Arrivano dei tipi dal futuro

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POV Percy

Ormai mi trovavo al campo da quasi sei giorni e mi ero inserito nel programma delle attività, ammetto che mi sentivo per la prima volta accettato e compreso. Luke era diventata la mia figura di riferimento e lo trovavo un grande eroe, in gamba e molto abile, penso che anche Annabeth la pensasse come me, specialmente dal modo in cui iperventilava quando si trovava vicino a lui.

Il mattino prendevo le mie lezioni di greco con la figlia di Atena ed ero piuttosto stupito dei risultati, ero certo che in breve tempo l'avrei trovato più semplice dell'inglese. Nonostante ciò era abbastanza insopportabile e a volte mi capitava di sentirla borbottare su quanto fosse stata stupida a pensare che fossi io... Odiavo totalmente quando qualcuno si aspettava sempre il meglio da me, mi metteva una grande pressione.

Clarisse sembrava ancora più velenosa del solito, specialmente da quando aveva saputo che avevo battuto Luke, mi lanciava occhiate di odio anche dall'altra parte del campo.

Nel frattempo i consiglieri capo stavano ipotizzando chi potesse essere il mio genitore divino, Clarisse aveva più volte ribadito che era impossibile per me essere figlio di uno dei Tre Pezzi Grossi, dato che , sempre secondo la sua non richiesta opinione, sembravo una mezza cartuccia.

C'era chi credeva che fossi figlio di un dio minore come Giano, ma notavo che Chirone non si esprimeva mai a riguardo ed era parecchio pensieroso.

In quel momento mi trovavo al tavolo di Ermes e Luke stava discutendo delle varie attività in programma e della serale Caccia alla bandiera. Dal tavolo di Atena vedevo Annabeth dare delle occhiate a Luke per poi arrossire e distogliere lo sguardo... femmine. Mai le avrei capite.

Improvvisamente si udì un forte rombo nel cielo e una nota volante cadde nei pressi del fuoco, la bambina di otto anni scomparve magicamente e mi chiesi come diavolo aveva fatto.

Chirone galoppò incerto verso la nota e la raccolse con esitazione, aggrottò le sopracciglia e lesse il messaggio. Notai il suo viso impallidire sempre di più e le sue sopracciglia si corrugarono, segno che stava pensando, poi alzò lo sguardo e si rivolse a noi.

"Eroi, abbiamo ricevuto un messaggio dagli dei. Mi aspetto che non scateniate il caos dopo che ve l'avrò letto. Non andremo contro la volontà divina!" esclamò e tutti noi annuimmo. Si schiarì la voce e lesse.

Buongiorno mezzosangue,

Nei momenti successivi a questo messaggio compariranno una decina degli eroi migliori dell'epoca provenienti dal futuro. Sono stati mandati tramite i Destini, principalmente perché erano un po' annoiati ma anche perché è necessario che voi sappiate che ci sarà una speranza.

Dopo questo incontro non ricorderete niente per evitare interferenze nella linea temporale, ma rimarrà dentro di voi un sentimento di speranza verso l'avvenire che vi aiuterà ad affrontare le difficoltà.

Vi chiedo di non ammazzarvi a vicenda, vi assicuro che è meglio non entrare in combattimento con loro.

Tra di loro ci saranno anche ragazzi che si trovano qui in questo momento, vi prego di non farvi venire un attacco di panico.

Ci saranno semidei romani. Ve lo spiegherò in questa nota altrimenti i poverini saranno bersagliati di inutili e futili domande. Gli dei romani esistono, avevano un'influenza molto forte e sono rimasti. Sono la nostra controparte e fortunatamente non ci sono conflitti tra le due parti.

Recentemente, nel futuro intendo, greci e romani si sono uniti per sconfiggere un nemico superiore. Questo è stato possibile grazie a un gruppo di eroi che ha salvato il mondo. Per alcuni era la seconda volta.

Ci sono state due guerre, una contro i Titani, vinta dai semidei con la battaglia di Manhattan e del Monte Otri e quella dei Giganti, contro Gea, vinta sull'acropoli di Atena e qui al Campo Mezzosangue.

Non entreranno nei particolari per evitare di rievocare dolorosi ricordi, ciò nonostante potrete sapere dei loro successi quando si presenteranno.

Arrivederci e sfruttate questa occasione facendo uso della saggezza, specialmente i miei figli

Atena, rappresentante degli dei, dea della saggezza,

della strategia di battaglia e delle arti minori.

Il campo sprofondò nel silenzio più totale e straordinariamente Atena era stata così chiara che nessuno aveva domande da porre. Ero totalmente scioccato, avrei avuto la possibilità di conoscere degli Eroi che probabilmente avevano un carico di sfortuna superiore alla mia.

Ero eccitato ed entusiasta, ero certo che tra questi eroi non sarebbe mancato Luke, insomma è un grandissimo spadaccino e dalla capacità eccezionali. Gli diedi un'occhiata e lo vidi insolitamente silenzioso, con le sopracciglia aggrottate, secondo me stava pensando al futuro che lo attendeva come eroe.

Vidi Annabeth con gli occhi brillanti e in trepida attesa, la curiosità stava prendendo il sopravvento.

Improvvisamente ci fu un fulmine nel cielo e una forte luce dorata, tutti distogliemmo lo sguardo e quando superammo il pericolo di diventare ciechi, trovammo tre figure sdraiate sul pavimento.

"Ahia, il mio bellissimo viso" esclamò uno dei ragazzi con voce insolitamente drammatica per poi alzarsi in piedi.

Erano due ragazzi e una ragazza, intorno ai sedici anni, la ragazza era molto carina, sebbene non fosse il mio tipo, aveva capelli castano mossi e irregolari, una carnagione tipica dei nativi americani e occhi caleidoscopici di totalità castane, nocciola e verdastre. In vita portava un pugnale ed incuteva un po' di paura. Al suo fianco c'era un ragazzo molto alto, con una grande massa muscolare, carnagione chiara e capelli biondi dal taglio regolare che mi ricordava un ufficiale romano, gli occhi erano di un blu intenso quasi elettrico. Aveva una mano che rigirava un oggetto strano che sembrava una moneta. Incuteva paura e rispetto, la sua aura di potere era la più potente di tutto il campo e sembrava la rappresentazione del classico ragazzo perfetto. Infine c'era un ragazzo molto basso, perfino più magro di me, con una massa muscolare assente, dei riccioli scuri cadevano disordinati sul viso furbo e un po' sporco di grasso. Era vestito come se fosse un meccanico e in vita portava una cintura degli attrezzi su cui picchiava costantemente il dito. Sul viso c'era un sorrisino che faceva invidia agli Stoll

Viaggio nel tempo Where stories live. Discover now