6.1)ATTENZIONE: collegamento tra ormoni, sentimenti, intelligenza non riuscito!

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DAMIAN

Udii il mio nome pronunciato da quella voce che mi aveva tormentato per anni.
Lei.

Mai mi sarei aspettato di vederla lì, mai dopo quello che le avevo fatto.
O meglio, quella era casa sua, era scontato che l'avrei trovata li. Ci ero andato a posta? Probabile.
Che mi saltava in mente?
Dovevo aver perso proprio il controllo.
E la dignità.
E quel minimo di intelligenza che mi era rimasta.

L'avevo corrosa, consumata.

Erano anni che mi tormentavo con quella logorante colpa con cui mi ero macchiato.

Io ero le tenebre, e avevo abbattuto il mio buio su di lei, risucchiandola in tutta la sua fragilità.

Lei era come un barlume di luce nella notte oscura, ed io, avevo fatto si che la mia oscurità la inghiottisse.

-Josephine.- non avevo il diritto di parlarle.
Non dopo averla lasciata. Non dopo essere sparito per anni senza neanche dirle addio. Ma sapevo che ero un ragazzino troppo rotto per reggere quella sua anima così profonda. Sapevo che se avessi provato a salutarla per l'ultima volta, ne sarei rimasto frantumato, di me sarebbero rimasti solo cocci, e non avrei trovato la forza necessaria per abbandonare quella vita che mi bruciava ad ogni risveglio.

La scrutai, e sapevo, con uno sguardo ardente, affamato.
Non dovevo guardarla in quel modo.
Lei per me era il proibito.
Da lei dovevo stare lontano.
Dovevo proteggerla da me stesso.

-Sei così diversa.- sussurrai.
Uscii totalmente di sfuggita, non mi ero reso conto di averlo detto ad alta voce.

Lei parve destabilizzata, ma poi il suo sguardo tramutò.
-Hai ragione Damian, sono cambiata tanto.- mormorò con lo sguardo puntato sull'asfalto.

-Quasi mi pento di essermi perso tutta questa parte di te.- sghignazzai.
La verità era che davvero me ne pentivo. Davvero avrei voluto vivermela di più. La mia ancora.

Era tremendamente stupido appigliarsi ad un ricordo vissuto in pre adolescenza, ma lei era entrata nella mia vita nel momento in cui avevo perso tutto. Ero smarrito, perso totalmente nelle tenebre dell'incertezza. E lei era magicamente apparsa sulla mia strada, con quegli occhi che sapevano spogliare, ed io mi ero lasciato disarmare da quello sguardo ingannatore verde smeraldo.

-Non è mai troppo tardi.- mi sfidò incastrando i suoi occhi nei miei.

-Non sfidarmi.- feci di rimando io, disarmato da quella forza improvvisa.

-E se fosse esattamente quello che sto facendo?- da quando aveva tutto questo coraggio?

-Perderesti.- sussurrai poi al suo orecchio.
La scorsi in preda ai brividi.
Era così fragile.

-Non sfidarmi.- cantilenò lei.

-E se fosse esattamente quello che sto facendo?- la imitai inscenando una voce da bambina capricciosa.
Esattamente ciò che lei non era mai stata.

-Perderesti.- mormorò parlando come un camionista appena uscito da una trattoria.

-Sei brava, ma sono certo che saresti tu a perdere.- asserii io scrutandola.

Cuore di TenebreWhere stories live. Discover now