20. Ammutoliti.

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"Ti rendi conto di che figuraccia?"
Chiesi, portandomi disperata una mano alla fronte, mentre Chloe non smetteva di ridere neanche per un attimo.
"Avrei davvero voluto vedere la tua faccia!" Sogghignò. Io, al contrario, non ci trovavo niente di così divertente.

"Perché non me lo hai detto prima?" Domandò, percorrendo il corridoio della scuola. "Non c'è stato il momento, subito dopo sono andata via con Dylan"
"A proposito..." La sua espressione tornò seria. "Come va con lui?"

Sospirai chiassosamente.
"Non so che dirti, i-io sono confusa"
Si accigliò, osservandomi con aria investigatrice.
"Ecco, sicuramente qualcosa è cambiato. Prima dell'inizio della scuola, non mi ero mai posta nessun tipo di problema, ma adesso, la situazione è diversa. Più tempo passa e più mi rendo conto che quello che doveva scattare non è scattato"
Le confessai, quasi in imbarazzo.

"Ho capito" Prese una breve pausa. "L'unica cosa che ti chiedo è di non illuderlo. Se davvero non provi niente per lui, dillo subito, prima che sia troppo tardi"

Annuii, aveva ragione.
Non potevo andare avanti così, dovevo mettere le cose in chiaro al più presto.
Si trattava solo di trovare il giusto momento, e il giusto coraggio.

"Guarda chi c'è..." Borbottò al mio orecchio, costringendomi ad alzare lo sguardo.

Caleb se ne stava appoggiato a quello che doveva essere il suo armadietto rosso.

Le mani nelle tasche dei jeans, gli occhi puntati sui due o tre amici che lo affiancavano, ed il solito portamento fiero, e soprattutto, arrogante.

Il mio cuore vacillò per un attimo quando con la lingua, si inumidì il labbro inferiore. Ero come ipnotizzata da ogni suo singolo gesto, ogni suo minimo movimento.

Perché?

Deglutii faticosamente, cercando di ricompormi.

"Non deve starti molto simpatico" Costatai, rivolgendomi alla mia amica.
"Ma no! Cosa te lo fa pensare?" Ironizzò lei, con una smorfia sul viso.

"È solo che è...uno stronzo"
Distolsi lo sguardo.

Era così che tutti lo definivano: Stronzo.

Ed allora mi chiesi:
C'è qualcuno che lo conosce davvero?

Avevo come l'impressione, che nessuno avesse provato a guardare oltre, oltre il muro che aveva innalzato.
Ma d'altronde, chi ero io, se non l'ultima arrivata?

"Forse hai ragione" Mentii, perché per me ragione, non l'aveva affatto.

***

"Abbiamo fatto tardi" Constatai, osservando i tavoli della mensa in gran parte occupati.
"Non preoccuparti, Dylan ci avrà tenuto il posto" Mi rasserenò lei. Ma sta di fatto, che quella mattina, suo fratello, ancora, non lo avevo neppure incontrato.

"Hey, ragazze!" Bret, sventolando una mano in aria, ci fece cenno di raggiungerlo.
"Potete sedervi qui!" Affermò indicando il tavolo a cui era seduto.
"Oh non so..."

"Certo!" Mi interruppe prontamente Chloe, con uno strano sorriso stampato sulle labbra. Scossi la testa ridacchiando, per poi accomodarmi con il vassoio tra le mani.

"So che da quando è iniziato il nuovo anno sono stato poco in vostra compagnia, e vorrei poter rimediare" Accennai un sorriso comprensivo.
"Non preoccuparti, avrai avuto i tuoi buoni motivi" Lo rassicurai, addolcendo la voce e lo sguardo.

"Sei sempre così buona" Incrociai le braccia al petto.
"Ti conviene non approfittarne"
Risposi, con finto tono offeso.

Bret era mio amico, mi aveva sempre difeso dagli attacchi dei compagni di scuola, e gli ero molto grata per questo. Nonostante l'aria da cattivo ragazzo, aveva un gran cuore.

"Che splendida compagnia!"
Smisi di respirare, quando la sua voce giunse alle mie orecchie.

Oh no!

Bret lo trucidò con lo sguardo.
Quando avevo accettato la proposta di prendere posto vicino a lui, non avevo preso in considerazione l'ipotesi che anche Caleb potesse sedersi lì.

"Forse è meglio se..."
"Non c'è bisogno che tu te ne vada. Non mi arrecherai nessun fastidio" Sentenziò, fermo e risoluto. Annuii titubantemente, osservando anche Chloe irrigidirsi.

"Come va il corso di teatro?"
Chiesi con coraggio, nel tentativo di smorzare la tensione.

"Molto bene, è pieno di bionde sexy" Ridacchio Bret. Nel frattempo le dita di Chloe si strinsero più del dovuto attorno alla povera forchetta, che si scontrò con il piatto, emettendo un suono stridulo. Per sua fortuna, nessuno ci fece troppo caso.

"Speriamo che almeno tu abbia la fortuna di non venire interrotto mentre sei in azione con loro" Ammiccò Caleb nella mia direzione, ed immediatamente sentii le guance andare a fuoco.

A Chloe scappò una risata, ed io le lanciai un'occhiata torva. Era così perfido.
Mi concentrai sul mio piatto, sperando in qualche modo di limitare l'imbarazzo, seppur ottenendo scarsi risultati.

"C'è una partita di basket, questo venerdì sera. Potreste venire"
Propose il ragazzo di fronte.
"Giocate?" Domandai timidamente. "Solamente io, Caleb non è il tipo" Affermò, dando una pacca sulla spalla all'amico.

Non mi stupii della sua risposta.
Non lo immaginavo correre dietro una palla come gli altri ragazzi della sua età. Lui era diverso, dannatamente strano e particolare in modo affascinante.

"Conta sulla nostra presenza!" rispose entusiasta la mia amica. Lasciai perdere, consapevole del fatto che, ancora una volta, Chloe avesse accettato per entrambe.

"Ma che vogliono sti stronzi?"
Sbottò, quest'ultima guardandosi intorno. "È dall'inizio del pranzo che non la smettono di ridacchiare come galline!" Era vero.
La gente vicina continuava a sussurrare cose poco carine alle orecchie dei compagni, e a ridere prepotentemente, con lo sguardo rivolto verso di me.

"Lascia perdere, sono solo gelosi." Rispose calmo Bret, tentando di tranquillizzare la mia migliore amica.

Alzai lo sguardo dal mio piatto ed in quel momento, Caleb si alzò, avvicinandosi al tavolo di fianco al nostro.

Il ragazzo, fino quel momento impegnato a commentare la mia patetica presenza a quel tavolo, si zittì, quando il moro si avvicinò pericolosamente al suo viso.

"Non voglio più sentire neanche solo un'altra fottutissima risata uscire, né dalla tua fogna, né da quella dei tuoi amichetti coglioni, intesi?"

Il biondino annuì, impaurito.
Caleb lanciò lui un ultima occhiata, prima di marciare verso l'uscita.

Nessuno avrebbe più fiatato.

La tempesta che mi ha travolto.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora