74. Regole infrante.

13.1K 382 32
                                    


"Dobbiamo andare" Sentenziò quando entrambi ritornammo alla triste realtà. Una realtà in cui, io ero appena stata sparata, e lui aveva appena ucciso un uomo.

"La ferita non è grave, il proiettile ti ha solo sfiorata, ma devo comunque medicarla" spiegò.
"D'accordo" accostai la testa al finestrino dell'auto.

"Che faremo adesso, Cal?" mi lanciò un'occhiata fugace.
"Non lo so ancora" rispose, mentre ci allontanavamo da quella terribile casa.
"È tutto un fottuto casino"
aggiunse sospirando.

"Bryan troverà il corpo del fratello" constatai, in preda al panico.
Stavo iniziando a realizzare la gravità di quanto era successo.
"In un mondo come il nostro la gente muore continuamente senza che a nessuno importi davvero"
rabbrividii a quelle parole.

"Io non volevo ucciderlo, giuro non volevo" mormorò, senza distogliere lo sguardo dalla strada.
"Lo so, Cal. È stata legittima difesa. Va tutto bene" lo rassicurai.

"No, Ky! Non va bene niente! Non dovevo coinvolgerti in tutta questa merda. Guarda che cazzo è successo!" sbraitò d'un tratto.

"Sai che non è colpa tua! Nessuno mi ha obbligata a starti vicino, io ho solo seguito il mio cuore. Quando ti ho scelto sapevo che avrei corso dei rischi"
"Sei stata rapita, ti hanno sparata, hai assistito ad un omicidio! Avevo giurato di proteggerti cazzo!"
posai una mano sulla sua coscia.

"Ed è quello che hai fatto. Mi hai salvata"
Scosse la testa con disappunto.
"Mio padre ti darà la caccia. Vuole vendetta" strinsi il labbro inferiore tra i denti.

"Non sai quanto mi dispiaccia, Cal. Quello che ha fatto mio padre è riprovevole, disumano. Non ci sono parole, giuro. Io davvero..." le sue dita raggiunsero le mie, sovrapponendosi ad esse.

"Tu non c'entri niente" disse, abbassando il tono della voce.
"E so quanto sia stato difficile per te affrontare la verità"
"Da quanto lo sai?" gli chiesi flebilmente.

"Da poco. Non sapevo cosa fare, se dirtelo o meno. Ho pensato che non spettasse a me rivelarti la vera identità di tuo padre ma tu meritavi di sapere. Così mi ero promesso di parlare con lui, metterlo alle strette affinché ti confessasse la verità, ma Aron mi ha preceduto" Raccontò.

"Non preoccuparti, Cal, la tua era una posizione difficile. L'importante è che io adesso sappia che razza di uomo è" assicurai.

"Kylie, dalla morte di mia sorella la mia esistenza e quella di mio padre sono ruotate esclusivamente attorno al desiderio di vendetta. Era l'unica cosa che ci teneva in vita. Incontrarti mi ha cambiato, ma non è stato lo stesso per mio padre. Lui che amava follemente Melanie, e che a differenza mia non ha trovato altra ragione di vivere, non si arrenderà fin quando non avrà inflitto a tuo padre lo stesso dolore che lui ha provato quel pomeriggio di gennaio"

Depositai il capo sul suo braccio, con le labbra socchiuse.
Se da un lato il mio cuore gioiva come un pazzo per quel suo modo implicito di definirmi la sua ragione di vita, dall'altro le sue rivelazioni erano state come un pugno allo stomaco.

Il dolore che era trapelato dalle sue labbra ad ogni parola mi aveva uccisa.
Lettera per lettera non aveva fatto altro che fomentare il mio odio nei confronti dell'uomo che chiamavo padre.
L'uomo che aveva distrutto la sua famiglia e chissà quante altre ancora.

"Ed è per questo motivo che ero così terrorizzato all'idea di non saperti al sicuro" ammise.
"So cosa sarebbe disposto a fare mio padre pur di avere vendetta" strinse con più forza il volante, e tacque per qualche istante.

"Sai me lo ripeteva in continuazione"
lo fissai accigliata.
"In una vita come la nostra, l'amore è una debolezza, amare non è permesso" per qualche secondo il suo sguardo si posò sul mio.

La tempesta che mi ha travolto.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora