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L'espresso per Hogwarts partì con uno scossone che fece quasi perdere l'equilibrio a Rose, mentre metteva il proprio baule sulle grate che correvano vicino al soffitto della cabina.
Scorpius la prese per i fianchi giusto in tempo, e Rose si appoggiò a una sua spalla per non cadere.
Gli fece un piccolo sorriso, dopodiché andò a sedersi sulla poltrona vicino al finestrino, con Scorpius accanto a sé, mentre la cabina si riempiva.
Albus e Alice si sedettero davanti a Rose; James, Dominique e Hugo accanto a Scorpius e i gemelli Scamander di fianco ad Alice, con Lily seduta insieme a Lysander.
Rose si tolse la sciarpa e la piegò riponendola sulla ginocchia, mentre si voltava a osservare il paesaggio correre veloce al di là del finestrino.
-Rose- fu Albus a parlare.
La rossa voltandosi vide che la guardava con le sopracciglia nere  aggrottate; notò anche che non guardava lei in faccia, ma bensì il suo collo.
-Dove... dove hai preso quella collana?- chiese Albus. Alice guardò lui e Rose a turno, confusa.
Rose portò istintivamente una mano al petto e le sue dita toccarono la rosa d'Acquamarina trovandola fredda come un cubetto di ghiaccio.
-Me l'ha regalata Scorpius per il mio compleanno. Perché? Cosa c'è che non va?-
Albus fece schizzare le sopracciglia verso l'alto, e i suoi occhi blu mare corsero verso il biondo seduto accanto a lei.
-Davvero? Questa non me l'aspettavo proprio...- mormorò Albus sovrappensiero, guardando Scorpius fisso.
Tutti gli altri nella cabina chiacchieravano, senza accorgersi della tensione che circolava tra le due coppie sedute una di fronte all'altra.
-Che succede? Che significa?- chiese Rose voltandosi verso Scorpius.
Il biondo serrò la mascella per la tensione, ma piegò le labbra in un lieve  sorriso tirato guardando Rose.
-Niente di importante...- mormorò Scorpius.
-Non glielo hai detto- intervenne Albus con un ghigno, sbuffando -non pensi che dovrebbe saperlo?-
-Non ce n'era alcun bisogno, fin'ora- disse Scorpius duramente, inchiodando Albus con lo sguardo.
-Detto cosa?- insisté Rose guardando i due a turno.
Alice sembrava essere confusa quanto lei.
-Quella collana era di mia madre. La indossava sempre, per questo Albus l'ha riconosciuta- le spiegò Scorpius ruotando il busto verso di lei e abbassando gli occhi grigi.
Rose schiuse le labbra dalla sorpresa e sentì come un blocco di ghiaccio gelarle lo stomaco.
-Inoltre vale anche un occhio della testa- aggiunse Albus allugando le gambe davanti a sé e incrociando le caviglie -è manifattura goblin del tardo settecento... il suo valore di mercato si aggira sui...-
Rose non lo stava più ascoltando, ma guardava Scorpius incredula.
Il biondo aveva poggiato la schiena contro il divanetto e fissava a terra un punto fisso davanti a sé.
-Scorpius dovevi dirmelo- disse Rose in un sussurro.
Il biondo fece scattare la testa verso di lei e prese aria per parlare, quando la porta della loro cabina si aprì facendo voltare tutti.
Una ragazza minuta dai capelli color cioccolato e lisci come spaghetti, con la divisa di Tassorosso addosso, fece correre lo sguardo sui presenti soffermandosi su Rose e Scorpius.
Su Scorpius, per lo più.
-Il professor Vitious vuole i due campioni di Hogwarts nella cabina della preside. Devo scortarvi fin lì- disse lei con una vocetta acuta e squillante, sempre guardando solo il biondo.
Arrossì visibilmente appena incrociò lo sguardo ostile di Rose.
Scorpius si alzò e Rose fece altrettanto  lasciando la sciarpa sul divanetto dov'era stata seduta.
Uscirono dallo scompartimento richiudendo la porta dietro di loro.
La brunetta stava già percorrendo lo stretto corridoio e Rose e Scorpius la seguirono restando qualche passo indietro.
-Non l'avrei accettata se avessi saputo che era di tua madre- disse Rose, decisa a voler continuare il discorso che avevano interrotto.
-E perché no? Preferivi un regalo nuovo? Avrei fatto un giro nella gioielleria di Diagon Alley, ne hanno aperta una vicino al Serraglio Stregato...-
-Certo che no!- esclamò Rose interrompendo Scorpius, con un tono di voce troppo alto che fece sobbalzare anche la ragazzina che li guidava per il corridoio.
Rose abbassò la voce -Scorpius tua madre non c'è più. Non posso portare la sua collana, è una cosa troppo importante per te e io...-
La voce della ragazza si affievolì, abbassando lo sguardo. Percepiva la collana molto più di prima, e ora conosceva il valore affettivo che doveva avere per Scorpius.
-Tu sei importante per me- disse Scorpius guardandola con la coda dell'occhio; a Rose parve di vederlo arrossire lievemente.
-Abbastanza da farmi un regalo così... intimo?- chiese Rose sollevando un sopracciglio.
-Non immagini quanto- mormorò Scorpius; i suoi occhi grigi si persero per un istante nel vuoto, forse catturati da un ricordo o pensiero che solo lui poteva conoscere.
Raggiunsero l'ultimo vagone del treno, destinato ai professori e inservienti del castello.
Rose non ci era mai entrata e notò che le porte scorrevoli delle cabine non erano fatte in vetro, ma bensì in un legno scuro e solido.
Superarono un paio di scompartimenti, e una di quelle porte si aprì facendo sbucare la minuta figura del professor Vitious.
Indossava un completo color malva dal gilet viola scuro sopra una minuscola camicia lilla, sicuramente fatta su misura per le sue braccia corte.
I suoi occhietti acquosi scintillarono dietro gli occhiali rotondi.
-Oh eccovi finalmente! Grazie, Robertson, puoi andare- disse il professore facendo un rapido cenno col capo alla ragazza dai capelli marroni.
Lei superò Rose e Scorpius a testa bassa, senza guardare un'ultima volta il biondo.
Rose ne fu soddisfatta.
-Mancavate solo voi- disse Vitious invitandoli a entrare nella cabina.
Rose si aspettava uno spazio angusto con ai lati due file di poltrone, ma restò ben presto sorpresa.
La cabina della preside era uno spazio enorme, grande almeno tre volte quelle degli studenti.
Qua e là c'erano diverse poltrone e divanetti color carne, tavolini rotondi da caffè pieni di tazzine in ceramica e ai fianchi della porta regnavano due alti attaccapanni in mogano pieni di cappotti colorati.
Rose alzò lo sguardo vedendo che il finestrino davanti a sé in realtà era una grossa vetrata. Poteva vedere le rotaie su cui correva il treno.
-Weasley, Malfoy. Sedetevi- fu la preside a parlare.
Rose la vide seduta su un divanetto insieme a un uomo dai capelli biondi, che non riconobbe.
Sulle varie poltrone notò la presenza di tutti i duellanti delle altre scuole.
Distolse subito lo sguardo da quello di Julian appena quest'ultimo le sorrise, e andò a sedersi con Scorpius su due poltrone vicine.
Cercò di non dare peso al fatto che accanto a sé aveva Teresa Wickham, tuttavia sentiva su di sé il suo sguardo bruciante come fuoco.
-Bene!- l'uomo accanto alla preside batté le mani con un sorriso.
Rose suppose che dovesse avere circa una trentina d'anni.
Aveva folti capelli color oro, tra cui solo un osservatore esperto avrebbe potuto notare dei fili biancastri; gli occhi neri percorrevano i ragazzi nella cabina, come studiandoli uno ad uno.
Indossava uno smoking elegante, fatto da giacca e pantaloni color sangue, cravatta nera e mocassini dello stesso colore.
Sembrava un ricco imprenditore appena uscito da un gala di beneficenza.
-Io mi chiamo Thanos Bagman, ma per voi sarò il signor Bagman. Intesi?- chiese guardando rapidamente negli occhi ciascuno di loro.
Sentendo quel tono freddo e severo, un brivido corse lungo la schiena di Rose e si irrigidì sulla poltrona stringendo le mani a pugno sopra le gambe.
-Sono il figlio di Ludo Bagman, come avrete ormai intuito. Sono a capo dell'Ufficio per i Giochi e gli Sport Magici, e così come mio padre supervisionò il Torneo Tremaghi anni orsono, io farò altrettanto con questo-
-Cosa c'è da supervisionare?- fu Elvira a chiederlo, seduta accanto a Julian.
Bagman le lanciò un rapido sguardo divertito prima di rispondere -Diverse cose, signorina...?-
-Menendez- rispose lei drizzando la schiena e buttando indietro le spalle.
Rose la ammirò: stava reggendo lo sguardo nero e penetrante di Bagman senza battere ciglio.
-Scoprirà ben presto, signorina Menendez, che in tornei come questo le cose possono farsi... violente- pronunciò l'ultima parola con un mezzo sorriso, i suoi occhi brillarono come due biglie scure.
-Il mio compito, in quanto giudice, sarà assegnare a ognuno di voi un punteggio prima dell'inizio delle sfide. Vi metterò alla prova individualmente, dandovi un voto dall'uno al dieci. Dovrebbe stabilire il vostro grado di... abilità.
Servirà agli altri partecipanti a prepararsi prima dei duelli. Così sapranno, almeno in parte, il grado di pericolo a cui andranno incontro.-
Rose era sconcertata. Le avrebbero dato un voto? Grado di pericolosità? Non le ispirava nulla di buono.
-Ovviamente dovrò supervisionare anche i duelli, accertarmi che nessuno di voi... ecco...- fece una pausa appoggiandosi allo schienale del divano, con noncuranza -...muoia-
La McGranitt, accanto a lui, strinse le labbra grinzose in una linea dura, guardando dritto davanti a sè.
Rose sentì una mano invisibile prenderle lo stomaco e stringerlo in una morsa ferrea.
Si lasciò scappare un verso strozzato, inspirando l'aria, e portò le mani sui bracioli della poltrona aggrappandocisi con forza.
Quella parola l'aveva scossa. Fu come tornare indietro di settimane in un lampo, Rose sentì il panico chiuderle la gola.
-Sta scherzando?- chiese con un filo di voce, guardando Bagman.
L'uomo portò gli occhi neri su di lei, e si tirò in avanti poggiando i gomiti sulle ginocchia e incrociando le mani.
-Weasley- disse il suo nome con sicurezza -In America sei sulla bocca di tutti, lo sapevi? Ho una seconda casa lì e beh, ho sentito dire che sei una leggenda- piegò le labbra in un sorriso perfido, e Rose sentì la bile salirle in gola.
Bagman sbattè le palpebre sollevando le sopracciglia, come se non avesse avuto in programma di dirlo, e si decise a risponderle.
-No, Weasley, non sto scherzando. Il Torneo a cui state per partecipare è estremamente pericoloso, competitivo e mortale tanto quanto lo fu il Torneo Tremaghi-
-Pensavo- disse Rose sentendo la bocca asciutta come un foglio di carta -che si vincesse disarmando l'avversario per tre volte, come in un normale duello-
Bagman scoppiò a ridere, le spalle larghe gli tremarono nello smoking rosso sangue.
-Filius, gli hai detto davvero così?- chiese girando la testa verso il professor Vitious.
A Rose parve di vedere il professore di Incantesimi sbiancare; si finse tutto indaffarato a sistemare i polsini della camicia lilla, senza guardare nessuno in faccia.
-Questo è un torneo di magia- disse Bagman guardando uno ad uno i duellanti -Dovrete duellare si... ma nessuno batterà ciglio se uno di voi dovesse evocare una chimera, o si servisse di incantesimi oscuri. Vi giocherete ogni asso nella manica... - Bagman sembrava elettrizzato dall'idea -...Dovrete vincere, sì. Ma per farlo dovrete prima sopravvivere-
Rose non ce la fece più. Non riuscì più a guardare il sorriso sadico di Bagman e la sua contentezza mentre parlava della loro possibile morte.
La rossa si alzò di scatto dalla poltrona, vedendo la stanza ballarle davanti agli occhi.
-Tutto questo la diverte?- chiese Rose incredula.
Bagman sbuffò sollevando gli occhi al cielo -Cosa te lo fa pensare?-
Rose spalancò la bocca dallo sconcerto e passò in mezzo alle poltrone dirigendosi verso la porta della cabina.
L'aria in quella stanza sembrava volerla soffocare.
-Mi auguro...- Rose si bloccò con la mano sulla maniglia, appena sentì la voce di Bagman alle sue spalle -...che tu abbia più fegato di così. Non potrai voltare le spalle a un duello-
Rose strinse le labbra.
Era tentata di voltarsi, di urlargli contro o prendere la bacchetta e schiantarlo.
Tuttavia il peso che le opprimeva il petto si faceva sentire sempre di più, e Rose si limitò a uscire dalla cabina, sbattendosi la porta alle spalle.

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