23. Dirsi addio.

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"Cosa voleva da te, Kylie?" Sputò Dylan, avvicinandosi alla ringhiera.
"N-niente" si passò una mano tra i capelli, con fare disperato.
"Possiamo parlare un attimo?" mi chiese.
"Tutta la squadra sta festeggiando forse..."

"Non è così importante" Mi interruppe, afferrandomi la mano.

Lo seguii, fino al retro esterno della palestra, lo stesso dove non molti giorni prima avevo incontrato Caleb discutere con un ragazzo per della droga.

Dylan si guardò intorno assicurandosi che fossimo soli per poi iniziare.

"Sei strana"
Esordì, sedendosi su un gradino.
"Credo sia normale, sono successe un po' di cose..." Mi lanciò un'occhiata torva.
"Non mi sto riferendo a questo" precisò.

"Non sono stupido, Kylie." Mi accigliai.
"Non ho mai detto questo"
Mormorai, con tono più dolce.

"Prima andava tutto bene, cos'è cambiato?" Sospirai, purtroppo era arrivato il momento di affrontare quel tanto atteso argomento, e quella volta non avrei potuto rimandare.
"I-io non lo so, Dylan..."

"Ti prego Kylie, almeno tu, non prendermi in giro" Quasi sussurrò, con gli occhi incastrati nei miei.

Vederlo così abbattuto, mi distruggeva, e non faceva altro che ostacolarmi nel trovare le parole giuste per dirgli quello che davvero pensavo.

"Non ci riesco..." Balbettai, iniziando a percepire gli occhi inumidirsi. "Nell'ultimo periodo, ho capito che non era più una questione di tempo" Pressò le labbra tra loro.

"Quando sto con te, i-io non sento il cuore urlare di volerti"

Una lacrima solitaria mi solcò il viso.
Gli volevo bene. Non mi ero dimenticata di tutto quello che aveva fatto per me, ed è per questo che faceva così male.

Alzai lo sguardo, incontrando il suo.
Era una terribile combinazione di delusione e rabbia.

"Avrei dovuto capirlo" Scosse la testa.
"Eri sempre così fredda, distaccata."
Un sorriso amaro dipinse il suo volto.
"Ed io che come uno stupido, credevo che tu avessi solo bisogno di tempo per riprenderti da quanto ti era accaduto"
Mi sedetti al suo fianco, sul gradino.

La sua mano tentennò, prima di abbandonarsi al tocco delicato della mia che, con coraggio, stingeva le sue dita.

"Ti sono affezionata Dylan, tutto questo fa male anche a me" Mi avvicinai.
"Ti chiedo solo di capirmi" mormorai, con voce rotta.

Dylan si alzò in piedi, allontanandosi.
"Sai, non è così facile" Rispose ironico. "Neanche per me lo è, e non posso immaginare come tu ti senta. Mi dispiace davvero, Dylan" Ammisi tristemente.

"Non c'è bisogno di andare oltre con la conversazione, penso che sia tutto chiaro" Annuii flebilmente.

"Torniamo dentro" Sentenziò con fermezza vacillante. Mi alzai, seguendolo imbarazzata nella palestra.

I sorrisi, le risate, l'aria di festa, erano in contrasto con l'umore di entrambi.

Le nostre strade si divisero, come meglio era per tutti. Lo osservai raggiungere i suoi amici, con un sorriso tirato.

"Kylie" Mi voltai, trovandomi di fronte la figura di Chloe. Già, Chloe.

"Che fine avevi fatto?"
Domandò, con fare preoccupato.
"E-ero uscita un attimo fuori"
Mi guardò con l'aria di chi non si lascia abbindolare troppo dalle parole.

"Cosa è successo?" Posò le dita sul mio mento, sollevandolo delicatamente. "Tesoro, hai gli occhi lucidi!"
Mi mordicchiai l'interno guancia, per non scoppiare.

"Ho parlato con tuo fratello, gli ho confessato ciò che davvero provavo per lui" Abbassai lo sguardo; parlare di un argomento simile con sua sorella, non era il massimo.

"Mi sento uno schifo" Bofonchiai.
"Non dirlo nemmeno per scherzo. Avrei voluto che le cose tra te e lui fossero andate diversamente, ma non posso obbligarti ad amare qualcuno che non ami. Non è colpa tua, Kylie. Hai solo seguito il tuo cuore"

Mi sorrise dolcemente ed io la stinsi a me. Incontrarla era stata una gran fortuna.

"Grazie, davvero" mormorai sincera.
"Qualsiasi cosa, io sono qui" Sussurrò, accarezzandomi la schiena.
"Ed anche un po' di là. Mi tocca consolare tutti e due" Ridacchio, strappandomi una risata.

"Ragazze"
Ci voltammo entrambe verso Bret.
"Non volevo interrompere questo momento dolce, ma noi ragazzi stavamo andando in un locale qui vicino a bere una birra. Vi unite a noi?"
Guardai Chloe, incerta sul da farsi.

Non mi sembrava certo il momento adatto per fare baldoria, ma sapevo che la mia amica desiderava ardentemente passare un po' di tempo in più con Bret.

"Ok, d'accordo. Ti raggiungiamo tra un minutino" Il ragazzo annuì, allontanandosi sorridente da noi.

"Che vuoi fare?" Mi chiese immediatamente la mia amica.
"Non lo so, Chloe. Forse è meglio se torno a casa" Le dissi, non del tutto convinta.
"E come torni a casa?"

"È ancora presto, prendo un autobus"
Mi guardò male, del tutto contraria all'idea.
"Non se ne parla. Vieni con noi!" affermò decisa.

"Non ti lascio tornare a casa sola. E poi startene a letto a rimuginare non
servirà a niente! Vieni e divertiti!" Controvoglia, mi ritrovai ancora una volta ad accettare.

Non immaginavo minimamente cosa sarebbe potuto ancora accadere.

La tempesta che mi ha travolto.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora