41. 𝐈𝐧𝐟𝐨𝐫𝐦𝐚𝐳𝐢𝐨𝐧𝐢 𝐩𝐫𝐨𝐢𝐛𝐢𝐭𝐞 (Albus Silente)

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Se una persona qualunque si fosse affacciata ad una delle finestre della scuola di magia di Hogwarts a quell'ora avrebbe potuto respirare ogni singolo attimo di oscurità. Avrebbe scorto la luna, pallida e luminosissima, brillare maestosamente sopra la linea dell'orizzonte; o ancora avrebbe udito il sonoro bubolare dei gufi, che ogni notte approfittavano della quiete per gustarsi un po' di tranquillità, magari appollaiati pigramente sui rami degli alberi della Foresta Proibita.
E intanto, all'interno delle spesse mura del castello, tutto sembrava tacere. Ogni angolo, ogni persona - dall'alunno più chiassoso al professore più logorroico - si era lasciata andare tra le braccia di Morfeo ed era crollata nel silenzio più profondo. Anche i corridoi solitamente affollatissimi di ragazzi ora non erano altro che lunghi tunnel bui, sui quali pavimenti si potevano intravedere i riflessi delle tremolanti e giallognole luci delle candele.

Aiutato proprio da una grossa candela appoggiata sulla sua scrivania, Albus Silente terminò di leggere le ultime pagine del libro sugli artefatti oscuri che aveva cominciato appena quella mattina. Lo chiuse piano davanti a sé, traendo un lungo, esasperato sospiro.
Niente. Era esattamente ciò che aveva trovato: niente. Nessuna informazione nè sui patti di sangue nè quantomeno su come poterli distruggere.
Erano settimane che cercava e settimane che ogni singola ricerca che faceva alla fine si rivelava completamente infruttuosa.
Doveva esserci un modo, qualche strano o raro elemento magico che fosse in grado di spezzare l'incantesimo che lo legava quasi indissolubilmente a Gellert Grindelwald.

Si stropicciò gli occhi guardando il piccolo orologio fissato alla parete. Mezzanotte in punto. Se fosse andato avanti ancora qualche giorno a fare le ore piccole probabilmente sarebbe crollato. Ma chi voleva prendere in giro, sarebbe sicuramente crollato.
Si alzò con calma dalla sedia, tastandosi per la centesima volta la tasca sinistra della giacca: la fialetta era ancora lì. Fu un sollievo, nonostante quello stesso oggetto fosse la causa di tutti quanti i suoi problemi.

Era passato quasi un mese dalla discussione con Aberforth, eppure Silente sentiva ancora una fitta al petto. Aveva voluto migliorare le cose e invece le aveva solo peggiorate. Le parole del fratello minore gli tornarono in mente, taglienti come lame, insistenti come martellate nella testa e nel cuore.

"Sei il riflesso delle mie emozioni ma allo stesso tempo è come se non ti conoscessi neanche. Mi sento come se tu non fossi mai stato mio fratello maggiore."

Ricordava ogni dettaglio di quel giorno. Il fuoco ardente e luminoso nel camino, la neve candida fuori dalla finestra del locale, la sfuriata di Aberforth...e poi il ritratto della giovane e bellissima Ariana, il giornale con in prima pagina la fotografia di Newt...
Newt.

Dopo la lettera di una manciata di settimane prima il magizoologo non si era più fatto sentire. E questo generava nel professore angoscia, ansia...Merlino, se era preoccupato.
Con qualche riga Newt gli aveva raccontato tutto quanto, dal tradimento di uno dei loro ai risultati ottenuti dalle prime ricerche dei documenti. Aveva aggiunto inoltre che lui e la squadra - aiutati da una maganò di nome Fernanda Costela - stavano attualmente pensando di organizzare una spedizione verso Castelobruxo. Strano ma vero, Silente non sapeva quasi nulla sulla scuola di magia brasiliana. L'unica informazione che gli veniva in mente era il nome della sua preside, Simonelle Dourado, citata da Dippet in una delle riunioni abituali dei docenti in quanto "Donna autoritaria e fortemente riservata". Non una grande nozione, ma pur sempre qualcosa.

Dopo averci riflettuto su qualche secondo, accompagnato dal ritmato ticchettio delle lancette, il professore tirò fuori la lettera di Newt dall'unico cassetto della sua scrivania. La aprì, sfilandola delicatamente dalla sua busta e rileggendola, mentre la sua mente elaborava ogni tratto ad inchiostro per la seconda volta.

Caro professor Silente,
le porgo le mie scuse per il ritardo col quale probabilmente questa lettera le verrà recapitata, ma purtroppo qui a Rio le cose non stanno andando nel migliore dei modi.
Ricorda quando durante la riunione nel suo ufficio ci aveva ribadito di non fidarci troppo? La realtà è che ho sempre saputo che avrebbe avuto ragione. Uno dei nostri presunti alleati si è rivelato essere peggio di quanto, a mio avviso, già non fosse. Abbiamo avuto un'accolito di Grindelwald tra di noi eppure non ce ne siamo accorti...così, mi duole dirlo, siamo stati traditi d'improvviso dal soggetto sopra citato. Non una situazione facile, come avrà potuto constatare anche lei da queste righe.
Ma non era questo ciò di cui le volevo parlare. Ho letto attentamente ogni parola della sua ultima lettera e mi sono permesso di rivelare il tutto anche al resto della squadra. Siamo tutti visibilmente preoccupati, è inutile negarglielo. Ma se davvero è come lei dice, se davvero Grindelwald punta a mettere le mani su oggetti tanto misteriosi quanto potenti quali i Doni della morte faremo tutto ciò che è in nostro potere per ostacolarlo. Consapevoli di ciò abbiamo già cominciato le ricerche dei documenti da lei menzionati. Per ora non sappiamo molto, ma forse abbiamo una strada da seguire. Theseus, Nagini e le signorine Goldstein e Malfoy sono tornati con qualche informazione che all'apparenza pare affidabile. Per questo stiamo pensando di organizzare una spedizione a Castelobruxo, una scuola di magia che si trova a nord della città, nella foresta. Non sappiamo quasi nulla del luogo, ma la fortuna ha voluto che incontrassimo una gentilissima donna, Fernanda Costela, una maganò che nel momento in cui sto scrivendo ci sta offrendo la sua dimora come rifugio sicuro, oltre che la sua ospitalità.
Per ora questo è ciò che posso dirle. Anche se parola alcuna basterebbe per ripagare tutta la fiducia che lei ha sempre riposto e ha dimostrato ancora una volta di riporre in me.
Con affetto e profonda ammirazione,
Newt.

Sotto la pioggia (a Fantastic Beasts Fanfiction)Место, где живут истории. Откройте их для себя