THE TWO PROPHECIES- le due profezie

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«Non andare ragazzina!»
Una voce dal suono quasi antico e secco rimbombò sulle pareti della stanza, o meglio, sembrava risuonare nella testa della Idenas.

Hilary era ancora a terra per la spinta che le aveva dato quella voce. Non capiva neanche in che stanza si trovasse ed era davvero preoccupata per quello che sarebbe potuto succedere, soprattutto per l'espressione di Aloysius dopo che non avrebbe più trovato la Serpeverde dietro di se, e ovviamente si sarebbe fatto delle domande.

La ragazza si alzò ancora intontita dallo spavento, con il cuore in gola e gli arti indolenziti. La figura stava accendendo una candela poco più lontano, con la neve e la luna che le facevano da sfondo oltre la finestra.

Idenas si alzò e cercò scattare verso la maniglia per uscire, ma si sentiva così in ansia da avere le mani molli, e come se non bastasse quella figura aveva chiuso in qualche modo la porta a chiave. Si rassegnò all'istante, tanto valeva affrontarla piuttosto che trovare un altro modo per fuggire.

Le dita lunghe e scheletriche dell'essere si avvolsero su un piccolo porta candela, con quest'ultima con la fiamma dritta e di una fermezza quasi innaturale.

Quella cosa era avvolta da un manto nero e il suo volto pareva assente. Come se non bastasse la stanza era semi vuota, era un semplice salottino con una piccola libreria e due poltroncine posizionate davanti alla grande finestra, da cui Hilary scorse la neve posarsi sul ciottolato.

«Chi è lei?» chiese la Serpeverde sussurrando, intanto che si avvicinava cauta alla figura girata di spalle. Ma più si avvicinava più si sentiva debole, ma allo stesso tempo il suo cervello era così lucido che riusciva a percepire ogni minimo contatto con la realtà, e questo senso era così forte che non fece che opprimerla fino a farle emergere un grande senso di ansia.

L'altra si girò, e il suo volto sembrava completamente assente, e Idenas non capiva se fosse per la quasi totale oscurità oppure quella creatura non ne possedeva uno, stava di fatto che trovarsela davanti non le provocava certo una piacevole sensazione.

«Non ci servono presentazioni Idenas. Ci conosciamo già da prima che potessi incontrarmi» rispose con una voce così profonda da risultare lontana.

La ragazza strinse i denti e sentì un brivido percorrerle pericoloso su tutto il corpo. Aveva perfettamente capito chi fosse quella donna; aveva tante domande da fare e nessuna risposta, forse Celeste avrebbe potuto aiutarla.
Lei la guardò meglio, l'unica cosa appena visibile erano le mani, particolarmente rugose e di un colorito spento, per il resto era un mantello logoro lungo, che ricopriva l'intero corpo di Celeste.

«Lei è Celeste...la strega della profezia» riuscì a dire, ma sentiva già che il fiato le mancava per l'ansia e si faceva sempre più irregolare e scarso.

Cercò di allungare la mano, con tutto il coraggio che aveva in corpo, ma Celeste si ritrasse e scosse il capo.
«Niente contatto con la pelle vivente ragazza. Non è il momento»

Hilary ritrasse la mano e cercò di guardare meglio dentro a quel dannato cappuccio, ma più osservava più la sua vista si offuscava e la testa le doleva.
Cercò di non farsi troppe domande per la frase che aveva appena pronunciato, non voleva avere le idee più confuse di quanto già lo fossero.
«Mi dica il perché mi ha trascinato qui...» disse lei con un tono provato dalla sua stessa paura.

La figura rimase immobile con la candela ancora in mano, come se si aspettasse che la Idenas si rispondesse da sola.

«Mia madre mi ha detto di starle lontano, ma non lo farò, lei sai che ho bisogno di sapere di più» con quelle parole la prefetta sembrava quasi implorare Celeste di dirle qualcosa, e infatti era venuta solo per quello.

EvolTahanan ng mga kuwento. Tumuklas ngayon