18. Strani comportamenti.

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Alle otto in punto raggiunsi l'entrata del locale. C'ero stata soltanto una volta, e non ricordavo di cosa davvero si trattasse.

Mi guardai intorno, con l'intento di riuscire a trovare le mie amiche, ma ottenni scarsi risultati.
Non si vedevano da nessuna parte.

Dopo qualche minuto passato sbuffando, decisi di chiamare Chloe, ma nell'esatte istante in cui afferrai il telefono dalla tasca, le tre ragazze fecero la loro apparizione, sorridenti e raggianti.

"Ve lo avevo detto che la mia amica è puntuale come un orologio svizzero!" Ridacchiò Chloe.
"Avreste dovuto esserlo anche voi!"
Le ammonii, puntando loro il dito contro.
"Scusaci, precisina!"
Scossi la testa sconsolata, abbandonandomi ad un sorriso divertito.

"Dai, entriamo"
Il posto era molto bello e, soprattutto, accogliente. Sicuramente caratterizzato dalla presenza di legno ovunque.

Ci accomodammo ad un ampio tavolo, più o meno al centro della sala.
I posti a sedere erano al completo.
Era un luogo molto frequentato, senza dubbio anche per il fatto che la scuola fosse nelle vicinanze.

"Scusate il ritardo" Mi irrigidii.
Forse sbagliando, avevo sperato che quella sera lui non si presentasse.
"Non preoccuparti, Dylan"
Senza troppi giri di parole, si sedette al fianco, facendomi scaldare ulteriormente.

La cameriera passò a prendere le ordinazioni, e alla fine, non poté fare a meno di guadagnarsi cattive occhiate dalle ragazze al mio fianco.
"Ma chi crede di essere con quella camicetta di dieci taglie in meno alla sua?" Sbottò Maddie, osservandola allontanarsi con disprezzo.
"Ci stava provando, era palese"
Aggiunse Chloe indispettita, guardando in direzione del fratello, che alzò le spalle disinteressato.

Continuava a guardarmi in modo insistente, senza un apparente motivo, e la cosa mi metteva alquanto in soggezione.
Mi alzai per andare in bagno, e sottrarmi all'imbarazzante situazione, ma l'arrivo di qualcuno me lo impedì.

"Il cavaliere ha già riconquistato la fiducia della sua fanciulla?" Esordì, Caleb, in piedi davanti al nostro tavolo. Dylan serrò la mascella.
"Sta zitto, Moore" ringhiò all'istante.
"Come vuoi" lui alzò le mani in segno di resa, ma era chiaro che non fosse ancora soddisfatto.

Si voltò nella mia direzione, squadrandomi con sufficienza.
"Mi raccomando, questa volta accompagnala tu a casa. Io ho da fare"

Lo fulminai con lo sguardo.
Che diavolo gli era saltato in mente?

"Direi che può bastare" Intervenne Chloe, fino a quel momento rimasta in silenzio insieme alle altre, che assistevano mute alla scena.

"Andiamo via, Kylie" suggerì Dylan.
"No" Risposi di getto, quando mi afferrò prepotentemente per un braccio.

Caleb non perse l'occasione per schernirlo, sorridendo fieramente.

"Voglio dire, non possiamo lasciare qui le ragazze" Mi corressi. Dylan mi guardò incerto qualche istante, poi tornò a sedersi di nuovo.

Sgranai gli occhi, quando vidi avvicinarsi a noi anche il ragazzo che, insieme a Caleb, aveva riempito di botte quel corpo maschile sull'asfalto.

Il suoi occhi si posarono su di me, e le sue labbra si incresparono in uno strano sorriso. Aprì la bocca per dire qualcosa, ma Caleb posò una mano sul suo braccio, intimandogli con lo sguardo di restare in silenzio.

Il ragazzo mormorò qualcosa nel suo orecchio e "Fuori" fu l'ultima parola che udii prima di vederli scomparire tra la folla.

"Che arrogante!" Sbottò Maddie.
"Che figlio di puttana, vorresti dire"
Sputò acido, quello che era il mio ragazzo, facendomi trasalire.
"Dovremmo parlare" Disse, stavolta rivolgendosi soltanto a me.

"Ok, d'accordo" Lanciai un'occhiata a Chloe, che da troppo tempo taceva.
Mi fece cenno con la testa di andare con lui, ed io mi alzai titubante, seguendolo fino all'uscita.

"Qui, siamo tranquilli"
Affermò, una volta giunti fuori dal locale.
"Cosa intendeva dire con quella frase?"
Andò dritto al punto, niente che non mi aspettassi.
"Io...non lo so." Farfugliai.
Non mi piaceva mentire, ma in quel caso pensai che fosse la soluzione migliore.
"Ti prego, Kylie. Non dirmi anche tu cazzate." Distolsi lo sguardo.

"Chi ti ha accompagnata a casa sabato scorso?" Sospirai, era ormai inutile fingere.
"Caleb, mi ha accompagnato lui"
La voce ridotta ad un sussurro, la testa china.

Strinse i pugni.
"Perché? Perché sei andata con lui?"
Urlò contro il mio viso, facendomi rabbrividire. Non avevo mai visto quel lato di lui. Era sempre stato un ragazzo calmo e gentile con me.

"Cos'altro avrei dovuto fare? Preferivi che me ne andassi via da sola? È stato gentile!" Gridai a mia volta.
"Gentile? Scusami ma non mi sembra proprio il termine più adatto per uno come lui!" Non risposi. Non aveva senso discutere in un momento in cui la tensione era alle stelle.

Dopo poco, i suoi muscoli tesi si rilassarono.
"Scusami" Mormorò con un fil di voce. "Non avrei dovuto alzare il tono in questo modo con te" scrollai la testa.
"Non importa, adesso voglio solo tornare dalle ragazze"
Annuì, guidandomi di nuovo verso il nostro tavolo.

"Tutto bene?"
Sussurrò Chloe al mio orecchio.
"Si, ho solo bisogno di stare due minuti da sola." Mi guardò con comprensione, ed io mi avviai verso il bagno.

Avevo solo bisogno di qualche istante di pace, ma tutto andò in fumo, quando aprii la porta del bagno.

Avrei voluto scomparire.

La tempesta che mi ha travolto.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora