16. 𝐎𝐫𝐠𝐨𝐠𝐥𝐢𝐨 𝐞 𝐩𝐫𝐞𝐠𝐢𝐮𝐝𝐢𝐳𝐢𝐨 (Nagini)

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Villa Costela non era male. Era spaziosa, luminosa e la padrona di casa era una persona molto cordiale. Ma Nagini si sentiva comunque a disagio.
A discapito degli altri che sembravano voler solo dormire, la ragazza passò la notte sdraiata sul suo letto a fissare il soffitto.

Nella sua testa i pensieri correvano come un treno: prima la sua maledizione di sangue, poi Grindelwald, Père-Lachaise e infine lui. Credence Barebone.
L'unica persona al mondo che la avesse mai amata per ciò che era. E anche lei lo aveva amato.

Tuttavia ora non sapeva più che cosa provare verso di lui: rabbia perchè la aveva abbandonata lí su due piedi a Parigi, ammirazione per il suo coraggio, devozione per averla fatta sentire normale anche se per poco tempo. Quell'indecisione era come una pugnalata al cuore.

Si alzò dal letto - giusto per sgranchirsi le gambe e "distrarsi" - e si affacciò alla finestra. Rio era molto diversa da Parigi o da Londra, meno movimentata, più silenziosa.
Ma d'un tratto, Nagini notò un'ombra nera alzarsi nel cielo e poi piombare su un palazzo, distruggendolo. Non poteva essere possibile...

Scese di corsa le scale della villa e corse fuori, attenta a non farsi sentire dal resto del gruppo. Cercò di ricordare la posizione della massa nera. Girò una strada, poi un'altra ancora, ora era in un vicolo, ora in un altro.

Finalmente arrivò di fronte al palazzo. L'unico problema era che era tutto quanto ridotto in macerie. I detriti erano ovunque, e si potevano scorgere pezzi di vetro trasparente a terra, incastrati tra i pezzi di mattoni.
I babbani che erano nelle vicinanze sembrarono non accorgersi di nulla, e restarono indifferenti, continuando a camminare per la loro strada.

Nagini si fece largo cautamente tra le rovine, cercando di non tagliarsi un piede o rompersi qualcosa inciampando. Quasi non credette alla scena che le si presentò davanti.
La luce della luna illuminava un ragazzo alto, dai capelli neri, girato di spalle, e ai suoi piedi vi erano una donna con un bambino in grembo, abbracciati, pallidi in viso...morti.

«Credence...» dalla sua bocca uscì un leggero suono, quasi un sussurro, ma il ragazzo evidentemente se ne accorse. Si girò di scatto, puntando subito la bacchetta contro di lei.
«Tu non dovresti essere qui» le disse, ma non sembrava arrabbiato, piuttosto sorpreso. «E comunque non sono più Credence, ma Aurelius Silente».
Silente. Non poteva crederci. Credence era imparentato con Albus Silente.
«Grindelwald mi ha dato la risposta che cercavo e sai cosa mi ha detto? Tuo fratello cerca di distruggerti. Voi volete...solo uccidermi...»
«No. Io non voglio ucciderti. Nè io, nè Newt, nè-»
«Così ora ti sei messa con loro. Non eri tu che dicevi che uccidevano quelli come noi per sport? Avresti potuto fare una scelta migliore, Nagini».
È risaputo che la lingua ferisce più di una spada. E quelle parole servirono ad ucciderla.
«Ti prego. Torna con noi, Credence, ti scongiuro...»
«IO NON MI CHIAMO CREDENCE!» la sua voce riecheggiò tra le rovine, e l'atmosfera si fece tesissima «NON TORNERÒ INDIETRO PER FARMI MALE UN'ALTRA VOLTA! VOI NON VOLETE AIUTARMI, VOLETE UCCIDERMI PERCHÈ SONO UN PERICOLO PER LORO!» indicò i babbani a terra.
«Grindelwald ti sta facendo il lavaggio del cervello...»
«ALBUS SILENTE E I SUOI AMICI LO STANNO FACENDO A TE! Sai, speravo che ti fosse rimasto un briciolo di sale in zucca. Ma evidentemente mi sbagliavo su di te. Sei esattamente come coloro che odi».

Nagini avrebbe voluto dirgli troppe cose. Spiegargli che non era la cosa giusta, che Grindelwald era cattivo, che era quell'uomo l'assassino. Ma il ragazzo non la avrebbe ascoltata, ne era sicura. Per Credence, lei non significava più niente.
«Vattene, lasciami da solo»
«No» l'ultima cosa che voleva era doversi separare da lui un'altra volta.
«TI PREGO!»

Credence perse il controllo. I suoi occhi diventarono bianchi, il ragazzo cominciò a tremare e poi esplose, rivelando ciò che si nascondeva dentro di lui. L'Obscurus venne fuori in tutta la sua potenza distruttiva.

Nagini era paralizzata: le sue gambe si rifiutavano di muoversi. Credence si scagliò verso di lei e la ragazza chiuse gli occhi, aspettando l'impatto che tuttavia non arrivò mai. Al suo posto, una voce femminile urlò un'incantesimo.
«PROTEGO!»
Tina Goldstein era lì accanto a lei. Non era al corrente di come l'auror avesse saputo che lei era lì, ma il suo intervento tempestivo le salvò la vita.
«Corri! Andiamo!»

La tirò per un braccio, ma Credence si scagliò nuovamente verso di loro. Le due cercarono riparo dietro un pezzo di parete che era rimasto intatto. L'obscurus passò a due metri da loro, alzando così tanta polvere da costringere la povera Nagini a tapparsi gli occhi.
Tina le prese la mano e si smaterializzarono nel soggiorno di villa Costela.
«Tina! Tina, abbiamo sentito dei rumori, che succede?» Newt corse giù dalle scale della villa, seguito a ruota da Tolliver, Theseus, Charlotte, ed Eulalie Hicks.
«Non c'è tempo per le spiegazioni. Credence ha perso il controllo, dobbiamo intervenire prima che faccia male a qualcuno o a sè stesso!»
«Dov'è Kama?» chiese Charlotte.
«Non importa, andiamo!»

L'ultima cosa che Nagini vide furono sei maghi che sparivano nell'atrio di una villa.

*Spazio Autrice*

Dan dan Daaaaan
Ok ok mi odierete a morte per aver lasciato tutta questa suspence. Questo capitolo è leggermente più corto del solito, ma spero apprezzerete lo stesso.
Siccome è un po' che non dedico capitoli alle persone direi che me lo posso concedere.
Detto ciò, alla prossima settimana!💛🌼😘

Sotto la pioggia (a Fantastic Beasts Fanfiction)Where stories live. Discover now