THE ORIGINS OF EVIL-le origini del male

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Hilary abbassò lo sguardo e contrasse la fronte con un'espressione accigliata in volto, come se avesse appena fatto un errore; come se si vergognasse.

Riddle sentiva come una forza che gli premeva il petto. Voleva farle tante domande, riempirla di quesiti, ma non voleva neanche metterla sotto pressione perché sapeva che se lo avesse fatto lei avrebbe preso come una minaccia e lo avrebbe aggredito e schernito per sempre e sinceramente voleva evitarlo, dato che aveva trovato qualcuno che poteva fornirgli ciò che desiderava.

Sospirò cercando di non farsi sovrastare dalla curiosità.
«Allora erano vere le voci»

Idenas sentì una fitta al cuore e rispose.
«Quali voci?»

«Davvero non ti è arrivato nulla all'orecchio? Devo dire che gli altri sono stati bravi a tenerlo nascosto»

«Cosa stai...»

Riddle si alzò dalla poltrona e iniziò a camminare avanti e indietro per la stanza; sapeva che forse si stava facendo prendere la mano dalla curiosità, ma quell'istinto era troppo forte da controllare.

«Si iniziò a parlare di te già nel marzo appena trascorso. Quando Dippet disse che avremo avuto un nuovo arrivo e fece il tuo nome, e soprattuto il tuo cognome. Sapevano tutti quello che aveva fatto tuo padre, di come avesse quasi ribaltato il ministero della magia in Italia, di come poi fosse scappato e ti avesse abbandonata. Sapevamo chi fossero i tuoi genitori, le due stirpi più folli di maghi, le due discendenze che hanno solo portato la discordia, gli scandali»
Rispose con una smorfia contratta, mentre il suo tono iniziava a farsi forte e acido.

La ragazza voleva parlare, dire la sua, urlare che lei non centrava nulla, che non le importava delle voci, che fosse diversa dai suoi genitori, ma sapeva che ormai la bambina che sperava di essere la pecora bianca in mezzo alla pecore nere sarebbe diventata anch'essa una pecora nera. La sua voce sembrò mancare, si sentiva il respiro irregolare e i polpastrelli delle dita sudate.

«Sei già stata schernita prima di essere arrivata, giudicata da quelli che ora consideri amici» parlò puntandole il dito contro.

«Aloysius...e gli altri» disse debolmente fissando smarrita il vuoto, nel mentre che la sua testa elaborava più scenari passati possibili di lei e gli altri.

Tom annuì severo, fermandosi a fissarla.

«Avresti dovuto sentire cosa dicevano di te prima del tuo arrivo»

«Si sono ricreduti» parlò lei con una nota di speranza e coraggio nella voce.

«Nessuno lo mette in dubbio, ma devo dire che purtroppo sai anche tu che le voci ti precedono»

«Mi sono abituata ormai, ma non nego che sperassi in un cambiamento arrivata qua ad Hogwarts» rispose sporgendosi in avanti.

Il Serpeverde rise e scosse la testa, tornando a sedersi sulla poltrona davanti ad Hilary.

«I giudizi, le apparenze...debolezze umane, che ci vuoi fare?»

Per quanto si sentisse sbigottita e abbattuta da quelle parole, doveva ammettere che il ragazzo aveva una grande dote nel farsi sembrare quasi non umano, come se alcuni aspetti della vita non lo toccassero un minimo.

«Penso che tu mi capisca Tom» disse lei increspando un leggero sorriso.

«Più che altro mi baso su fatti oggettivi che sulle mie esperienze personali» rispose tirando su l'angolo della bocca.

«Avrei tanto voluto vivere una vita normale» parlò lei guardandolo negli occhi.

«Anche io» sussurrò Riddle.
«Ma penso che se non avessi vissuto certe esperienze non sarei mai stato così come sono ora».

EvolWhere stories live. Discover now