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-Per di qua- disse Scorpius porgendole una mano.
Rose ne osservò il palmo steso all'insù, e poi la foresta alle spalle del biondo.
-Merlino, questa cosa sta cominciando a inquietarmi- borbottò lei prendendo Scorpius per mano.
Il biondo la aiutò a superare una radice nodosa con un balzo, e la affiancò mentre camminavano tra le possenti querce della foresta che presidiava Hogsmeade.
Rose notò che non le aveva ancora lasciato la mano, e si sentì spuntare un sorriso.
-E se ci perdessimo?- chiese Rose dopo un po' che camminavano.
Scorpius abbassò lo sguardo divertito su di lei -Ti dispiacerebbe perderti con me?- le chiese con un sorriso affascinante.
Rose richiuse la bocca guardando dritto davanti a sè, mentre un calore le saliva alle guance.
Quando si era immaginata quell'appuntamento, per il quale si era messa un bel vestito nero e acconciata i capelli in una coda alta, di certo non si era aspettata una gita nei boschi.
Sebbene il sole non fosse ancora tramontato, in quel labirinto d'alberi e felci altissime sembrava già notte.
-I duelli inizieranno dopo le vacanze di Natale, vero?- chiese Rose dopo un po' che camminavano.
Lasciò la mano di Scorpius per incrociare le braccia stringendosi i gomiti: il leggero cardigan di cachemire non la proteggeva affatto dall'aria invernale.
Scorpius rapidamente le posò il suo giubbotto sulle spalle, e Rose si voltò guardandolo sorpresa.
-È l'ultimo giubbotto che mi rimane, cerca almeno di metterlo l'altro- scherzò lui mentre camminavano e dandole un rapido bacio in cima alla testa.
-Sì, comunque, dopo Natale. Non manca molto... anzi, manca davvero poco- mormorò Scorpius.
Era vero, le vacanze sarebbero iniziate da lì a una settimana. Il tempo era passato spaventosamente in fretta.
-Tu ci sarai, vero? A casa Weasley per le feste- gli chiese Rose stringendosi ancora di più nel suo giubbotto e abbassando il naso per respirarne il profumo.
-Certo, ci sarò- le assicurò lui.
-Quando è il tuo compleanno?- chiese Rose, di punto in bianco.
Scorpius inarcò un sopracciglio -È già passato. L'otto agosto- le rispose prendendola di nuovo per mano, appena Rose fece ricadere le braccia sui fianchi.
-Davvero? Ma quindi... hai compiuto diciassette anni. Sei maggiorenne- disse lei in un soffio, sorpresa.
Scorpius sorrise -Non c'è nulla di speciale nell'esserlo. Non mi sento diverso-
Rose guardò di nuovo davanti a sé, saltellando per superare un tronco caduto a terra.
-Sì, probabilmente hai ragione- concordò piano.
-E tu? Quando sei nata?- volle sapere il biondo.
Rose sorrise -Tu sei nato d'estate, e io d'inverno-
Scorpius sorrise -E quando, per essere precisi?-
-Non importa, ma sarò presto maggiorenne anche io.- rispose lei facendo spallucce.
-Dai, dimmelo- insisté Scorpius fermandosi e prendendo Rose per i gomiti -Che giorno sei nata?-
Rose sospirò -Il giorno di Natale- rispose, alzando lo sguardo e incontrando i suoi occhi grigi.
Scorpius sollevò le sopracciglia sorpreso -Cosa?! Ma... tra poco più di una settimana è il tuo compleanno...-
-Per questo volevo essere sicura che tu ci fossi a casa Weasley per Natale. Vorrei che quest'anno ci siano tutte le persone importanti per me- disse Rose facendo spallucce e riprendendo a camminare.
Scorpius la affiancò, senza più parlare.
-Quanto manca?- chiese Rose dopo un po' che camminavano.
-Ci siamo, seguimi- il biondo la superò di un paio di passi, e scostò alcuni rami bassi per farla passare.
Rose si trovò davanti l'ultima cosa che si era aspettata di vedere, la sua mente non l'avrebbe mai nemmeno potuto immaginare.
-Che... che cos'è?- chiese in un sussurro, spalancando gli occhi e guardandosi attorno meravigliata.
Erano spuntati in una piccola radura circolare priva di alberi, fiori campo viola e azzurri macchiavano l'erba e qua e là, e disposti a circa un metro le une dalle altre, si ergevano colonne di cristallo.
Rose fece un paio di passi, avvicinandosi a una di esse e notando che erano poco più basse di lei.
Sembravano piccole torri fatte di quarzo, alcune trasparenti, altre color latte e dai riflessi azzurri, altre ancora rosa o viola chiaro. Ricoprivano il campo della radura.
-Sono... case- le rispose Scorpius affiancandola. La prese per un gomito conducendola verso un grosso telo steso sull'erba.
Rose non lo aveva nemmeno notato, presa com'era dall'ammirare quelle strutture di gemma.
Scorpius aveva preparato un telo verde scuro, con sopra due cuscini neri e un cesto da pic nic.
-Oh- sospirò Rose guardando Scorpius sopresa -È... incredibile-
Scorpius scoppiò a ridere -Aspetta per dirlo. Vieni, siediti-
Si misero sul telo e Rose tornò a guardarsi attorno -In che senso sono case?-
-Sono nidi di fate. Amano il lusso e tutto ciò che brilla- le spiegò Scorpius aprendo il cestino di paglia e tirando fuori dei tramezzini, frutta e dolci, e poggiandoli sul telo.
-E come hai scoperto questo posto?- gli chiese Rose, seguendo con gli occhi tutto il ben di Dio che Scorpius stava sistemando davanti a loro. Le si strinse lo stomaco dalla fame.
-L'anno scorso Hagrid ci ha dato come compito di allevare un asticello per qualche mese. Avevo sentito che in questa foresta se ne trovassero di blu...- Scorpius fece una pausa e ridacchiò scuotendo la testa -...effettivamente era una balla, ma mi ha permesso di scoprire questo posto. È po' lunga arrivarci, quindi dubito che qualcun altro sappia che esiste-
-Davvero? Non lo hai fatto vedere a qualcuno... non so, Albus o...- stava per dire "qualche ragazza", ma si interruppe.
Scorpius la guardò con un sorrisetto, mentre prendeva un morso da una mela verde.
-Sei la prima persona che porto. Credo che gli piacerai... le fate apprezzano molto la bellezza. Ecco perché non mi hanno mai cacciato- Scorpius le fece un occhiolino, e Rose scoppiò a ridere prendendo a sua volta un tramezzino.
-Si deve aspettare il tramonto, manca poco- aggiunse lui prendendo poi qualche chicco d'uva.
-Cosa stiamo aspettando?- chiese Rose curiosa.
Un campanellio si diffuse nell'aria. Era il suono più dolce e delicato che Rose avesse mai sentito, pareva quasi non appartenere a quel mondo.
Scorpius le si avvicinò e indicò i pilastri di cristallo con un dito -Non muoverti, e fai silenzio- sussurrò lui.
Dopodiché Rose vide i cristalli iniziare a brillare dall'interno, di una luce calda e magica che riversò sul erba tanti fasci di prismi color arcobaleno.
Rose socchiuse gli occhi, sentendosi investire da quella luce colorata, e vide piccole fate azzurrognole apparire dentro le colonne di cristallo e uscire fuori volando tutt'attorno alle loro case e rasenti all'erba.
Erano le loro chiacchiere il campanellio che Rose aveva sentito, non parlavano una lingua umana e le loro parole sembravano dolci e melodiche anche se incomprensibili.
Un gruppetto di fate notò Rose e Scorpius e si misero a parlottare tra loro guardandoli.
Rose ne era affascinata, non aveva mai visto tante fate insieme da vicino.
Si alzò piano in piedi, senza fare movimenti bruschi, e una decina di fate volò verso di lei, circondandola.
Rose avrebbe voluto capire cosa dicevano, ma si limitò a guardarle svolazzare attorno a lei.
Una piccola fata bluastra dal vestito fatto di ragnatele si posò seduta sulla sua mano, e Rose la alzò piano avvicinandola al suo viso.
La fata aveva occhi neri e oblunghi come piccole mandorle, e la fissò inclinando la testa di lato.
Dopodiché rise, e volò via dalla sua mano sbattendo le piccole ali velocemente come quelle di un colibrì.
Ben presto le altre fate seguirono il suo esempio, e sparirono in mezzo agli alberi che circondavano la radura.
Le colonne di quarzo smise di brillare e il campanellio si interruppe.
Di colpo il silenzio le sembrò fastidioso e triste, l'irrealità di ciò che aveva visto l'aveva meravigliata e Rose si sentì come se si fosse appena svegliata da un bel sogno.
-Le sei piaciuta- disse Scorpius affiancandola, e portandole una ciocca di capelli dietro un orecchio.
-Come fai a dirlo? Non parli la loro lingua- chiese Rose guardando ancora il punto in cui erano sparite.
-Ti hanno volato attorno, una ti ha persino toccato. Le fate non si avvicinano a chi non gli interessa- le rispose Scorpius.
-È stato... incredibile- sussurrò Rose voltandosi verso Scorpius con un gran sorriso.
-Possiamo ritornarci un'altra volta?- chiese impaziente.
Scorpius ridacchiò -Quando vuoi, ma promettimi di non venirci da sola-
Rose si incupì -Perché?-
-Perché sei una donna... no, non guardarmi così. Non è maschilismo... ora ti spiego meglio- si sedettero di nuovo sul telo, e Rose si portò le ginocchia al petto poggiandoci la testa sopra.
-Le fate possono incantarti sin troppo. Ti sei sentita per caso svuotata, quando se ne sono andate?-
Rose annuì, e Scorpius fece un piccolo sorriso -Immaginavo. È per questo che nei racconti si parla di Muse e Driadi che ballano nei cerchi delle fate. Le donne subiscono il loro fascino, mentre gli uomini no. Potresti trovarti a ballare con loro nel cuore della notte sui carboni ardenti, se non stai attenta. Le fate sono bellissime, ma anche pericolose. Per questo è essenziale che ci sia io con te, per impedirti di perdere la testa-
Rose schiuse le labbra dalla sopresa -Sui... sui carboni ardenti? Sei serio?-
-Oh si- confermò Scorpius -le fate sono bellissime ma anche cattivissime quando vogliono. E hanno un sadico senso dell'umorismo... ma ora non pensiamoci più.-
Rose annuì rabbrividendo, e vide Scorpius rimettere il cibo nel cestello e alzarsi in piedi.
Le porse una mano, e Rose la prese facendosi aiutare dal ragazzo a tirarsi su.
-Devo dirti la verità: ho avuto paura mi volessi portare da Madama Piediburro a prendere il the-
Scorpius scoppiò a ridere e Rose si unì a lui.
-Grazie- mormorò Rose prendendogli una mano e intrecciando le dita alle sue -È stato bello-
Scorpius sorrise -Vorrei avessimo più tempo, ma è già buio. Dobbiamo tornare al castello... tu sai smaterializzarti, vero?- le chiese.
Rose, dopo un attimo di esitazione, annuì e Scorpius si piegò in avanti premendo le labbra sulle sue.
Fu un bacio semplice, dolce e morbido come ali di una farfalla.
-Pronta?- le chiese staccandosi e stringendole forte la mano.
Rose annuì e entrambi fecero una piroetta nello stesso momento.
Erano passati molti mesi dall'ultima volta che si era smaterializzata. Rose sentì ogni centimetro di pelle tirare fino quasi a rompersi, e lo spazio attorno a lei vorticò pericolosamente come una giostra.
Quando i suoi piedi toccarono di nuovo un terreno solido, e si trovarono davanti ai cancelli di Hogwarts, Rose cadde in ginocchio.
-Stai bene?- chiese Scorpius piegandosi verso di lei.
Rose sollevò una mano, inghiottendo a vuoto e guardando l'asfalto muoversi davanti ai suoi occhi.
Dopodiché si alzò da terra di scatto prendendo a correre, per poi buttarsi in ginocchio sopra un cespuglio.
Vomitò il tramezzino e l'uva che aveva mangiato al pic nic, gli occhi le si riempirono di lacrime e il bruciore le infiammò la gola.
Che modo orribile di concludere un appuntamento.
Tirandosi su vide che Scorpiuse le stava porgendo una bottiglia d'acqua, e Rose la afferrò facendo un piccolo sorriso.
-Forse non è stata una buona idea smaterializzarmi dopo aver appena mangiato- borbottò Rose quando ripresero a camminare.
-Sai sono molto sollevato- disse Scorpius con un mezzo sorriso -Ho finalmente trovato qualcosa in cui non sei perfetta. Stavo cominciando a pensare che non fossi umana-
-Hey!- esclamò Rose dandogli un pugno sulla spalla -E poi devo forse ricordarti che faccio schifo anche a Pozioni?-
-Giusto- commentò Scorpius ridacchiando. Frugò nel cestino che aveva con sé e tirò fuori una fragola rosso sangue. La porse a Rose.
-Magari vuoi cambiare il sapore che hai in bocca... sai...- la ragazza arrossì dall'imbarazzo e prese la fragola sperando che la terra si aprisse sotto i suoi piedi inghiottendola.
Stavano percorrendo i corridoi del primo piano, quando una voce li fece fermare.
-Querida! Come stai?- Rose si voltò vedendo Julian correre verso di loro.
Era insieme a Lucien, Dimitri e Hizaki.
I ragazzi la squadrarono da capo a piedi, e Rose rabbrividì incrociando lo sguardo duro e glaciale di Dimitri il bulgaro.
-Bel vestito- commentò Julian guardando Rose più degli altri, dopodiché si voltò verso Scorpius.
-Ad ogni modo, cercavamo te Chico- gli disse con un ghigno -Giocheremo una piccola partita a Quidditch, tutti contro tutti e puoi unirti a noi... se ne hai il coraggio, o se sai volare- Julian lo fronteggiò guardando Scorpius come se stesse parlando con un ragazzino.
A Rose venne subito in mente l'avvertimento della McGranitt, di non fare amicizia con gli altri duellanti.
Probabilmente anche Scorpius lo ricordava e non avrebbe accettato la sfida...
-Ma certo, chico- gli rispose duramente -Non vedo l'ora-
A Rose caddero le braccia e spalancò la bocca dalla sorpresa.
-Fermi tutti!- disse mettendosi tra Scorpius e Julian, che sembravano volersi uccidere con la forza del pensiero.
-Trevor di Ilvermorny?- chiese guardando il gruppo di ragazzi.
-Trevor non vuole giocare, sta studiando incantesimi nuovi insieme alla sua compagna- le rispose Julian, abbassando il viso verso di lei.
-Io voglio giocare- disse Rose con fermezza guardando il brasiliano.
Julian inarcò un sopracciglio castano rossiccio e la guardò con gli occhi verdi divertiti.
Rose vide Hizaki e Dimitri ridacchiare e cercare di mascherarlo con dei colpi di tosse.
-Ma querida, non vorremmo che ti facessi male. Sei così fragile- le disse facendole un occhiolino.
Rose spalancò la bocca sentendosi arrossire dalla rabbia.
Si avvicinò di un passo guardando Julian con fermezza e puntandogli un dito al petto -Ti farò mangiare la polvere, ne uscirai così umiliato che non avrai più il coraggio di guardarmi in faccia. Te lo assicuro- sibilò lei, le sue parole erano affilate come coltelli.
Il sorriso di Julian vacillò per un secondo, ma si ricompose subito riprendendo la sua aria di sicurezza.
-Come preferisci, Querida. Ti aspettiamo in Sala Grande... a meno che non vuoi giocare con quel bel vestito...- le fece un altro occhiolino e i ragazzi dietro di lui risero.
-Hey coglione, hai un tic all'occhio o vuoi che te lo faccia venire io a suon di pugni?- chiese Scorpius superando Rose e guardando Julian come se volesse sotterrarlo vivo.
Il ragazzo rise facendo un passo indietro e alzando i palmi delle mani.
-Tranquillo- sussurrò Rose prendendo uno dei pugni chiusi di Scorpius -Tu aspettami con loro, mi cambio e arrivo. Okay?- chiese cercando lo sguardo di Scorpius.
Il biondo abbassò gli occhi grigi su di lei, incurvando le labbra in un sorriso.
-Ci sarà da divertirsi- commentò.

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