6. 𝐈𝐥 𝐦𝐞𝐬𝐬𝐚𝐠𝐠𝐢𝐨 (Queenie)

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Sii molto cauto con lui. Non sa ancora se ha fatto la scelta giusta.

All'epoca quella frase l'aveva rivolta a Credence, ma pensava che sarebbe stata più appropriata per lei. Oltrepassando quelle fiamme, a Père-Lachaise, aveva fatto la cosa giusta? Era stata giusto abbandonare il suo amato Jacob? Era stato giusto abbandonare sua sorella Tina, dopo tutto quello che avevano passato insieme? Queenie avrebbe tanto voluto saperlo; dentro di lei, non riusciva a trovare una risposta alle sue domande. E questo la turbava. Moltissimo.

Per due mesi era stata sicura della sua scelta, la stessa scelta che l'avrebbe portata a poter amare liberamente, a poter avere una famiglia e una vita felice, senza nessuna differenza tra maghi e babbani. Aveva seguito Grindelwald in ogni sua missione in giro per l'Europa, portando mesaaggi ai seguaci e raccogliendone ulteriori, sempre al fianco dell'uomo.
Poi però il passato l'aveva investita e riempita di indecisioni. I momenti passati con Jacob e Tina erano riaffiorati dal mare dei suoi ricordi e ora... ora i dubbi le cadevano addosso come pioggia.

«Quèenie, tous bien?» le chiese Vinda Rosier, scuotendola dalla trance.
Non si poteva negare che Vinda fosse una bella donna. Il fisico snello, i capelli color ebano, gli occhi verde mare e le carnose labbra tinte di rosso scuro la rendevano una donna più che desiderabile. Il suo viso aveva dei lineamenti molto particolari e la sua pelle era di un rosa chiarissimo, quasi pallido.
Accanto a lei stava Robert Abernathy. Queenie lo conosceva da molto tempo: era stato il suo capo quando lavorava al Ministero della magia americano ma ora anche lui si era unito alla cerchia di Grindelwald. Abernathy...beh lui era tutto tranne che un uomo attraente. Esile, dal grosso naso e il viso allungato, aveva provato molte volte a flirtare con lei, ottenendo una serie di delusioni una dietro l'altra.
Fu grazie a loro che la ragazza si ricordò. Erano ad Hogwarts, la scuola di magia della Gran Bretagna. Avevano una missione. E lei era la chiave per riuscita del piano.
«Sì. Si, va tutto bene, Vinda. Non ti preoccupare» rispose alla donna, mentendole spudoratamente.
«Non vuoi spaccare qualcosa?» le domandò Vinda, mostrandole una boccetta contenente un liquido dorato che aveva preso dall'aula di pozioni. Per quanto l'idea fosse invitante, Queenie ribatté con un secco e deciso «No. E se continui a lanciare incantesimi a destra e a manca rischierai di ferire o uccidere qualche studente. E Grindelwald ci ha detto di non farlo».

Era vero. Grindelwald si era espresso molto chiaramente riguardo a quel punto. Niente uccisioni. Dovevano solo attirare l'attenzione di Silente e dei suoi compagni. E lei, Vinda e Abernathy capirono di essere riusciti nell'intento quando videro cinque figure svoltare l'angolo di corsa e fermarsi, con le bacchette puntate contro di loro. Due di esse Queenie non le riconobbe. Uno era un mago dalla pelle scura, con un cappello blu in testa. L'altro invece somigliava tantissimo a Newt, se non fosse per il colore dei capelli e degli occhi e per il modo di vestire. L'uomo con la barba e i capelli rossicci doveva essere Silente, mentre gli ultimi rimanenti fecero paralizzare Queenie. Davanti a lei, infatti, c'erano Newt Scamander e sua sorella.

Tina non era cambiata. Aveva ancora quel bel viso tondo, i capelli corvini e gli intensi occhi marroni, quelli che (e lei lo sapeva molto bene) avevano fatto innamorare Newt di lei. Sembrava diventata persino più alta e, col passare dei mesi, anche più bella di come fosse già. Ma spesso sono le nostre emozioni a cambiare, e non il nostro corpo.

Lei e Tina si guardarono per un secondo negli occhi. Queenie fece l'errore madornale di leggerle nella mente, nello stesso istante in cui gli occhi della sorella si fecero lucidi.
" Queenie... perché mi fai questo... perché ti sei schierata contro di noi... "
I pensieri della sorella erano colmi di tristezza...poteva quasi sentire il dolore che si faceva strada in lei, il pensiero che ora fossero nemiche, schierate da parti opposte...

Ma doveva concentrarsi.
Non poteva abbandonare ora.
Ormai il dado era stato tratto.
Doveva obbedire a Grindelwald.

«Bonjour!» esordì Vinda, alzando le mani in segno di resa «Siamo venuti in pasce!»
«Risparmiati la recita, Rosier. Che cosa volete» disse in tono secco l'uomo che somigliava a Newt.
Queenie doveva agire ora. Raccolse i suoi poteri e, cercando di non farsi notare, cominciò a frugare tra i pensieri di Silente, alla ricerca di uno in particolare. Vinda avrebbe dovuto tener testa ai cinque ancora per un po'. Sperò con tutto il suo cuore che ce la facesse, altrimenti la missione sarebbe fallita.
«Oh nulla, solo... recapitarvi un messaggio» Vinda continuò a fare la sua parte.

Cercò in ogni maniera di penetrare nelle memorie di Albus Silente, ma quello inizialmente non glielo permise. La bloccò, chiudendo la sua mente come si fa con la porta di una stanza segreta. E l'unico ad avere la chiave era il professore.
Occlumanzia. L'arte di chiudere la mente. L'unica in grado di resistere alla Legilimanzia.
Non si era mai sforzata così tanto in vita sua. Provò e riprovò, non prestando attenzione minimamente a Vinda, che intanto continuava la sua piccola recita, quasi come fosse una cosa naturale. Evidentemente oltre che le buone maniere e il Bon Ton i francesi avevano nel sangue anche il teatro.
Silente non sembrava voler cedere. Grindelwald aveva detto che fosse un mago molto potente, a cui stare attenti, e che non sarebbe stato facile trovare ciò che cercavano. Ma si era comunque affidato a lei per quella missione e Queenie non poteva tradirlo.

Restarono così per un po'. Queenie Goldstein raccolse ogni sua forza, insistette fino a portare l'uomo allo sfinimento. E alla fine riuscì a far cedere Silente. Il professore lasciò la presa. Gemette, portando l'attenzione di Newt su di lui.
«Professor Silente...»

Queenie non riuscì ad andare molto a fondo, ma nonostante questo trovò esattamente quello che cercava. Trovò i loro piani, i loro progetti di andare a Rio, proprio come Grindelwald aveva ipotizzato. Insieme ad un altro pensiero che la colse completamente alla sprovvista. Ciò che aveva letto... no, non poteva essere. Si ripromise di non pensarci più. Ma era difficile non pensare che i due nemici fossero un tempo legati...
«E questo messaggio sarebbe?» domandò Newt, guardandola freddamente, ma con leggera tristezza nello sguardo. Non avevano parlato molto, loro due, ma Queenie sapeva comunque quanta bontà si nascondeva nell'animo del magizoologo. Era una brava persona, Newt.

I cinque avevano ancora le bacchette puntate, escluso Silente, che però riuscì nuovamente a usare l'Occlumanzia e a cacciarla dalla sua testa. Avrebbero potuto lanciare loro un incantesimo da un secondo all'altro e fu per quello che Queenie si sforzò di non perdere la concentrazione.
Vinda stava per rispondere al quesito di Newt, ma fu Queenie a parlare, usando le parole che Grindelwald le aveva detto di pronunciare.
«Non potete evitare la guerra: per quanto vi sforzerete, non c'è nulla che possiate fare. Ci vediamo a Rio».

Quella frase evidentemente scosse i cinque.
Un incantesimo partì improvvisamente dalla bacchetta del mago con la pelle scura, diretto verso Abernathy, il quale lo parò facilmente. Newt ne lanciò uno verso Vinda, ma anche questo fu parato con straordinaria facilità. Continuarono così, a lanciarsi incantesimi nel largo corridoio della scuola, circondati dalle pareti di marmo intagliato e dalle finestre da cui l'ultima luce portata dal crepuscolo filtrava indisturbata.

Si fermarono improvvisamente, probabilmente sapendo che continuando così avrebbero rischiato di mettere in pericolo qualcuno.
«Purtroppo è tempo di separarsci. Au revoir, madame e monsieur!» esclamò Vinda con un sorrisetto soddisfatto, prima di smaterializzarsi. Abernathy la seguì a ruota. Anche Queenie si smaterializzò dietro di loro, riuscendo (per un soffio) ad evitare un ulteriore incantesimo.
Nessuno dei cinque provò a inseguirli e fermarli.
Era fatta.

*Spazio Autrice*

Ehi ehi ehi!
Come promesso, ecco a voi il primo capitolo di questa settimana. Chissà quale altro pensiero ha trovato Queenie nella mente di Silente...🤔
Questa parte di storia è un po' più corta rispetto alle altre ma spero che vi sia piaciuta comunque, nonostante sinceramente non sia il massimo. (P.S. Io non so il francese, se ho scritto qualche espressione sbagliata, per favore, mi piacerebbe che me lo faceste notare nei commenti. Sbagliando si impara, no?)
State pronti perché il prossimo capitolo arriverà molto presto!

E per citare Vinda Rosier, "Au revoir, Madame e Monsieur!"💛🌼🙃

Sotto la pioggia (a Fantastic Beasts Fanfiction)Where stories live. Discover now