13. Agape [R]

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Entrai seguita da Seugmin, che a differenza mia, emanava una sicurezza che avevo sempre agognato. Quando giunsi al Padre degli Dei, mi inchinai rispettosamente. Le mie gambe di gelatina non avrebbero retto ancora per molto, ne ero certa.

Il volto di Chan, duro e serio, mi schiaffò in faccia una realtà  a cui non avevo minimamente pensato. Lui non aveva interesse alcuno nel conoscermi: ero una delle tante disseminate figlie illegittime, ed essendo nata fuori dal suo matrimonio con Era, capii che lei probabilmente non sarebbe nemmeno riuscita a guardarmi in faccia.

''Mia cara Kia..'' parlò Jisung per primo, giocando col suo calice di vino, mescolandolo con movimenti fluidi.  Alzai lo sguardo su di lui, ma non mi azzardai a guardarlo negli occhi. Non ero in grado di reggere il suo sguardo. ''Si ..signore,'' balbettai. Come avrei dovuto chiamarlo, poi?  Non avevo assolutamente idea di come comportarmi. Mica avevo seguito un'etichetta di galateo da usare con gli Dei dell'Olimpo!

Il Dio del vino rise di gusto, ma non in modo scortese, facendo tremare le mura intorno a me. ''Chiamami Jisung, non sono così vecchio''

Arrossii vistosamente, percependo le mie guance bruciare dall'imbarazzo. Ma questo passò in secondo piano quando scorsi, con la coda dell'occhio, il Padre degli Dei sbuffare infastidito. Chissà, forse non scorreva buon sangue tra i due.

''Immagino avrai tante domande da porgere a tua madre, cara'' prese parola Atena. I suoi capelli neri splendevano di luce propria e le accarezzavano le braccia nude. Era letteralmente una fata, in grado di combattere anche soltanto col suo sguardo. 

Annuii frettolosa. Certo che avevo domande! Ne avevo una miriade. Ero ancora convinta che, se mi fossi pizzicata un braccio abbastanza forte, mi sarei svegliata nel mio letto.

"Molto bene allora, sciogliamo il consiglio!'' esclamò Chan, battendo le mani una sola volta. Poi si dileguarono tutti con una naturalezza incantevole da mettermi i brividi. A rimanere nella sala, per ovvie ragioni, era Afrodite, che osservò minuziosa i suoi fratelli passarmi accanto con sguardi curiosi. 

''Avvicinati pure'' mormorò gentile,  alzandosi dal trono sinuosamente per raggiungermi. Ero ancora imbambolata al centro della sala con le gambe tremanti , e certa che le ginocchia di lì a poco avrebbero ceduto. Le andai incontro lentamente, e quando Afrodite mi raggiunse, il mio cuore si riempì di una nuova emozione. Ammirazione.

𝐓𝐨𝐰𝐞𝐫 𝐎𝐟 𝐆𝐨𝐝 [𝐒𝐭𝐫𝐚𝐲 𝐊𝐢𝐝𝐬]Where stories live. Discover now