Capitolo 37

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POV di Harry

"Styles, ecco l'articolo di cui dovrai occuparti questo mese. Il capo si aspetta grandi cose da te." Jen mi porge il foglio appoggiando il suo culo sodo sulla mia scrivania e sedendosi su di essa con una smorfia maliziosa stampata sul suo bel faccino.

Alzo lo sguardo per farla entrare completamente nel mio campo visivo. Afferro il foglio facendole un sorriso dei miei, uno di quelli ammiccanti che fa intendere messaggi precisi alle ragazze. Ha degli occhiali da vista poggiati sul ponte del naso e scommetto che li usa solo per sembrare una signorina intellettuale e perfettina; missione difficile visti i minuscoli tailleur che indossa. Ricambia il mio sorriso alzando un sopracciglio mentre io inizio subito a leggere distrattamente il contenuto scritto sul pezzo di carta.

"Stasera ti va un drink?" Mi propone con voce sicura.

"Nah. Non esco di lunedì sera." Rispondo senza degnarla di un altro sguardo.

"Un'altra volta?" Si alza piantando con un rumore fastidioso i tacchi vertiginosi sul pavimento.

"Un'altra volta." Le sorrido falsamente incitandola a levarsi dalle palle.

La mia attenzione adesso è tutta sul foglio nelle mie mani. Non riesco a credere alle righe di inchiostro nero stampate. Sbatto le palpebre più volte ma il contenuto non cambia.

Scadenza: 11 agosto
Argomento: Mostra pittorica di Henry William Dalgliesh Cavill
Note aggiuntive: Indagini su Lily Jane Collins, misteriosa fidanzata del soggetto; necessarie minimo 5 domande poste al soggetto durante l'evento; necessaria almeno 1 domanda alla fidanzata del soggetto durante l'evento.

*necessaria partecipazione all'evento -ingresso gratuito e pass per l'area giornalistica di rassegna stampa dell'evento*

Dovrò occuparmi della mostra pittorica di Henry Cavill. Di Henry fottuto Cavill. Tra tante persone proprio il fidanzato di Lily? E cosa? Si aspettano che parlerò anche di lei e che indagherò sulla sua personalità misteriosa?Perfetto. Splendido. Questo sarebbe stato l'articolo che mi avrebbe garantito una promozione e si sta trasformando nell'articolo più difficile e in cui sono emotivamente più coinvolto di tutti gli altri. Getto il foglio sulla scrivania e butto indietro alcune ciocche dei miei ricci ribelli. Fottuto Cavill. Fottuto Baron. Prima che i miei pensieri possano viaggiare oltre ho già sbattuto la porta del mio ufficio e spalancato senza bussare quella del mio capo.

"Styles, sei impazzito?" Eccolo lì, Martin Baron, con il suo atteggiamento composto e il temperamento consueto come al solito. Gli occhiali da vista spessi e un cumulo di fogli sparsi ovunque. Musica classica di sottofondo.

Un mostro di intelligenza e talento, un modello da imitare e lodare. Uno di quei grandi che conservano sempre l'umiltà. Non so perché ma ha un debole per me, mi considera una specie di nipote mai avuto o qualche cazzata del genere. Mi confessò, il giorno della mia assunzione, che vedeva molto di lui in me, gli ricordavo lui stesso da giovane e ciò mi ha onorato come niente prima di allora. Probabilmente mi approfitto un po' di questa sua benevolenza nei miei confronti, specialmente in casi gravi come questo.

"Mi scusi. Ma..." Le parole mi muoiono in bocca.

"Siediti, figliolo. Parla liberamente." Molla alcune scartoffie e mi dedica tutta la sua attenzione appoggiando i gomiti sulla scrivania di legno massello.

Continuo a fissarlo in silenzio e con un telecomando interrompe la melodia classica che, seppure a volume basso, riempiva la stanza.

"Non posso fare l'articolo." Sputo fuori.

Degli occhi spalancati e un'espressione  coordinata prendono posto sul suo viso stanco, incorniciato da una barba grigia che forma un tutt'uno con le basette.

"Non puoi? Tu?" Mi chiede incredulo.

"Non posso. Vede, io la conosco quella ragazza. La fidanzata misteriosa. È mia amica. Non posso indagare su di lei e... Non posso." Sbuffo torturando i miei capelli.

Un piccolo sorriso si forma sulle sue labbra sottili a causa dell'età e la sua espressione facciale si trasforma in solenne.

"Styles non voglio mai più sentire un discorso del genere da parte tua." La voce autoritaria e saggia. "Questo è un lavoro. Il tuo lavoro! E si dia il caso che quello in cui lavori è il quotidiano più famoso di Washington e devi essere grato della tua posizione. Sei giovane, hai appena 21 anni e ti è stata data una grande possibilità lavorativa. Farai il lavoro senza nessuna scusa."

"Ma..." Cerco di interromperlo.

"Non solo farai il lavoro senza nessuna scusa, ma... sarà uno dei migliori lavori che tu abbia mai fatto. Vero? Stavi per dire questo giusto?" I suoi occhi sono fissi nei miei.

"Sì." Mi rassegno.

"Bravo ragazzo!" Mi allunga una pacca sulla spalla. "Mi aspetto un articolo che ti faccia avere una promozione degna del tuo talento." Mi sorride incoraggiandomi.

"Lo spero tanto, signore." Ricambio il suo sorriso.

"E adesso vai. Che anche io ho i miei articoli da scrivere!"

Scendo le scale dell'edificio del The Washington Post frettolosamente con la mente piena di pensieri. Ho bisogno di vedere Lily. Adesso.

Note dell'autrice:

Salve a tutti! Scusate se sono sparita, ma l'estate è un po' così... Non sono andata in vacanza ma sono stata pochissimo a casa! Ecco il motivo per cui non sono arrivati nuovi capitoli. Scusatemi ancora, spero capirete... Ho appena postato questo capitolo, un po' breve lo so, ma il prossimo sarà più lungo, lo prometto!!!

Approfitto di questa nota per porvi qualche domanda sulla storia:

Qual è il vostro personaggio preferito? E quello che odiate?

Mi piacerebbe interagire di più con voi, quindi spero di avere numerosi commenti!
Scusatemi ancora per il ritardo.

Baci, Olimpia

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