-Rose!-
La ragazza si fermò di colpo, girandosi.
Si sorprese di vedere Scorpius correre verso di lei e fermarsi a un paio di passi di distanza.
Aveva il fiatone e i capelli biondi e ricci scompigliati dalla corsa; il suo profumo di mare e aria invernale la colpì come un pugno, e Rose desiderò più che mai annullare la distanza che li separava e baciarlo.
-Cosa c'è?- chiese Rose in un soffio.
Non riusciva a capire che motivo potesse mai avere Scorpius per correrle dietro.
-Ecco... io...- Scorpius distolse lo sguardo, spostando il peso del corpo da un piede all'altro e guardandosi attorno -...credo che sia stato colpa mia, ciò che è successo là- disse indicando con la mano la presidenza alle sue spalle -Se non avessi avuto io la tua bacchetta...-
-La Skeeter avrebbe tirato su un polverone anche solo per il nucleo- rispose Rose facendo spallucce -Ma... da quanto tempo hai tu la mia bacchetta?-
Scorpius strinse le labbra abbassando la testa -Da qualche giorno... da quando hai affrontato il drago, in realtà-
Rose sollevò le sopracciglia -E perché non me l'hai mai ridata?-
Scorpius inspirò, infilando le mani nelle tasche dei pantaloni neri -Non lo so... credo che non ci sia stata l'occasione-
Rose esitò. Avrebbe voluto dirgli che l'occasione l'aveva avuta, la notte in cui l'aveva trovata sonnambula per il castello; tuttavia Scorpius sembrava teso, e Rose non se la sentì di rovinare quella calma apparente.
-Grazie per avermi difesa prima, con la cosa dell'ultimo incantesimo...- sussurrò lei
Scorpius fece saettare gli occhi nei suoi, e il battito di Rose accelerò.
-Nessun problema. E poi, sapevo che incantesimo avevi usato per... sai... il drago. Non avrebbe fatto bene alla tua... uhm... situazione- disse lui, come a disagio.
-Intendi dire che un incantesimo oscuro non avrebbe giocato a favore di un'assassina?- chiese Rose, sentendo una fitta al petto.
Se solo Scorpius avesse ricordato... se solo avesse ricordato la sua storia, e il modo in cui le aveva assicurato che lei non era un mostro...
-Non è così- disse Scorpius, e Rose sollevò la testa per guardarlo -Tu hai detto che è stato un incidente, e io ti credo-
Rose sussultò, e sentì le lacrime pizzicarle la punta degli occhi ma le ricacciò giù.
-Mi credi anche se non mi conosci?- chiese Rose in un sussurro.
Si erano avvicinati di un passo, e Rose sentiva la mancanza del suo calore come un dolore fisico.
Moriva dalla voglia di slanciarsi in avanti e abbracciarlo.
Scorpius abbozzò un sorriso, sollevando un angolo delle labbra piene.
-Ti ho vista aiutare Julian, all'arena, ti ho vista aiutare me nonostante il modo orribile in cui ti avevo trattata.. sì, io non ti conosco, è così. Ma sento che sei un persona buona- spiegò Scorpius abbassando il viso verso il suo e guardandola fisso negli occhi.
Rose non sapeva cosa rispondere.
Riusciva solo a guardarlo, a percepire la tensione che correva tra loro come elettricità statica.
Era certa che se avesse allungato una mano per toccarlo, avrebbe sentito fremere la sua pelle.
Il ricordo di Scorpius che le prendeva il viso tra le mani e si chinava verso di lei era travolgente. Il ricordo delle sue labbra sulle proprie, dei loro respiri che si mischiavano, del modo in cui il ragazzo la stringeva a sé...
Scorpius di colpo sbattè le palpebre in fretta, e indietreggiò di un lungo passo spezzando l'atmosfera che si era creata tra loro.
Sembrava frastornato, e guardava il pavimento con le sopracciglia aggrottate, come se ci fosse qualcosa che non capiva e che lo confondeva.
Rose avrebbe voluto gridargli che lei sapeva cos'era; avrebbe voluto prenderlo per le spalle e urlargli che si erano amati, che lei lo amava ancora, che loro due si appartenevano.
Scorpius però si voltò, senza più dire una parola, e Rose lo guardò camminare in fretta per il corridoio finché non svoltò l'angolo, sparendo dalla sua vista.
La ragazza prese un profondo respiro e si incamminò verso la sala comune.
Infilò la divisa da Quidditch sovrappensiero e decise di portare con sé la bacchetta, in un taschino interno della tuta rossiccia.
Si mise la scopa in spalla e scese percorrendo i corridoi pieni di studenti.
Non aveva più visto Alice o le sue cugine, ma immaginò fossero a Hogsmeade a fare shopping, siccome era domenica.
-Rosa!- gridò una voce dietro di lei, mentre stava scendendo la collina dirigendosi verso il campo da Quidditch.
Rose si voltò e vide Julian e Elvira correre verso di lei, finché non la affiancarono.
-La Skeeter era furiosa dopo che te ne sei andata- disse Elvira, con gli occhi scuri luccicanti di divertimento -Vuoi sapere cosa ha detto di te?-
Rose sbuffò riprendendo a camminare, insieme ai due fratelli -Sentiamo, che sono una disgrazia? Una maleducata? Un mostro con sette tentacoli?-
Julian ridacchiò insieme a Elvira.
-In realtà, querida, ha detto che le piaci.- la informò Julian -Che le ricordi lei da giovane, e che scommetterà dei galeoni su di te nel Torneo-
-Accidenti, dovrò impegnarmi a perdere per farla andare in bancarotta- commentò Rose con una risatina.
-Gli altri non l'hanno presa molto bene- disse Elvira -Soprattutto i due giapponesi, sembravano molto irritati-
Rose fece spallucce -Gli passerà-
-In realtà...- Julian esitò, ormai erano arrivati al campo da Quiddich, e si erano fermati vicino alle gradinate -...Bagman ha comunicato i voti ufficialmente, a tutto il castello. E tu hai il voto più alto, querida, sai cosa significa?-
Rose aggrottò le sopracciglia -Che sono stata brava...?-
-Non solo- disse Elvira, appoggiandosi con la schiena contro i palchi di legno e guardandola pensierosa -Quel nove ti ha messo un bersaglio sulla testa. Devi stare attenta, i due giapponesi tramano qualcosa e anche i bulgari non mi convincono. Per non parlare di Teresa di Ilvermorny, che ti ha minacciata di morte in modo abbastanza esplicito...-
Rose fece correre lo sguardo tra Julian e Elvira, sollevando le sopracciglia.
-Non... non vi importa se ho ucciso qualcuno?- chiese Rose confusa.
Dopo la rivelazione di Teresa si era aspettata che Julian ed Elvira la evitassero, invece i due si comportavano in modo stranamente normale.
-Mi pare che hai detto che si è trattato di un incidente, querida- disse Julian, facendo spallucce.
-E poi io ho ucciso un cane qualche anno fa...- disse Elvira, cercando di reprimere un sorriso -...rovesciandogli addosso una pozione dilatante, che lo ha fatto gonfiare fino ad esplodere letteralmente, facendo schizzare sangue e organi interni...-
-¡Vale! Ero quasi riuscito a rimuovere dalla mente quell'episodio! Grazie Elvira!- esclamò Julian con una smorfia, rabbrividendo dal disgusto.
Rose si sentì scaldare il petto dalla felicità, e si sporse in avanti abbracciando Elvira.
-Grazie- sussurrò.
-De nada, Rosa, dopotutto quel cane era una vera peste...-
Rose si tirò indietro ridacchiando.
-Io ora devo iniziare gli allenamenti, ma ci vediamo dopo a cena?- chiese Rose tirando giù la scopa dalla spalla e stringendola saldamente tra le mani.
-Oh si! Io ora andrò a cercare altre api frizzole... dovrebbero esportarle anche in Brasile!- esclamò Elvira, dopodiché si staccò dagli spalti e salutò Rose e Julian, risalendo la collina per tornare al castello.
Rose sorrise e si voltò verso Julian -Beh...- Rose si dondolò sui talloni, senza sapere bene cosa dirgli.
-Ci vediamo dopo- disse Julian con un sorriso.
Rose annuì ricambiando il suo sorriso. Si sentiva un po' impacciata ora che era da sola con lui, e che non c'era più sua sorella ad alleggerire l'atmosfera con la sua ironia macabra.
-Ciao- disse Rose ridacchiando, e decidendosi a voltarsi per raggiungere il centro del campo.
Iniziarono gli allenamenti, e Rose, dopo tanto tempo, si sentì di nuovo viva a cavallo della propria scopa.
Diede il massimo, volando con più impegno e precisione di quanto avesse mai fatto.
Volò volteggiando rapida tra i compagni di squadra, sentendo la sensazione del vento tra i capelli e la piacevole stretta allo stomaco dovuta all'adrenalina.
Si allenò a volare restando in equilibrio sulla scopa come se fosse una tavola da surf; segnò almeno una decina di gol, con un lieve disappunto di Lysander, il portiere, e schivò ogni bolide lanciatole da Blake e Harmon, i battitori.
Quando James suonò il fischietto, per decretare la fine degli allenamenti, Rose ne fu quasi delusa: avrebbe volato ancora per ore.
-Bel lavoro, Rose- disse James una volta che furono scesi in campo, con un gran sorriso stampato in faccia -Vola così nella partita della prossima settimana e avremo la vittoria in pugno-
Rose ricambiò il cinque di James ridacchiando -Ma noi abbiamo già la vittoria in pugno, cugino-
-Questo è lo spirito giusto!- esclamò James ridendo.
Rose si mise la scopa in spalla, dirigendosi verso l'uscita del campo.
Mentre stava passando accanto agli spalti, un rumore la fece fermare di colpo.
Si voltò e vide Julian scendere dalle gradinate, battendo le mani.
-Pensavo te ne fossi andato- commentò Rose sorpresa.
-Ero curioso di vederti volare sul serio- disse lui facendo spallucce e affiancandola.
Rose sorrise -Hai appena sprecato mezz'ora della tua vita, congratulazioni-
Julian scoppiò a ridere, passandosi una mano nei capelli castano rossicci illuminati dagli ultimi raggi del tramonto.
Si incamminarono verso il castello.
-Domani ti voglio sfidare- disse lui mentre risalivano la collina -Uno contro uno, ci stai?-
Rose ridacchiò -La cosa mi intriga, lo devo ammettere. Okay ci sto- disse lei con un ghigno.
-Querida, non guardarmi come se pensassi di avere la vittoria in tasca- disse Julian dandole una gomitata.
-Ma io non lo penso, lo so- rispose lei facendogli un occhiolino.
Ormai avevano raggiunto il cortile del castello, e si era fatta sera.
-Oh, questo non dovevi dirlo- disse Julian piegando le labbra in un sorriso che non faceva presagire nulla di buono.
Rose indietreggiò mentre il ragazzo si tirava su le maniche della tunica.
-Che hai intenzione di... hey!-
Julian si era abbassato e l'aveva presa di peso, caricandosela su una spalla come se fosse leggera come un piuma.
-Mettimi giù! Guarda che ti tiro la scopa in testa!- lo minacciò Rose, battendo i palmi delle mani sulla sua schiena.
Sentì le spalle di Julian sussultare dal ridere mentre camminava.
Dopo qualche passo, il ragazzo la fece scendere di colpo e Rose lanciò un gridolino di sopresa appena sentì il freddo dell'acqua inzupparle i capelli.
Julian l'aveva lasciata cadere nella fontana.
Rose spalancò la bocca dallo shock tirandosi su a sedere e trovandosi immersa nell'acqua fino al petto.
-Sei un idiota!- sbottò guardando Julian furiosa.
Il ragazzo si era piegato in due dal ridere, appoggiandosi con un braccio al bordo della fontana.
Rose incrociò le braccia al petto, guardandolo storto finché non si tirò su.
-Dai, vieni- disse Julian porgendole una mano, per aiutarla ad alzarsi.
Rose sorrise, e, afferrando la sua mano la tirò con forza, facendo cadere Julian in avanti.
Rose girò la testa per evitare gli schizzi d'acqua quando il ragazzo precipitò accanto a lei.
-¡Dios mio! ¡No puedo creerlo!- esclamò Julian tirandosi in ginocchio e togliendosi le ciocche fradice che gli si erano incollate alla fronte.
Stavolta era Rose che stava ridendo a più non posso.
Julian mosse in fretta un braccio, e un enorme schizzo d'acqua colpì Rose in faccia, facendogliene inghiottire un po' mentre rideva.
-Questa è guerra!- decretò lei alzandosi goffamente in piedi nella fontana e rincorrendo Julian attorno alla statua della sirena al centro di essa, facendo schizzare acqua ad ogni passo.
Gli si buttò sulle spalle, facendogli perdere l'equilibrio e cadere entrambi di nuovo nell'acqua.
Rose provò qualche vano tentativo di immergerlo con la testa, ma Julian le bloccò i polsi tirandosi su e ridendo.
-Stavi provando ad affogarmi, querida? Ah! Ecco con che sporchi giochetti vuoi vincere il torneo- disse Julian con un gran sorriso.
-Accidenti! Hai scoperto il mio malvagio piano!- esclamò Rose ridendo e appoggiando la testa alla sua spalla.
-Credi che dovremmo uscire dalla fontana?- chiese lei tirandosi su e guardandolo.
Julian sbuffò -Perché? Il look bagnato ti dona- disse lui facendole un occhiolino.
Rose gli diede uno spintone, senza smuoverlo di un millimetro ma facendolo ridere ancora di più.
La ragazza scosse la testa e si portò i capelli pesanti e fradici su un spalla, arrotolandoli e strizzandoli con le mani.
Julian si soffermò a osservarla, dopodiché Rose lo vide sporgersi in avanti avvicinandosi a un palmo dal suo viso.
La ragazza trattenne il fiato, raggelando sul posto, ma Julian abbassò la testa verso il suo collo e prese un profondo respiro.
-Querida- disse, il suo fiato sulla pelle le fece venire la pelle d'oca, e Rose si sentì stringere lo stomaco dalla tensione -Puzzi di acqua stagnante- le disse Julian con un sorriso, rialzando il viso verso il suo.
Rose spalancò la bocca dallo sconcerto, sentendosi arrossire, e incrociò le braccia al petto sbuffando.
-Idiota- borbottò lei distogliendo lo sguardo, anche se era difficile con il viso di Julian così vicino al suo.
Il ragazzo rise, e le prese il mento con due dita -Hai messo il muso?- chiese lui ridendo.
-Mi sembra il minimo! Mi butti in una fontana e poi hai pure il coraggio di dirmi che so di acqua sporca!- esclamò lei allontanandogli la mano con uno schiaffo.
Julian rise -Ti sto prendendo in giro, querida, un po' profumi anche di fragole- disse lui con un sorriso, allungando una mano e scostandole i capelli dal viso con due dita.
Julian la stava guardando in modo strano, senza più sorridere, e Rose si sentì correre sulle braccia la pelle d'oca.
Avrebbe voluto dire qualcosa, spezzare la strana atmosfera che si era creata, ma riusciva solo a guardarlo a sua volta con la bocca asciutta.
Le dita di Julian si abbassarono seguendo il profilo della sua guancia, e sistemandole una ciocca di capelli dietro l'orecchio.
-Weasley e Menendez!- tuonò una voce maschile facendoli sussultare e allontanarsi in fretta.
Rose si voltò e vide il professor Paciock in piedi davanti a loro.
Li guardava con gli occhi verde foresta stretti a fessure -Fuori dalla fontana prima che vi metta in punizione! E muovetevi ad andare in Sala Grande, mancate solo voi!-
Rose arrossì dall'imbarazzo e uscì dalla fontana, grondando acqua e recuperando la sua scopa dall'erba.
-Ma io veramente dovrei cambiarmi...- iniziò lei, ma Neville Paciock la interruppe con un'occhiataccia.
-Assolutamente no! Sono già tutti a cena e Bagman deve fare un annuncio, perciò muovetevi!- esclamò lui, dopodiché gli diede le spalle attraversando le arcate in pietra che riportavano al primo piano del castello.
Julian la affiancò e Rose si trovò ben presto a tremare stringendo forte la scopa in mano.
L'acqua era gelida e le rendeva i vestiti pesanti e freddi.
-Grandioso- borbottò mentre percorrevano il corridoio.
Julian non aveva più detto una parola, la seguiva in silenzio a capo chino.
Trovarono le porte della Sala Grande chiuse, e quando le aprirono per entrarci tutti gli studenti delle quattro case si voltarono verso di loro.
Presero subito a levarsi mormorii e risate.
-Grazie, Julian, questa figuraccia mi mancava- gli sibilò lei assottigliando lo sguardo.
-Quando vuoi, querida- rispose lui facendole un occhiolino.
Si andarono a sedere alla tavolata dei Grifondoro, vicino a Elvira.
-Ma che vi è successo?- chiese lei guardandoli a bocca aperta.
-È successo che tuo fratello ha battuto la testa da piccolo, ma questo lo sai già- rispose Rose sedendosi e appoggiando la scopa accanto a sé sulla panca.
Elvira ridacchiò -In realtà sono stata io a spingerlo fuori dalla culla con un calcio, e fargli battere le testa- le disse con un'occhiolino.
-Rosie, ti guarda tutta la scuola- la informò Dominique, con gli occhi neri luccicanti di divertimento.
Alice e Lily, sedute affianco a lei, lanciarono sguardi sospettosi a Rose e Julian.
-Ad ogni modo, Bagman deve fare un annuncio- disse Elvira prendendo una forchettata di cereali colorati.
Rose si chiese come facesse quella ragazza a ingurgitare zucchero anche a cena.
-Uhm, annuncia le sue nozze con Erica Skeeter? Sarebbero un'ottima coppia- borbottò Rose, facendo ridacchiare Alice.
-Selezionerà le prime due scuole a sfidarsi nel Torneo- disse invece Elvira.
Rose restò con la forchetta sospesa a mezz'aria, e guardò preoccupata Julian seduto accanto a lei.
-Tranquilla, querida, ci sono poche possibilità che ci sfidiamo per primi- disse lui per rassicurarla.
La voragine che le stava improvvisamente inghiottendo lo stomaco, però, non le faceva presagire nulla di buono.

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