Capitolo 12

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Canzoni per il Capitolo:

Toca Toca - Fly Project

Morning Sun - RockMafia ft. Miley Cyrus

Give me everything - Pitbull

Vengo invasa da un odore di liquore, di fumo e da una musica assordante e siamo solo nell'enorme ingresso. Il buttafuori, un uomo enorme, calvo, pieno di muscoli e le braccia interamente tatuate, fa un cenno ad Henry e ci lascia passare. Lo conosce. Il semi buio viene sostituito da una scena da togliere il fiato. L'Ultra Bar è gigantesco. Vengo colpita da luci azzurre e fucsia che si muovono creando vortici di colori. Henry mi stringe più forte, cingendomi la vita. Un brivido mi percorre la schiena nuda e il chiasso intorno a me non mi impedisce di avvertire il tocco di Henry appieno. Adoro come mi sta stringendo. Seguo ogni suo movimento. C'è un enorme angolo bar quadrato bianco con dei barman che fanno drink muovendosi in vere e proprie coreografie al tempo di musica, bianche sono anche le pareti del locale, che ha in generale uno stile molto moderno e robotico misto all'antico. Anche all'interno infatti sembra un tempio greco ma totalmente pieno di oggetti tecnologici, schermi al plasma e colori fluorescenti. Magia per i miei occhi. Sento il viso di Henry avvicinarsi al mio orecchio, il suo respiro è caldo.

"Ti piace?" Sussurra o forse urla sulla musica, non riesco a decifrarlo bene, i miei timpani pulsano e allo stesso modo il mio stomaco. Cerco i suoi occhi prima di mimargli un sì con le labbra e sorridere. Vengo ricambiata con un suo sorriso che brilla per me più di qualsiasi luce al neon qui dentro. Un'altra spruzzata di fumo bianco invade i miei sensi occultando la mia vista. Ci sono molte persone, ma si riesce a stare tranquilli senza scontrarsi con nessuno. Niente corpi accaldati, gente ubriaca con cui potresti essere costretto a scontrarti, niente mani indiscrete che ti toccano in posti che non tollereresti. Probabilmente Sean Miller ha affittato il locale per tutta la notte e a giudicare dall'immensità di questo posto sarà costato un capitale. Un po' troppo alcool e movida per un compleanno di sedici anni, deve essere una ragazza molto viziata e con troppi soldi. Continuo a guardarmi intorno, appena il fumo diventa più tenue. Il ritmo della musica sta penetrando in ogni fibra del mio corpo. Ci sono cubi bianchi luminosi con ballerine vestite con luci al led, ognuna di colori diversi, che ballano meccanicamente sulla musica. Giuro che non sembrano per nulla volgari, anzi, quasi mi incanto nel modo in cui fanno muovere sinuosamente le luci di cui sono ricoperte. Alcuni ragazzi, sicuramente amici di Ivy, stanno ballando come se non ci fosse un domani alzando i loro drink e urlando le parole della canzone che domina nel locale:

"Hasta la vida loca, loca, loca, loca. Te encanta la musica, te toca, toca, toca!"

All'improvviso viene alzata una poltroncina bianca con una ragazza seduta sopra. È biondissima, color platino. Ha un sorriso sfacciato e urla portando le braccia verso l'alto non appena viene alzata al massimo dell'altezza. Indossa un vestitino cortissimo rosso, lasciando ben poco all'immaginazione. Una voce urla a squarciagola 'Buon compleanno, Ivy' e capisco che si tratta di lei. Henry non aspetta un secondo a darmi la conferma, avvicinandosi al mio orecchio.

"Lei è Ivy." Mi fissa subito dopo cercando di decifrare la mia espressione. Tema che resti scioccata da questo stile di vita? Beh forse un po'.

"Lo avevo capito!" esclamo nel suo orecchio. Non me la sarei mai aspettata così. Henry mi mima di seguirlo. E ci muoviamo verso una zona più buia, c'è una tenda davanti a noi e lui la apre subito. È un privé. La musica smette di essere assordante e viene percepita come un suono lontano, quasi ovattato. Al contrario della sala da ballo il privé è molto scuro e vi dominano il nero e l'argento. Si sono riunite qui le persone più grandi d'età, per la maggior parte sedute comodamente sulle poltroncine e i divanetti in velluto nerissimo. Boccheggiano sigari, qualche donna balla in un angolo in modo piuttosto strano e provocante, altri si versano champagne.

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