Capitolo 23

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POV di Lily

Avevo completamente dimenticato Harry! Ieri sono successe troppe cose, in effetti. Ma lui ovviamente ignora tutto, gli sarò sembrata solo una maleducata. Sblocco il cellulare per leggere quello che mi ha scritto.

«Allora ti ricordi di me! Cosa fai?»

«Buon giorno bellissima. Devo denunciare la tua scomparsa?»

Che carino, non si è arrabbiato. Mi sento meno in colpa. Dovrei dare un'occhiata al mio cellulare più spesso. Il fatto è che non sono abituata a persone che mi cercano, quindi non mi sono mai realmente legata ad un aggeggio come il telefono. Harry merita una mia risposta, dopo quasi dodici ore è il minimo.

«Buon giorno, Harry! Tranquillo, sono sana e salva. Scusami...non volevo snobbarti, ma non ho controllato più il cellulare ieri.»

Invio. La sincerità è sempre la risposta giusta. Mi dirigo in cucina, il mio stomaco comincia a brontolare e ho voglia di qualcosa da sgranocchiare. Apro il frigo. Noto che c'è una crostata alla marmellata e una caraffa di spremuta d'arancia, oltre ovviamente a tantissime altre cose. Dalla crostata mancano alcune fette, quindi la tiro fuori così come il succo. Il cellulare vibra di nuovo.

«Scuse accettate, ma non ce n'era bisogno. Usciamo questo pomeriggio?»

Fisso lo schermo del cellulare. Adesso non so bene come comportarmi. Ieri incontrarci, o meglio scontrarci, è stato un puro caso, un incidente. Gli ho dato il mio numero perché ero abbastanza, va beh... moltissimo in collera con Henry e mi sono sentita lusingata dalle attenzioni di Harry. Ma lui per me potrebbe essere un amico, una persona con cui ridere e scherzare senza uno scopo, un'evasione anche dalla routine che potrebbe significare questa casa. Io ed Henry non siamo ancora nulla di definito, non posso essere con lui in ogni momento, non sarebbe giusto per entrambi. Devo avere una vita, una mia vita oltre questa casa e oltre lui. Se tra noi non nasce nulla di serio e un giorno non avrà più bisogno della mia 'compagnia', io cosa farò? Sarei una vittima, le conseguenze negative sarebbero solo mie. Nemmeno Henry vorrebbe questo per me, almeno credo. Voglio avere un amico, una persona di cui fidarmi. Basterà spiegare ad Harry che voglio solo amicizia e potremo stare bene.

«Gelato?»

Invio. Non so esattamente come farò, ma riuscirò nel mio intento. Do un morso alla crostata, ha un sapore buonissimo. Potrei abituarmi a tutte queste leccornie preparate da Jackie. Chissà dov'è Henry stamattina. È al lavoro oppure dorme? Vorrei andare a svegliarlo ma non so.

«E gelato sia. Passo da te verso le sei. A dopo bellissima.»

Decido di non rispondere. Non so nemmeno se devo dire a Henry di questo mio 'appuntamento' anche se tutto è tranne che un incontro galante. Voglio essere sincera con lui, a quanto pare contano molto anche i media e i paparazzi e tutto questo mondo trasferito sulle riviste patinate e blog di gossip. Deve potersi fidare di me.

La sua camera è vuota. Ho bussato la porta socchiusa per non commettere l'ennesima figuraccia. Dato che non ha risposto dopo qualche secondo, ho spalancato la porta ma ho trovato solo un letto vuoto. Nemmeno il rumore della doccia a confermare che sia qui. Probabilmente è uscito. Provo una leggera delusione al fatto che non si preoccupi di salutarmi o di avvisarmi dei suoi programmi. Non è abituato, a questo posso arrivarci benissimo, ma boh... Non posso evitare la brutta sensazione. Forse voglio correre troppo o mi aspetto più di quanto posso permettermi. Mi volto per ritornare al piano di sotto.

"Cosa ci fai qui?" Il tono un po' nervoso mi fa girare verso la stanza.

"Buon giorno anche a te!" Rispondo stizzita. Ma cosa cavolo gli prende?

"Scusami. Buon giorno, piccola." Il tono adesso è quasi affannoso, ha il respiro irregolare e la fronte sudata. Cosa gli è successo?

"Tutto bene? Henry, sembra che stai male." Si avvicina alla porta.

Prima di poter formulare una frase di senso compiuto mi ritrovo avvolta in un abbraccio. Il suo corpo circonda il mio, stringendomi sempre più forte. Riesco solo ad avvolgere le mie braccia intorno al suo bacino. Mi tiene stretta come se avesse paura che potrei scappargli da un momento all'altro. Sento le sue labbra tra i miei capelli. Il suo cuore batte forte, sembra uscirgli dal petto. Cosa è successo per renderlo così preoccupato? Non capisco. Lascia un bacio tra i miei capelli, soffermandosi a lungo nel gesto. Vorrei dire qualcosa, ma non saprei da cosa dovrei tranquillizzarlo.

"Io ci tengo a te." La voce roca e sincera. Deglutisce. "Non dimenticarlo mai."

"Henry... Cosa è successo?" Cerco di divincolarmi un po' dalla sua stretta per incontrare i suoi occhi. Ne ho bisogno. Mi lascia fare, come se fosse argilla tra le mie mani. I suoi occhi sono più scuri, un po' sbarrati, leggermente arrossati. Porto una mia mano sul suo viso, accarezzando la sua guancia. Chiude gli occhi al tocco, diventando meno rigido, meno teso. Si volta appena, baciando il palmo della mia mano. E apre gli occhi, incalamitandomi. Continuando la mia carezza porto una ciocca ribelle dietro il suo orecchio. Proseguo il mio tocco sul collo, lungo la clavicola, mi fermo schiacciando la mano aperta in corrispondenza del suo cuore. Il battito è ancora irregolare.

"Cosa è successo?" La mia voce sembra quasi un soffio, tanto è bassa.

"Niente." Evita il mio sguardo. Mente.

"Henry, dimmi la verità." Mantengo la calma.

"Non riesco a dipingere." Non mi sta ancora guardando, ma non sembra mentire. Probabilmente è imbarazzato, dichiarare un proprio problema non è semplice.

"Ti succede da molto?" Domando con cautela.

"Quasi due settimane." I suoi occhi ritornano dai miei.

Sposto la mano dal suo petto agganciandola al sul braccio muscoloso. Ha la pelle come di seta.

"Non è grave quindi." Abbozzo un piccolo sorriso, sperando riesca a farlo sentire meglio.

In una frazione di secondo le sue labbra sono sulle mie. Mi mancava il loro sapore, la loro bramosia. La sua lingua si fa spazio nella mia bocca, incastrandosi alla mia, ancora, ancora e ancora. Le sue mani sono sui miei fianchi e le mie nei suoi capelli morbidi. Li tiro un po'. Gemo nelle sue labbra e lui risponde con altrettanta intensità. Mi schiaccia contro la porta, sorridendo tra i baci ininterrotti. Le sue mani iniziano una lenta esplorazione. Stringe il mio sedere, facendomi gemere ancora. Stacca le sue labbra dalle mie, mordendo il mio labbro inferiore. Incontra i miei occhi che mostrano tutto il mio desiderio di lui. I nostri petti si muovono velocemente, affannati.

"Se vuoi che mi fermo, dillo ora." Sospira. Attaccando la sua fronte alla mia e inspirando ad occhi chiusi.

"Voglio quello che vuoi tu." Mi meraviglio dell'audacia delle mie parole, ma sono così sincere e trasparenti che non provo nessun imbarazzo.

Con un gesto rapido, afferra le mie cosce e mi aggrappo alla sua vita, tenendogli le braccia al collo. Sembro un piccolo koala in braccio ad Henry che mi sorride, sicuramente incredulo. Il fuoco divampante ha preso posto nelle sue iridi, rendendo il suo sguardo più sfacciato. Mi bacia con dolcezza, diventando a poco a poco più passionale, palpandomi il sedere. Continuando a baciarmi fa qualche passo indietro. Mi accorgo che ha chiuso la porta a chiave, sentendo lo scatto della serratura. La sua lingua continua ad esigere la mia, mentre una sua mano dal sedere si sposta proprio . Mi sfiora lentamente fino a fermarsi in un punto per premere con più pressione. Gemo nella sua bocca e lui si stacca da me, vuole vedermi in viso.

"Lily, vuoi fare l'amore con me?" La voce roca e affannata, gli occhi spalancati e sinceri.

"Sì, Henry. Voglio fare l'amore con te."

Gabbia d'oroDove le storie prendono vita. Scoprilo ora