14. 𝐂𝐨𝐦𝐞 𝐢𝐧 𝐮𝐧𝐚 𝐭𝐫𝐚𝐠𝐞𝐝𝐢𝐚 (Queenie)

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Theatro Municipal do Rio De Janeiro
4 dicembre, 1927
Ore 23.30

L'unico rumore che si sentiva era quello delle onde del mare, in lontananza. Praça Floriano era deserta. Niente No Maj in circolazione.
Le condizioni erano perfette per agire.
Queenie e Grimmson si mossero nell'ombra e si avvicinarono all'entrata di un grande teatro. Il portone principale era chiuso da un grande lucchetto.
«Alohomora» sussurrò Queenie puntando la bacchetta in direzione del lucchetto. Quello si aprì all'istante.
I due scivolarono nell'atrio dell'edificio.

Era enorme, un rettangolo delimitato da colonne di marmo rosso. Al centro vi era un grande scalone coperto da un tappeto rosso e verde e davanti a loro, sopra il centro dello scalone, una statua di marmo di una donna con un velo li scrutava dall'alto in basso.

«Dunque io vado a sinistra e tu vai a-»
«Pensi di potermi controllare? Fino a prova contraria Grindelwald ha affidato a me il comando della missione. Perciò IO vado a sinistra e tu a destra, Grimmson».
Quello la guardò in cagnesco. Queenie odiava quell uomo. Da quando si era unita alla cerchia di Gellert Grindelwald, Grimmson non aveva fatto altro che parlarle alle spalle. Queenie sapeva tutto quello che pensava su di lei e avrebbe di gran lunga preferito non saperlo: tuttavia quando i suoi poteri prendevano il sopravvento, non poteva farci niente.

Una buona a nulla come te non ci porterà da nessuna parte.

Era per questo che due secondi prima lo aveva interrotto. Era così che la pensava. Beh, Queenie gli avrebbe dimostrato che si sbagliava: gli avrebbe sbattuto in faccia i documenti. Prima però doveva trovarli.

La Legilimens salì lo scalone e si fece strada tra i corridoi del teatro con l'aiuto della luce prodotta dalla sua bacchetta. Controllò minuziosamente ogni stanza, fece tre volte il giro degli archivi, frugò tra le partiture dell'orchestra alla ricerca del fascicolo che cercava.

Non sapeva che cosa riguardassero i documenti ed era impossibile leggere i pensieri di Grindelwald: era come se in qualche modo il mago riuscisse ad occultarli, a nasconderli dietro una barriera impenetrabile. Tuttavia Queenie si ricordava di ciò che aveva letto nella mente di Silente. Del segreto che legava l'insegnante a Grindelwald. Era ancora scossa nel profondo.

Passarono le ore, ma quel fascicolo pareva non volere uscire fuori. Era anche vero che avrebbe potuto non trovarsi lì (Grindelwald aveva chiaramente specificato che era nascosto da qualche parte in uno dei luoghi chiave della città, che poteva anche non essere il teatro).

Grimmson la raggiunse nuovamente nell'atrio.
«Trovato nulla?»
«No, nulla. Probabilmente quei deficienti del Ministero non li hanno nascosti qui».
«Ti ricordo che un anno fa lavoravi per il Ministero, Grimmson...»
«È acqua passata. Torniamo da Grindelwald prima che-»
Un rumore improvviso. Queenie e Grimmson si girarono.

Davanti a loro, con in mano una lanterna, vi era il custode notturno. Se ne stava lì, impalato, con la divisa perfettamente sistemata, a guardare i due maghi a bocca aperta.
Fece cadere la lanterna e scappò nel corridoio più vicino, ovvero quello che portava dietro le quinte.

Grimmson fece per inseguirlo ma Queenie lo fermò.
«No, non puoi farlo...»
«PROBABILMENTE HA SENTITO TUTTO!»
«Non importa! È solo un innocente e Grindelwald ha detto di non uccidere No Maj se non sono ostacoli!»
«Beh sai che c'è Goldstein? Lui è un ostacolo. E se tu sei troppo debole per farlo tanto meglio, lo farò io!»

Corse verso il corridoio dove il custode era scappato. Queenie cercò di inseguirlo. Girò in un corridoio, poi a destra in un altro, cercando di essere veloce nonostante i tacchi. Arrivò dietro le quinte e finalmente vide davanti a lei Grimmson che aveva quasi raggiunto il povero No Maj. Grimmson lanciò un incantesimo e fece cadere un asse del soffitto davanti a lei. Queenie si gettò all'indietro: la polvere le riempì i vestiti e le oscurò la vista; in qualche modo si rialzò, riuscì a scavalcare i pezzi di legno e corse verso il palcoscenico. Quando scostò il sipario di velluto rosso, vide Grimmson avventarsi contro il custode notturno e buttarlo a terra.

«Vi prego...vi prego non fatemi del male, lo giuro non ho sentito nulla!» supplicò quello, col fiatone e tra i singhiozzi.
«Non mi interessa se non hai sentito nulla» Grimmson gli puntò la bacchetta alla tempia «Devi morire comunque».
Queenie doveva fare qualcosa. Doveva impedire che Grimmson uccidesse l'uomo. E se quel poveretto, steso a terra a pancia in su, con la bacchetta puntata alla fronte, fosse stato Jacob? Lo avrebbe salvato di certo.
«Grimmson ascoltami...»
«Taci Goldstein!» esclamò lui, prima di lanciarle uno schiantesimo che la prese in pieno «Tu non sei degna di stare nella cerchia di Grindelwald, sei solo uno zuccherino mascherato da leone».

Queenie non riusciva ad alzarsi. Aveva sbattuto violentemente contro una delle colonne laterali del palco e per colpa dell'impatto le faceva male la schiena.
Grimmson si girò verso l'uomo, con un sorriso perfido stampato in faccia.
«Vuoi dire le tue ultime parole, lurido babbano?»
«La prego, la supplico...» fu quello che uscì dalla bocca del custode.
«Bene».
«NO!» dalla bocca di Queenie uscì solo un gridolino stridulo.
«AVADA KEDAVRA!»
Un lampo di luce verde accecò Queenie e la voce di Grimmson riecheggiò nel teatro brasiliano.
Lo aveva fatto.
Era troppo tardi per fare qualsiasi cosa.

Queenie si alzò a forza e corse verso il No Maj. Era a terra, gli occhi spalancati. Non respirava.
Grimmson dal canto suo, se la stava ridendo di gusto.
«CHE COSA HAI FATTO!» urlò Queenie.
«Quello che era giusto fare».
La Legilimens lesse i pensieri dell'ex ufficiale del ministero. Erano crudeltà pura. Crudeltà verso i No Mag.

Tutta quella situazione, lei accasciata a terra, in ginocchio vicino a quel povero innocente la cui unica colpa era stata trovarsi nel posto sbagliato al momento sbagliato, la fece riflettere. Aveva fatto la scelta giusta quella notte a Père-Lachaise? Davvero Grindelwald avrebbe permesso a lei e a Jacob di avere quello che desideravano? Ne era sempre meno convinta. E ora si era anche resa complice di un'omicidio.

«Non abbiamo altro tempo da perdere qui. Torniamo da Grindelwald. Se tu vuoi stare qui con mister sconosciuto fai pure, ma ti conviene andartene prima che qualche altro stupido babbano ti veda qui e ti sbatta in prigione. Ci toccherebbe venire a recuperarti».
Grimmson si smaterializzò.
Queenie guardò di nuovo il custode, ormai senza vita. E lì in mezzo a quel palcoscenico, come in una tragedia, pianse tutte le sue lacrime.

~•~•~•~

Largo da Lapa 9 (oggi Hotel Selina Lapa), Rio De Janeiro
5 dicembre, 1927
Ore 3.30

L'immagine dell'uomo steso sul palcoscenico la perseguitava. Non riusciva a dormire. Tuttavia, nessuno avrebbe potuto aiutarla.
Avrebbe desiderato, con tutto il suo cuore, che Jacob fosse lì con lei.
Jacob.
Era sicura che se avesse saputo del custode non l'avrebbe mai perdonata.
Si alzò e si sedette sul suo letto, dando le spalle alla porta, pensando a Jacob e a sua sorella. Tutto quello che aveva fatto, Tina lo aveva fatto per il suo bene, e lei la aveva ripagata abbandonandola alla prima occasione utile. Che cosa aveva fatto?
Era diventata un mostro. Aveva paura di sé stessa.
Ad un tratto, nel cuore della notte, la porta si aprì. Lei si girò.
«Goldstein, sei sveglia» disse Gellert Grindelwald «Dobbiamo fare due chiacchiere».

*Spazio Autrice*

È stata dura ma ce l'ho fatta. Ho pubblicato anche questa settimana.
Siccome vi avevo promesso l'azione eccola qui (cominciamo bene, e non avete visto nulla, davvero, non avete la più pallida idea di quello che ho ancora in serbo).
Spero che abbiate apprezzato il mio sforzo di scrivere una scena d'azione decente ahahah.
Dunque, i luoghi di ambientazione di questo e dei prossimi capitoli esistono davvero (mi sono fatta un tour virtuale di Rio con street view solo per voi).
Detto ciò, siccome domani comincia la scuola non so quanto quest'ultima inciderà sulle pubblicazioni dei capitoli. Io spero comunque di riuscire a pubblicarne uno a settimana, ma non vi garantisco nulla.
Detto questo, ve se ama e boh io ho finito.
Alla prossima e buon primo giorno di scuola a tutti quelli che la cominciano domani come me!🙃💛🌼

Sotto la pioggia (a Fantastic Beasts Fanfiction)Where stories live. Discover now