35. 𝐔𝐧 𝐠𝐢𝐨𝐜𝐨 𝐩𝐞𝐫𝐢𝐜𝐨𝐥𝐨𝐬𝐨 (Charlotte)

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«Quanti sono?» chiese Bunty alle spalle di Charlotte.
«Troppi» rispose la professoressa Hicks, fissando il muro di seguaci che li bloccava.

Charlotte sperò che qualcuno della squadra tirasse fuori il piano che lei non aveva. Era evidente che non sarebbero riusciti in così pochi a fermare un'armata intera di seguaci incalliti e con tanta voglia di farli a pezzetti. Per di più avevano lasciato Jacob fuori ad allontanare più babbani possibile dall'edificio del ministero e quindi erano rimasti solo in otto maghi (sette escludendo Nagini che...beh non era propriamente una strega).
«Che vi importa di quanti siamo? Tanto vi uccideremo comunque!» esclamò Vinda Rosier, avanzando e puntando la bacchetta contro lei e gli altri.
»Ce lo abbiamo un piano, giusto ragazzi?» chiese Charlotte, fissandosi intorno e facendo guizzare gli occhi sui diversi maghi e streghe che ora li accerchiavano. Non ricevendo alcuna risposta dovette sospirare «Non abbiamo un piano...»

Proprio in quell'istante dietro di loro si materializzarono altri maghi, tutti con un'aria poco amichevole. Cominciarono a prenderli di mira sia da davanti che da dietro, impedendogli quasi di proteggersi. Charlotte rischiò di beccarsi una buona ventina di incantesimi, ma per fortuna aveva i riflessi abbastanza pronti (merito anche della sua giovane età), al contrario di Bunty. Non ci volle molto infatti perché una fattura lanciata da Gunnar Grimmson facesse cadere a terra e gemere di dolore la povera assistente. Dovevano uscire da quella situazione, altrimenti quella sarebbe davvero stata la loro ultima battaglia.

Newt si distrasse voltandosi un attimo per controllare che Bunty stesse bene, ottenendo come unico risultato una grossa ferita all'orecchio destro. Avrebbero potuto resistere ancora pochissimi istanti prima di cedere del tutto: persino Tina e Theseus stavano perdendo il controllo sui loro incantesimi di protezione, muovendo il braccio su e giù e creando scudi sempre più piccoli...

«NEBULA ABDUCO!» Gridò Eulalie Hicks. Prima che Charlotte potesse pensare a qualsiasi cosa, tutto intorno a loro si alzò una fitta nebbia che, espandendosi, allontanò i seguaci e li disperse per la sala.
«Protego Totalum» sussurrò poi la professoressa, creando una piccola bolla che offrì loro un minimo di protezione. La nebbia era talmente fitta che Charlotte non riusciva a vedere nulla al di fuori degli altri membri della squadra. La sala del ministero era diventata solo una enorme massa grigia dal pavimento sfocato.
«L'incantesimo non reggerà molto» affermò la professoressa americana rivolgendo lo sguardo verso di lei.

Tina si chinò immediatamente verso Bunty seguita da Newt, il quale sembrava notevolmente in agitazione.
«Stai bene?» chiese alla ragazza, la quale rispose con un cenno del capo.
«Fa male ma...riuscirò a resistere» chiuse gli occhi per un momento, come se stesse cercando di reprimere il dolore. Aveva un lembo della camicia color pesca strappato e coperto di macchie rosse.
Tina prese la bacchetta e la poggiò con delicatezza sulla ferita di Bunty.
«Dimmi se ti fa male...»
Newt nel frattempo si alzò girandosi verso la nebbia. Poi guardò lei e Theseus.
«Ok, forse ho un'idea, ma voi due dovete coprirmi. Entrerò negli archivi e cercherò Grindelwald e Credence...»
«Aspetta, pensi davvero di andarci da solo?» chiese Theseus Scamander al fratello minore.
«Finchè non arriveranno i rinforzi dovete restare qui...siete i più potenti del gruppo insieme a Tina e Eulalie».
Aguzzando l'udito, Charlotte sentì una voce femminile imprecare.
«Quello è il mio cappello, lingua mozza!»

La ragazza tentò di richiamare l'attenzione dei fratelli, che a quanto pare non ne volevano sapere di interrompere la loro conversazione.
«Non abbiamo idee migliori!»
«Ragazzi...» Charlotte fece un cenno ai due uomini. Con la coda dell'occhio vide che la nebbia stava sparendo sempre di più e che alcune figure si stavano avvicinando pericolosamente.
«Ci inventeremo qualcosa allora!» disse Theseus al fratello, ignorandola completamente. «Non posso perdere anche te, Newt, lo capisci?» improvvisamente assunse un tono che Charlotte aveva sentito solo una volta, nella valigia quando avevano parlato di Leta. «La prima cosa che ho fatto appena sono diventato un auror è stato giurare a me stesso di rimanere con te e di proteggere la mia famiglia a qualsiasi costo. Quando ho fallito tentando di proteggere Leta ero così arrabbiato...con Grindelwald, sì, ma principalmente con me stesso. Mi sentivo una persona orribile, pensavo di meritare tutto il vuoto che sentivo dentro e tutte le lacrime. Ancora oggi ho stampato nel cuore il rimpianto di non averla salvata quel giorno. Non voglio che succeda di nuovo...non voglio che ti accada niente, Newt».

Sotto la pioggia (a Fantastic Beasts Fanfiction)Where stories live. Discover now