Sotto la pioggia (a Fantastic Beasts Fanfiction)

4. 𝐏𝐚𝐬𝐬𝐚𝐩𝐨𝐫𝐭𝐚 𝐩𝐞𝐫 𝐮𝐧𝐚 𝐫𝐢𝐮𝐧𝐢𝐨𝐧𝐞 (Tina)

Finalmente Tina, Yusuf Kama e Nagini, la circense amica di Credence, erano arrivati alla periferia di Parigi. Avevano attraversato la capitale francese ed erano arrivati in un'ampia area di periferia, precisamente alla passaporta che da lì li avrebbe condotti ad Hogwarts. Erano tornati in città per cercare anche una minima traccia che avrebbe potuto condurli a Gellert Grindelwald. Nulla da fare: inutile specificare che erano tornati a mani vuote, senza indizi o tracce. Avevano solo la fialetta che lo snaso di Newt si era intascato dopo la battaglia e che era stata consegnata ad Albus Silente. Lo stesso uomo per conto del quale ora dovevano andare a Rio e rischiare la morte.

Certo il rischio non era una cosa nuova per Tina. Era un'Auror dopotutto - una cacciatrice di maghi oscuri per definizione - ma per la prima volta la sua mente era divisa in due parti. Una determinata a trovare sua sorella e Credence e l'altra che avrebbe desiderato solo tenersi fuori da tutta quella faccenda. Le percepiva quasi mentre si facevano la guerra e le procuravano mal di testa e confusione.

Fu Yusuf Kama, con il suo accento che ricordava molto quello francese e senegalese, a farla tornare sulla terra.
«Signorina Goldstein, è sicura che sia questo il posto?» chiese il mago purosangue.
Effettivamente era una landa desolata piena di colline. L'atmosfera era talmente grigia e nebbiosa che Tina distingueva a malapena le sue scarpe. Sulla cima di ognuna delle colline vi era un mulino a vento dall'aspetto vecchio e malandato. Ogni alto edificio era solo, separato dal resto, confinato sul suo colle personale. Pareva come essere in un mare tetro, circondati da decine di isolette minacciose e inesplorate. L'aria fredda sbatté improvvisamente contro la schiena della donna, provocandole un leggero fremito.

«Ne sono più che certa» rispose Tina, come a voler cancellare l'atmosfera intorno a sé.
La ragazza si fidava di ciò che le aveva detto il fratello di Newt, Theseus, nell'ultima lettera. Era arrivata qualche giorno prima, mentre lei era nel mezzo delle sue indagini per ritrovare Queenie. Era con quella missiva che il maggiore degli Scamander le aveva chiesto di portare Kama e Nagini ad Hogwarts. L'aveva persino aiutata, svelandole un modo per arrivare il più velocemente possibile: una passaporta, un oggetto che poteva essere trasformato in una sorta di teletrasporto grazie a un semplice incantesimo.

Troverete un secchio al centro di una piana piena zeppa di mulini a vento. Può sembrare strambo, ma il mio fratellino ha detto che è quello il vostro pass partout per l'Inghilterra.

Erano state queste le sue parole, concise e specifiche quanto la personalità di chi le aveva pronunciate. Tina aveva avuto modo di "conoscere" Theseus solo in quegli ultimi mesi, grazie alle lettere che si erano spediti di tanto in tanto. Sapeva che Theseus era un Auror come lei, aveva intuito qualcosa del suo carattere, ma mai nulla di troppo specifico. Si erano visti solo due volte di persona, in una delle quali Tina aveva pensato bene di legarlo ad una sedia per impedire che seguisse lei e Newt, alla ricerca di un cofanetto negli archivi del ministero della magia francese. A pensarci bene non si era ancora scusata per quella storia.
Mise da parte la voce "scuse a Theseus" per concentrarsi. Doveva assolutamente trovare Grindelwald.

Dio, a quel tizio non erano bastate New York e Parigi. Non gli era bastato averle portato via la sua unica famiglia e averla fatta cadere in una semi-depressione dalla quale era uscita a tentoni. Quello voleva devastare l'intero mondo magico, dichiarare guerra. Quei pensieri le fecero rendere conto di quanta malvagità potesse esistere e crescere all'ombra della bontà.
In aggiunta a questo vi era la faccenda Credence. Non poteva lasciare il ragazzo tra le grinfie del mago oscuro, come del resto non poteva lasciargli la sua sorellina. Li avrebbe usati e, nel peggiore dei casi, forse persino uccisi. Scacciò di nuovo i pensieri negativi, consapevole tuttavia che sarebbero tornati.