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-Credi che non sappia riconoscere una pasticca vomitosa, signorina Weasley?- chiese Madama Chips mettendosi le mani sui fianchi rotondi, e sospirando teatralmente.
Rose non poteva darle torto -Le assicuro che mi succede da tre giorni di fila- quella non era una bugia, e Mirtilla Malcontenta avrebbe potuto confermarlo.
-Bevi questo- disse la paffuta infermiera poggiando un'ampolla azzurrognola sul suo comodino, per poi dirigersi verso un Corvonero con una gamba rotta.
Rose poggiò la testa sul cuscino bianco, guardando le crepe nell'intonaco del soffitto.
Si chiese che scusa avrebbe inventato per la prossima lezione di Vitious... forse rompersi il braccio destro era la soluzione migliore per non duellare.
Sapeva di essere stata una codarda a mandare giù una pasticca vomitosa l'ora prima, ma non poteva farci niente.
Rose non era più nemmeno certa di appartenere ai Grifondoro, e si chiese quale potesse essere il suo posto ora.
"Non c'è più un posto per te in questo mondo" sussurrò la voce di Thomas nella sua testa "Gli assassini vagano senza meta, senza più appartenere a nulla. Non hanno più un'anima"
-Non è vero- disse Rose ad alta voce, noncurante di chi potesse sentirla.
Lei aveva ancora un'anima, ne era certa.
Si tirò su a sedere sul lettino bianco dell'infermeria, e mandò giù il liquido dell'ampolla sul comodino.
Aveva un vago retrogusto salato, e Rose ebbe un brivido di disgusto.
Si alzò e se ne andò, noncurante che Madama Chips potesse vederla o sgridarla.
-Non stai poi così male- disse una voce facendola fermare in mezzo al corridoio deserto.
Si voltò, e vide gli occhi grigi di Scorpius Malfoy guardarla con freddezza.
Il biondo fece qualche altro passo, affiancandola, e Rose gli restituì lo stesso sguardo tagliente.
-Sto meglio, grazie- rispose lei, voltandosi e riprendendo a camminare.
-Beh, manca ancora un quarto d'ora alla fine della lezione di Vitious. Andiamo- Scorpius la afferrò per un polso, e Rose guardò con rabbia quel gesto.
-Madama Chips mi ha consigliato di riposare, spiacente- rispose liberandosi con uno strattone dalla presa del biondo.
-Sono stronzate, Rose- sbottò Scorpius.
-Scusami, solo una domanda...- Rose si voltò verso di lui, fronteggiandolo -...perché mi stai parlando?- chiese inarcando un sopracciglio -Non hai di meglio da fare?-
Scorpius sbattè le palpebre -Scherzi?- chiese lui sbalordito.
-Mai stata più seria. Cosa vuoi da me?- ribadì Rose incrociando le braccia al petto e guardandolo con fermezza.
-Voglio che ti assumi le tue responsabilità, e che la smetti di comportarti da ragazzina!- sbottò Scorpius alzando le braccia al cielo.
Rose inarcò un sopracciglio -Scusami? Non mi sono iscritta io a questo accidenti di Torneo!- rispose lei sentendosi avvampare.
-Non m'interessa! Sei stata scelta, e non puoi tirarti indietro o fare finta di stare male in eterno! Le cose stanno così! Non permetterò che tu metta in ridicolo Hogwarts davanti a tutte le scuole di magia del mondo!- esclamò lui, avanzando fino a trovarsi a un palmo dal naso di Rose.
La ragazza trattenne il fiato e indietreggiò di un passo, stupita dalla determinazione che leggeva in quelle iridi grigie.
Scorpius si passò una mano tra i capelli biondi che gli erano ricaduti sulla fronte, tirandoseli all'indietro, senza smettere di guardarla.
-E cosa vorresti mai fare?- chiese Rose in un soffio, le costò una certa fatica non distogliere lo sguardo dal suo.
Ciò che Scorpius le aveva detto era vero, lo sapeva, e sentirselo urlare in faccia aveva fatto sgonfiare la sua sicurezza e rabbia lasciandola a un involucro vuoto e stanco.
-Io ti farò duellare- disse Scorpius con più calma, rilassando un po' i tratti del viso -Ti farò passare la paura- aggiunse.
La paura.
Come poteva fargliela passare? Rose era prigioniera del suo passato, del suo rimorso, delle sue azioni.
Come sarebbe riuscita ad andare avanti?
-Come?- chiese piano, mentre una fitta di dolore le pugnalava il petto.
Si strinse meccanicamente le braccia attorno al busto, per abbracciarsi da sola, come faceva ogni volta che il dolore tornava così forte.
Scorpius abbassò lo sguardo sulle sue braccia, restando interdetto per un secondo, poi lo rialzò sul viso di lei.
Rose avrebbe voluto piangere, scappare via e nascondersi restando sola con se stessa e il suo tormento.
-Ascoltami bene, rossa- disse Scorpius colmando la distanza che li separava e poggiando le mani sulle sue spalle con delicatezza.
Rose le guardò sopresa, e poi alzò il viso verso il suo.
-So che non ti piace sentirtelo dire...- Scorpius la strinse con più forza -... ma tu hai bisogno di qualcuno. No non scuotere la testa, è così. Perciò avrai me, che tu lo voglia o meno. Siamo in questa storia del torneo insieme, e troveremo un modo okay? Ci alleneremo da soli, senza Vitious, finché non riuscirai a superare la paura...- Rose strinse le labbra e chiuse gli occhi, non riuscendo più a sopportare la convinzione nel suo sguardo.
Lo avrebbe deluso, lei non era abbastanza forte da farcela...
-Smettila- disse Scorpius di scatto, e Rose riaprì gli occhi sopresa -Smettila di pensare che non ce la farai. Perché ce la faremo-
Rose sussultò guardandolo a bocca aperta -Sei un legilimens?- gli chiese piano, vide Scorpius sorridere e una scintilla illuminargli le iridi grigie.
-No, Rose. È solo che... è facile leggerti- rispose lui riflettendoci per un secondo.
-Allora perché ci sei riuscito solo tu, fino ad ora?- domandò Rose confusa, rendendosi conto che nessun altro si era mai accorto del suo dolore, né Alice né i suoi cugini.
Scorpius sbattè le palpebre sorpreso -Non... non lo so- rispose.
Rose si rese conto che le stava ancora stringendo le spalle, e che le sue mani calde avevano sciolto un po' del dolore che provata.
-Puoi tirarti indietro quando vuoi...- gli disse abbozzando un sorriso -...io sono davvero un casino- e pronunciando quella frase venne colpita dalla veridicità delle sue parole.
Scorpius rise, e si sporse in avanti stringendola in un forte abbraccio.
Rose rimase spiazzata dal suo gesto, e sgranò gli occhi rendendosi conto di avere la testa premuta sul suo petto.
Tuttavia il calore di Scorpius era piacevole, confortante, e riuscì a levarle di dosso i rimasugli del dolore.
Gli circondò la vita con le braccia e chiuse gli occhi, inspirando il suo profumo di aria invernale e mare.
-Sono uno determinato, non mi tiro indietro- le rispose lui a un soffio dal suo orecchio, poggiando la guancia sulla sua testa.
-Promettimi solo una cosa- disse  Scorpius scostandosi.
-Cosa?-
-Che non scapperai più- 
Rose si rese conto di cosa intendesse, scappare da lui.
-Promesso- rispose lei annuendo e guardandolo negli occhi.

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