15. 𝐔𝐧 𝐫𝐢𝐟𝐮𝐠𝐢𝐨 𝐝𝐢 𝐧𝐨𝐦𝐞 𝐂𝐨𝐬𝐭𝐞𝐥𝐚 (Jacob)

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Il viaggio sui cavalli alati fu spaventoso, ma allo stesso tempo magnifico. Ti sembrava di vivere un sogno, uno di quelli che fanno i bambini, dove cavalchi gli arcobaleni e finisci in giganteschi castelli fiabeschi costruiti sopra le nuvole. Più o meno erano stati quelli gli ultimi due anni di Jacob Kowalski.

In quel momento stavano volando a più di 50 metri di altezza. Ad un tratto, Jacob scorse il profilo di una città sul mare, dominata da una statua a braccia aperte che si ergeva su un altura appena fuori dall'area dove si trovavano gli edifici.
«Qualcosa mi dice che siamo arrivati a destinazione!» urlò Charlotte da dietro di loro.
«Dobbiamo trovare un punto di atterraggio!» esclamò Bunty rivolta a Newt. Lo zoologo diede un' occhiata veloce alla città.
«Vedo una spiaggia. A quest'ora della mattina sarà deserta, ci sono scarsissime possibilità che i babbani ci vedano. Seguitemi!»

Piano piano si abbassarono. Sempre di più, sempre di più, fino a che gli zoccoli dei cavalli non toccarono terra. Jacob, che non aveva guardato fino a quel momento per paura di avere le vertigini, smontò dalla groppa del cavallo dopo Bunty. Tuttavia scivolò e cadde rovinosamente, finendo nella sabbia. Newt, che si era avvicinato, lo aiutò ad alzarsi.
«Tutto ok, Jacob?»
«Sì, amico, non ti preoccupare: per lo meno è stato un atterraggio morbido».

Newt sorrise, per poi girarsi verso tutto il resto della comitiva.
«Dunque, dobbiamo trovare un posto sicuro dove rifugiarci: temo che il nostro soggiorno a Rio durerà non poco tempo...»
«Beh sembra facile» disse Tolliver facendo spallucce.
«Stai sottovalutando la cosa, Achilles» Tina raccolse una conchiglia dalla sabbia, se la mise in tasca e si rivolse di nuovo all'uomo. «Prima di tutto siamo in una città sconosciuta, seconda cosa non so se hai notato ma siamo in dieci».
«Beh, in caso di necessità ho portato dei sacchi a pelo e Newt ne ha qualcuno nella valigia» affermò Bunty.
«Dovremmo comunque trovare un posto abbastanza nascosto dove accamparci» fece notare Nagini.
«Quel che è certo è che dobbiamo trovare una soluzione al più presto».

Theseus aveva ragione. Effettivamente alla questione "casa per dieci a Rio de Janeiro" non avevano pensato.
«E non buttarla sul drammatico, ce la faremo: per come la state mettendo tutti voi ci vorrebbe un miracolo...» disse Charlotte.

Jacob non era mai stata una persona fortunata, e non avrebbe mai pensato che il miracolo potesse arrivare sotto forma di un'anziana signora.
«Guardate!» Kama indicò una figura che avanzava piano piano verso di loro.
Era chiaramente una donna sulla novantina o giù di lì. Folti capelli grigi legati in una crocchia campeggiavano sulla testa dell'anziana dalla pelle scura, la quale era in parte coperta dalle maniche di una vestaglia rossa e viola. Camminava reggendosi ad un bastone e quando si fece più vicina, Jacob notò che portava al collo uno strano pendente, a forma di pugno chiuso.
Sembrava calma, pacata, assorta nei suoi pensieri. Sul suo viso il tempo aveva disegnato millemila rughe, ma sembrava non aver spento il suo sorriso.

In quel momento i cavalli alati nitrirono e Newt e Bunty furono costretti a calmarli.
La signora intanto era arrivata davanti a loro.
«Splendidi esemplari» osservò. Parlò con voce leggermente roca, rivolgendo gli occhi verso i cinque Granio. Sarebbe stato un complimento, se non fosse che la donna parlò in portoghese e nessuno capí una parola.
«Scusi, non abbiamo capito nemmeno una parola» disse Jacob, nel modo più cordiale possibile e sperando che quella afferrasse il concetto.
«Dicevo, stupendi esemplari di Granio» sta volta disse tutto in inglese, il che fu un sollievo.

Theseus cercò di coprire i Granio e cambiare argomento.
«Salve, signora, se ha bisogno di una mano o possiamo aiutarla in qualche modo noi-»
«Oh, sei un giovanotto molto gentile, ma sono a posto».
Jacob si rivolse alla sconosciuta.
«Lei è una No-Mag o-»
«Non esattamente, no. Sono una Maganò, so dell'esistenza della magia ma non so praticarla».

Il pasticcere giurò di aver visto Theseus tirare un sospiro di sollievo. Non sapeva che esistessero persone che conoscessero l'esistenza della magia ma non sapessero usarla. C'erano talmente tante cose che non sapeva su quello strano, magico e diverso mondo...

Quando Newt e Bunty raggiunsero il gruppo i cavalli alati erano già volati via, diretti verso il Massachussets.
A Newt venne quasi un colpo nel vedere quella vecchia donna brasiliana davanti a loro, e si rivolse al fratello.
«Thes, che mi sono perso...»
«Non ti preoccupare è una maganò»
Newt sembrò tranquillizzarsi.
«Se le mie orecchie dopo novant'anni non mi hanno ancora abbandonata, cercate un rifugio sicuro qui a Rio...»
«Si, e a tal proposito noi dovremmo andare...insomma nulla di personale» Newt provò a concludere la conversazione, ma quella prese una piega che lasciò Jacob e tutto il resto dei suoi compagni pietrificati dalla sorpresa.
«Sapete, potreste venire a stare da me. Un pò di compagnia mi farà solo bene. E poi dovrò pure usare la mia villa ad uno scopo una volta tanto. Sembrate dei turisti molto simpatici, tutti voi».

Tutti e dieci si guardarono.
«Ci scusi un secondo» Newt chiamò a raccolta.
«Senti, Scamander, sei matto se penserai che sia una buona idea. Non possiamo fidarci di nessuno di questi tempi».
«Ehm, se ci dessimo un pò di contegno sarebbe meglio». Se Tolliver pensava di poter insultare il suo migliore amico cosí, beh si sbagliava di grosso.
«Achilles, la decisione spetta a Newt» disse Tina, in tono duro.
«È solo un'anziana signora. E poi, se fosse stato un seguace di Grindelwald trasfigurato a quest'ora saremmo già morti» osservò Bunty.
«Non sembra che abbiamo tante opzioni» disse Kama.
Jacob si girò verso Newt, il quale si espresse molto chiaramente sulla faccenda.
«Tutti voi avete avuto delle osservazioni corrette e...insomma non è facile. Il punto è che io credo che dovremmo fidarci. Il mio istinto dice che è la cosa giusta da fare. E poi sembra volerci aiutare...»
«È QUESTO IL PUNTO! Ma allora non ci arrivi proprio Scamander!» Tolliver sembrava stare per perdere la pazienza.
«Newt ha preso una decisione e per ordine di Albus Silente, dobbiamo rispettarlo. Quindi il caso è chiuso» disse Theseus, e nessuno ebbe il coraggio di fiatare o controbattere.
Così, dopo aver accettato la proposta di Mãe Costela, fecero un buon pezzo di strada a piedi stando attenti a passare più o meno inosservati.

Lungo la strada, Fernanda Costela raccontò la sua storia. Figlia un mago brasiliano e di una strega americana, si era sposata con un ricco carioca, morto a causa di una malattia. I suoi due figli, gemelli ed entrambi marinai, avevano ricevuto un incarico a Londra nel gennaio del millenovecentododici ed erano partiti, lasciando Rio de Janeiro.

«Erano così contenti di entrare a far parte dell'equipaggio del Titanic, e io con loro. Mi spedivano sempre delle lettere, in cui mi descrivevano Londra e la magnificenza della nave. Quando ho scoperto che il transatlantico era affondato e loro erano morti, è stato come perdere me stessa. Rischia di cadere nell'oblio, ma non so come trovai la forza di restare in piedi. E come vedete, ora sono qui. Piuttosto ditemi, voi perchè siete qui?»

Tutti tacquero, Jacob con loro, nonostante sapesse benissimo la risposta.

Per riportare Queenie a casa.

Avrebbe fatto qualunque cosa per riuscirci. Dopotutto, aveva attraversato l'oceano per lei, era volato dall'altra parte dell'America per rivederla. E non gli importava di tutte le cose terribili che Queenie poteva aver fatto, lui la avrebbe perdonata.

«Ahia, la mia schiena!»
«Venga, le diamo una mano» Theseus e Kama aiutarono Mãe Costela.
«Forse potremmo smaterializzarci fino alla villa, se troviamo un angolo poco affollato» propose Tina.
«Ah, cara, non serve. Siamo arrivati. Guarda alla tua destra».

La villa era enorme, di un colore giallo ocra e circondata da verdi e rigogliose siepi. Vi erano una moltitudine di finestre e vetrate su ogni piano e due colonne incorniciavano l'ingresso principale.
«Wow, alla faccia della villa!» commentò Charlotte.
«Era di mio marito, ma ora ci vivo io. Prego, dopo di voi».
Prima di entrare nell'ingresso, Jacob rivolse uno sguardo alla città, pensando a Queenie.

Sto arrivando, tesoro. Resisti.

*Spazio Autrice*

CAVALIER KOWALSKI ALLA RISCOSSA!

Ok torno seria.
Vi dico subito che Mãe Costela è un personaggio di mia invenzione, come Charlotte Malfoy e un altro che introdurrò in uno dei prossimi capitoli. Allora, opinioni? Vi piace questo personaggio? COMMENTATE, SU, SU!
Magari qualcuno di voi ha già notato il cambio di copertina...eh ragazzi, ho scoperto picsart, non ci posso fare nulla🤷‍♀️.
È tutto gente, rimanete aggiornati e io direi che posso chiudere qua.
Alla proooosima semi di girasole🌼💛😘

Sotto la pioggia (a Fantastic Beasts Fanfiction)Where stories live. Discover now