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-Non pensarci nemmeno!- esclamò Dominique uscendo dal bagno, e immobilizzandosi di fronte a Rose con un'espressione allarmata.
Indossava un accappatoio di spugna, i capelli erano raccolti dentro un asciugamano ripiegato a turbante, e il viso era coperto da una maschera grigriastra di argilla.
La rossa abbassò lo sguardo sul vestito verde che reggeva tra le braccia, e tornò a guardare Dominique inarcando un sopracciglio.
-Non puoi metterti lo stesso vestito dell'altra festa!- disse lei.
-Perché no? E poi non ne ho altri...- borbottò Rose.
Non era nemmeno in vena di andarci alla festa, figurarsi preoccuparsi di cosa avrebbe indossato.
Dominique piegò le labbra in un sorriso e corricchiò verso il proprio baule, ai piedi del letto a baldacchino, inginocchiandosi davanti a esso e prendendo a rovistare al suo interno.
-No... questo no... questo colore no... troppo lungo... troppo provinciale... oh! Tu sei perfetto!- esclamò poi tirandosi su e sventolando in aria un vestito.
-Mettilo- disse buttandolo tra le braccia di Rose, e passandole davanti lasciando dietro di sé una scia di profumo alla vaniglia, mentre si dirigeva verso il bagno.
-Ma non mi entrerà!- obbiettò Rose.
-Sì invece! È stretch!- gridò Dominique.
Rose sospirò e lanciò uno sguardo esasperato a Elvira.
La ragazza era seduta sul suo letto, già pronta, con addosso uno svolazzante vestito azzurro. Mangiucchiava gelatine tutti i gusti +1 e sembrava molto divertita dalla scena.
-Il rosso è il colore preferito di Julian- disse Elvira con un sorrisetto, guardando il vestito che Rose reggeva tra le braccia.
Fece una smorfia sputando una gelatina in un fazzoletto -Puah! Cerume!- esclamò con un brivido di disgusto.
Rose si voltò a guardare Alice, seduta sul proprio letto, ma la mora sembrava assorta nei suoi pensieri mentre passava distrattamente le dita sul pacchetto regalo che reggeva in grembo.
Indossava un vestito dorato, e aveva acconciato i capelli in una coda alta che lasciava scoperto il collo candido e aggraziato.
-Gli piacerà, non preoccuparti- le disse Rose.
Alice sbattè le palpebre alzando gli occhi su di lei, e fece un mezzo sorriso annuendo.
-Lily dov'è?- chiese Rose mettendo il vestito sul suo letto, accanto a Elvira, e prendendo una spazzola per poi passarla tra i capelli annodati.
-È già alla festa. È andata insieme a Lysander a quanto pare... Rose, non ci siamo- disse Alice alzandosi e strappandole la spazzola dalle mani -Ho ancora una fiala di pozione lisciariccio. Siediti-
Rose si sedette accanto a Elvira e la ragazza le porse la scatola di gelatine; le osservò scegliendone una rossa, che scoprì essere al peperone.
Alice si inginocchiò sul letto accanto a lei, e prese ad armeggiare con i suoi capelli, applicandole la pozione.
-Ah, e comunque- disse Dominique uscendo dal bagno, con le mani sui fianchi e un sorriso provocante.
Rose notò che si era cambiata indossando un tubino argentato, e si era lavata via la maschera dalla faccia.
-Non ti dispiace se stasera ci provo con tuo fratello, vero?- chiese la bionda guardando Elvira.
La ragazza ammutolì e si lasciò scappare una gelatina di mano, che le cadde sulle ginocchia.
-Cosa... oh, no, no...- mormorò guardando altrove e cercando di mascherare la delusione con una risatina.
Il sorriso di Dominique si allargò, e la bionda spostò lo sguardo su Rose.
-Va bene anche per te, no?- le chiese.
Rose inarcò un sopracciglio -Ma perché fate tutti domande strane stasera...- borbottò lei, ricordando che anche Julian le aveva chiesto se le andava bene che ci provasse con Dominique -...puoi provarci con chi vuoi, Nique, a patto che non sia Scorpius- concluse, facendo spallucce, mentre Alice le suddivideva i riccioli in ciocche e vi applicava la pozione.
La bionda la guardò pensierosa, mentre si toglieva l'asciugamano dalla testa lasciando ricadere i capelli umidi sulle spalle -Io non ti capisco- mormorò poi alzando gli occhi al cielo, e tornando in bagno.
Alice scese dal letto guardandole i capelli con un sorriso soddisfatto -Ferma lì, che ti trucco- disse poi corricchiando verso il suo comodino e prendendo il beauty case.
Rose la lasciò fare, anche se avrebbe voluto specificare che non ci teneva a truccarsi, siccome non aveva nessuno su cui fare colpo.
-Sfumalo in uno smokey eye, e prova con un punto luce qui- le consigliò Elvira, indicando il viso di Rose con un caramella mentre Alice la truccava.
-Buon idea- commentò Alice dandole un cinque.
Rose non immaginava cosa stessero combinando con la sua faccia, dato che si erano entrambe coalizzate come make-up artist.
Quando ebbero finito Dominique uscì dal bagno, con i capelli lisci e lucenti come seta, e la pelle altrettanto luminosa -Vai a cambiarti, manchi solo tu- le disse poi facendole un cenno verso il bagno, e la rossa ci andò, ben lieta di sfuggire al dibattito tra Elvira ed Alice, che discutevano sul mettere o meno il rossetto a Rose.
Infilò il vestito che Dominique le aveva prestato, scoprendo che era davvero stretch e le aderiva come una seconda pelle.
-Metti anche queste!- gridò Dominique, e Rose vide volare (non in senso magico, ma proprio nel senso che erano state lanciate) verso di lei un paio di scarpe con il tacco.
-Oh Merlino- mormorò Rose prendendole con due dita, e guardandole come se fossero una qualche strana forma di vita aliena.
Non era il tipo da vestito, figurarsi da scarpe col tacco!
Le indossò, lottando contro il cinturino per riuscire a chiuderlo, e si alzò in piedi, per poi scivolare e reggersi al lavandino per non cadere.
-Queste non sono scarpe! Sono strumenti di tortura!- gridò Rose, sentendo poi le ragazze ridere dal dormitorio.
La rossa prese un profondo respiro e con cautela lasciò il bordo del lavandino, unica ancora di salvezza, per fare qualche traballante passo verso l'uscita del bagno.
Appena tornò nella stanza, sentì Elvira e Dominique fischiare.
-Sei una bomba!- esclamò Elvira -Vieni a vederti allo specchio!- la prese per un braccio per portarcela, e Rose, che a malapena riusciva a camminare piano con i tacchi, si sbilanciò subito cadendo come un sacco di patate e tirando giù con sé Elvira.
-Ma insomma Rosie! È solo un tacco dodici!- esclamò Dominique sconcertata, piegandosi per aiutarla a tirarsi su.
-Solo...- borbottò Rose sbuffando.
Quando si vide nell'enorme specchio appeso alla parete, però, rimase senza fiato.
I suoi ricci capelli erano stati domati con maestria da Alice, e le ricadevano sulle spalle e attorno al viso in una liscia cascata color sangue.
I suoi occhi non erano mai sembrati così grandi e blu, e i suoi zigomi così pronunciati.
Si portò i capelli dietro a un orecchio, osservandosi incredula, finché il suo sguardo non cadde sul vestito, facendole spalancare la bocca.
-Non posso uscire così!- esclamò allarmata.
Il vestito rosso fuoco di Dominique le aderiva davvero come una seconda pelle, mettendo in evidenza ogni sua curva, e arrivandole appena a metà coscia.
Rose osservò la profonda scollatura, e lo spacco che le lasciava scoperta la schiena.
-No, no, no! Io adesso mi cambio! Sembro una poco di buono, mia madre inorridirebbe se mi vedesse così! Non esiste che io vada alla festa con questo vestito, assolutamente no!- esclamò Rose alzando le mani al cielo e scuotendo la testa.
Fece per tornare verso il suo letto e prendere il vestito verde, ma si trovò la strada sbarrata da Dominique.
La bionda la guardava con un'espressione furiosa, degna della sua discendenza Veela, e con le mani sui fianchi.
-Sei uno schianto, non pensarci nemmeno a cambiarti!- decretò Dominique.
-Ma mi vergogno...-
-Non se ne parla!- la interruppe la bionda, sollevando un dito per farla tacere -E poi come pensi che Scorpius possa recuperare la memoria, se non gli rammenti la mercanzia che ha dimenticato?-
-Nique!- esclamò Rose arrossendo, e vedendo Alice ed Elvira scoppiare a ridere.
-Forza, andiamo!- esclamò la bionda prendendo a braccetto Alice e incamminandosi verso la porta.
Rose affiancò Elvira, cercando di non cadere di nuovo sui tacchi.
-Non ho mai visto una ragazza più instabile di te sui tacchi- disse la brasiliana divertita.
Rose sospirò, guardando con invidia il modo disinvolto con cui invece Elvira li portava.
Scendere la scalinata che portava in sala comune fu un'impresa.
Elvira le rimase vicina, guardandola come se fosse una bomba ad orologeria pronta a esplodere, mentre la rossa camminava incerta.
Alice e Dominique non le avevano aspettate, e Rose le trovò di sotto insieme a suo fratello Hugo e a Julian.
La bionda era già partita all'assalto del brasiliano, sfoggiando sorrisi seducenti e passandosi le mani tra i capelli più di quanto servisse.
-E fu così che dissi addio alle mie speranze di accaparrarmi la bionda- mormorò Elvira all'orecchio di Rose, e la ragazza scoppiò a ridere.
In quel momento, forse sentendola, Julian si voltò alzando la testa verso di lei; il sorriso gli morì sulle labbra e sgranò gli occhi verdi.
Dopodiché prese a tossire come se gli fosse andato qualcosa di traverso.
-Che gli prende?- chiese Rose confusa, ormai quasi alla fine della scalinata.
-Si è appena strozzato con l'aria- rispose Elvira ridendo -Non chiedermi come, ma ne è capace-
Rose scosse la testa ridendo, e smise di camminare con cautela un gradino alla volta.
Subito perse l'equilibrio, cadendo in avanti e cercando di afferrare la mano tesa di Elvira, ma mancandola.
Chiuse gli occhi aspettando l'impatto con il terreno, ma non avvenne; Rose atterrò sul morbido e un profumo speziato e tropicale le invase narici.
Aprì gli occhi rendendosi conto di essere caduta sopra un ragazzo, e non uno qualunque, ma bensì Julian.
-Ho un dejavù, tu no?- le chiese, curvando le labbra in un sorriso.
Rose si sentì arrossire fino alla punta dei capelli e si scostò mentre Julian si tirava su a sedere.
-Scusami! Non volevo caderti addosso!-
-In realtà saresti caduta per terra, querida, sono io che ho provato a prenderti... senza riuscirci ovviamente- disse Julian ridacchiando, e passandosi una mano tra i capelli castano rossicci -Perlomeno stavolta non ti sei fatta male al ginocchio- disse lui abbassando gli occhi verdi sulle sue gambe.
Rose avrebbe voluto avere un burqa con cui coprirsi, e cercò di tirare più in giù il vestito, che non ne voleva sapere di allungarsi ancora.
Notò che Julian indossava un semplice paio di Jeans scoloriti e una camicia bianca, che faceva un bel contrasto con la pelle bronzea e i capelli del color dello sciroppo d'acero.
Restarono a guardarsi a vicenda, e Rose si chiese come avesse fatto a non notare prima quanto Julian fosse attraente.
-Se avete finito, potremmo anche muoverci- disse Dominique, affiancando Julian con le braccia incrociate al petto e un'espressione contrariata -Siamo in ritardo, di più di mezz'ora!-
Rose annuì in imbarazzo, e affiancò suo fratello che stava cercando di mascherare le risate con dei colpi di tosse.
-E piantala- borbottò Rose arruffandogli i capelli castani.
Le ragazze dovettero togliersi le scarpe una volta uscite dalla sala comune, con grande gioia di Rose, e camminare in punta di piedi per non far rumore.
Era una fortuna che la torre di Grifondoro si trovasse al settimo piano, come la Stanza delle Necessità; gli studenti di Serpeverde o di Tassorosso avrebbero di certo avuto più probabilità di essere beccati in giro per il castello.
Appena entrò, Rose strinse gli occhi per via della forte luce colorata e stroboscopica che piombava dal soffitto, illuminando a intermittenza una folla di persone intente a ballare a ritmo di una musica trance e vibrante.
Rose notò che vi era una lunga tavolata piena di alcolici di ogni genere, e che lungo le pareti correvano poltrone e divanetti di pelle nera, alcuni dei quali già occupati da ragazzi con bicchieri di plastica in mano.
-Quindi? Non mi inviti a ballare?-
Rose si voltò notando che era stata Dominique a chiederlo, guardando Julian con un sorrisetto e passandogli le lunghe e magre dita sulla camicia.
Il ragazzo parve preso alla sprovvista, e Rose si stupì di vederlo voltarsi verso di lei.
-Certo- disse poi Julian con un sorriso insolente, tornando a guardare Dominique e prendendola per mano, per poi sparire tra la massa di corpi che si agitavano in pista.
Rose si sentì un'idiota per averli seguiti con lo sguardo, e si costrinse e distoglierlo.
Peccato che, nel farlo, notò invece la chioma bionda di Scorpius.
Le luci della stanza macchiavano di colore i suoi capelli chiari, e la camicia nera che indossava metteva in risalto il fisico scolpito e i muscoli delle braccia.
Era seduto sullo stesso divanetto, notò Rose, dove lo aveva visto alla festa precedente con Pamela Bulstrode.
Solo che quella volta c'era una ragazza diversa, e non una qualunque: era Aline Belletrand.
La mora era di una bellezza spettacolare, Rose doveva ammetterlo; aveva un vestito sottile e dorato che luccicava sotto le luci stroboscopiche come se fosse coperto di diamanti.
Un lungo e magro braccio era appoggiato sullo schienale del divanetto, vicino alla testa di Scorpius, e l'altro stava giocherellando con il colletto della sua camicia nera.
-Rosa, non guardarli così- la rimbeccò Elvira, dandole una gomitata nelle costole e facendola sussultare.
Distolse lo sguardo, inghiottendo a vuoto l'amaro in gola.
-Così come?- chiese poi voltandosi verso Elvira e notando che erano rimaste solo loro due, e che Hugo e Alice erano già spariti.
-Come se ti avessero preso a calci il cucciolo- rispose Elvira duramente, roteando gli occhi neri -È una festa! Andiamo, beviamo qualcosa... non li guardare, Dios mio!- esclamò poi, appena Rose fece saettare lo sguardo verso il divanetto.
Elvira la prese per il braccio che reggeva ancora le scarpe in mano, e la trascinò verso il tavolo degli alcolici.
-Ambrosia hai detto, eh?- chiese poi facendo correre lo sguardo nerastro sulle bottiglie -Quale sarebbe?-
Rose sorrise e si sporse prendendo una bottiglia dal contenuto dorato, e versandola in due bicchieri.
-Domani hai il duello contro Ilvermorny, sicura di voler bere?- le chiese Rose dubbiosa, vedendo la ragazza trangugiare l'alcolico come se fosse acqua.
Elvira agitò una mano in aria sbuffando -Quando avevo sei anni mi sono ubriacata con il Gin che le suore nascondevano nelle cassapanche della chiesa...- disse lei, prendendo la bottiglia per riempirsi di nuovo il bicchiere -...e da allora sono immune all'alcool, ho come un superpotere. Seriamente, potrei bere tutta la roba su questo tavolo e restare sobria, ma poi dovrei correre a fare pipì ogni cinque minuti, ovvio-
Rose rise, vuotando il proprio bicchiere e riempiendolo con del whisky incendiario.
-Ciao, tu sei Rose Weasley vero?- chiese qualcuno alle sue spalle, e Rose si voltò sorpresa di trovarsi di fronte Adam Andrews, il ragazzo che Dominique aveva adocchiato alla prima festa.
-Mi chiedevo se ti andasse di ballare- chiese lui passandosi una mano tra i folti capelli color caffè, e facendo correre lo sguardo sul vestito di Rose in un modo che non le piacque affatto.
La ragazza strinse le labbra -No- disse secca, guardandolo duramente.
Adam parve sorpreso e a disagio, ma annuì e se ne andò.
-E come facevi a sapere dove le suore nascondevano il Gin?- chiese poi Rose, scuotendo la testa e decidendo di ignorare ciò che era successo.
-Oh è una storia molto buffa in realtà- disse Elvira con un sorriso.
Le raccontò che aveva spiato le riunioni segrete delle suore a notte fonda, e che le aveva trovate e ubriacarsi e fingere di adorare il diavolo ballando nude attorno all'altare, mentre cantavano in latino.
A Rose era andato di traverso il whisky, ed entrambe le ragazze erano scoppiate a ridere.
Dopodiché Albert Nott, il cacciatore di Serpeverde, aveva avvicinato Rose per chiederle di ballare.
La ragazza aveva rifiutato con un sorriso, dato che Nott non l'aveva guardata in modo viscido.
Cinque minuti dopo era arrivato un altro ragazzo di Tassorosso, che Rose aveva rifiutato con gentilezza.
-Non capisco che succede!- esclamò lei riempiendosi di nuovo il bicchiere -Perché mi chiedono di ballare...-
-Perché sei uno schianto stasera...- le disse Elvira facendo spallucce -...e se te lo dico io, vuol dire che lo sei davvero- aggiunse con un occhiolino.
Rose rise scuotendo la testa, e lasciò vagare lo sguardo sulle persone che ballavano in pista.
L'alcool l'aveva resa più allegra e spensierata, e non si sentiva più tentata di guardare verso il divanetto dov'era seduto Scorpius con la francesina.
Notò Dominique e Julian in pista: la bionda gli stava attaccata come una piovra, muovendosi in un modo così sensuale che Rose si sentì in imbarazzo anche solo a guardarli.
-Mi sono persa una tipa bollente- mormorò Elvira affianco a lei, e guardando i due con un sospiro.
-Sembra quasi che andranno a cercarsi una stanza- commentò Rose con una risatina; guardò il modo in cui Julian teneva per i fianchi la bionda mentre si muoveva, e pensò che lei non avrebbe mai avuto il coraggio di ballare così con un ragazzo.
Proprio in quel momento Julian alzò lo sguardo, incrociando quello di Rose, e piegò le labbra in un sorriso quasi soddisfatto. La rossa pensò che fosse assurdo, ma per un secondo le era sembrato che Julian, con quel sorriso, si facesse beffe di lei.
Elvira scoppiò a ridere, e Rose abbassò lo sguardo inarcando un sopracciglio.
-Ho smesso da tempo di cercare di capire cosa passa per quella landa desolata che mio fratello chiama testa- spiegò lei facendo spallucce.
Il suo sguardo nerastro venne catturato da qualcosa alle spalle di Rose.
-Oh! Chi è quella dea?- chiese afferrando Rose per un braccio e scuotendolo.
La ragazza si voltò cercando di capire a chi Elvira si riferisse.
-Dici quella con il vestito verde e il caschetto nero? Quella è Jade Parkinson, il portiere della squadra di Quidditch di Serpeverde...-
-Oh! Pure una sportiva!- esclamò Elvira.
Si voltò verso Rose passandosi le mani tra i capelli castano rossicci -Come sto?-
-Una meraviglia- rispose Rose con un sorriso.
-Oh fammi gli auguri! Anzi no, porta male!- esclamò lei, dopodiché buttò indietro le spalle e camminò decisa e con uno sguardo accattivante verso la poltrona dove era seduta Jade.
Rose sorrise e si voltò verso il tavolo, riempiendosi di nuovo il bicchiere.
-Hey, Rose!- disse una voce dietro di lei, e la ragazza notò qualcuno affiancarla.
E non uno qualunque, ma bensì Mark Abernathy.
Il ragazzo fece scivolare gli occhi color nocciola sul suo vestito, con un sorriso viscido sulle labbra, e a Rose venne voglia di tirargli un pugno sui denti.
-Eddai, non fare quella faccia- disse lui ridacchiando, e avvicinandosele di un passo; Rose indietreggiò, stringendo con forza il proprio bicchiere e premeditando di versarglielo in faccia se Mark si fosse avvicinato ancora.
-Senti, lo so che all'altra festa non siamo partiti con il piede giusto... ma mi chiedevo se ti andasse di riprovarci- concluse lui facendole un occhiolino.
-Stai scherzando spero- disse Rose guardandolo di sbilenco.
Mark sghignazzò -Eddai, rossa, non fare la difficile...-
-Ti avverto- disse Rose sollevando un dito per interromperlo -Se non sparisci dalla mia vista ti giuro che...-
-Va' a farti un giro, Abernathy- disse una voce glaciale.
Rose si voltò sorpresa, notando che Scorpius li aveva raggiunti e stava guardando il cacciatore dei Tassorosso con fermezza, e in modo ben poco amichevole.
Mark strinse le labbra, infastidito, dopodiché sbuffò e se ne andò.
-G...grazie...- disse Rose, sentendo il cuore batterle più in fretta per la vicinanza del biondo.
Scorpius abbozzò un sorriso, facendo fare una capriola allo stomaco di Rose.
-Avevi l'aria di una pronta a cavargli gli occhi con le unghie, ho pensato ti servisse aiuto- spiegò lui, avvicinandosele per prendere dalla tavolata una bottiglia di acquaviola.
La ragazza inghiottì a vuoto, sentendo la bocca asciutta come carta, e si impose di respirare.
-Perché sei a piedi nudi?- chiese Scorpius inarcando un sopracciglio biondo.
Rose schiuse le labbra dalla sorpresa, e abbassò la testa notando che stava ancora reggendo le scarpe in mano, per il cinturino.
-Oh, Dominique mi ha costretta a mettere i tacchi, ma ero diventata un pericolo pubblico perciò...- abbozzò un sorriso, facendo spallucce.
Restarono in un silenzio che la imbarazzò, notando che Scorpius la stava ancora guardando.
-Ti... ti stai divertendo?- chiese Rose portandosi il bicchiere alle labbra, per alleggerire la tensione, e guardando il ragazzo da sopra il bordo mentre beveva.
Scorpius fece spallucce -Direi di sì, anche se Aline insiste per andare a divertirci altrove insieme. Sta diventando un po' seccante- rispose lui portandosi il bicchiere alle labbra.
Abbassò lo sguardo su di lei e s'immobilizzò -Oh... scusa- disse poi scuotendo la testa -Non avrei dovuto dirtelo-
-Ma figurati- disse Rose a denti stretti -Dopotutto è il genere di cose che si dicono agli amici, ciò che tu stesso hai specificato che siamo- disse lei sentendo il cuore batterle più forte, stavolta per la rabbia. Riprese la bottiglia per versarsi altro whisky, anche se aveva il bicchiere pieno ancora a metà.
-Quindi da amica adesso ti dirò che è fantastico che Aline voglia portarti da un'altra parte a fare sesso!- esclamò lei sollevando poi il bicchiere, e facendo cadere a terra qualche gocciolina ambrata -Perché non dovreste? Siete entrambi liberi e lei è bellissima...- Rose si rese conto solo in parte di aver parlato a vanvera, e di aver lasciato che l'alcool desse libero sfogo alla rabbia e ai suoi pensieri peggiori.
-No, tu sei bellissima-
Rose non riuscì a credere alle sue orecchie, e alzò la testa di scatto, così in fretta da sentir girare la stanza attorno a sè.
Si chiese se si fosse solo immaginata quelle parole; dopo ciò che gli aveva detto, Scorpius sarebbe dovuto essere arrabbiato con lei, ma non lo sembrava affatto.
Anzi, la guardava in un modo così intenso da farla arrossire.
-Ma avevi detto che... che mi vedevi solo come un'amica- disse lei in un soffio, sentendosi sudare la mano che stringeva il bicchiere.
L'espressione di Scorpius si addolcì, e piegò un angolo della bocca in un sorriso -Non ero stato sincero-
Rose aggrottò le sopracciglia, confusa, e si rese conto che Scorpius le si era avvicinato ancora di più: ora poteva sentire il suo familiare profumo, che le era mancato così tanto.
-E... e perché me lo dici stasera?- chiese lei sentendo la propria voce tremare dall'emozione, e mordendosi un labbro.
Scorpius abbassò gli occhi grigi seguendo quel gesto.
-Perché non sono molto in me, stasera...- mormorò lui -...e nemmeno tu lo sembri. Ed è proprio per questo che voglio fare una cosa tremendamente ingiusta nei tuoi confronti- continuò lui con una strana luce negli occhi, che fece contorcere lo stomaco della ragazza.
Scorpiuse le prese il viso tra le mani, così stranamente fredde da farle venire la pelle d'oca, e abbassò gli occhi color tempesta sulle sue labbra.
-Quindi scusami, Rose, scusami davvero- mormorò lui, con un tono basso e vibrante.
Dopodiché si chinò sul suo viso, facendo scontrare le loro labbra e baciandola.

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