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-Sicura di non voler controllare il bagno dei Prefetti?- le chiese James Potter con un tono di voce decisamente malizioso.
Alice Paciock strinse le labbra guardando dritto davanti a sé.
Stava per perdere la pazienza e schiantare James, era inevitabile, non poteva sopportare un'altra ronda con lui senza dare di matto.
-Vallo a controllare tu- rispose acida, aprendo l'armadio delle scope e illuminandolo con la punta della bacchetta.
Passò oltre lasciandosi James alle spalle, ma il moro la raggiunse corricchiando.
-Brrr. Sei così fredda che per un momento ho pensato di aver attraversato un fantasma- cantilenò.
Alice non rispose e accelerò il passo sperando di liberarsi del ragazzo, ma James era più alto, aveva gambe molto più lunghe, e le usò per affiancarla in un lampo.
-E se ci dividessimo?- chiese Alice esasperata, inarcando un sopracciglio e incrociando le braccia al petto.
James sorrise -Vuoi liberarti di me, eh?-
Alice trattenne un sorriso -Accidenti! Hai scoperto il mio malvagio piano- disse esibendo la miglior espressione sorpresa del suo repertorio.
La verità era le piaceva stuzzicare James, ma invece il Potter lo faceva per un motivo ben diverso dal divertimento.
James rise, e qualche ricciolo nero gli scivolò sulla fronte.
Alice pensò che effettivamente James era attraente, e di certo lo pensava anche tutta la restante popolazione femminile del castello.
Era incredibilmente alto e ben piantato, le spalle larghe e la vita stretta gli facevano calzare la divisa in un modo che non passava inosservato.
I capelli corvini, gli occhi verdi e gli  zigomi alti rendevano il suo viso fiero e deciso.
Ogni cosa che James Potter faceva o diceva non poteva non essere notata: emanava un'aura di sicurezza e potere.
Inoltre era il capitano della squadra di Quidditch, nonché caposcuola.
Qualsiasi ragazza avrebbe voluto passare le notti di ronda insieme a lui.
Qualsiasi, tranne Alice.
-Mi piaci, Paciock- disse James guardandola con un sorriso seducente e una scintilla di malizia negli occhi verdi.
Alice indietreggiò di un passo e si trovò con le spalle al muro, James allungò un baccio poggiandolo vicino al suo viso e si sporse in avanti verso di lei.
Il profumo di acqua di colonia del ragazzo le diede alla testa, e Alice ebbe l'impulso di tossire e scappare alla ricerca di aria.
-Non sono stupido- disse James, e Alice resistette alla tentazione di contraddirlo -Ho capito che non mi vuoi, sai?-
-Strano, non si direbbe- ribatté Alice distogliendo lo sguardo e voltando la testa.
-Quello che non capisco è... perché-
Perché? Alice tornò a guardarlo, il viso del ragazzo era a un palmo dal suo, e si chiese per quale ragione non ne fosse attratta.
-Non saprei- rispose Alice facendo spallucce -Magari il tuo fascino con me non funziona- disse la prima cosa che le venne in mente, e il sorriso di James si allargò ancora di più.
-Fascino?-  chiese lui inarcando un sopracciglio scuro.
Alice sbuffò -Non fare finta che ogni ragazza di questa scuola non ti trovi attraente. Sei un pessimo bugiardo-
Stufa di stare con le spalle al muro, alzò le mani cercando di dare uno spintone a James, ma senza riuscire a smuoverlo di un millimetro.
-Sai c'è tempo- disse lui, ignorando il suo gesto -Ho tutto il tempo del mondo per conquistarti-
-Ma che problemi hai?- chiese lei con rabbia, puntando i piedi e guardandolo truce -Puoi avere chiunque! Va' a fare gli occhi dolci a qualcun'altra...-
-Ma io voglio te- la interruppe lui -Amo le sfide- aggiuse sfiorandole uno zigomo con la punta delle dita e spostandole una ciocca di capelli dietro l'orecchio.
Alice afferrò la sua mano allontanandola -Questa sfida sta per darti un calcio nelle noci, se non ti sposti immediatamente- sibilò lei mettendo nello sguardo tutta la sua rabbia, e desiderando ardentemente di scostarsi da lui per non respirare più il suo profumo.
La risata di James fu bassa e vibrante, e fece infuriare Alice ancora di più.
Tirò una gamba indietro, pronta a prendere a calci il ragazzo, quando qualcuno si schiarì la gola.
James si voltò, e oltre al suo braccio Alice vide chiaramente Albus Potter che li guardava infastidito.
-Fratello. Dovresti fare la ronda, non appartarti con le ragazzine- lanciò un breve sguardo di sufficenza ad Alice, e lei approfittò di quel momento per sgusciare via dalla presa di James.
-Abbiamo la stessa età, idiota, non puoi darmi della ragazzina- sibilò Alice fronteggiando Albus.
-E tu non puoi darmi dell'idiota senza motivo- ribatté Albus con calma.
Alice prese aria per rispondere, ma sentì il viso andarle a fuoco per l'imbarazzo e richiuse la bocca indignata.
Il Serpeverde sbuffò e le voltò le spalle incamminandosi per il corridoio.
-Aspetta- disse Alice, la sua voce fece fermare Albus -Vengo con te- aggiunse muovendo qualche passo.
-Hey! Tu sei di ronda con me...- esclamò James, raggiungendola e afferrandola per un braccio.
Quella fu la goccia che fece traboccare il vaso.
-Flipendo!- esclamò Alice voltandosi e agitando la bacchetta.
Un lampo dorato spinse con forza James, facendolo cadere all'indietro a qualche metro di distanza.
Alice avrebbe avuto mille frasi ad effetto da dirgli, ma si limitò a voltarsi e raggiungere Albus camminando in fretta.
Stava fumando di rabbia e stringeva con forza la bacchetta nel pugno mentre camminava rasente al muro.
Albus era dalla parte opposta del corridoio, come a voler mettere più spazio possibile tra loro due.
-Vai per la tua strada Paciock, non sei di ronda con me- le disse lui freddo, dopo un po' che camminavano.
-Guarda che io ce l'ho un nome. E tu sai benissimo come mi chiamo!- rispose lei stizzita.
-Non m'interessa- rispose subito Albus  -Ah, dimenticavo...- aggiunse lui fermandosi e attraversando il corridoio fino a trovarsi di fronte alla ragazza.
Alice lo aveva così vicino da sentire il suo profumo, completamente diverso da quello di James, Albus sapeva di pino e valeriana... un profumo che le ricordava i pomeriggi passati nelle serre con suo padre.
-Cinque punti in meno a Grifondoro- disse Albus con un ghigno, e la ragazza smise subito di fare congetture sul suo odore.
-Come scusa?- chiese con voce stridula, mentre sentiva la bocca spalancarsi dalla sorpresa.
-Hai schiantato uno studente. Non puoi restare impunita- spiegò lui con un sorriso soddisfatto.
-Non spetta a te punirmi! Cinque punti in meno a Serpeverde!- esclamò lei.
-Perché?- chiese Albus soffocando una risata.
-Perché sei un idiota-
-Ancora? Paciock, dovresti aggiornare il tuo vocabolario: è deludente- una scintilla gli brillò negli occhi blu scuro, dopodiché Albus scoppiò a ridere.
-Sei.. sei...- Alice non riusciva a trovare le parole, tanto era sconcertata.
-Non cruciarti Paciock, ti verranno le rughe- mormorò lui dandole un colpetto con la bacchetta sulla fronte.
-Non ho mai conosciuto in vita mia una persona odiosa come te!- gridò Alice fremendo dalla rabbia.
-Ognuno di noi deve pur primeggiare in qualcosa, non credi?- rispose prontamente Albus facendole un occhiolino.
Alice digrignò i denti e se ne andò pestando i piedi per terra dalla rabbia.
-Guarda che da quella parte il corridoio finisce, c'è solo la stanza dei trofei-  le gridò dietro Albus.
Alice fece marcia indietro ancora più furiosa di prima -Lo so!- esclamò mentre ripassava di fianco al Potter, che non smetteva più di ridere.

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