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Elvira sospirò e decise di uscire dalla Sala Grande.
Hugo, il suo accompagnatore, si era messo a parlare con James Potter di Quidditch, ed Elvira si era ben presto stufata di fare finta che i loro discorsi le interessassero.
Prese la bacchetta dal corpetto del vestito e se la rigirò tra le dita mentre usciva dal grosso portone del castello.
L'aria della sera la fece rabbrividire. Elvira notò molti studenti in cortile, per lo più coppie che cercavano un po' di privacy dal ballo.
Sospirò, rattristandosi di nuovo di non poter essere come le ragazze di quelle coppie... aveva dovuto invitare Hugo Weasley al ballo unicamente perché Elvira avrebbe aperto le danze, e non poteva aprirle con una ragazza senza permettere alla Skeeter di dare scandalo.
Forse se la preside di quella scuola le avesse detto prima che avrebbe ballato con suo fratello...
Elvira raggiunse il lago del castello, e si sedette su una panchina in ferro vicino alla riva.
Guardò la luna far scintillare d'argento la superficie nera dell'acqua, e sospirò di nuovo.
Non si stava divertendo affatto, e Julian era sparito, probabilmente con Rose, lasciandola da sola.
Non ne era arrabbiata, lei adorava Rose ancora prima che la salvasse dal bulgaro e dall'americano ma... non le piaceva il modo in cui suo fratello pendeva dalle sue labbra.
Elvira sapeva che Rose avrebbe finito per spezzargli il cuore prima o poi, e considerando quanto Julian era preso da lei...
Un rametto scricchiolò alle sue spalle, e il cuore di Elvira mancò un battito.
La brasiliana si alzò di scatto in piedi, puntando alzando la bacchetta e sentendo già il panico scorrerle nelle vene.
-Calma, sono io- disse una figura scura e longilinea.
Elvira evocò Lumos, e il suo cuore ebbe un tuffo quando si rese conto di avere davanti Dominique.
-Scusa- mormorò Elvira tornando a sedersi sulla panchina.
La bionda si sedette accanto a lei, accavallando le gambe e portandosi i capelli oltre le spalle, facendo arrivare a Elvira un buon profumo di vaniglia.
-Come mai qui? Fa freddo- osservò Dominique passandosi le mani sulle braccia, dai gomiti alle spalle.
Elvira cercò di non indugiare su quel gesto più di quanto fosse lecito.
-Non mi sto divertendo molto... tu invece? Non dovresti essere con Adam?- le chiese Elvira, accavallando a sua volta le gambe e poggiando la schiena sulla panchina.
Dominique strinse le labbra prendendo un gran respiro -Adam Andrews è un coglione-
Elvira inarcò un sopracciglio, trattenendo un sorriso -Come mai?-
-Mi ha scaricata dopo solo un ballo, e ora è con Pamela Bulstrode... che sarebbe l'oca della scuola in poche parole- spiegò Dominique incrociando le braccia al petto e poggiando a sua volta la schiena contro la panchina.
-Cavolo- commentò Elvira -È un coglione davvero-
Dominique abbozzò un sorriso. Sotto la luce dei Lumos i suoi occhi neri avevano riflessi argentati, come la luna con le acque del lago, ed Elvira ne restò incantata.
-Non so perché gli sto ancora dietro- disse Dominique spostando gli occhi scuri su di lei -Ma è che... è ciò che dovrei fare-
Elvira aggrottò le sopracciglia -Che vuoi dire?
La bionda esitò, facendo cadere lo sguardo nel vuoto, come se dovesse scegliere con cura le parole da usare.
-È quello che ci si aspetta da me. Che io stia con il ragazzo più bello e intelligente della scuola, il cui padre lavora con il mio alla Gringott, insomma Adam è quello che mia madre chiamerebbe il ragazzo perfetto- spiegò Dominique con una smorfia.
-E cosa c'è che non va? A parte il fatto che lui è un coglione, ovvio- chiese Elvira con un mezzo sorriso.
Dominique abbassò la testa, guardando le mani chiuse a pugno in grembo. Il suo vestito rosso sembrava color sangue in quella fioca luce.
-Che sono... confusa. È come se stessi recitando la parte della figlia perfetta che mia madre vorrebbe, ma se non lo fossi davvero? Se la vera me non andasse bene o...- Dominique s'interruppe, guardando dritto davanti a sé il lago, con un'espressione sofferente.
-Nique- disse Elvira, ruotando il busto verso di lei e poggiando un braccio sul freddo schienale della panchina.
-Tu sai che io e Julian veniamo da un orfanotrofio, vero?-
La bionda ruotò la testa verso di lei, con un'espressione confusa, ma annuì.
-Bene. Quello che non sai è che lì... volevano che fossimo perfetti. Le suore, con la loro ferrea disciplina... sai, non bere, non fumare, schiena dritta, niente gomiti sul tavolo a pranzo, non mangiare dolci perché lo zucchero è uno strumento del diavolo... - Elvira sbuffò divertita, piegando le labbra in un sorriso -Volevano dirmi come dovevo essere, in tutto e per tutto... immagina quanto sono state contente di sapere che mi piacevano le ragazze. Mi trovarono nell'armadio delle scope, a baciare Samira Velasquez,e mi diedero così tanti schiaffi che sentii la faccia pulsare dal dolore-
Elvira rabbrividì ricordando quell'episodio, e le parve di sentire di nuovo la pelle formicolare dal dolore.
-Il punto è che mi sono sempre sforzata di essere la ragazza perfetta che volevano io fossi, e per continuare a esserlo avrei dovuto non essere più me... e ci ho provato. Ma lascia che ti dica che fingere di essere qualcuno che non sei, fa schifo. Davvero, è uno schifo. È vivere a metà, è recitare la parte di qualcun altro...- alzò di nuovo la testa, incontrando i grandi occhi scuri di Dominique che la guardavano in modo strano, pensieroso -Non puoi buttare anni della tua vita a fingerti chi non sei. Dovresti pensare a ciò che vuoi davvero, che potrebbe renderti felice. Non a ciò che è giusto per gli altri, ma ciò che è giusto per te- concluse Elvira guardandola con fermezza.
-E come farò a sapere se è giusto per me?- mormorò Dominique in un soffio, guardandola con gli occhi neri spalancati.
Elvira abbozzò un sorriso -Se non provi non lo saprai mai, Nique. Serve coraggio... ma tu sei una Grifondoro. Sei abbastanza coraggiosa da prenderti ciò che vuoi, no?-
Un lampo di consapevolezza passò negli occhi della bionda. Elvira temette di averle detto qualcosa di sbagliato, perché la sua espressione sembrava combattuta e sofferente.
Poi però Dominique sollevò un braccio, mettendo una mano sulla spalla di Elvira, e si sporse in avanti baciandola.
La brasiliana spalancò gli occhi, sentendo il profumo di vaniglia di Dominique avvolgerla, ma durò bene poco.
La bionda si tirò subito indietro, scuotendo la testa -Scusami, non so davvero cosa...-
Elvira staccò la schiena dalla ringhiera della panchina, e si sporse in avanti baciandola di nuovo e interrompendo i suoi dubbi e le sue incertezze.
E fu un bacio vero, non affrettato o dato per sbaglio; un bacio dolce e lento.
Dominique aveva la pelle delle braccia fredda, e le labbra gelate, ma Elvira non se ne curò.
Aveva fantasticato per troppo tempo su quel momento, e ora che si era avverato...
La bionda si tirò di colpo di nuovo indietro, indietreggiando sulla panchina fino ad arrivare al margine di essa.
Aveva il fiato corto e la luce della sua bacchetta le illuminava le guance chiazzate di rosso.
-No, non posso- mormorò guardando la panchina -È... non posso.-
Elvira richiuse la bocca, che le era rimasta spalancata dallo sconcerto.
-Perché non puoi?- chiese Elvira aggrottando le sopracciglia.
Dominique sollevò la testa di scatto, e i suoi occhi si accesero di una scintilla d'ira -Merlino! Se mi vedesse mia madre o mia nonna... la mia famiglia non lo accetterebbe mai...-
- Cioè non accetterebbe mai che ti piacciono anche le ragazze?-
Dominique arrossì ancora di più, forse dalla rabbia -Non è così! A me non sono mai piaciute le ragazze!-
Elvira sbuffò inarcando un sopracciglio.
-Mi sembra che mi hai baciata però, o sbaglio?-
La bionda si alzò di scatto dalla panchina, incrociando le braccia al petto e puntando i piedi -Non devo giustificarmi con te!- sbottò guardandola duramente.
Elvira strinse i denti dalla rabbia, e si alzò a sua volta fronteggiando la bionda.
-Hai ragione, sai? Devi giustificarti con te stessa, non con me!- sbottò Elvira -O vuoi continuare a fingere che non ti piaccio?-
-Non importa!- esclamò Dominique, alzando le braccia al cielo -Perché tu una volta finito il Torneo te ne andrai, e la mia vita tornerà finalmente normale!-
Elvira sgranò gli occhi, indietreggiando di un passo e schiudono le labbra dalla sorpresa.
-Non funziona così, Nique. Ti stai raccontando un sacco di balle-
-Tu non mi conosci!- ribatté subito la bionda.
-Sai una cosa?- chiese Elvira stringendo con forza la bacchetta nel pugno -Nemmeno tu ti conosci-
Dopodiché superò la bionda con una spallata, risalendo la collina per tornare al castello.

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