Capitolo 9

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POV di Henry

Prendo le uova dal frigo e l'impasto per i pancake che mi ha preparato ieri sera Jackie, oggi è il suo giorno libero. Appoggio la roba sul bancone della cucina. Mi riavvicino al frigorifero per il bacon. Il mio iPhone squilla; giuro che sto odiando la suoneria di questo aggeggio. Nemmeno il sabato mi lasciano tranquillo. Fottuto lavoro. Lo tiro fuori dalla tasca dei bermuda di tuta grigi che ho infilato di fretta e furia per cercare di calmare il clima teso con Lily. Lily. Sullo schermo appare il nome di suo padre, Joshua Collins. Ancora? È già la quinta volta in questi due giorni che Lily è qui e ogni volta l'ho invitato gentilmente a non richiamare. Per non dirgli di andarsene a fanculo. Non si fida, ecco perché sta sempre attaccato al telefono. Sarà l'ultima volta che rispondo. Salgo le scale velocemente e vado in giardino mentre sblocco lo schermo per rispondere.

"Le avevo detto di non richiamare più." Mi sforzo di non urlare ma di preservare un tono civile.

"Voglio sentire la sua voce, capisce? Signor Cavill io voglio vedere come sta, voglio chiederle scusa, è mia figlia per la miseria!" Ha una voce banalmente supplichevole.

"Lei è mia ora e già le ho promesso quella notte che non le farò del male, mai." Sputo fuori già un po' più nervoso. Come cazzo fa a non fidarsi? Avrei potuto farlo perseguitare per mesi, mi doveva una cifra pazzesca e stava anche per barare a quella mano di poker. Con chi cazzo crede di avere a che fare. Lily vivrà qui una vita più tranquilla e agiata di quella che avrebbe mai potuto immaginare.

"Lo so, ma voglio sentire la sua voce. Cosa le costa? Glielo ha detto lei di non rispondere alle mie chiamate?" Ma che cosa sta dicendo questo tizio. La sta chiamando? Chissà quante volte poi. Lily lo ignora, bene.

"Quando sarà pronta a parlarle Lily la chiamerà personalmente." Dico con fermezza. Farò in modo che non sarà mai pronta per questo; lei è mia adesso. Non voglio far andare tutto a rotoli.

"Davvero?" posso giurare che ha un'espressione felice ora.

"Sì, buona giornata. Non richiami." Stacco senza dare il tempo di farlo rispondere. Metto il cellulare in modalità 'non disturbare' e lo infilo nei bermuda. Scendo le scale ed entro in cucina. Trovo Lily seduta sul bancone, con ancora quella maglietta addosso che mostra le sue gambe perfette. Le sta facendo penzolare come una bambina mentre mangia distrattamente un toast. I morbidi capelli castani leggermente ondulati coprono il suo viso, segno che non si è accorta di me, non ancora. Amo come riesco a controllarla con un solo sguardo, o a stupirla con qualche complimento che penso sinceramente ma che fa a cazzotti con il mio essere un completo stronzo. Ho bisogno di catturare quegli occhi color miele, innocenti come quelli di un cerbiatto, proprio ora. Ho avuto innumerevoli donne nel mio letto, ma lei mi attira come una calamita e non riesco a capire perché. Mi sono dato la stupida spiegazione che probabilmente è perché non la posso avere e quindi questa imposizione fa in modo che io la brami all'estremo; ma mi è già successo qualcosa di simile e non era minimamente a questo livello di attrazione. C'è una scintilla. Un qualcosa in più e non so neanche che cosa. Non è solo attrazione fisica. Ma non nego che sono fottutamente attratto fisicamente da lei in questo momento.

"Vuoi dei pancake?" Domando con gentilezza, non vedo l'ora che si volti a guardarmi e le sue guance si tingano di rosa; è così fottutamente innocente cazzo. Lei non si rende conto di quanto è bella, di quanto è attraente, me lo ha dimostrato proprio questa mattina; questa cosa me la fa piacere ancora di più. Si volta verso di me con gli occhi un po' spalancati e la bocca piena, ha un'espressione adorabile in questo momento. Scende subito dal bancone e si aggiusta la maglietta, probabilmente vorrebbe allungarla visto che sto squadrando il suo corpo; peccato che quella maglietta sia così larga. Ingoia il boccone e adesso ha le guance più rosate.

"Li prepari tu?" Sorride appena. Ancora il toast in mano.

"L'impasto lo ha fatto Jackie ieri sera. Basta cuocere." Sorrido sfacciatamente avvicinandomi al bancone. Credo sia contenta che abbia indossato questa t-shirt bianca, io invece mi sarei divertito di più a vedere le sue reazioni al mio petto nudo.

"Ezra ha un giorno libero?" Chiede delicata e addenta un altro boccone del suo toast. Prendo la padella e accendo la fiamma. Le passo accanto per prendere il mestolo; i nostri sguardi si incastrano alla perfezione. Mi avvicino al fornello.

"Ezra vive qui, sai? Quindi non ha tecnicamente un giorno libero; lui mi avvisa se desidera uscire per tutta la giornata o se ha sue faccende personali da sbrigare. È libero di gestire il suo tempo." Spiego dandole le spalle e mettendo a cuocere il primo pancake.

"Perché hai bisogno di un maggiordomo?" È molto curiosa, ormai l'ho capito.

"In realtà lavorava per mio padre, è di famiglia ormai. Quindi non sarebbe mai stata mia intenzione licenziarlo quando non ha potuto più svolgere il suo lavoro." Mi giro per osservare la sua espressione attenta e tolgo dal fornello il primo pancake. Prendo l'impasto per il secondo. Si avvicina a me, okay forse si è avvicinata al pancake per curiosare sul suo aspetto. Mi scappa una risatina e scuoto un po' la testa non appena la vedo sporgere sul piatto.

"Guarda che li so cuocere. Anzi, direi che è cotto alla perfezione." Dico sorridendole.

"Lo vedo, non vedo l'ora di assaggiare!" fa un sorriso dolcissimo.

Ci sediamo sul bancone della colazione e sono felice che gli sgabelli siano uno accanto all'altro. Lei ha cotto le uova e il bacon e hanno un aspetto delizioso. La vedo mettere un po' di sciroppo d'acero sul pancake e mangiarlo di gusto, è bellissima. Quello che ha preparato lei oltre a sembrare buono lo è anche di sapore. Non lo ammetterei mai ad alta voce, ma fare colazione con lei mi piace moltissimo.

"Il pancake è delizioso. Ma sai che è merito di Jackie e non tuo?" Mi sfida con un sorriso malizioso.

"Le uova sono buonissime, ma è merito della gallina non tuo." Imito la sua voce e lei scoppia a ridere.

"Ehi, così non vale!" esclama offesa tra le risate. Rido con lei.

"Il concetto è lo stesso, Lily."

Continuiamo a ridere e scherzare, poi lei si alza per andare a fare una doccia. Si congeda così. È la prima ragazza in assoluto che di prima mattina è bellissima senza un filo di trucco. Ha una pelle luminosa e perfetta. Candida e delicata. Okay, se un uomo comincia a notare la pelle di una donna non va a finire bene, per nulla. Decido di andare in giardino, per godermi la nascente brezza estiva.

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