Capitolo 39

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POV di Harry

Il sorriso di Lily mi accoglie nel negozio, arrivandomi dritto al cuore. Sento di avere già un segreto con lei, un segreto di cui devo liberarmi. Le sorrido a mia volta, ma è un sorriso nervoso e tremolante. Accanto a lei c'è Zayn, il tizio che mi ha fatto un paio di tatuaggi. È un tipo apposto, da quanto io ricordi, però, al momento, è fin troppo attaccato a lei. Non dovrebbe essere chiuso nel suo stanzino a trapanare la pelle di qualcuno?

"Ciao, Lil." Mi avvicino al bancone. "Zayn." Gli faccio un cenno con capo.

"Harry." Ha tra le mani un foglio di cui ignoro il contenuto.

"Vi conoscete?" Lily poggia il suo viso delicato sul dorso di una mano e ci guarda curiosi.

"Ti ho detto che avevo fatto dei tatuaggi qui. Zayn ci sa fare." Poggio un gomito sul bancone, scostandomi dal viso alcuni ricci ribelli.

"Amico, i tatuaggi che ti ho fatto sono i più belli che hai!" Il tono sarcastico e il sorriso stampato in faccia. Ha questo strano modo di ridere, incastrando la lingua ai denti.

"Non posso negarlo." Ammetto unendo la mia risata alla sua.

Sì, ma adesso levati dal cazzo!

Lily ci osserva con un piccolo sorriso ad abbellire le sue labbra morbide.

Il campanellino della porta tintinna di nuovo. Entra un ragazzo con aria disinvolta e fin troppa barba.

"Ehi, Marcus!" Esclama Zayn.

"Ciao, vecchio mio." Ha una voce pesante, frutto di troppe sigarette.

"Lily, lui è con me. Cancellalo pure dalla lista." Comincia ad avviarsi verso il corridoio seguito dal nuovo arrivato. "Stavo giusto completando il tuo tatuaggio!" Continua Zayn, la voce appena udibile per via della lontananza.

Osservo Lily concentrata mentre svolge il suo lavoro. La fronte corrugata, la mascella tesa, le labbra un po' arricciate. È sempre bellissima, incredibile. Poggio anche l'altro gomito sul bancone, per osservarla meglio. Il color prugna del top che indossa le dona particolarmente. Vorrei essere invisibile per poterla osservare tutto il tempo che desidero. Alza di scatto lo sguardo verso di me e scoppia a ridere. Il suono della sua risata, Cristo!

"Che hai da guardare? Sono buffa mentre lavoro?"

"No, sei stupenda."

"Non mettermi in imbarazzo, Harry." Le sue guance sono rosee adesso. "Allora, cosa ci fai qui?" Esce dal bancone, eliminando la barriera tra di noi.

"Ti dissi che sarei venuto a trovarti, ricordi?" La seguo verso la porta d'ingresso, usciamo insieme verso l'esterno.

"Sì, ricordo." L'aria calda e afosa ci investe completamente, in netto contrasto con il cielo scuro e tetro. "Tu mantieni sempre le promesse."

Le sorrido con tanto di fossette, felice delle sue parole.

POV di Lily

"Puoi giurarci." La voce roca e soave.

È stato un piccolo gesto quello di venirmi a salutare qui, ma ne sono troppo felice. Sento le guance accaldarsi di più e proprio non ne capisco il motivo. Saranno i suoi occhi verdi che mi fissano così dolcemente a farmi questo effetto.

"Mi trovo bene qui. Lo so che è presto per dirlo, ma è così." Mi pizzico le unghie, distogliendo da lui lo sguardo. "Mi hanno messo subito a mio agio. Conta molto, giusto?" Ritorno a fissare i suoi occhi più chiari del solito.

"Direi che è fondamentale, Lil." Non vorrei sbagliarmi, ma c'è qualcosa che non va in lui; come se fosse nervoso.

"Tutto bene a te? Sembri rigido stamattina." Affermo scrutandolo meglio in viso.

Un ragazzo sullo skate ci passa davanti a tutta velocità, facendomi sussultare. Harry resta fermo, come assorto in un pensiero inconfessabile.

"Tutto bene, sul serio. Forse è il mal tempo a farmi questo effetto." Fissa il cielo, ancora con lo sguardo un po' perso. Vorrei fossimo più amici per permettergli di parlarmi con più libertà di quello che gli succede, di come si sente in realtà.

"Se non vuoi parlarmene è okay, non ti farò pressioni. Ma non farmi credere che sei meteoropatico o una cosa simile!" Mi risponde con un sogghigno con tanto di fossette.

Si avvicina rapido al mio viso e lascia un leggero bacio sulla mia guancia ora accaldata. Si allontana da me altrettanto rapidamente e mi fissa negli occhi dolcemente.

"Adesso devo andare. Non sparire come al solito!" Comincia a camminare a marcia indietro, per non abbandonare il mio contatto visivo.

"Ciao, Harry!" Sorrido debolmente.

Mi dà le spalle e continua a camminare con il suo atteggiamento sicuro. Faccio per entrare in negozio, poi mi volto e sporgo un po' verso la strada per guardarlo un altro secondo. Proprio in quel momento lui si volta indietro e i nostri sguardi si incrociano con l'aggiunta di un suo sorriso sfacciato. Entro immediatamente dentro, chiudendo la porta alle mie spalle e sospirando.

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"Allora ci vediamo domani alla stessa ora?" Chiedo mettendo la borsa sulla mia spalla.

"Domani alle nove, tesoro! Ciao!" Risponde dolcemente Mitsuko.

Dopo averla salutata allo stesso modo, mi avvio verso l'uscita. Piove a dirotto e non ho portato un ombrello. Sono sempre la solita sbadata. Esco fuori, mantenendomi vicina all'uscio. Di fronte a me parcheggia un'auto familiare. Il finestrino del passeggero si abbassa e occhi d'oceano mi sorride, togliendomi dieci anni di vita. Corro in auto, noncurante della pioggia, come una bambina.

"Ehi." Ha un sorriso furbetto.

"Ehi." Ricambio.

Le sue labbra sono sulle mie in una frazione di secondo. Il suo bacio è appassionato e dolce allo stesso tempo. Mi era mancato il sapore delle sue labbra. Il mio cuore batte sempre più forte.

"Ho sentito parecchio la tua mancanza. Quasi non riuscivo a lavorare sapendo che non eri a casa." La voce roca causa dei brividi sulla mia pelle.

"Anche tu mi sei mancato, e tanto. Però per oggi mi sono trovata bene qui. È un posto tranquillo." Accarezzo la sua guancia e lui bacia il palmo della mia mano.

"Sai cosa penso. Non c'è bisogno che lavori. Potevi tranquillamente riposarti e concentrarti sugli studi che inizierai a breve. Voglio solo che sei felice." Si rimette in strada, guidando con più prudenza del solito.

"Ne abbiamo parlato tanto. Per quanto le tue proposte sono allettanti, sai che non voglio dipendere da te dal punto di vista economico." Il mio tono è dolce. Mi poggio meglio allo schienale, godendomi un po' di riposo. In effetti, la giornata è diventata sempre più movimentata.

"Lo so che sei stanca, piccola, ma abbiamo un impegno." Poggia la mano sulla mia coscia e mi scruta per un secondo in viso.

"Che genere di impegno?" Gli sorrido.

"Prima di tutto andiamo a pranzo fuori, insieme. Poi RJ ci ha fatto avere la copertina di una rivista importante, quindi alle quattro ci aspettano per il servizio fotografico."

"Servizio fotografico?" Domando a bocca spalancata.

"Sì, esatto. Non sei entusiasta di farti truccare e pettinare e indossare abiti da passerella?" Mi chiede ridendo.

"Se ti dicessi di no, mi crederesti?" Scuoto il capo incredula.

"Oh sì." Scoppiamo a ridere insieme.

Gabbia d'oroDove le storie prendono vita. Scoprilo ora