14. Ade [R]

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Afrodite era gentile. Mentre tutti, sul mondo degli umani, la definivano una divinità vanitosa, io ero assolutamente sconcertata dal constatare che fossero tutte idee stupide e prevenute. "Mettere al mondo te è stata una gioia immensa," spiegò "ma lasciarti andare è stato necessario, oltre che devastante"

Non riuscivo ad immaginare il dolore che aveva provato, per quanto cercasse di spiegarmelo chiaramente. Solo una madre lo sa.

''Tuo padre è rigido sulle questioni che riguardano la nostra casa, ma i figli fuori dal matrimonio, secondo lui, sono uno sbaglio. Benché, ironicamente, sia egli stesso l'artefice di quelli che lui definisce errori'' più che rammaricata, a me Afrodite appariva arrabbiata. Soltanto perché Chan era il Padre degli Dei, non poteva sentirsi giustificato nel peccare e a non ricevere punizioni.

 "E' per questo che mi avete mandata a crescere tra gli umani?" chiesi.

Afrodite sospirò. Cercava le parole giuste, mentre la sua mano afferrava la mia. ''Non per mia decisione, ci tengo a sottolinearlo. Quando il Protettore è sceso sulla terra per controllarti, ho capito che tu non sei un'umana e basta. Sei speciale, che Chan voglia ammetterlo oppure no''


Il giorno successivo svegliarmi tra le mura della mia nuova casa sembrò più assurdo di quanto pensassi, e la realtà - ancora una volta - confermò che non stavo sognando, o addirittura delirando.

La servitù venne a portarmi la colazione direttamente a letto, anche se avevo cercato ripetutamente di rifiutare quei servigi. "La prego, non c'è bisogno."  Ma la donna che era entrata con il vassoio non ne volle sapere. "Sei l'unica figlioletta illegittima che lasciano vivere qui, e questo significa che non sei una dea qualunque" aveva detto. Posò il vassoio sul comodino al mio fianco, e con un sorriso furbo, si richiuse la porta alle spalle.

Sospirai. Non ero certa di cosa significasse, ma ero pronta a scoprirlo. Bevvi quella tazza di latte caldo in pochi sorsi, e dopo aver masticato anche qualche biscotto, mi buttai giù dal letto per avventurarmi tra gli immensi corridoi del palazzo. A piedi nudi, come a voler assaporare la freddezza ma anche la consistenza liscia del pavimento sui cui stavo camminando. 

''Ho bisogno di sapere!"  brontolò una voce che ricollegai immediatamente a mio padre. Mi schiacciai contro una parete spigolosa, colta alla sprovvista. L'ultima cosa che volevo, era essere beccata ad origliare.

''Minho è un egoista! E' pur vero che è stato segregato nell'Ade, ma non può ignorare il suo Re!''

𝐓𝐨𝐰𝐞𝐫 𝐎𝐟 𝐆𝐨𝐝 [𝐒𝐭𝐫𝐚𝐲 𝐊𝐢𝐝𝐬]Where stories live. Discover now