Epilogo

17 0 0
                                    

Lei era morta. La me del passato era soltanto polvere in balia del vento. Nel dolce e minuto corpo da bambina troppo cresciuta, la piccola e innocente anima pura, aveva lasciato spazio ad una donna forte e come una quercia secolare.

Ero seduta sulla stessa amaca dalla quale avrei desiderato non alzarmi, per la semplice volontà di restare all'oscuro, perché la verità fa male, talvolta uccide, e se non uccide ferisce, e spesso a noi esseri umani non viene data neanche la possibilità di soffrire, perché il mondo si aspetta che siamo grati alla verità per essere venuta a galla. Stronzate. Tutti egoisticamente avremmo preferito che fosse stata la verità ad affogare nell'abisso del mare, che fosse stata lei a morire prosciugata dal fiato al nostro posto. Perché siamo tutti esseri umani, abbiamo tutti una sfumatura di egoismo a macchiare la nostra anima tersa.

Era tutto finito. Tutto ciò che avevo costruito aveva raggiunto il culmine, era esploso violentemente trascinandomi nel baratro che si era spalancato dopo l'impatto con l'esplosione.

L'umidità del mattino divenne troppo fredda, per cui decisi di entrare in casa.

Nel momento in cui poggiai la mano sul pomello della porta di ingresso udì il mio nome. Mi voltai.

Ancora loro, quelle iridi magnetiche, azzurre come l'abisso infinito dell'oceano terso e burrascoso, le venature verdi, come se i miei occhi vi si fossero fusi all'interno, mi stavano fissando.

Cuore di TenebreWhere stories live. Discover now