2.) Blake Blackwell è finito sulla lista nera per aver screditato Tom Cruise

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L'arena.
Come una vittima sacrificale mi addentrai sotto gli sguardi sprezzanti, e attraverso il brusio generato da mormorii sommessi. Come fameliche aquile erano perennemente in agguato pronti a sventrare le proprie vittime.

Fin dal principio la percezione delle persone è dipesa dai canoni, dall'esteriorità, dalle apparenze. Fin dal principio canoni, esteriorità e apparenze sono state solide fondamenta per le gerarchie di ruolo all'interno dei contesti sociali. La scuola era la più dura delle arene da superare. Era una costante lotta al potere, alla visibilità, una costante battaglia per accaparrarsi i primi posti in quell'immaginaria gerarchia che tanto pesava sulle persone. La costante ricerca dell'ideale di popolarità e perfezione.

La piramide sociale, era diffusa ai tempi degli antichi egizi, ma nell'antico Egitto tuttavia, era diffusa anche la schiavitù, il traffico di donne e la convinzione che se, dopo la morte, il cuore di un defunto fosse pesato più di una piuma, un mostro con la testa da coccodrillo avrebbe sbranato il povero defunto in questione.

Caos.
Era palpabile la bramosia ardente di quei feroci leoni assetati di sangue, di generare il caos.
Esili e vulnerabili prede si addentravano con cautela nella savana. E i predatori erano lì, schierati negli angoli più bui, pronti a balzare e a sventrare le povere vittime che avrebbero lasciato lì esamini, con la consapevolezza di essere state distrutte, per puro divertimento e piacere.

E forse la mia vena melodrammatica aveva preso il sopravvento.

Si lo aveva decisamente fatto.

Ma il punto non era la mia eccessiva poeticità di prima mattina, era che in un liceo, oltre a scale gerarchiche che mettevano in risalto coloro che rientravano nei canoni di bellezza imposti dalla società, e coloro che avevano la fortuna di un prosperoso patrimonio alle spalle, vi erano altri schieramenti nascosti nella foschia e nelle apparenze.

I leoni, e le gazzelle.

Avevo un futuro prosperoso come sceneggiatrice di thriller o film drammatici.

E stava al singolo individuo determinare quale sangue voler vedere impregnato sulle proprie mani. Se il proprio, o quello di una vulnerabile preda.

E per quanto ambigua e cruenta potesse essere quella metafora, amavo vederla sotto quella prospettiva, che implicava vita, o morte.

La mia vena melodrammatica colpiva ancora.

Addentrarsi nella folla bramosa di distruzione, fu proprio come diventare una gazzella, speranzosa di passare inosservata, nel campo dei leoni.

Sguardi taglienti e freddi si abbatterono su di me, scrutandomi con aria critica e smaniosa. Non facevano che fissarmi e mormorare. Quasi erano udibili i sussurri provenienti dalle loro menti mandate in confusione.

In quell'istante, raggiunsi la consapevolezza che loro sapevano.
Sapevano di Jace, della serata in discoteca degenerata, sapevano di quel misterioso assassino. Come avrebbero potuto non saperlo d'altra parte.

Fu il momento di ricevere sguardi compassionevoli, quelli che più detestavo. La compassione era in assoluto la peggiore delle emozioni da ricevere.

-Josephine aspetta!- all'udire il mio nome, mi voltai.
Il solito sorriso smagliante e contagioso stampato sul viso, l'andatura sbilenca e la corporatura ordinaria. Ma quello che mi piaceva maggiormente di lui, erano i suoi occhi. Azzurri come il mare, profondi come l'oceano, con alcune striature verdastre.
Nathan.
Al suo fianco, avanzando goffamente nella sua esile e minuta statura, con la cascata di ricci biondi e gli occhi verdi come smeraldi lucenti c'era Elizabeth, Beth.

Loro erano le uniche persone a sapere cosa il mio passato celasse, a sapere cosa fosse successo a Washington quella notte. Sapevano di Malcolm, del dolore dopo di lui, sapevano che da quel giorno avevo innalzato una corazza, e conoscevano i modi per scalfirla, abbatterla, sapevano capirmi. Il nostro era un legame indissolubile, inestricabile. Erano i miei storici migliori amici.

Cuore di TenebreOpowieści tętniące życiem. Odkryj je teraz