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"Avanti, puoi farcela" pensò Rose, mentre percorreva il corridoio dei sotterranei.
-Proverò a spiegare la situazione a Lumacorno- disse Alice, camminando accanto a lei, alla sua destra -Puoi aspettare fuori dalla classe e...-
-No- disse subito Rose -Lumacorno adora i gossip, la notizia sarebbe sulla bocca di tutti già all'ora di pranzo- la ragazza rabbrividì, pensandoci.
-Beh, querida, lo sapranno comunque- disse Julian, alla sua sinistra.
Era insieme a Elvira, che camminava con la testa china nel libro di pozioni e mangiucchiando gelatine tutti i gusti+1.
-E poi ciò che ha detto tu hermano è vero. Prima eravate due sardine, noterà tutta la scuola la differenza-
-Julian ha ragione- concordò Alice.
Rose li guardò a turno, sospirando.
Aveva solo pozioni con i Serpeverde quel giorno, e Lumacorno aveva mantenuto le coppie della volta precedente.
Ciò significava che Alice era insieme ad Albus, per la gioia di entrambi, e Rose con Scorpius.
Solo il pensiero di sedersi accanto a lui, senza parlargli o toccarlo, la distruggeva.
-Non voglio cambiare compagno di pozioni- disse d'un tratto Rose, e Julian e Alice si voltarono verso di lei mentre camminavano.
Rose sapeva che sarebbe stato difficile, ma lo sarebbe stato ancora di più stargli lontana.
-Rose... mi dispiace così tanto...- disse Alice, prendendole una mano e guardandola con le sopracciglia aggrottate dalla preoccupazione.
Rose le fece un piccolo sorriso, o, per lo meno, si sforzò di farlo.
Arrivati alle porte dell'aula, la ragazza prese un profondo respiro.
-Io e Elvira saremo nell'ultima fila- disse Julian chinandosi verso di lei -Ma se ti serve aiuto, prendi a pugni il biondo. Sarà il nostro segnale segreto- Julian le  fece un occhiolino, e Rose riuscì a sorridere davvero, divertita.
Entrarono, e lei si diresse verso il suo banco stringendo forte la spallina della borsa a tracolla.
Sentiva i bisbigli rincorrerla mentre passava tra le file già piene di ragazzi, ma li ignorò a testa alta.
Quando arrivò alla sua postazione, mise il borsone sul banco e si finse impegnata a prendere il libro di pozioni e sfogliarlo.
Scorpius era già li, e passandogli vicino Rose aveva sentito il suo profumo irreale di mare e aria invernale.
Strinse i pugni sul banco, sfogliando il libro e raccogliendo tutte le sue forze per non voltarsi a guardarlo.
-Tu sei la mia compagna nel Torneo di duelli, giusto?- chiese Scorpius, e Rose sobbalzò sentendo il cuore farle una capriola.
Non aveva previsto che lui prendesse l'iniziativa di parlarle.
Voltò la testa verso Scorpius, e una mano invisibile le strinse il cuore.
Era così bello da sembrarle irreale, con la pelle candida, la mascella pronunciata, gli occhi grigi come nuvole cariche di pioggia e capelli biondi come l'oro antico.
Rimase a fissarlo, senza riuscire a distogliere lo sguardo.
Era il suo Scorpius, e, allo stesso tempo, non lo era più.
La guardava in modo distaccato, senza una briciola di affetto o emozione a illuminargli gli occhi.
Rose sentì un attizzatoio ardente bruciarle la gola.
-Sì, sono io- rispose lei, moderando la voce e cercando di farla sembrare più normale e controllata possibile.
-A quanto pare mi hanno obliviato, assurdo eh? Quindi mi mancano un po' di ricordi. Perciò mi presento di nuovo- disse Scorpius con nonchelance, facendo spallucce.
-Io sono Scorpius Malfoy, ma penso lo sai già. Tu piuttosto, com'è che ti chiami?- chiese distrattamente, sistemando le fiale vuote davanti al calderone.
-Rose Weasley- rispose lei, in un sussurro.
Si era aggrappata al bordo del banco con una mano, e vi si appoggiava con metà del corpo.
Doveva controllarsi, non poteva scoppiare a piangere, non davanti a lui.
Il biondo inarcò un sopracciglio -Ti chiamerò Weasley e basta, hai un nome troppo comune, non riuscirei a ricordarmelo- disse lui, dopodiché aprì il suo libro di pozioni e chinò la testa per leggerlo, facendo scivolare alcuni riccioli biondi sulla fronte.
Rose ruotò il busto appoggiando entrambe le mani al banco, per impedire loro di tremare.
Merlino solo sapeva quante volte Scorpius aveva pronunciato il suo nome con amore, e ora le diceva che non sarebbe riuscito a ricordarselo?
Voleva scappare a gambe levate dall'aula e rinchiudersi nello sgabuzzino delle scope a piangere, ma si costrinse a restare e fare finta di niente.
La lezione passò con estrema lentezza. Rose fece il possibile per restare a testa china sul libro, con i capelli spostati sulla spalla sinistra a farle da barriera e impedirle la visuale del biondo accanto a sé.
Lumacorno le fece qualche domanda sulla pozione restringente, ma lei diede sempre risposte a caso, senza nemmeno pensarci.
-Te la sei cavata bene- le disse Alice affiancandola subito, appena uscirono dall'aula.
Rose la vide guardare verso Albus, che camminava insieme a Scorpius, e mordersi il labbro inferiore sovrappensiero.
-Vai da Albus se vuoi- le disse Rose facendo spallucce.
-No, non importa. Tanto ora dobbiamo pranzare- disse Alice.
Rose però la vedeva esitare, e sbattere in fretta le palpebre, un tic che usava spesso quando mentiva.
-Allora- disse Julian affiancandola, insieme a Elvira -È stato così tremendo?-
Rose strinse le labbra e guardò dritto davanti a sé, senza rispondere.
Era stato più che tremendo, e pensare che doveva farci l'abitudine... era impensabile.
Restò in silenzio per gran parte del pranzo, guardando fisso il suo piatto di lenticchie e la forchetta che spuntava da esse.
-Mangia, querida. Stamattina non hai toccato la colazione- le disse Julian, dandole una piccola gomitata.
Rose sentiva lo stomaco annodarsi per la nausea solo a immaginarsi di mangiare, figurarsi farlo davvero.
Poggiò il viso sul palmo della mano, sforzandosi di ascoltare Dominique e Lily che parlavano di Adam Andrews, e sperando che le loro chiacchiere potessero distrarla.
Non ci riuscirono.
Rose si alzò, lasciando il piatto intatto, e seguendo Julian verso l'aula di Divinazione.
Trascorse le altre due lezioni, Aritmazia e Incantesimi, senza quasi ascoltarle, ma lieta di averle in comune con i Tassorosso, e non con i Serpeverde.
-Avanti, Rose, sembri davvero uno zombie!- la rimproverò Julian mentre attraversavano il cortile, diretti al campo da Quidditch.
Il ragazzo aveva insistito per accompagnarla agli allenamenti, ma Rose avrebbe preferito che non lo facesse.
Principalmente perché non riusciva a togliersi di dosso nuvola di apatia che la seguiva, e non voleva contagiare anche lui.
-Ci sto provando- mormorò lei debolmente, reggendo la scopa su una spalla.
-Non è vero- disse Julian guardandola severamente.
Rose non lo contraddì, perché aveva ragione.
Ma come poteva provare a essere felice, se non aveva un motivo che le facesse forza?
-Nel frattempo mi abbronzerò sugli spalti!- le disse Julian, mentre Rose si dirigeva al centro del campo.
-Come se ne avessi bisogno!- gli gridò di rimando lei, e le parve di sentire quasi la sua risata in lontananza.
-Forza gente, ai vostri posti!- disse James mettendosi a cavallo della sua scopa.
Gli allenamenti furono disastrosi.
Rose non centrò gli anelli con la pluffa nemmeno una volta, e andò a sbattere contro gli altri giocatori, perché guardava a stento dove stava volando.
Il Quidditch era sempre riuscito a svuotarle la mente e farla stare meglio, tuttavia quel giorno Rose volando non provò alcuna emozione.
-Rose!- gridò James furioso, una volta che furono scesi a terra -Che accidenti ti prende?- chiese alzando le braccia al cielo.
Gli altri membri della squadra la guardavano con la stessa severità.
-Niente- rispose Rose rimettendosi la scopa in spalla e voltandosi per andare a cambiarsi negli spogliatoi.
-Non così in fretta!- disse James correndo e piazzandosi davanti a lei, sbarrandole la strada.
-Ti rendi conto che tra due settimane abbiamo la finale contro Serpeverde, vero? La finale!- gridò James, furioso.
Rose schiuse le labbra dalla sorpresa.
Se ne era totalmente dimenticata. Avrebbe giocato contro Scorpius...
-Non me ne frega un accidenti dei tuoi problemi personali, okay? Vedi di darti una svegliata! Perché oggi sei stata un disastro, e non possiamo perdere il campionato per colpa tua!-
Rose strinse con forza il manico della scopa, sentendo la rabbia e le lacrime di frustrazione pizzicarle gli occhi.
-Sai una cosa, James? Cercati un altro Cacciatore, perché io ho chiuso!- gridò lei, a un palmo dal suo naso.
Vide James sbiancare e spalancare la bocca mentre indietreggiava di un passo, come se Rose gli avesse dato uno schiaffo.
-Non puoi mollarci prima della finale... Rose! Sei impazzita?-
-Posso eccome!- gridò Rose, superando James con una spallata e dirigendosi verso l'uscita del campo.
Si asciugò le lacrime di rabbia con un gesto frettoloso, e tirò su con il naso.
James aveva ragione. Non potevano permettersi di perdere per colpa sua, e Rose non era più sicura di poter tornare ad essere di nuovo se stessa.
-Stai facendo uno sbaglio- le disse Julian affiancandola, mentre si allontanavo dal campo da Quidditch, risalendo la collina.
-Mi hai vista volare? Ho fatto schifo! Non posso giocare la finale in questo modo... farò perdere Grifondoro in partenza- esclamò Rose.
-Ascolta- disse Julian afferrandola per un polso, e facendola fermare e voltare verso di lui.
-Devi solo volare e sentire che stai volando- disse lui, gli ultimi raggi del tardo pomeriggio gli illuminavano gli occhi come due gemme di giada.
-Non ci riesco più!- disse Rose, con la voce rotta dalle lacrime -Credi che non voglia? Io amavo volare! Ma non ho più la forza per farlo, non ho più la forza per fare niente...- Rose gettò la scopa ai suoi piedi con forza, sull'erba, e strinse gli occhi mettendosi le mani nei capelli.
-Fa troppo male...- disse Rose piano, stringendo con forza le radici dei capelli.
-Querida, tutti soffrono per amore prima o poi...-
-Non posso farlo di nuovo- disse subito lei scuotendo la testa -Non dopo Thomas... non posso perdere anche Scorpius...-
Rose soffocò un singhiozzo e si asciugò in fretta le guance.
Non poteva permettersi di crollare lì, all'aperto, con la squadra di Quidditch che stava risalendo la collina e si avvicinava a loro.
Rose raccolse la scopa da terra, e prese un profondo respiro.
-Troveremo un modo per farti stare meglio, vedrai- le disse Julian, mettendole una mano sulla spalla e facendole un piccolo sorriso.
Avrebbe tanto voluto credergli.
-Weasley-
Rose sussultò, voltandosi, e trovando di fronte a sé la professoressa McGranitt.
-Giusto, la punizione- disse Rose debolmente.
La McGranitt la studiò per qualche secondo, guardandola con un'espressione indecifrabile.
-Prima vorrei parlarti di un'altra cosa. Menendez, puoi lasciarci da sole?- chiese, alzando la testa verso Julian e squadrandolo con gli occhi sporgenti e azzurrini.
Julian annuì e salutò Rose con un cenno, prendendo poi a salire la collina.
-Si tratta della condizione del signorino Malfoy- disse la preside, incrociando le braccia davanti a sé sulla tunica verde serpente.
-Ho fatto molte ricerche durante la notte, e stamattina... ho trovato qualcosa-
Rose sussultò alzando la testa e guardandola con gli occhi sgranati.
-Potrebbe esserci un modo per fargli tornare la memoria. Ma richiede tempo e... voglio essere sincera con te, Weasley. C'è una possibilità su cento che funzioni-
Rose si sentì girare la testa, e fece un passo indietro per mantenere l'equilibrio.
-Come?- chiese.
Se c'era una possibilità, per quanto minima, di far tornare i ricordi a Scorpius...
-Potrebbe funzionare come per l'amnesia di un babbano. Un emozione forte, o un forte shock, potrebbero fargli tornare la memoria. Tuttavia, Weasley, devo avvertirti: non c'è nessun caso verificato, nessuna prova che possa funzionare davvero...-
-Grazie!- esclamò Rose facendo un salto, e abbracciando di getto la donna -È una speranza!-
Rose era sicura che se c'era qualcuno che avrebbe potuto essere l'eccezione alla regola, quello sarebbe stato Scorpius.
Era sicura che l'amore che li legava era abbastanza forte, abbastanza da compiere il miracolo, abbastanza da essere quel caso su cento.
Era tutto ciò di cui Rose aveva avuto bisogno: un motivo per lottare, e la McGranitt glielo aveva appena dato.
-Devo correre a dirlo a Julian!- esclamò lei, mettendosi la scopa in spalle e voltandosi.
-Non così in fretta!- le disse la preside.
Rose la vide porgerle un raschietto di metallo lucido, dal manico in legno.
-La tua punizione, Weasley. Devi raschiare via le gomme sotto agli spalti del campo da Quidditch, tutte. Hai la giornata di domani per farlo- le disse l'anziana strega.
Rose afferrò il raschietto con un sorriso -Sì signora! Grazie!- esclamò lei.
Dopodiché si voltò e corse verso il castello.
Non stava più cadendo a pezzi. Il dolore al petto, per la prima volta dopo tante ore, era sparito.
Ora aveva una missione, uno scopo.
Avrebbe lottato per Scorpius, con ogni mezzo possibile, e sarebbe riuscita a fargli tornare la memoria.

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