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-Alice, smettila! Resterai senza unghie!- esclamò Lily Potter.
Si sporse sul tavolo e tolse la mano di Alice dalla labbra, con uno schiaffo.
La mora la guardò risentita, imbronciandosi -Guarda che non mi mangiavo le unghie, ma le pellicine-
-Fa ugualmente schifo- commentò Dominique lanciandole un'occhiata e facendo ondeggiare la bionda coda di cavallo sulle spalle.
Alice sospirò, e abbassò lo sguardo sulla sua colazione. I fiocchi di avena avevano assunto le sembianze di una poltiglia molliccia, e alla mora si attorcigliò lo stomaco ancora di più.
-Cos'hai, Alice? Sembri più in ansia di me... e io sono quella che deve affrontare la finale di un Torneo mortale, oggi- le fece notare Rose con un mezzo sorriso, voltandosi verso di lei.
-Lo so... è che oggi tornano Aline e Lucien e...-
-E hai paura che mio fratello faccia di nuovo una scenata, vero?- chiese Lily, davanti a lei, spalmando della marmellata su una fetta di pane tostato, e guardandola con interesse.
Alice sospirò. Lily aveva colto esattamente nel segno.
La rossa alzò gli occhi verdi dal toast, e fece un sorriso furbo -Fai bene ad averne, mio fratello è una testa calda-
-Lils, non sei d'aiuto- la rimproverò Rose, scoccandole un'occhiataccia.
La minore dei Potter fece spallucce con  noncuranza, e diede un morso al suo toast.
Alice rinunciò a mandare giù la colazione, e spinse il piatto in mezzo alla tavolata allontanandolo da sé.
Appena il cibo scomparve, Alice si alzò e si voltò verso la tavolata dei Serpeverde.
Vide subito Albus e Scorpius venire verso di loro.
Il biondo si fermò di fianco a Rose, circondandole la vita con un braccio e dandole un bacio a fior di labbra, mentre l'attirava a sé. Si guardarono con uno sguardo così colmo d'amore  e adorazione, che Alice non poté fare a meno di sorridere.
-Sono schifosamente carini, vero?- le chiese una familiare voce accanto all'orecchio, facendola rabbrividire.
Albus chinò il viso verso di lei,  osservandola con i grandi occhi blu mare come se fosse un dipinto, e alzando una mano per scostarle una ciocca di capelli dal viso.
Alice sorrise, e chiuse gli occhi poggiando la guancia sulla mano di Albus, ancora aperta sul suo viso.
Sentì il profumo del ragazzo diventare la sua aria, appena le si fece più vicino, accostandosi al suo orecchio.
-Ma noi lo siamo di più- mormorò, facendo arrossire Alice.
-Vieni, ho prenotato il campo da Quidditch solo per noi due stamattina- disse Albus con un sorriso, camminando all'indietro e trascinando Alice con sé, tenendola per mano.
La mora emise un verso di sofferenza -Albus! Lo sai che ho paura di salire sulla scopa...-
Il moro la affianco, e sorrise posandole un bacio sulla fronte -Scommetto che saresti un talento, se solo ti lasciassi andare-
Alice sbuffò -Guarda che è evidente che menti, non freghi nessuno-
Albus rise, e si passò una mano tra gli arruffati capelli color cioccolato fondente.
Raggiunsero l'uscita della Sala Grande, e il moro s'immobilizzò sul posto, insieme ad Alice.
C'era Lucien, nel corridoio, con uno zaino in spalla e l'uniforme azzurra di Beauxbatons addosso.
I suoi occhi grigi corsero sui due, per poi fermarsi su Alice, e il ragazzo le fece un sorriso.
La mora si sentì sprofondare lo stomaco dall'ansia. Il momento era finalmente arrivato.
Lucien fece qualche passo verso di loro, e rivolse un cenno del capo ad Albus.
-Ciao, Albus. Come va?-
Alice aveva ancora il braccio di Albus attorno alle spalle, e alzò il viso verso il suo cercando di vedere la sua espressione.
Il moro guardò Lucien inespressivo, per qualche secondo, dopodiché sul suo viso si aprì un sorriso.
-Ciao Lucien. Bene e tu?- chiese.
Lucien sgranò gli occhi, e sbattè un paio di volte le palpebre sorpreso -Bene... ti.. ti sei ricordato il mio nome- mormorò lui confuso.
Anche Alice era confusa.
Si sarebbe aspettata che Albus lo chiamasse Lollo, Lulù o Lorenzo com'era stato solito fare.
Albus ridacchiò -Ho sempre saputo come ti chiamavi. È solo che... era divertente- spiegò lui scrollando le spalle.
Alice fece correre lo sguardo tra loro due, e si affrettò a richiudere la bocca che era rimasta aperta dallo stupore.
-Stavamo andando al campo a volare, Alice ha paura di salire sulla scopa. Vieni anche tu?- chiese Albus, facendo sgranare a Lucien ancora di più gli occhi.
-Ah... oh ... sì, certo. Vado solo a posare lo zaino da qualche parte, vi raggiungo in campo- rispose il francese, guardandosi attorno confuso.
Albus annuì, e, con Alice al suo fianco, passarono accanto a Lucien, e gli diede persino una pacca sulla spalla.
Alice scambiò uno sguardo sbigottito con Lucien appena gli passarono accanto, dopodiché lei e Albus uscirono in cortile e il sole accecante le fece socchiudere gli occhi.
-Cosa... cosa è appena successo? Ho avuto un'allucinazione?- domandò Alice piano, guardandosi alle spalle verso le arcate che portavano al corridoio del piano terra.
Albus spostò il braccio dalle sue spalle, e lo abbassò prendendola per mano e accarezzandole il dorso con il pollice.
-È che... sono stato un po' stronzo con lui. Quel tipo ha sempre voluto il meglio per te, io non avevo mai cercato di esserlo, e non facevo che incolpare lui perché era così perfetto ma...- Albus si fermò, sotto l'ombra di una grossa quercia, e fissò gli occhi blu nei suoi -...la verità è che sono in debito con lui. Per esserti stato vicino quando io non lo facevo, e soprattutto per averti salvata quella volta a Parigi. Tu gli devi la vita, e io gli devo come minimo tutto il mio rispetto, perché senza di lui non so se tu saresti qui con me oggi, a guardarmi con questi bellissimi occhi- Albus alzò una mano, e le accarezzò uno zigomo sorridendole.
Il sole illuminava i suoi capelli dandogli sfumature color mogano, e gli occhi erano due distese blu che la guardavano pieni d'amore.
Alice si sentì chiudere la gola, e la vista le si appannò dalle lacrime.
Albus aggrottò le sopracciglia -Hey... stai bene? Che succede?-
Alice annuì, chiudendo gli occhi e abbassando la testa con un sorriso. Quando li riportò nei suoi, si sentì felice come non lo era mai stata.
-Succede che ti amo, Albus Severus Potter. E che non pensavo di poter mai essere così felice, come lo sono ora-
Il ragazzo sollevò leggermente le sopracciglia, e le pupille gli si dilatarono un poco nonostante la forte luce.
Albus si sporse in avanti, e la strinse tra le braccia posando il mento sulla cima della sua testa.
Alice chiuse gli occhi, e respirò il suo profumo di pino e valeriana.
Il suo profumo di casa.

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