝐊𝐢𝐝𝐬]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora