13. Bloody Mary.

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Qualche spiraglio di luce penetrò nella stanza dalla finestra illuminata.
Aprii gli occhi lentamente, ancora assonnata, nonostante le dieci ore di sonno. Ero sempre stata una tipa dormigliona.

Strofinandomi le palpebre, afferrai il telefono sul comodino, per controllare l'ora.

Le undici?
Entrai in panico. Era tardi, troppo tardi.

Mi ricordai di Dylan, avrei dovuto chiamarlo quella mattina o Chloe mi avrebbe ammazzata.
Digitai in fretta il suo numero.

"Kylie?"
La sua voce assonnata mi fece immediatamente pentire di aver telefonato. E pensare che credevo di essere l'ultima ad alzarmi dal letto.
"Dylan, scusami ti ho svegliato"
farfugliai, imbarazzata.

"Tranquilla, sarebbe un sogno svegliarmi tutte le mattine con il suono della tua voce" Abbozzai un sorriso, pur sapendo che non poteva vedermi.
"Oh grazie. Ecco volevo solo dirti che Chloe ci vuole ad una festa stasera, anche se non ricordo esattamente dove"

"Ti ha costretto a chiamarmi, vero?"
Lo sentii ridacchiare.
"Probabile. Che facciamo facciamo allora?" Chiesi, andando al dunque.
"Quello che tu vuoi, se per te non è un problema, allora andremo a questa festa"
"D'accordo" Affermai, con poca convinzione.

Chissà se Caleb avrebbe participato a quella famosa serata.
Rimossi quei pensieri dalla testa, quel ragazzo aveva già occupato troppe volte la mia mente.

"Ma resto solo per poco, non vorrei..."
"Tranquilla, se c'è qualcosa che non va, ti riporto a casa"
Mi interruppe prontamente.
"Grazie" Mormorai ansiosa.
In una sola settimana, era già la seconda volta che accettavo di partecipare ad una festa. Che altro ancora dovevo aspettarmi?

"Kylie?" La voce di Dylan attraverso il telefono mi fece tornare alla realtà.
"Passo a prenderti stasera, avverto io Chloe"  Ringraziai educatamente e lo salutai.

***

"Secondo me questo ti starebbe benissimo!" Guardai sbigottita la ragazza rossa di fronte a me.
Aveva in mano un vestito corto quanto la maglia che indossavo.

"Maddie, sinceramente, non credo faccia per me" Quest'ultima lanciò un'occhiata divertita ad Emily, intenta a truccarsi.
"Lascia perdere, per lei vanno bene solo quelli che arrivano alla caviglia" Sghignazzò Chloe.

Mi aveva invitata a raggiungerla a casa sua, in modo da poter accertarsi che non mi presentassi alla festa vestita come la volta precedente. Assurdo.

"Bisogna procedere per gradi"
Intervenne Emily, in mia difesa.
"Che ne dici di questo?"
Osservai il capo che stringeva tra le dita. "Non è molto corto, arriva al ginocchio"
Dopo molte riflessioni, decisi di accettare.
"Dai provalo!"
Esclamò Maddie entusiasta.

Lo indossai. Non era corto come pensavo, ma soltanto leggermente scollato.
Le altre si voltarono verso di me.
"Stai benissimo!" Accennai un sorriso, forse avevano ragione, non era così male.
"Siete sicure?" Chiesi loro timidamente. "Sicurissime. Sei una favola!"
Affermò Emily.

"Ed ora il trucco!"
Inarcai un sopracciglio, decisamente contraria.
"Cosa? Basta così, ho già fatto troppo!" Chloe scosse la testa sconsolata, per poi arrendersi una volta per tutte.

"Adesso andiamo o faremo tardi"
Ricordai loro, ritardatarie nate.
Le ragazze annuirono, ed insieme raggiungemmo il cortile della casa, dove Dylan ci aspettava, a bordo della sua auto.

"Finalmente!"
Esordì quando tutte e quattro salimmo a bordo dell'auto.
"Abbiamo ritardato solo di cinque minuti" Borbottò Chloe in risposta.
"Certo, proprio cinque minuti"

***

Il tragitto fu breve. Non conoscevo ancora bene la città, specialmente in zone distanti da casa mia, per cui mi resi conto di essere arrivata, soltanto quando vidi una villa illuminata e affollata estendersi davanti ai miei occhi.
La casa che ospitava la festa era maestosa, molto più di quanto mi aspettassi.

Entrammo all'interno del giardino, ed a attenderci vi era già una grande folla.
La serata era iniziata da meno di mezz'ora ma già numerosi bicchieri di plastica e bottiglie vuote erano depositate sull'erba verde.

"E ora ci divertiamo!" Esclamò Chloe afferrando le altre due ragazze per un braccio.

Ci avventurammo tra la folla scatenata, e quando mi voltai mi accorsi che Dylan non era più dietro di me.
"Sarà con qualche suo amico. Dai vieni con noi!" Esclamò Chloe.

Poco dopo ci facemmo strada all'interno della casa. La musica fortunatamente era meno assordante in quella zona, così da permetterci di sentire.

Mi guardai intorno in cerca di qualcosa o meglio dire qualcuno, ma non lo trovai.

"Posso offrirvi qualcosa, bellezze?"
Chiese un ragazzo biondo, impegnato nella distribuzione di alcolici dietro un ampio bancone.

"Oh certo, quello che vuoi. Per noi va bene la tua specialità" Ammiccò Maddie, muovendo le labbra in modo seducente.
"Quattro Bloody Mary?"
"Si quattro" Rispose prontamente Emily. Aggrottai la fronte.
"Come sarebbe a dire quattro?"

"Vuol dire che il primo è per te" Senza che ebbi il tempo di replicare, mi passò un bicchiere dal contenuto a me ignoto.
"C-cosa? Non penserai davvero che io beva questo!" Mi rifiutai, indicando il liquido alcolico.

"Oh si invece" Scossi la testa, non avevo nessuna intenzione di bere alcol.
"Dai sediamoci nel frattempo"
Propose Chloe ridacchiando, così accomodammo su un divano nero, che, per mia richiesta, era il più in disparte possibile.

In quel momento Dylan fece il suo ingresso nella stanza.
"Oh eccovi finalmente"
Un sorriso si allargò sul suo volto, non appena i suoi occhi si posarono sui miei.
"Posso rubarvela solo per un po'?"
Domandò indicandomi con lo sguardo. "D'accordo, ma fai presto!"
Rispose Chloe indispettita, quasi gelosa.

Dylan mi afferrò delicato per un polso, ignorando i borbottii della sorella e trascinandomi al centro della sala dedicata ai balli.

"Balliamo? Non mi ero accorto di quanto fossi bella stasera" Sorrisi sincera, pur sapendo di non meritare i suoi complimenti.

Mi cinse la vita con le braccia ed io mi irrigidii. Cercai di evitarlo, ma era quella la reazione del mio corpo al suo tocco.

Iniziò a muoversi lentamente ed con i suoi caldi sorrisi mi sentii decisamente meno tesa.

Ma c'era ancora qualcosa che mi impediva di rilassarmi completamente:
era uno sguardo, uno solo, ma talmente intenso da incendiarmi la pelle.

Sì, perché in quel momento avrei giurato di averlo sentirlo il suo sguardo su di me.

La tempesta che mi ha travolto.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora