Capitolo 27

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Guardo la mia immagine riflessa allo specchio con una smorfia titubante. Ho indossato una gonna bianca, a balze, e un top floreale sui toni dell'azzurro. Ricordo che comprai questo completo sotto insistenza della commessa del negozio, diceva che sembravo una bambolina e in effetti aveva ragione, quasi quasi mi cambio. Ma poi penso che fa molto caldo ed è meglio rinunciare al colore che più amo indossare, il nero, perché soffocherei di certo; "sono opportuni colori piu chiari con questa temperatura" la voce di mia mamma fa eco nella mia mente. Sorrido tra me e me. Sistemo i lacci delle mie Converse bianche. Do un'ultima occhiata a me stessa; la gonna non è troppo corta quindi devo evitare di sentirmi in imbarazzo ad ogni passo, nello stesso momento in cui cerco di convincermi già sono consapevole che sarà il mio pensiero fisso. Devo sbloccarmi un po', credo sia arrivato il momento di non pensare più ai complessi riguardanti il mio corpo. Butto il cellulare nella borsa che metto in spalla. Mi dirigo in salotto facendomi con noncuranza una morbida treccia che ricade sulla spalla sinistra.

Chissà dove è Henry. Stavo per buttare tutto fuori, prima, mentre ero sul divano con lui. Stavo per dirgli le fatidiche parole. Mi ha salvato la suoneria del suo cellulare. Così sono sgattaiolata via salutandolo con un silenzioso bacio sulla guancia e sono andata a prepararmi per il gelato con Harry.

Henry non è in salotto, continuando ad intrecciarmi i capelli mi sposto verso la cucina completamente illuminata da raggi del sole e sembra non sia nemmeno qui.

"Come sei bella, piccola." Le braccia di Henry mi avvolgono e il suo petto si poggia alla mia schiena. La voce roca ad abbellire il suo sorriso percettibile anche di spalle.

Mi lascia un bacio umido sulla spalla e io sorrido facendo lateralmente unire i nostri visi.

"Devo uscire con un amico." La voce incerta, sperando che reagisca bene. Deve fidarsi di me.

Mi fa voltare lentamente verso la sua direzione. Finisco la treccia bloccandola con un elastico che avevo al polso. I nostri occhi si sono incontrati. Ha un sopracciglio alzato e la bocca stretta in una linea dura.

"Non sarà il tizio con cui stavi flirtando ieri, spero." La voce calma, trattenuta.

"Sì. Ma non stavamo facendo nulla del genere. Te l'ho già detto. Voglio solo avere qualche amico, capisci?" Uso un tono dolce e calmo e poggio le mani sulle sue spalle.

Stringe gli occhi come a leggermi dentro. Afferra i miei fianchi con le sue grandi mani e mi poggia sul tavolo da pranzo vicino a noi, in modo che i nostri volti siano allo stesso livello. Emetto un gridolino divertito mentre afferra le mie cosce e le allarga, posizionandosi nel mezzo.

"Ti sei messa in ghingheri per questo amico." Enfatizza l'ultima parola toccando il tessuto della mia gonna e stringendomi subito dopo le cosce. Abbandona il nostro contatto visivo per mordermi il lobo in modo sensuale.

"Mi sono vestita così solo perché fa caldo." Fatico a mantenere un tono neutrale data la nostra posizione. Cosa riesce a farmi provare con poche semplici mosse non riesco ancora a spiegarmelo.

Le sue nocche accarezzano le mie braccia verso l'alto, fino a quando le sue mani raggiungono il mio viso. Riporta i nostri sguardi ad incastrarsi e sorride in modo beffardo. La sua bellezza non puó essere descritta con nessun vocabolo terrestre. Potrei svenire. Ogni volta riesce a convincermi che è l'uomo più bello che abbia mai visto.

"Tu. Sei. Mia." Si sofferma su ciascuna parola dilatando le orbite dei suoi splendidi occhi.

Dovrei avere paura io di perdere lui. Non sono nemmeno lontanamente paragonabile a tutto ciò che è.

"E voglio essere solo tua." Deglutisco. Sorride ancora.

Poggia la sua fronte contro la mia e chiude gli occhi.

Gabbia d'oroDove le storie prendono vita. Scoprilo ora