Capitolo 20

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Canzoni per il Capitolo:

Impossible - James Arthur

Magnifico - Fedez ft. Francesca Michelin

We found love - Rihanna ft. Calvin Harris


Sono contenta che realmente mi abbia scritto. Forse sto sorridendo e nemmeno me ne rendo conto. Sblocco il cellulare e rispondo la prima cosa che mi viene da scrivere.

«Chi sei?»

Invio. Non voglio sembrare troppo disperata. Sarò sfuggente. Poi stamattina ero arrabbiata con Henry, quindi vedere un ragazzo darmi attenzioni mi faceva piacere e mi ha dato qualche momento di spensieratezza da questa situazione. Mi ha fatto sentire più sicura di me in qualche modo. Ma adesso sto pensando che non è stata una buona idea dargli il numero. Non lo so. Sarebbe bello instaurare un rapporto d'amicizia con qualche coetaneo, uscire la sera a divertirci, ridere, chiacchierare. Non posso vivere nel mondo di Henry tutto il tempo, semplicemente perché non sarebbe giusto, soprattutto perché non sono realmente la sua donna e probabilmente non vuole condividere con me nulla di più di quello che sta già facendo. La situazione in cui mi ritrovo tenderà a diventare soffocante nel tempo, soprattutto se lui non decide di mostrarmi realmente chi è e a farmi capire cosa succede nella sua testa. Se solo penso al suo atteggiamento contraddittorio di questa giornata mi sale l'ansia. Sono qui da quanto? Già siamo incasinati. Se non costruisco degli spazi miei e solo miei rischio di crollare. E io non posso permettermi di crollare, mai più. Il cellulare vibra di nuovo.

«Skate. Scontro. Cappello strano. Colpo di fulmine.»

La scelta di parole mi fa sorridere. Mi distendo meglio sul lettino. Accavallo le gambe. Il sole è particolarmente caldo e questi jeans stanno per diventare roventi al contatto con la mia pelle. La piscina sta diventando un luogo sempre più invitante. Potrebbe darsi che nel magico armadio in camera mia ci sia un bikini. Rispondo prima al messaggio e poi magari vado a controllare. Cosa rispondere? Harry ha scritto colpo di fulmine, ma non credo si tratti di questo o almeno non si tratta di questo da parte mia. Forse il colpo di fulmine l'ho avuto con Henry, di fronte alla sua presenza sono stata fin dal primo momento impacciata e goffa e addirittura ho balbettato per la prima volta nella mia vita; quando siamo nella stessa stanza la carica attrattiva aumenta a dismisura e le emozioni che provo sono estremamente intense. Con Harry mi sono sentita a mio agio e spensierata, cose nemmeno lontanamente paragonabili a quelle che affiorano in me con Henry, quindi dovrò fargli capire, se realmente avremo a che fare l'uno con l'altra, che per me è semplice amicizia. Sto praticamente sudando, fa molto caldo e mi sono decisa in questo preciso istante a fare un tuffo in piscina. Scrivo velocemente la risposta al ragazzo riccio con il cappello che non ho trovato strano ma molto bello, quasi ne compro uno uguale se lo trovo nei negozi qui intorno.

«Ciao, Harry!»

Lascio il cellulare accanto al disegno sul lettino da sole e quasi corro in casa, verso la mia camera. Henry, a quanto pare, non c'è. L'ambiente all'interno è più fresco, probabilmente mi basterebbe restare qui per non soffrire il caldo dell'esterno, ma ormai ho voglia di fare un bagno. Apro il mio magico guardaroba e spero vivamente di trovare qualsiasi cosa si avvicini ad un costume. Apro il cassetto della biancheria intima, facendo in modo di non creare un enorme disordine, comincio a cercare. Troppo pizzo, troppe cose inadatte. Probabilmente dovrò rinunciare al mio relax lussuoso, non posso indossare mutande e reggiseno. Cerco un po' meglio e noto che c'è un sacchetto firmato. Non ci credo. Questo è un costume! Ed è di Triangl per la miseria! Io amo chiunque abbia riempito questo armadio di cose. Incrocio le dita per la taglia, le mie tette sono piccole e probabilmente starò uno schifo. Vado in bagno e mi libero degli abiti diventati sudaticci e opprimenti. Il bikini è nero e bianco ed è favoloso. Il pezzo di sotto mi calza bene, quello di sopra va leggermente largo ma me lo farò andare bene, sono così fortunata! Mi sento allegra come una bambina a Natale; infondo mi sono sempre accontentata di poco. Devo chiedere ad Henry o ad Ezra chi ha comprato questi capi stupendi e come ha fatto a pensare a tutte le occasioni possibili. A piedi nudi mi dirigo verso il giardino. Cammino in punta di piedi sul parquet della mia stanza e del corridoio, avverto con sollievo la freddezza del pavimento della cucina; salgo lentamente le scale accertandomi che Henry non sia in giardino. Le piastrelle che conducono alla piscina sono quasi roventi, ciò mi spinge a correre verso la fonte di freschezza davanti a me. Scendo lentamente gli scalini e sono felice del contatto con l'acqua. Mi immergo lentamente, assaporando la sensazione, fino a farmi interamente coprire dal liquido in apparenza turchese della piscina. Era proprio quello che ci voleva. Mi distendo e assecondo l'acqua, galleggiando morbidamente su di essa.

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