Capitolo 15

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Pov di Lily

Mi sveglio di soprassalto. Sono nella mia stanza. Sbatto le palpebre cercando di ricordare con chiarezza gli eventi di poche ore fa. I baci di Henry, le sue mani, il suo corpo contro il mio, le sue labbra sulle mie, i suoi occhi agghiaccianti, la musica. Sorrido sfiorandomi le labbra, mi sembra di sentire ancora il sapore di Henry misto alla menta e al gelsomino. Realizzo poi di indossare ancora il vestito di stanotte. I capelli sono sciolti e cadono morbidi sulla mia schiena nuda. Mi alzo lentamente per liberarmi del vestito, lo poggio con delicatezza sulla sedia della scrivania, mi preoccuperò di rimetterlo sulla stampella e nell'armadio dopo. La testa mi fa un po' male; credo sia l'effetto collaterale della musica alta mista all'alcol. Ho la gola secca. Mi sento stordita. Ho bisogno d'acqua. Apro la porta e percorro il corridoio a piedi nudi. Dannazione! In estremo ritardo mi accorgo di essere solo in intimo. Praticamente sto camminando seminuda e con nonchalance verso la cucina. Mica sono a casa mia, per la miseria! La testa sembra scoppiarmi e mi maledico da sola per essere sempre così sbadata. Sbuffando, faccio marcia indietro e quasi mi prende un infarto.

"Ti stai prendendo gioco di me, non è vero?" La voce roca di Henry unita ai suoi occhi intensi, come quelli di stanotte, bastano a farmi cadere in uno stato di imbarazzo talmente elevato da non poterlo descrivere. Vorrei scomparire in questo istante. Al mio essere una completa imbranata deve pur esserci un limite. Sono da tre giorni in questa casa e non faccio altro che cacciarmi in situazioni imbarazzanti con lui. Sta chiaramente fissando il mio corpo in bella mostra, ringrazio me stessa di aver scelto una culotte e non un tanga da quel cassetto pieno di biancheria sexy. Incrocio le braccia al petto col tentativo di coprirmi, fallisco miseramente. Che frustrazione. Mi appoggio vicino al muro, tentando di salvare almeno il retro del mio corpo, per quel che possa valere.

"Così non vale!" Finge di offendersi con un sorriso beffardo. "Perché togli a quest'uomo la possibilità di vedere un bel culo a colazione?" Scoppia a ridere. Lo guardo torva. Perché cavolo ha voluto fare questa battuta? Che diamine.

"Non lo vedrai né a colazione né in altre situazioni." Dico con un sorriso da stronza. Sarò pure imbarazzata ma di certo non acconsento a queste battute. Lui è a torso nudo e indossa un bermuda blu. Ha i capelli un po' spettinati, è ancora più sexy così. Si avvicina a me, adesso voglio davvero scomparire dalla faccia della terra. Così vicina a lui mentre sono in biancheria intima mi mette in una condizione di svantaggio, non mi è mai successo nulla del genere nella mia vita. Accidenti a me! Praticamente il suo viso è a millimetri dal mio, le sue braccia poggiate al muro ai lati della mia testa. Il mio cuore salta un battito al pensiero di un suo bacio. Mi sto già sciogliendo come burro fuso sotto l'incantesimo delle sue iridi blu.

"Scommettiamo?" La voce bassa e passionale.
"Non sono una scommessa, Henry." La mia voce è tremante, insicura.
"Cosa cavolo mi stai facendo, Lily?" Quasi sussurra. Non perde il mio contatto visivo, anzi lo intensifica.

Che? Cosa intende? Non gli sto facendo niente.

"Niente." Sussurro.
"Tutto." Controbatte. Poggia la fronte contro la mia e chiude gli occhi inspirando. Muoio dalla voglia di baciarlo in questo momento, ma sono immobile qui, con il suo viso contro il mio. Riesco a portare una mano verso di lui, intrappolando dolcemente la sua guancia, resa appena ruvida dal leggero strato di barba che si sta formando, nel mio palmo. Apre gli occhi, sono talmente intensi da mettermi ancora di più in soggezione. Sposto la mano nei suoi capelli. Le sue pupille si sono dilatate, gli occhi sembrano più scuri. Mi avvicino alle sue labbra, quasi le sfioro. Manteniamo ancora il contatto visivo. Aspetto lui, una sua mossa. Resta immobile.

"Non possiamo." La voce amara. Si allontana da me, superandomi e dirigendosi in cucina senza scomodarsi a voltarsi indietro.

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