29. D'accordo ma lontani.

14K 434 113
                                    


Le mattine a seguire, arrivai a scuola con l'umore a terra. Quello che era successo quel pomeriggio mi aveva tanto scosso quanto rattristato.

Il mio era stato un gesto dettato dall'impulso, un'azione di cui le conseguenze non erano assolutamente state valutate, ma compiuta senza voler far del male a nessuno.

Mai avrei immaginato che la reazione di Caleb sarebbe stata tale.

Qualche giorno era ormai passato, non vi era traccia né di lui, né di Bret, e non ero stata l'unica ad averlo notato.

"Chissà che fine avranno fatto!" Esclamò Chloe, giocherellando con il cibo nel piatto. Feci le spallucce. Neanch'io avevo alcuna idea di dove si trovassero, ma potevo immaginare cosa stessero facendo.

Lavoro, così lo chiamavano.

"Non è la prima volta, no?" Le feci notare. "No, non lo è. Spero solo che Bret non si cacci in qualche guaio. Ho l'impressione che quel Caleb lo stia coinvolgendo troppo nei suoi loschi affari." Non risposi, non volevo dare adito alla sua preoccupazione, dicendole che Bret, coinvolto, lo era già.

"Perché tanta apprensione?"
"È mio amico!" Si giustificò.
"Pff, ti prego, non essere ridicola" ghignai.
"Ok, è un gran figo amico" ammise con le gote rosate.

Sulla mia bocca si allargò un ampio sorriso.
"Tanto lo so che ti piace!" Le dissi con convinzione.
"Potrebbe essere vero" mi trattenni dall'esultare.
"Sono davvero contenta per te"

"Beh adesso calmiamoci, non stiamo insieme!" Mi ricordò.
"Lo so, ma sono lo stesso contenta, Bret è un bravo ragazzo" Affermai.
"Anche se ultimamente..."

"Chloe, l'importante è che ti renda felice" la interruppi, informandola di quella che era la mia opinione sul lato lavoro. "Grazie" mormorò con dolcezza.

"Oh cazzo" inarcai un sopracciglio. "Cosa?"

"È lì" mi guardai intorno, finché non scorsi la sua chioma castana tra la folla. Una chioma che fece immediatamente accendere qualcosa dentro di me.

Se lui era dove era, forse anche Caleb era rientrato.

Avanzò nella nostra direzione.
"Che si mangia?" Scherzò con fare tranquillo.
"Dove ti eri cacciato?" Lo assalì Chloe. "Ho avuto dei problemi in famiglia"
Rispose, senza mostrarsi minimamente in difficoltà.

"Ma di questo parliamo dopo, non tocco cibo da ieri sera" così dicendo, si allontanò sorridente verso la fila di ragazzi in attesa del pranzo.

Chloe guardava me imbronciata, io guardavo in giro in cerca di qualcuno.

"Puoi scusarmi solo un attimo?"
Mi lanciò un'occhiata confusa ma annuì. Io raggiunsi nuovamente e a passo svelto il mio amico.

"Bret" Si voltò nella mia direzione.
"Posso chiederti un favore?"
"Certo" Mi avvicinai.
"Potresti dirmi dov'è Caleb?" Sospirò rumorosamente.

"Non ne ho idea, ma credo che la tua invece sia pessima" Lo guardai con aria interrogativa.
"Ultimamente è più nervoso del solito"
Mi informò.
"C'entra qualcosa quello che è successo l'altro giorno?" domandai con lo sguardo basso.

"Anche. Ma ci sono cose molto più importanti" lo ringraziai ed uscii dalla mensa.

Volevo scusarmi con lui, ma ciò non sarebbe stato possibile se non lo avessi trovato, ed il che era abbastanza complicato date le dimensioni della scuola.

D'altro canto, però,
un luogo dove potesse trovarsi lo conoscevo.

Corsi fino alle scale, e le percorsi fino alla porta che cercavo, quella che mi avrebbe consentito di accedere alla terrazza.
La aprii.

"Caleb"

Era appoggiato con i gomiti al muretto, e fumava, fumava troppo.

Mi aveva sentita, ne ero sicura, vista la reazione del suo corpo.
Aveva vacillato per la prima volta da quando lo avevo incontrato.

"Perché sei qui? Vuoi farti un'altra volta i cazzi degli altri, solo perché tu non ne hai?" Le sue parole mi ferirono come mai mi sarei immaginata.
"Volevo solamente scusarmi" Farfugliai, dandogli modo di ridere.

"Tu e la tua educazione del cazzo!" Sbraitò, facendomi perdere la pazienza. "Non hai il diritto di trattarmi in questo modo" Sbottai.

"Difatti" Si scrollò dal muretto.
"Ne ho il dovere" sputò con acidità, incastrando il suo sguardo gelido con il mio.

"Adesso è colpa mia, se cercandoti, mi sono ritrovata difronte a due ragazzi armati?" Domandai retorica, tentando di farlo ragionare.
"È questo il punto! Non avresti dovuto cercarmi!" Strepitò, calpestando con impeto la cicca della sigaretta sul pavimento.

"Volevo soltanto darti questo!"
Estrassi dalla tasca il portafoglio; al moro difronte scappò da ridere.
"L'ho cercato per ore" non riuscii a trattenere un sorriso.
"Tieni, ti è caduto l'altro giorno, mentre salivi sulla moto" lo afferrò, scuotendo la testa.

"In ogni caso, le cose non cambiano" tornò serio. "Hai idea di che quartiere sia Austin, cazzo!"
"Credevo fosse importante" biascicai, indicando il portafoglio nero.

"Sicuramente non quanto lo è la tua vita"

"Sono stata imprudente, lo so, ma non sapevo che le conseguenze sarebbero state queste" Risposi sinceramente.

"Non devi starmi vicina, Kylie"
Deglutii faticosamente, sapevo bene che non ci sarei mai riuscita.
"Quello che dici è assurdo" mormorai, ad una distanza che si era vertiginosamente ridotta.
"No, non lo è!  Asserì.

"Un'anima nera come la mia, non può sporcarne una pura come la tua"
Sussurrò.

"La pausa pranzo è finita, torna dentro."

La tempesta che mi ha travolto.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora